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Il segmento testuale tifascismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 21Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 49

Brano: [...]el 1921. Gli attacchi fascisti incontrarono però sempre una tenace resistenza da parte delle forze operaie e, in più di un’occasione, gli aggressori furono messi in fuga. A tale riguardo è sufficiente ricordare che nel giugno 1921 si costituì a Terni l’organizzazione degli Arditi del Popolo (v.) che, nel periodo di massima espansione, arrivò ad avere fino a 500 aderenti. Ciò spiega perché Terni apparve ai contemporanei come “la roccaforte dell’antifascismo umbro”. Non fu dunque un caso se l’amministrazione comunale ternana, liberamente eletta nel 1920, riuscì a restare al suo posto per gran parte del 1922. Ma nel settembre di quell'anno, Terni e alcuni comuni del circondario (Collescipoli, Collestatte, Papigno, Arrone e Narni), colpevoli di avere ancora una amministrazione “rossa” e di resistere attivamente al fascismo, furono fatti oggetto di un attacco concentrico da parte di numerosissime squadre d’azione provenienti da diversi comuni deirilmbria, del Lazio e della Toscana: in particolare su Terni si riversarono oltre 1.300 fascisti che mise[...]

[...]onomia (che le era stata propria per oltre un quarantennio) di centro esclusivamente industriale e operaio. Nondimeno, dal punto di vista strettamente politico, l’operazione ottenne scarso successo, se si considera che nel 1930, otto anni dopo la marcia su Roma, su 5.200 iscritti al Partito fascista nella provincia ternana soltanto 450 erano del capoluogo. Neanche in seguito il fascismo riuscì ad avere a Terni un ampio e diffuso consenso.

L'antifascismo

Nell’arco del ventennio, in città fu costantemente presente una radicata opposizione antifascista di origine operaia e popolare, che riuscì a esprimersi in maniera organizzata attraverso il Partito comunista. Subito dopo la promulgazione delle Leggi eccezionali fasciste del 1926, l’organizzazione comunista ternana si adoperò fattivamente per darsi una struttura clandestina. Nel 1927 la scoperta da parte della polizia di un tentativo di ricostituzione della Federazione giovanile portò di fronte al Tribunale speciale 19 comunisti ternani. Tra questi è doveroso ricordare Giovanni Speranza e A[...]

[...]gnalate tre grosse diffusioni di stampa e materiale “sovversivo”, rispettivamente, nell’aprile

1932, neM’agosto 1936 e nel maggio 1939. Ciascuna di queste azioni fu però sempre seguita da una dura repressione della polizia fascista con arresti, processi di fronte al Tribunale speciale, pesanti condanne al carcere e invii al confino. Accanto a questa opposizione organizzata e consapevole, si ebbero a Terni anche numerose manifestazioni di un antifascismo spontaneo, espressione di una radicata ed estesa tradizione sovversiva. Attraverso l'esame dei livelli di repressione è possibile evidenziare con chiarezza sia la consistenza che la caratterizzazione politica e sociale dell'antifascismo ternano. A partire dalla promulqazione delle Leqgi eccezionali del 1926 fino al 1943, nella provincia di Terni si ebbero complessivamente 96 assegnazioni al confino. 93 deferimenti al Tribunale speciale e 96 provvedimenti di ammonizione. Coloro che incapparono nella repressione fascista risultavano poi essere in larga parte operai e comunisti: ad esempio, tra i confinati, 62 erano operai e 50 furono



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 3

Brano: [...]ettimane a interrogatori e torture che non intaccarono la sua forte fibra morale, ma che gli provocarono gravi lesioni interne al sistema auricolare che lo avrebbero reso invalido per tutta la vita. Neppure questa volta i fascisti inferociti riuscirono a strappare dalle sue labbra un nome, un’informazione e tanto meno una confessione: deferito per la quarta volta al Tribunale speciale, mantenne in aula un fiero comportamento, ammettendo il suo antifascismo e di essere comunista, ma negando le accuse di attiva cospirazione che gli venivano (in realtà, non a torto) rivolte dalla polizia. Ai giudici non rimase che mandarlo assolto, dopo quasi un anno di reclusione, per mancanza assoluta di prove. Caso più unico che raro nella storia giudiziaria dell’antifascismo: quattro consecutivi processi e circa 9 anni complessivi di reclusione che non fecero minimamente desistere Tagliaferri da una intensa attività cospirativa e semmai ne rafforzarono la determinazione.

