La Biblioteca Giovanni Frediani, dove mi sono formato sin dall'infanzia, salvo i nuclei dattiloscritti a macchina oppure a stampa relativi a cataloghi storicamente fissati, relativi all'attività dell'Università popolare livornese od Associazione Culturale Ossolana, all'attività di organizzazione e diffusione della stampa democratica, oppure dell'Istituto per le tradizioni popolari della Toscana, alla Casa della Cultura di Scandicci (originata a partire dalla mostra sul Premio Suzzara, Lavoro e lavoratori nell'arte, con prefazione di Cesare Zavattini ed Orazio Barbieri e la curatela di Giovanni Frediani; ma ovviamente ogni mostra, convegno, o corso da lui organizzato, nei mesi di studio, produceva documentazione, che purtroppo è oggi andata dispersa, ma per cui sarebbe utile ricostruire bibliografie articolate; ciò nondimeno andrebbe considerato un ampio margine di interpretazione, dove, ad esempio, sul gramscianesimo, mi resta difficile discernere ciò che veniva affermato nei suoi primordiali studi del ciclo di lezioni del 1947, con altri interventi del periodo, ad esempio, sempre a Domodossola, nel 1949 -
https://drive.google.com/file/d/1367artj0l6X5IJ-VpfjcV7tKbZguTQ1P/view?usp=drive_link ), negli anni '80 era basata ancora su forme di catalogo manoscritto (per inventario progressivo, per classificazione a scaffale aperto, nonché per autore; vi erano già forme selettive di descrizione per sommari contenuti - ed in qualche caso indici estesi accoppiati ai medesimi volumi ove mancanti nella stampa originaria -, qualche elenco di parole chiave, e non poche schedature critiche); se con Giovanni, mio nonno, ho avuto il privilegio - l'onore, ma soprattutto l'onere considerando l'incompatibilità con la società esterna ormai egemonica in quegli anni -, di formarmi alle fonti della Repubblica del Secondo Risorgimento, dall'altra parte completavo con l'informatica la mia formazione (un aneddoto per tutti: mio fratello Lucio, incaponitosi nel voler forzare l'uso dell'assembler sul nostro Commodore 64 - non avevamo ancora lo M24 Olivetti, primo vero PC in cui programmavamo in C e ritoccavamo in Assembler -, mi convinse a collaborare alla trascrizione di una serie di dati che, stando a quanto millantava una rivista di informatica, sarebbe dovuto essere il codice di un emulatore; con la supervisione di mia mamma e turni a ritmi forzati, dopo una decina di giorni avevamo quasi concluso la serie di DATA; saltò la luce senza aver salvato alcunché...).
Dal 1993, dalle prime BBS ante internet accessibili tramite modem su linea telefonica di casa attivata in notturna, con le prime sperimentazioni delle estensioni informatiche dell'opera di catalogo della già Biblioteca Giovanni Frediani, abbiamo sviluppato questo OPAC di passo in passo, nonostante ogni difficoltà; seppure nel 1997 erano accessibili soltanto poche decine di migliaia di entità, anche grazie alle ulteriori decine di migliaia di trascrizioni pazientemente operate, già alla fine degli anni '90 avevo costituito un interessante corpus da analizzare in senso storico e linguistico (e comunque avevamo inserito microfilmatura di manifesti, digitalizzazione nastri a bobina aperta, qualche documento cartaceo inedito, od ancora qualche scansione o fotografia digitale di materiale a stampa periodico o non periodico: sin da quel periodo, con Giovanni, cercavamo di coinvolgere quanto più possibile anche mia cugina Giulia Sbraci, ricorsivamente collaboratrice dei nostri progetti, ed in modo accademicamente precedente al mio, specialista archivista, ma comunque già all'epoca caratterizzato da interessi comuni - fra gli altri, studi gramsciani, per cui udimmo insieme gli interventi del convegno all'Archivio di Stato per il sessantesimo, nel 1997 -, che ci portarono, ad esempio, a produrre un primo materiale preparatorio ad una mostra su Cuba poi estesasi in senso comparativo al Brasile, e comunque non esposta). Attorno al 2002-2003 il sistema, nominato provocatoriamente "Il Paraocchi", raggiungeva già qualche centinaio di utenti al giorno; in esso trovarono conservazione anche le campagne di ricerca e spettacolo di
Frammenti di storia d'Italia, la memoria in scena - i cui primordi si debbono, attorno al 1998, alla collaborazione con Simone Malavolti -, oppure dell'Associazione culturale Controtempo - con Carlo Savorelli, ad esempio, anche le ricerche per la mostra svolte nei rispettivi archivi in sinergia con un nostro storico antagonista, l'Archivio sessantotto -, o degli altri fondi aggregati donati a mio nonno od a me personalmente.
