Il segmento testuale staliniane è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 102Entità Multimediali , di cui in selezione 32 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 537
Brano: [...]zazione forzata nelle campagne ecc..
Dopo la sconfitta congressuale del l’opposizione di sinistra in seno al Partito bolscevico (1925), molti comunisti italiani vennero duramente criticati come simpatizzanti trotzkisti e alcuni furono anche espulsi dall’organizzazione, nella quale poterono rientrare solo facendosi una esauriente autocritica. Ma quando, dalla fine del 1934, con l’assassinio di Kirov (v.) ebbero inizio nell’U.R.S.S. le “purghe” staliniane, i “trotzkisti”, veri o presunti che fossero, pentiti o meno, divennero un capro espiatorio per gli stalinisti vittoriosi: nel giro di qualche anno, migliaia furono le vittime di una repressione che si potrebbe definire a scoppio ritardato e, nelle “purghe”, furono naturalmente compresi anche quei comunisti italiani che non erano stati pronti a schierarsi con Stalin fin dall'inizio della sua ascesa. La cosiddetta ezovscina (dal nome del dirigente bolscevico N.l. Ezov che la diresse) non fu un’ondata repressiva assurda e paranoica come vorrà far credere Krusciov (v.) nel suo rapporto al XX Con[...] [...]n era più in pericolo. Si continuò a parlare di « putrido sinistrismo italiano », di « canaglie troschiste » e di « sinistribordighiani » nel maggio 1944 in Italia, durante la Guerra di liberazione, per bollare gruppi di comunisti che non si erano prontamente allineati alle direttive della Direzione (Cfr. La Nostra lotta Organo del Partito Comunista Italiano, Anno II, n. 78, aprile 1944, pag. 22). Inoltre, i pochi sopravvissuti alle repressioni staliniane, liberati dai gulag grazie alla morte di Stalin, formalmente “riabilitati” dalle autorità sovietiche e rientrati in Italia molti anni dopo la fine della guerra, con qualche spirito di rivalsa nei confronti di quei dirigenti che li avevano abbandonati per decenni, vennero accolti con freddezza e si trovarono ancora emarginati dal partito. Si continuava a vedere in loro, più che le vittime di una ingiusta persecuzione, degli inveterati dissidenti.
E.Ni.
Enna
Costituita dal governo fascista nel
1927, unendo a! vecchio circondario di Castrogiovanni zone contermini del Messinese e del [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 588
Brano: [...]eologiche dei partiti tradizionali, le debolezze da essi accusate, le insufficienze che, a parere dei dirigenti giellisti, permanevano nel loro bagaglio interpretativo degli sviluppi del processo politico italiano e internazionale. Bersagli centrali dell’analisi critica dei collaboratori di « Giustizia e Libertà » rimanevano le carenze degli orientamenti massimalista e riformista del socialismo italiano, il comuniSmo sovietico nelle implicazioni staliniane, il liberalismo stantio e miope del personale politico che si rifaceva a una « Italia liberale », sostanzialmente (come già aveva posto in luce con acutezza Piero Gobetti) mai esistita, se non come deliberata mistificazione della classe dirigente.
Dall’estate 1936 il settimanale fu una delle principali voci di propaganda per la strenua difesa della repubblica spagnola dalla sovversione franchista e stimolò con ogni mezzo l’accorrere di volontari in Spagna. Quando in terra spagnola si costituì la Colonna Rosselli, Aldo Garosci e soprattutto Umberto Calosso inviarono al settimanale ampi ed e[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 476
Brano: [...]vità politiche e costretto a espatriare, continuò gli studi in Germania, dove conseguì la laurea in economia politica. Rientrato in Russia, dopo aver subito arresti e deportazioni emigrò nuovamente. Per 9 anni visse in Inghilterra, in Germania e in Svizzera, militando nel Partito menscevico, nelle cui file rimase fino al 1921; questa circostanza della sua biografia verrà ripetutamente sottolineata dai vecchi bolscevichi, vittime delle epurazioni staliniane, dopo il 1934.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 516
Brano: [...]gresso. Per molti anni fu anche membro del Presidium della Terza Internazionale e segretario dell’Esecutivo della stessa.
