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Il segmento testuale sull'Arno è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 45Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Vasco Pratolini, Firenze, marzo del ventuno in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...] non ha mai avuto fede nel Destino. Non ci crede. Miele e fiele non li distingue per via di una consonante; sulle sue labbra hanno lo stesso sapore. E il suo stendardo, quel giglio rosso in campo bianco, non è una stigmate sulla sua coscienza immacolata. E il gonfalone della sua città e della sua fantasia, che di un grumo di sangue ne fa un fiore e lo circonda di silenzio.
Firenze, nel medio evo, arrivava all'altezza di San Frediano; e i ponti, sull'Arno che l'attraversava, sono ancora quelli: dal Cin
2 VASCO PRATOLINI
quecento ad oggi, nessuna piena li ha più potuti sradicare. Ce n'è quattro in un chilometro; tutto il mondo .li conosce e li ammira.
Il primo, e il più a nord, é il ponte alle Grazie. Era il 1238 quando Rubaconte da Mandell°, milanese e Podestà dei Fiorentini, presenziò l'inaugurazione. Fu anche il primo ponte in muratura; perciò da allora non ha mai tentennato. Sulle sue pigne, come su quelle di Ponte Vecchio, si eressero delle piccole case dove, invece di botteghe, vi si aprirono oratori. Questo. ponte prese il nome dal su[...]

[...]i dicevano: « Vergógnati », e vecchi com'erano, anche piú di lui, lo minacciavano col bastone. Le donne gli versavano il soldino: « Come va signor Soffioni? ». Poi sputavano per terra e ci fregavano sopra col piede, le cimbardose.
I due carabinieri andavano su e giú, meglio lasciarli fare. Dalla parte delle Cascine, come ogni sera, c'erano quelle balie e quelle madri, non certo del Pignone, coi ragazzi per la mano, che spingevano la carrozzina. Sull'Arno, e lontano, il traghetto dell'Isolotto, un renaiolo sul barcone. Anche sull'Arno, era come non ci fosse nessuno; o per via del riflesso, non si vedeva. Il fiume scorreva con un certo moto; era calato dopo l'ultima piena, ma era ancora alto da coprire metà degli argini. È sempre così, di primavera. Gonfio, ma calmo, quasi verde e ora tutto barbagli; sotto il ponte schiumava un po', siccome fa un balzo alla pescaja di Santa Rosa, quando tocca San Frediano. Dall'altro capo, sullo slargo dove incominciano via dell'Antonella e via Bronzino, c'era la stessa gente di tutte le sere, ma era come se stesse ferma ad aspettare qualcuno o qualcosa che sarebbe dovuto arrivare da un mom[...]

[...] metri distante, e col riflesso che l'accecava, egli sparò due, tre volte ancora. Nella folla si apri un varco; tra urli e grida, essa si divise in due file, e sbandò e si sparse verso la piazza donde era partita. Miracolosamente, la metà del ponte rimase vuota; nessuno sotto quei colpi era caduto. Ora, dall'altro capo del ponte, impugnando i moschetti dei carabinieri, accorrevano i due fascisti rimasti di guardia, e gridavano: « Stanno passando sull'Arno. Ci vogliono aggirare. Guardate, sono sui barconi ».
«Li».
«Li».
«Li».
A un ordine di Folco, la squadra era indietreggiata: protetta dai tralicci del ponte, sparava coi moschetti e i revolver sui barconi. Folco si riparava sul fianco del pilone, quasi accanto al Masi, più che mai spiaccicato contro il suo stabbialo. Il vecchio balbettò, tra l'uno e l'altro scatto dell'otturatore: «Li ho avvistati io, ingegnere. Lora, questi suoi amici, non se n'erano accorti ».
I tre barconi di renaiolo, erano carichi di gente che agitava i pugni e le mazze, facevano manovra per sfuggire alle moschettate[...]



da Giorgio Valgimigli, Concetto Marchesi, amico di casa Valgimigli in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]a poesia e questo mi fa dubitare che l'attribuzione a Marchesi sia esatta. Dice la poesia:
C'è a Galati una casa diruta / dov'a notte il cuculo si lagna / dove un giorno fioriva a Camagna / un cespuglio di rose nel cuor! — dove il di 25 novembre / son venuti Manara e Lamanna; / ma crediamo (se il cuor non c'inganna) / non doverci tornare mai piú. — Ambedue sulle rive dell'Arno / abbiam posto i modesti penati: / a Gentile saremo assai grati / se sull'Arno ci vuol mandar. — Vero è ben che, se il greco non mente, / « spiaggia bella » risuona Galati (a): / ma le case, le spose ed i nati / « spiaggia bella » ci fanno obliar. — Dalla terra fiorita d'aranci / voli dunque a Fiorenza ed a Pisa / voli in duplice foglio divisa / la parola che mai non menti.
E. PAOLO LAMANNA
(a) Kali. akté
206 VARIETÀ E DOCUMENTI

Io non fui a Messina negli anni '2122 e Camagna lo conobbi a Coreglia dove raggiungeva gli amici. Coreglia Antelminelli, un paese della Garfagnana in splendida posizione dove per molti anni (press'a poco dal '15 al '26) si raccoglieva[...]



da Orazio Barbieri, La leggendaria liberazione di Firenze ad opera del popolo fiorentino in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1954 - numero 7 - luglio

Brano: [...]'attendere, col terrore. Basta con la criminalità dei tedeschi! Basta con la mostruosità dei nazisti! «Non dimenticherò mai quei momenti. Per incarico del movimento della Resistenza mi portai in Palazzo Vecchio, che era chiuso e presidiato dai vigili urbani. Accompagnato dal comandante, sfondai la porta e salii sulla prima ghirlanda della Torre di Arnolfo.
Uno spettacolo desolante apparve ai miei occhi: forse fui il primo a vedere i nostri ponti sull'Arno crollati, accasciati nell'acqua! Tutta l'antica zona di Por Santa Maria e di via Guicciardini, un tempo brulicante di vita, era distrutta. Un lento fumo si levava dalle montagne di macerie. La città era silenziosa, come morta. I lungarni e Firenze avevano un altro profilo, un altro volto. Lontano, all'orizzonte verso Perentola e Sesto, si levavano nubi di polvere dalle auto in marcia.
Mi venne fatto di guardare la sottostante Piazza della Signoria, deserta, squallida. All'inizio di via Vacchereccia giaceva un cadavere, orribilmente gonfio. Due guastatori tedeschi scassinavano la saracinesca d[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sull'Arno, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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