Va ulteriormente ricordata quella componente della Biblioteca Giovanni Frediani legata all'Istituto delle tradizioni popolari per la Toscana, nel cui nome svolsi una parte di attività di ricerca tanto filologico-folklorica, quanto di tradizioni popolari progressive; ivi va posta anche la collaborazione con Maria Elena Giusti, che constatò l'interesse avutosi da parte di suo cugino, Gastone Venturelli, alle ricerche di mio nonno degli anni '60, probabilmente conosciute tramite Giovanni Nencioni - preside di Magistero nel periodo in cui mio nonno fu Assessore alla Pubblica Istruzione.
A novembre 2005, pochi giorni dopo che Leoncarlo Settimelli volle donarci la sua nastroteca, volle conoscerci Maria Poggi, affascinata dal nostro lavoro storico e di catalogo (a latere anche musicale e teatrale), che si presentò al primo incontro con copia di Bella Ciao, uno dei giornali prodotto da Controtempo, che avevo redatto l'anno precedente per l'A.N.P.I. di Scandicci (giornale di cui poi fornii impaginato In-Design ad A.N.P.I. come modello per alcuni numeri successivi che, salvo mia cura della sezione racconti/interviste, loro redassero - fra l'altro credo che i modelli fossero in qualche modo invirussati da organizzazione che si richiamava all'animalismo d'assalto contro la caccia). Curiosamente conosceva anche una serie di dettagli relativi ad alcuni nostri conflitti, siano essi stati quelli più seri, oppure quelle goliardate in cui ci avevano costretti, e che comunque interpretai come coerenti al semi-serio dei laboratori della memoria in scena degli ultimi anni); in quel primo incontro, avutosi alla presenza di mio nonno, le illustrai anche una parte dell'attività di linguistica computazionale che io e mio nonno stavamo compilando, e scoprimmo che era da poco divenuta Archivista dell'Accademia della Crusca. Maria propose di farsi tramite con la Soprintendenza al fine di garantire la sostenibilità della continuazione della mia opera di catalogo; sebbene non nutrissimo fiducia alcuna in uno Stato ormai privo dell'autorità costituente e secondo risorgimentale e dunque in balìa ad una società civile formatasi nel corso di vari decenni di capitalismo che la la Repubblica era sorta per contrastare, e nonostante avessimo sempre contestato l'Accademia come variante neo-medicea della controriforma - coerentemente ai fondamentali comuni alle pur distinte tradizioni primo e secondo risorgimentali -, considerando che qualche anno prima ne era divenuto presidente Nencioni, e considerando che pure Maria, da parte cattolica, aveva legami familiari con la Resistenza, ci parve una proposta non priva di interesse. Di converso non vi erano altre soluzioni sostenibili; le amministrazioni ormai da qualche decennio volevano disfarsi o snaturare quelle tradizioni che la società dominante rese residuali sin dagli anni '60; le varie componenti sociali ci osteggiavano - od anche sabotavano - quotidianamente; non potevamo permetterci di sostenere i costi per una adeguata battaglia culturale che ripristinasse la nostra autorità ciellenistica, quale Università popolare livornese, quale Associazione culturale ossolana, quale Istituto delle tradizioni popolari per la Toscana o Casa della Cultura. Ma al costo del sacrificio personale tenni fede all'impegno decennale assunto con Giovanni. Organizzai rapidamente nuovi incontri, anche con Giulia Sbraci, ma Giovanni scomparve a fine dicembre. Per conto della Soprintendenza, Emilio Capannelli e Giovanni Contini Bonacossi, vennero alla casa museo Biblioteca Giovanni Frediani, un mese dopo. Poi fu formalizzato il riconoscimento delle responsabili dell'Archivio e della Biblioteca dell'Accademia della Crusca sull'opera e la documentazione della Biblioteca Giovanni Frediani.