Alla testa dell’Internazionale
Nella lotta tra le varie correnti del partito bolscevico Manuilskij non seguì né Trotztkij né Zinoviev né Bucharin e finì per schierarsi incondizionatamente con Stalin. Questo spiega perché sia stato uno dei pochi rivoluzionari della vecchia guardia passati indenni attraverso le epurazioni staliniane, nonostante i suoi trascorsi non bolscevichi e trotzkisti.
Il nome di Manuilskij è rimasto legato soprattutto alla sua attività in seno alla Terza Internazionale (v.). Dopo la caduta di Zinoviev, che aveva mantenuto una certa autonomia nei confronti del partito bolscevico, e quella di Bucharin, a sua volta condizionato dal fatto di essere subentrato come componente della corrente di Stalin (sicché al primo urto con Stalin stesso venne destituito), a dirigere l’Internazionale fu designato Molotov. E quando questi, nel 1930, divenne presidente del Consiglio dei ministri dell’U.R.S.S., Manuil[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 742
Brano: [...]sia, per poi passare al Soccorso operaio internazionale. Successivamente fu chiamato a Mosca a dirigere la sezione sovietica del Soccorso Rosso. Nel 1926 ebbe affidata anche la direzione della SOIFilm e della Prometheus che diffondevano in Occidente prodotti della cinematografia sovietica.
Dopo una intensa attività intemazionale, nel 1934 si stabilì definitivamente in U.R.S.S.. Qui, nel clima di pesanti diffidenze instaurato dalle repressioni staliniane, visse tristemente e in disparte gli ultimi anni della sua vita. Morì di malattia, appena cinquantenne.
Bibliografia: Franca Pieroni Bortolotti, Francesco Misiano, La vita di un internazionalista, Roma, 1974.
Missione « Costa »
Gruppo informativo paracadutato dagli Alleati in Piemonte nell’agosto
1943 e catturato subito dopo l’atterraggio.
A guidare la Missione « Costa » fu designato dagli Alleati Alberto Sartori. Questi, allora membro del P.C.I., accettò l’incarico d’accordo con i dirigenti del suo partito in Tunisia (tra cui Velio Spano), che gli affidarono l’incarico di rist[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 765
Brano: [...]'industrializzazione accelerata e della collettivizzazione forzata. Nel 1934, al XVII Congresso del Partito (il più avverso a Stalin) tenne il rap
porto sul Secondo piano quinquennale di sviluppo dell’economia dell’U.R.S.S. e, nel 1939, presentò al
XVIII Congresso il progetto del Terzo piano quinquennale. Durante gli anni delle grandi epurazioni e dei processi contro gli oppositori, Molotov fu tra i più spietati esecutori delle repressioni staliniane.
Alla vigilia della Seconda guerra mondiale subentrò a Litvinov nella direzione della politica estera, pur mantenendo la presidenza del Consiglio dei ministri. Poco dopo entrò in contatto diretto con l’ambasciatore tedesco Schulenburg, e definì il noto patto di non aggressione con la Germania nazista (23. 8.1939), che colse di sorpresa l’intero mondo politico. Nel 1940 si incontrò con Hitler.
Allorché, nel 1941, Stalin assunse personalmente la presidenza del Consiglio dei ministri, Molotov ne rimase vicepresidente e ministro degli Esteri.
Dopo l’aggressione nazista all’Unione Sovieti[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 169
Brano: Novara
II comunista novarese G. Rimola, emigrato in U.R.S.S., nel 1932 fu eletto a Mosca nelI’Esecutivo dell'Internazionale Giovanile Comunista (poi condannato a 10 anni di carcere nelle « purghe » staliniane del 1938, morirà in carcere nel 1945 e sarà riabilitato nel 1956).