Gino Tagliaferri (a destra) con alcuni amici e compagni di lotta a Firenze nel 1928

3



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 31

Brano: [...]ò combattimento. Esaurite le munizioni salì sul tetto dell’edificio e, gridando “Viva l’Italia”, si gettò nel vuoto.

Taviani, Paolo Emilio

N. a Genova il 6.11.1912; professore universitario.

Laureato in Legge, Scienze sociali e Filosofia, docente di Storia delle dottrine economiche. Uomo di molteplici interessi scientifici, è una delle figure più note e prestigiose dell’ala cattolica progressista, particolarmente legato ai valori dell’antifascismo e della Resistenza, presidente dal 1972 della Federazione Italiana Volontari della Libertà (F.l. V.L.) che organizza gli ex partigiani cattolici e liberali.

DaH'antifascismo alla Resistenza

Studente universitario a Genova, dal 1931 al 1934 presidente della F.U.

C.l. e noto per la sua non adesione al regime, iniziò dal 1938 la cospirazione antifascista che all’inizio del 1943 lo porterà a essere proposto per il confino di polizia.

Nell’estate del 1943 organizzò la fusione dei cristianosociali con i superstiti del Partito popolare, fondando in Liguria la Democrazia cristiana, di cui fu il leader e segretario regionale nel corso della Guerra di liberazione e successivamente. Il 9.

9.1943 era uno dei fondatori del C. L.N. di Genova (v.) e nei mesi dell’oc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 578

Brano: [...] ambienti ristretti e mancavano contatti con le masse. Era ignorato il dissenso antifascista ormai diffuso in settori sempre più vasti della popolazione; poco o niente si sapeva degli scioperi del

1942 e del marzo 1943. Le autorità britanniche sapevano qualcosa del frondismo antitedesco, solo parzialmente e vagamente antifascista, nato in ambienti ufficiali, ufficiosi e salottieri, e ne esageravano sia la portata che l'impegno, mentre l'an

tifascismo militante clandestino, conosciuto in maniera vaga e distorta tramite giornalisti ed esuli, era ritenuto fenomeno di poco rilievo. Relazioni sullo stato d'animo esistente nelle comunità italiane all'estero e fra oriundi italiani nelle Americhe, nonché sondaggi fra prigionieri di guerra confermavano che, pur essendo pochi i filotedeschi fra gli stessi fascisti, la propaganda antibritannica orchestrata dal regime aveva avuto successo. Negli ambienti di esuli e di profughi, le componenti marxiste e anarchiche (salvo poche eccezioni) erano contro gli angloamericani, e antibritannica era la compone[...]

[...]dicati prima di espatriare o alla quale avevano contribuito dall’estero: alcuni passarono le linee a piedi prima che il fronte si stabilizzasse sulla Linea Gustav; altri vennero

paracadutati (il primo, presso Empoli il 2324.9.1943) o sbarcati, per

lo più sulla costa tirrenica. Diversi esuli rimasero invece in territorio liberato, si incontrarono con i vecchi compagni di lotta e con altri che avevano partecipato alla riorganizzazione dell’antifascismo militante nel 1942; insieme a loro crearono un Comitato di liberazione nazionale in territorio liberato, sotto l’egida di Benedetto Croce (v.). Personale del S.O.E. facilitò le attività di questo C.L.N., culminate nel Congresso di Bari (v.) del gennaio

1944 e che, nell’aprile successivo, portarono alla formazione di un governo con partecipazione dello stesso C.L.N.. Il S.O.E. fu anche promotore di un’iniziativa, nell’autunno

1943, per creare un corpo italiano autonomo di volontari, ma questa iniziativa, trovandosi nella zona operativa della 5a Armata, venne poi passata all’O.S.S. (v. Co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 152

Brano: Trieste

la tensione tra le diverse comunità nazionali venne, se possibile, ulteriormente aggravata.

Durante i 45 giorni del governo Badoglio niente faceva presagire un mutamento di rotta: caddero infatti nel vuoto i tentativi compiuti da alcuni esponenti deH’antifascismo democratico, e da Ercole Miani (v.) in particolare, volti a sollecitare una pronta riconsiderazione della politica fino ad allora condotta verso gli sloveni e i croati, proprio al fine di interrompere quella spirale « di odio, di vendetta e di intolleranza » che si era aperta nelle terre giuliane. Allo stesso modo, mentre non ebbe udienza presso le autorità il Comitato antifascista costituitosi ufficialmente nel luglio del 1943 intorno a un programma di democratizzazione della vita pubblica triestina, ben altra accoglienza ricevette la rifondazione della Compagnia Volontari Giuliani e Dalmati[...]