L'unica nostra risorsa con cui guadagnare quel poco di tolleranza necessaria alla nostra Conservazione, era l'informatica, che dalla seconda metà degli anni '90 fu da noi spinta all'eccellenza nei più disparati ambiti di sviluppo: dalla grafica tridimensionale, alla fisica acustica, dalla biblioteconomia alla linguistica. Durante il 2006, riformulammo il sistema in ciò che iniziava ad assumere il nome di kosmos e poi kosmosdoc; stendemmo un piano per una maggiore flessibilità nell'adesione, ma integrazione, alle differenti norme che andavano codificandosi nei beni culturali; qui trovò sede anche Gli Archivi si Raccontano (la campagna di raccolta e digitalizzazione documentazione, nonché elaborazione storica prodotta dall'Istituto della Memoria in Scena - e coadiuvata dalla stessa Biblioteca Giovanni Frediani), in collaborazione con 16 istituti culturali a noi consociati nella rete SDIAF (26 altri enti al momento della prima fase, 10 dei quali scelsero di non proseguire le ulteriori fasi della lavorazione, ma comunque secondo raccolte pubblicate per la mostra all'Archivio di Stato di Firenze, aprile-maggio 2007, La vetrina degli Archivi. Gli Istituti SDIAF, e presentate mediante due postazioni telematiche a nostra cura); incluse corpose serie di periodici e non periodici, dal 2009 rangiungemmo migliaia di utenti quotidiani. Ormai da qualche anno abbiamo superato i due milioni di pagine digitalizzate e poste in catalogo dal nostro cartaceo e dalle nostre precedenti registrazioni su altri supporti (oltre alla documentazione archivistica inedita, manoscritta o dattiloscritta, ed ai supporti fotografici o magnetici, relativamente alla documentazione a stampa oltre 4000 unità non periodiche - suddivise in alcune decine di migliaia di spogli analitici per capitoli -, e circa 100 mila fascicoli periodici - suddivisi o da suddividere in alcuni milioni di spogli analitici per articolo; la gran parte delle 4000 unità non periodiche - salvo qualche centinaio, afferenti a nucleo Gianassi/Sbraci/Frediani, od altre varie donazioni fra cui quelle Gerardo Paci, e Andrea Rauch, oppure salvo altre relative ai copiosi cataloghi delle raccolte digitalizzate nella campagna di ricerca degli Archivi si Raccontano... , integralmente digitalizzate, analizzate, e poste in catalogo, sono descritte anche nel catalogo del Sistema Documentario integrato dell'Area Fiorentina, dal cui OPAC si riscontrano circa 6500 nostri records aggiornati al 2006, delle circa 7000 riscontrabili affianco ad altri elenchi del patrimonio documentario periodico e non book material od archivistico, ad allegato della relazione stilata dalle responsabili d'archivio e della biblioteca dell'Accademia della Crusca ad avallo dell'autonomia dell'ente già Biblioteca Giovanni Frediani.
La conservazione e dunque l'opera di catalogo ha avuto un enorme costo, in assenza auspicabilmente temporanea di altre fonti, sostenuto quasi esclusivamente in senso familiare - oltre a quello dei decenni precedenti, svolto da mio nonno, per me una missione para-monastica di vita, in cui ho dedicato quasi 15 ore al giorno di lavoro, 365 giorni all'anno, accumulando un credito di 150 mila ore di lavoro -. Tanto per una biblioteca imperiale, come quella di Alessandria, quanto per una policentrica, esule e utopica costretta ad essere sorretta dalla sola volontà, non più di una Repubblica delle lettere o delle idee, c'è pur sempre la sostenibilità da dover raggiungere per poter Conservare.
Il Conservatore della già Biblioteca Giovanni Frediani, nonché curatore di kosmosdoc.org, Elio Varriale
kosmosdoc è sede naturale di quella sorta di enciclopedia catalografica, che definii enciclopedia di tipo nuovo, i cui canoni normativi pongono al centro le tradizioni risorgimentali e secondo risorgimentali, accorpate nei 5 principali partiti ciellenistici, e nei 3 partiti della democrazia di massa di cui al patto di Roma fondativo della C.G.I.L. Qui un paio di fascicoli del 70° Resistenza e Liberazione:
https://drive.google.com/file/d/1au9rXGrHL5iggXTXzIODgtLfLeFqxGW_/view ,
https://www.kosmosdoc.org/guide/bollettinokosmosdoc_70resistenzaeliberazione_2elow4.pdf
