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Il segmento testuale zaristi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 29Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 89

Brano: [...]orte di decine di migliaia di uomini per assideramento ed epidemie.

I bolscevichi svolsero nei campi di prigionia un’attiva opera di propaganda e di agitazione, che diede i suoi frutti già nel luglioagosto 1917, quando circa 500.000 prigionieri si unirono ai grandi scioperi del proletariato russo.

Da parte delle potenze occidentali si mirava invece a servirsi dei prigionieri a scopi controrivoluzionari. Infatti, con la rivolta dei generali zaristi e di una parte dell’esercito contro il potere sovietico, si erano sollevati anche i corpi cecoslovacco e polacco in Bielorussia e quel

lo serbo in Estremo Oriente; e gli stati maggiori dell’Intesa, oltre ad aiutare con l’invio di armi e denaro l’esercito bianco, progettavano di integrarne le forze con propri corpi di spedizione. A questo scopo sarebbero stati loro utilissimi i prigionieri di guerra che si trovavano in territorio russo.

Gli ufficiali membri delle missioni militari dell’Intesa a Pietroburgo vennero perciò incaricati di svolgere nei campi un’azione antisovietica e si cercò[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 215

Brano: [...]ubblica (1964), Kenyatta ne divenne presidente. Grazie a un immenso prestigio personale, « il grande capo anziano » (come è chiamato dai suoi connazionali) è finora riuscito a mantenere un precario equilibrio politico nel paese.

Kerenskij, Aleksandr Fiodorovic

N. nel 1881 a Simbirsk (oggi Uljanovsk, patria di Vladimir Uljanov Lenin) in Russia, m. il 10.6.1970 a New York.

Di origine piccolo borghese, avvocato, difese davanti ai tribunali zaristi i perseguitati politici. Militò nel partito socialista rivoluzionario, sorto nel 1902 dal partito populista Narodnaia Volja (Volontà del popolo). Dal 1912 al 1917 fu deputato alla IV Duma. Poiché in quel periodo i partiti in Russia erano proibiti, aderì con altri 10 deputati al gruppo dei cosiddetti Trudoviki (deputati contadini e intellettuali di orientamento democratico e populista).

Nella rivoluzione sovietica

Abile oratore, definito da Lenin I’« eroe della frase », si era guadagnato una certa popolarità con la sua forbita eloquenza e grazie alia fama di uomo « di sinistra », ma mode[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 502

Brano: [...]Manciuria e cacciandoli. Liberata la regione, i sovietici la riconsegnarono al governo legale cinese, ripristinando però i propri diritti sulla ferrovia mancese e su Port Arthur.

Nell’ottobre 1948 l’armata popolare rivoluzionaria cinese occupò Mukden e liberò definitivamente l’intera Manciuria, sottraendola al controllo di Chang Kaishek. Successivamente i sovietici rinunciarono, in favore della Cina popolare, ai privilegi locali che i governi zaristi avevano strappato prima della Rivoluzione d’ottobre.

Mandosino, Eusebio

N. a Trino (Vercelli) il 17.10.1901; operaio meccanico.

Militante nel Partito comunista sin dalla fondazione, nel primo dopoguerra fu condannato dalla Corte d’assise di Torino per aver lottato con le armi contro i fascisti a Palazzolo Vercellese.

Nel 1927 fu nuovamente arrestato per la sua attività antifascista e deferito al Tribunale speciale, ma ne venne assolto il 28.8.1928. Uscito dal carcere, espatriò clandestinamente in Francia, dove fu tra gli organizzatori del movimento antifascista in seno all’emigraz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 787

Brano: [...]di fatto dal governo popolare. Le truppe sovietiche restarono in Mongolia per aiutare l’esercito nazionale a liberare il paese dalle bande armate straniere e il 5.11.1921 il governo popolare firmò a Mosca un trattato di amicizia (il primo che la Mongolia avesse mai concluso con una potenza straniera a parità di diritti), in base al quale la Russia sovietica rinunciava a tutti i diritti e ai privilegi a suo tempo imposti su quel paese dai governi zaristi.