[...]gno più evidente e sconcertante della continuità con quanto il fascismo aveva rappresentato per queste terre, fu dato dal persistere deH'attività dell’ispettorato speciale di P.S. che mantenne inalterati il proprio ruolo e le proprie funzioni.

L’occupazione tedesca

Il problema della successione al regime che in questa delicatissima fase di interregno coinvolse e travagliò tutti i soggetti politici locali (dai conservatori alle forze dell’antifascismo democratico e comunista, al mondo cattolico) venne drasticamente risolto dall’occupazione tedesca che del ventennio fascista raccolse e mise direttamente a frutto l’eredità. Da un lato, infatti, con la creazione deH'Adriatisches Kustenland (v. Litorale Adriatico) i nazisti innescarono un processo volto a recidere i legami politici e psicologici di queste terre con il resto della nazione italiana, progettando una loro diretta annessione al Reich e non esitando neppure, in vista di questo obiettivo, a sottoporre a dure critiche e a pesanti condanne la passata dominazione fascista, sottraendo co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 32

Brano: Rapisarda, Ugo

venne animatore della fanfara del 33° Reggimento Fanteria ivi di stanza e fece, di questa città, la propria patria adottiva.

Impiegato presso un negozio di articoli musicali, si legò d’amicizia a un estroverso personaggio dell’antifascismo locale, Arturo Felici [Panfilo) , di origine romagnola. Il sodalizio con Felici e con quello che sarà il nucleo originario cuneense del Partito d'Azione nel 194243, determinò il 12.9.1943 la scelta di Rapisarda di salire in montagna, a Madonna del Colletto, dove sorse la prima formazione partigiana della provincia: la Banda “Italia Libera”, comprendente tra i suoi dodici originari componenti Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco.

Si può dire che a Madonna del Colletto, nel breve periodo in cui la banda si formò, Rapisarda fu quasi il comandante della formazione, unanimemente riconosciuto [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 465

Brano: [...]a Carpi il fascio si costituì già nel dicembre 1920, e la sera stessa della fondazione i fascisti carpigiani, con l’aiuto delle squadre di Bonaccorsi e Pappalardo giunte da Bologna, diedero l’assalto — che fu respinto con fermezza dai lavoratori — alla locale Camera del lavoro. Era il primo atto di una lunga battaglia che, frazionata in cento episodi, continuò fino al consolidarsi del regime, fascista.

Durante gli anni della dittatura l’an

tifascismo carpigiano oppose una tenace resistenza passiva e in certi momenti anche una lotta attiva (alcuni scioperi degli anni 193033) al regime di Mussolini. Alla vecchia generazione dei Romildo Corradi, Augusto Borghi, Umberto e Giovanni Righi, Pioppi, Loschi, Gasperini, si affiancarono nella direzione del movimento altri quadri che nelle battaglie del 192025 erano stati tra i giovanissimi, come Alfeo Corassori, i fratelli Alfredo e Olindo Cremaschi, Walter Losi, i fratelli Verzani, Giusto Tu rei e decine di altri ancora. Molti, dei più anziani e delle nuove leve, finirono nelle mani della polizia f[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 156

Brano: [...]onaco (v.). La vicenda della resistenza ascolana — influenzata in parte dal Centro militare di Roma e abbastanza strettamente collegata ai servizi di informazione inglesi facenti capo a Bari e a Brindisi — rifletteva peraltro, nelle componenti politiche del C.L.N. e delle bande (che non ebbero tempo e modo di inquadrarsi organicamente e di collegarsi direttamente al C.L.N. regionale e alla Divisione Garibaldi « Marx »), le Lontane matrici dell’antifascismo maturate tra il 1921 e

il 1923, e sviluppatesi poi negli anni della dittatura e nel periodo delia guerra.

E.Sa,

Tra i condannati del Tribunale speciale troviamo sette antifascisti originari di Ascoli Piceno (e tutti comunisti) : nel 1928, Dameri Secondo, condannato a 12 anni, e Giovan Battista Merlini (n. a S. Benedetto del Tronto) condannato a 3 anni e 6 mesi; nel 1930, Nino Francheilucci e Decio Tomasetti (n. a Petritoli), condannati a 3 anni; nel 1933, Cesare Marcucci (n. a Falerone), condannato a 12 anni; nel 1933, Giuseppe Cocci (n. a Offida), condannato a 1 anno; nel 1940, Nata[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine tifascismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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