Brano: [...]amente popolato (8 ab. per kmq, contro i 17 della media dell’Africa indipendente) e con un reddito nominale relativamente elevato (circa 600 dollari procapite all'anno) rispetto agli altri del continente, lo Zambia è afflitto da un'estesa miseria nelle campagne e da disoccupazione nelle città. I pochi nativi che lavorano per le aziende europee percepiscono un salario pari al 1020% di quel
lo di un operaio “bianco”.
Il 50% della popolazione zambiana si trova concentrata in una striscia di territorio chiamata copperbelt (fascia del rame) lunqa 120 km e larga 50 ai due lati della ferrovia creata in funzione dello sfruttamento delle miniere. Il rame copre da solo il 60% del prodotto netto nazionale e la massima parte dell’esportazione, ma essendo tutte le miniere di proprietà straniera (Sudafrica, paesi europei, U.S.A., Giappone), ne deriva che l’attività mineraria provoca il trasferimento all’estero della maggior parte del plusvalore prodotto dalla forza lavoro zambiana, lasciando gli autoctoni in condizioni di indigenza. Quando poi, dal 1[...]
[...] (fascia del rame) lunqa 120 km e larga 50 ai due lati della ferrovia creata in funzione dello sfruttamento delle miniere. Il rame copre da solo il 60% del prodotto netto nazionale e la massima parte dell’esportazione, ma essendo tutte le miniere di proprietà straniera (Sudafrica, paesi europei, U.S.A., Giappone), ne deriva che l’attività mineraria provoca il trasferimento all’estero della maggior parte del plusvalore prodotto dalla forza lavoro zambiana, lasciando gli autoctoni in condizioni di indigenza. Quando poi, dal 1973, la crisi economica mondiale ha fatto crollare sui mercati internazionali il prezzo reale del rame, le conseguenze si sono riversate sul bilancio della giovane repubblica: lo Stato zambiano ha dovuto infatti accollarsi i pesanti oneri deH’aumentata disoccupazione operaia e farsi carico delle infrastrutture legate alle mi