Le principali riforme furono l’abolizione della proprietà feudale della terra e di ogni altro diritto feudale nonché, la soppressione dei prìncipi che si erano schierati contro la rivoluzione. Nonostante che nel febbraio 1923 venisse assassinato il leader rivoluzionario Suhe Bator, in marzo il governo introdusse la democratizzazione, l’autonomia e la elettività degli organi amministrativi locali. I pastori furono organizzati in cooperative e tutti i loro debiti verso gli usurai furono cancellati.

Dopo la morte del capo della Chiesa (13.6.1924) fu abolita la monarchia, proclamata la rep[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 436

Brano: [...]poleone non riuscì a far fronte al nuovo genere di guerra. Ai francesi, quantunque assai superiori in uomini e mezzi rispetto ai partigiani, non rimase che ritirarsi,

Le vittoriose esperienze della guerriglia in Spagna vennero utilizzate contro le armate napoleoniche anche in Austria (dove furono tradotti in tedesco opuscoli dei partigiani spagnoli) e nel Tirolo, ma soprattutto in Russia. Qui, nell’estate 1812, partigiani guidati da ufficiali zaristi ostacolarono seriamente l’avanzata dei francesi verso Mosca. Poi, neH’inverno, bande di contadini dettero il colpo di grazia ai francesi in ritirata. Una raffigurazione quasi mitica della guerra partigiana verrà resa da Tolstoi nel suo libro « Guerra e pace » e quelle antiche esperienze saranno portate ad esempio, nella Seconda guerra mondiale, da StaJin.

L’eco della guerriglia spagnola ebbe tale risonanza in Europa che il

21.4.1813 il re di Prussia, per alimentare la lotta contro Napoleone, emanò un editto sulla milizia territoriale che ricalcava il Reglamento de Pardidas y Cuadrillas [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 414

Brano: [...]osacche e caucasiche collaborazioniste che, al servizio dei nazisti e sotto la guida dell’atamàno Piotr Nivolajevic Krasnov, esule dalla Russia per 25 anni, sognava di riportare la bandiera dello zar sul Cremlino, alla testa di una “Armata russa di liberazione”.

L Armata KrasnovVlasov

Composta da circassi e cosacchi del basso Don, cui si aggiunsero ex prigionieri di guerra sovietici arruolatisi per sfuggire ai lager nazisti ed ex ufficiali zaristi fuggiti dalla Russia dopo la rivoluzione, l’Armata di Krasnov fu organizzata in territorio polacco. Da qui venne trasferita in Jugoslavia e, contrariamente alle aspirazioni dell’atamàno che avrebbe ambito rientrare nei suoi territori di origine, fu destinata dai tedeschi a insediarsi nel Friuli per essere impiegata in azioni di repressione antipartigiana, sotto il comando operativo di Vlasov. A controllare e dirigere le mosse di questi reparti collaborazionisti venne posto un ufficiale tedesco (certo Helmich) e, ai cosacchi, fu dato a intendere che tale destinazione sarebbe stata una “nuova p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 504

Brano: [...] la Prima guerra mondiale, partecipò alla rivoluzione sovietica del febbraio 1917. Durante la successiva guerra civile si schierò con il governo bolscevico, divenendo con rapidissima carriera comandante della Prima Armata Cavalleggeri dell’Esercito Rosso. Membro del Partito comunista dal

1919, sotto il suo comando i cavalleggeri rossi sbaragliarono su vari fronti (Stalingrado, Voronez, Don, Caucaso) le armate “bianche” capeggiate dai generali zaristi Wrangel, Denikin, Krasnov. Nel 1920 Budiennij si spostò sul fronte polacco e infine in Crimea, raccogliendo anche qui strepitosi successi che lo resero molto popolare.

A creare successivamente un alone leggendario intorno alla sua figura contribuì il libro di Isaak Babel dal titolo “L’armata a cavallo” (Mosca, 1926), tradotto in tutto il mondo.

Seconda guerra mondiale

Insignito di innumerevoli decorazioni, eletto membro del Comitato centrale del P.C.U.S., nel giugno 1941 l’ex contadino cosacco tu posto al comando dell’intero Fronte sudoccidentale dell’U.R.S.S. (dalle paludi del Pripi[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine zaristi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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