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Il segmento testuale trasformista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 60Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 146

Brano: [...]le liste dei Blocchi nazionali, numerosi furono i fattori che decretarono “l’irresistibile ascesa” dei fascisti giuliani, secondo una scansione degli eventi non difforme, nella sostanza, da quella nazionale.

Il bagaglio ideologico del fascismo non conteneva grosse novità rispetto agli orientamenti prevalenti nell’humus reazionario giuliano vivificato dall’apporto nazionalista.

Un programma, come osserverà giustamente E. Apih, « eclettico e trasformista fino ad un certo punto, perché, in realtà, portava avanti un parziale processo di sintesi del conservatorismo tradizionale ed i nuovi imperativi nazionalisti, con radicalità e consequenzialità, che trovavano espressione nella spregiudicatezza e risolutezza, nel carattere di totalitarietà, della sua azione ».

L’adesione dei ceti medi, l’aiuto finanziario fornito in modo massiccio e compatto da industriali, compagnie d’assicurazioni e banche giuliane, l’uso tatticamente nuovo della violenza, aprirono definitivamente ai fascisti il varco per la conquista del potere. AH’appuntamento il movimen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 667

Brano: [...]gno di una rin

novata politica liberale annunciato da Giolitti nel discorso di Busca dell’ottobre 1899.

Nel settembre del 1900 Roux lasciò il giornale per recarsi a dirigere La Tribuna di Roma, e l’intera responsabilità de “La Stampa” ricadde sul Frassati. Si può datare a questo momento l’inizio del sodalizio politico tra Giolitti e Frassati, non scevro d’altronde di critiche anche severe del foglio torinese di fronte alla condotta spesso “trasformista” e troppo manovriera dello scaltro uomo politico.

Dal 1906 in poi l’incontro fra le due personalità si realizzò pienamente; ad agevolarlo fu soprattutto l'opinione di Frassati che Giolitti concordasse nell'esigenza di rinnovare a fondo il personale dirigente dello Stato, attuando una politica di impiego delle competenze tecniche al vertice del governo, per una “democrazia industriale” aperta ai problemi del consenso da attingere nelle classi lavoratrici.

Qui — sottolineerà lo storico Valerio Castronovo — stava il limite delle concordanze tra Frassati e Giolitti; giacché « il nuovo equil[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 476

Brano: I

Separatismo siciliano

prospettiva, la capacità politica di vedere al di fuori dello spazio geografico insulare, quando non cadevano in preda a una sicilianite di natura isterica o causata da ancestrali complessi panici. In questi limiti si irretivano sia i separatisti della corrente aristocraticoagraria (l’ala oltranzista del sicilianismo, capeggiata dai Tasca e dai Carcaci) sia quella moderata e trasformista di Andrea Finocchiaro Aprile, sia ancora quella repubblicana e democratica che faceva capo all’avvocato partinicese Antonino Varvaro.

Per contro l’occupazione alleata e la lotta antifascista, alla quale i siciliani avevano pur dato un loro contributo e a volte notevole, soprattutto col nutrito gruppo di antifascisti della provincia di Palermo (v.), avrebbero potuto consentire (ma solo in parte ciò avvenne) un’elaborazione di tipo nuovo sulle prospettive aperte alla Sicilia dalla caduta del fascismo, nonché sul significato assunto dalla Resistenza e dai valori di democrazia su cui essa si r[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 7

Brano: [...]più sostanziali: la carica di rottura del radicalismo ottocentesco risultò evidente nel programma della Lega della democrazia (1879), ricalcante quello ormai consueto dei radicali, e nell'agitazione per il suffragio universale (culmi

nata nel famoso “Comizio dei comizi” del 1881).

Altrettanto indicativi furono la convocazione del primo Congresso operaio lombardo (1881), la formazione del Fascio della democrazia in opposizione alla politica trasformista di Depretis (1883), il “secondo patto di Roma” (1890), la costituzione della Lega italiana per la difesa della libertà (1894) e, infine, la battaglia sulla “questione morale” intrapresa da Cavallotti contro Crispi (189596).

A partire dalle elezioni del 1882, le prime a suffragio allargato, che avevano registrato una forte crescita numerica dell’Estrema Sinistra, i radicali avevano adottato in svariate consultazioni elettorali la tattica dell’alleanza con repubblicani e socialisti. Questa alleanza, che a volta a volta si stringeva e si scioglieva, rivelava fra i radicali e le altre due corr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 855

Brano: [...]i scioperi, a Milano operai e popolani cadevano sotto i fucili

di Bava Beccaris, a Monza Umberto I moriva per mano dell’anarchico Gaetano Bresci.

Ormai alle soglie dell’età giolittiana, stava per mettere radici nel paese una democrazia industriale che avrebbe lasciato profondamente aperto il problema del rapporto fra un Nord in fase di espansione capitalistica e un Sud ancora arretrato, politicamente sottoposto alle leggi di un feudalesimo trasformista e clientelare. Fu appunto in quel clima che Romolo Murri elaborò un programma nel quale, lasciando da parte le cautele della impostazione di Giuseppe Toniolo, con un linguaggio moderno e attuale metteva a fuoco ed esprimeva i problemi della società, come scriverà Gabriele De Rosa, « senza il filtro dell’antica letteratura cristiana apologetica e medioevaleggiante ».

Diventata praticamente impossibile la convivenza tra i giovani democratici cristiani e i vecchi gruppi clericali intransigenti, neppure la mediazione di Toniolo riuscì a impedire una frattura che andò facendosi sempre più profo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 534

Brano: [...]e gerarchie militari, permise allo squadrismo di svilupparsi in tutto il Paese. La crescita dei Fasci e, con le elezioni politiche del 1921, l’ingresso in Parlamento di un gruppo di 35 deputati capeggiati dall’ex socialista massimalista romagnolo Mussolini, avviarono la confusa e composita formazione fascista a omogeneizzarsi intorno a quello che rappresentava in definitiva il solo comune obbiettivo dei promotori: la presa del potere. Mussolini, trasformista per eccellenza, iniziò così una lenta conversione verso l’alleanza organica coi settori della destra reazionaria, abbandonando allo squadrismo provinciale di Roberto Farinacci e Dino Grandi le coperture «socialiste» e «rivoluzionarie». L’8.11.1921 la creazione del Partito nazionale fascista corrispose, nelle dichiarazioni di Mussolini, a un impegno di « restaurazione »: dal periodo « dannunziano », populista e vagamente intimidatorio anche nei confronti della classe dirigente economica, il fascismo passava ad assumere il ruolo di gendarme e vindice del potere capitalistico contro le masse lav[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine trasformista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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