Quest'ultimo decennio, fra il 70° Resistenza e Liberazione e l'80°, parzialmente dedicato alla risoluzione di problemi di sedi per il deposito della documentazione e laboratori di digitalizzazione (in particolare sulla sede secondaria, a Signa, al piano superiore dell'abitazione che avrei appositamente acquistato, e che, come da progetto di residenza del dicembre 2014, accordato dal Comune di Signa e sancito a compenso parziale di alcuni crediti d'onore maturati nel corso degli anni nonché di una produzione teatrale per la giornata della memoria del 27 gennaio 2015, divenne sede dal 2017), ha consentito un riordinamento notevole, che avrà anche una sua forma di catalogo cartaceo che pubblicheremo per il 2 giugno 2026, particolarmente incentrata sulla documentazione non periodica relativa alla Biblioteca Giovanni Frediani, ente composito, ma il cui patrimonio documentario è di proprietà della famiglia (salvo disponibilità a versarlo nella Fondazione Giovanni Frediani laddove consistenti versamenti di liquidità delle pubbliche amministrazioni rendessero possibile renderla operativa, ma ad oggi ente costituito in forma indiretta e privo di patrimonio). La gestione del patrimonio documentario relativo alla Biblioteca Giovanni Frediani fu affidata sino a diversa disposizione della Biblioteca stessa - anche nell'eventualità divenisse operativa la Fondazione, oltre che per garantire il riconoscimento dei crediti passati e futuri al quotidiano lavoro di Elio Varriale -, all'Istituto della Memoria in Scena, che fra l'altro fu iscritto a SDIAF come Biblioteca collegata ed Archivio associato (nella forma del 2006, di cui alla scheda
La Vetrina degli archivi. Guida agli Archivi storici e Istituti culturali del Sistema Documentario Integrato dell'Area Fiorentina (SDIAF). Comune di Firenze, 2017 ). Nel 2009 vi fu una rimodulazione dell'Istituto della Memoria in Scena, dovuta anche ad alcune problematiche economiche che permanevano - fra l'altro aggravate dai costi della sede secondaria di via Naldini 26, mantenuta con le sole risorse familiari -, atta a distinguere maggiormente le responsabilità di conservazione della Biblioteca Giovanni Frediani (rimandate al Comitato promotore Fondazione Giovanni Frediani ed alla famiglia), che con notevoli sforzi familiari riuscivano a garantire il solo sostentamento di Elio Varriale a fronte del suo ruolo di conservatore e della sua opera di catalogo, da altre di quelle gestite dal nuovo Istituto della Memoria in Scena, i cui membri del direttivo garantivano in proprio il sostentamento di Elio Varriale, e comunque nell'ottica di una maggiore partecipazione da parte di terzi, amici di un Istituto pur diretto da Elio Varriale, e costitutivamente correlato alle sue ricerche passate e future, ma che veniva indirizzato ad una maggiore autonomia e ad una più diretta forma di finanziamento e rimborso dei crediti maturati.
Qui qualche contenuto che negli anni è stato pubblicato anche al di fuori di kosmosdoc, che può rendere l'idea in diversa forma della vastità del catalogo.
Qui riportiamo eccezione del primo numero di «Civiltà cattolica», in cui, al posto della rubrica conclusiva di ciascun numero, vi è
Preambolo alla Cronaca contemporanea. Napoli, 30 marzo 1850, cui seguirebbe un ultimo articolo
Teorie sociali. Sull'insegnamento: https://drive.google.com/file/d/1TlTVFmjOoCrqtpoShJAvMVIOs4gc4Yv4/view?usp=sharing
Ed il primo fascicolo della
Storia d'Italia, a puntate, del Calendario del Popolo:
https://drive.google.com/file/d/1RN5P-522chl3x9nSD7n0eII41Ertiexa/view?usp=sharing
Gli Archivi si Raccontano...
progetto ideato e diretto da Elio Varriale
A cura di Elio Varriale e Maria Poggi
prodotto da IdMiS - Istituto della Memoria in Scena, © 2007-2012
(qui i trailer di oltre 15 minuti ciascuno). distribuzione concessa a SDIAF, che ebbe promozione in collaborazione con Luca Brogioni e Giuseppe Caroli (sviluppi di quella versione che su loro organizzazione ebbe trasmissione pubblicitaria in TVR Teleitalia), e con il potenziale contributo di Sistema documentario integrato dell'Area Fiorentina (SDIAF)
Fanno parte della serie:
Comunità dell'Isolotto: relatore Enzo Mazzi;
Sceneggiatura: Paola Ricciardi e Sergio Gomiti;
Regia: Elio Varriale e [Maria Poggi - relativamente a parte incompiuta che doveva essere operata presso l'Arcivescovato fiorentino].
https://www.youtube.com/watch?v=pT02_yc9diA
Accademia della Crusca: relatore Prof. Francesco Sabatini (Presidente);
Sceneggiatura: Elisabetta Benucci e Maria Poggi;
Regia: Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=c3-YJDCgLsU
Archivio del Club Alpino italiano (CAI): relatore prof. Annibale Salsa (Presidente nazionale);
Sceneggiatura: Cristiana Casini e Eriberto Gallorini;
Regia: Maria Poggi e Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=iwMl6ehCyxM
Istituto degli Innocenti: relatori prof. Giuliano Pinto e Alessandra Maggi (Presidente)
Sceneggiatura: Lucia Sandri;
Regia: Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=UO-NY1yEFc4
Centro Documentazione per la Storia dell'Assistenza e della Sanità fiorentina: relatore Prof. Enrico Ghidetti (Presidente comitato scientifico):
Sceneggiatura Esther Diana;
Regia Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=VpMCiOaDgwg
Fondazione Ernesto Balducci: relatrice prof. Bruna Bocchini Camaiani;
Sceneggiatura Michela Giuranna;
Regia Maria Poggi.
https://www.youtube.com/watch?v=wG44WTh1QbA
Fondazione Giovanni Michelucci: relatore Corrado Marcetti (Direttore);
Sceneggiatura Andrea Aleardi;
Regia Maria Poggi ed Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=mDdxpgrZ8sU
Archivio del British Institute of Florence: relatrice Vanessa Hall Smith (Direttrice);
Sceneggiatura: Alyson Price;
Regia: Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=uo7vVCADfvE
Fondazione Primo Conti: relatrice Gloria Manghetti (Presidente)
Sceneggiatura: Manuela La Cauza;
Regia Maria Poggi ed Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=FGwmi9lC1k0
Archivio Storico del Gabinetto Scientifico-Letterario G.P. Vieusseux: relatrice Gloria Manghetti (direttrice);
Sceneggiatura: Caterina del Vivo;
Regia: Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=marV9x00Rc0
Archivio Contemporaneo "Alessandro Bonsanti". Gabinetto Scientifico-Letterario G.P. Vieusseux: relatrice Gloria Manghetti (direttrice);
Sceneggiatura Fabio Desideri;
Regia Elio Varriale.
https://www.youtube.com/watch?v=J7lLBvnKPQg
e le opere incomplete:
Accademia Toscana di Scienze e Lettere "La Colombaria": con il contributo straordinario del prof. Francesco Adorno;
Sceneggiatura Vaima Gelli;
Regia Elio Varriale e Maria Poggi.
Fondazione di Studi Storici "Filippo Turati": relatore prof. Maurizio degli Innocenti (Presidente);
Sceneggiatura Giuseppe Muzzi;
Regia Maria Poggi ed Elio Varriale.
Istituto Gramsci Toscano: relatrice Marta Rapallini (Presidente);
Sceneggiatura Delia Dugini, Simona Ferrari, Matteo Mazzoni;
Regia: Elio Varriale.
Archivio del Movimento di Quartiere: relatori Franco Quercioli, Isanna Generali, Moreno Biagioni;
Sceneggiatura: Raffaella Marconi, Mauro Biagioni e Franco Quercioli
Regia: Maria Poggi e Elio Varriale.
Presentazione da parte dell'A.N.A.I. Toscana: Francesca Klein e Caterina del Vivo.
Presentazione generale sul progetto (impegno morale pluriennale del Comune di Firenze verso l'Istituto della Memoria in Scena ed il suo progetto Gli Archivi si raccontano...).
Comune di Firenze, Assessore alla cultura - prof. Giovanni Gozzini (già direttore del Gabinetto G. P. Vieusseux)
https://www.youtube.com/watch?v=3agzcJFQUKg
Comune di Firenze Assessore alla Cultura, Eugenio Giani
https://www.youtube.com/watch?v=L3BK768b6Ts
Sulle origini dell'Istituto riportiamo link alle seguenti 3 schede:
https://www.kosmosdoc.org/Inventari/51501/d2.html
https://www.kosmosdoc.org/Inventari/60742/d1.html
https://www.kosmosdoc.org/Inventari/60743/d1.html
Si precisa che Maria Poggi, dapprima nuova archivista dell'Accademia della Crusca, partecipò alla costituzione del nuovo Istituto della Memoria in Scena formalizzatosi nel settembre 2006, dove divenne membro del consiglio d'Amministrazione, e nell'esecutivo come assistente volontaria in qualità di segretaria (non fu invece inclusa nella già Biblioteca Giovanni Frediani, né nella Fondazione), e contribuì allo sviluppo di parti del catalogo; la collaborazione proseguì fino ai primi mesi del 2013, da noi bruscamente interrotta allorquando ci accorgemmo che gli scherzetti goliardici cui ci prestammo non solo stavano sorpassando i limiti di un pur esteso e surreale senso del teatro, ma si stavano dimostrando niente affatto bonari, minando le basi economiche del nostro sostentamento. Seguirono alcuni smascheramenti pregressi all'incontro con Maria e nel tentativo di ripristinare minime condizioni di segreteria furono rimodulati i sistemi informatici; ma è possibile che qualche tempo dopo siano stati nuovamente violati. Comunque ad oggi non abbiamo notizie esplicite di nuovi sabotaggi.