Intensa fu anche, a partire dal 1936, l’attività sovversiva connessa con la guerra di Spagna che portò a una serie di arresti, ammonizioni e diffide. Essa rappresentò, in quegli anni di relativo consenso al regime, l’anello di congiunzione tra il vecchio antifascismo e quello nuovo che doveva poi confluire nella Resistenza armata. Molti militanti originari della provincia di Novara, per Io più provenienti daH'emigrazione francese, svizzera e belga, combatterono come volontari antifascisti nella guerra di Spagna. Tra questi [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 478
Brano: [...]e aveva già suscitato un dibattito aH’intemo del P.S.I. con posizioni contrapposte.
Altri motivi di polemica erano: il tentativo comunista di allargare la collaborazione ad altre forze politiche per tentare di creare una specie di fronte popolare italiano a scapito della sola unità d’azione, con conseguente declassamento del ruolo dei socialisti; la posizione critica assunta dalla dirigenza socialista verso l’U.R.S.S. a causa delle « purghe » staliniane; l’atteggiamento comunista nei confronti dei sindacati fascisti, reputati in grado di svolgere un ruolo positivo, anche se ridotto, verso le masse operaie, atteggiamento deplorato invece dai socialisti; il comportamento ambiguo e contradditorio tenuto da Stalin durante la guerra di Spagna.
Il rinnovo del 1937
Malgrado i contrasti che di volta in volta sorgevano tra i due partiti, il continuo peggioramento della situazione internazionale non poteva che stringere ulteriormente i legami dell’unità d’azione. Il 26.7.1937 il patto venne rinnovato, soprattutto in funzione della politica di lo[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 482
Brano: [...]1921 in quello comunista, nel cui Comitato centrale venne eletta al II Congresso (1922). Più volte arrestata e condannata, verso la metà degli anni Venti emigrò con il marito nelI’Unione Sovietica e lavorò nell’apparato dell’ Internazionale Comunista, compiendo anche varie missioni all’estero. Dal 1928 al 1931 fu alla scuola internazionale leninista di Mosca.
Nel 1934, quando già da qualche anno suo marito era stato coinvolto nelle « purghe » staliniane, Anna Pauker tornò in Romania, dove entrò a far parte della segreteria del Comitato centrale del Partito comunista rumeno. Nel 1935 fu arrestata per la sua attività politica e condannata a 10 anni di reclusione. Nel maggio 1941, grazie a uno scambio di prigionieri fra il governo sovietico e quello rumeno, fu liberata dal carcere e tornò a lavorare in U.R.S.S., negli uffici del Comintern. II 15.5.1943 fu tra i firmatari, a nome del P.C. rumeno, della risoluzione del presidium a favore dello scioglimento dell’lnternazionale Comunista.
Durante la Seconda guerra mondiale organizzò, con il grad[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 581
Brano: [...]degli ebrei triestini all’irredentismo e alle tradizioni patriottiche degli italiani di queste terre, in polemica con il farinacciano « Regime fascista », il giornale (che con l'emanazione delle leggi razziali nel 1938 era passato in proprietà dell'Alessi) si allineò con la stampa più oltranzista in materia pubblicando, fra l’altro, una serie di articoli truci e insieme grotteschi fino ad approvare, per la penna dell'Alessi, le feroci « purghe » staliniane che avevano liquidato gli ebrei trotzkisti!
Dal 25 luglio alla Liberazione
Il 28.7.1943 la direzione de « li Piccolo » passò nelle mani del critico letterario Silvio Benco (redattore del quotidiano dal 1903), una delle firme più illustri del giornale a cui nel primo decennio del ’900 avevano collaborato anche lo scrittore irlandese James Joyce e, nel primo dopoguerra, i fratelli Lionello e Vito Levi, eminenti musicologi e critici (Vito Levi si dimise dalla redazione nel 1938, per le leggi razziali). A «li Piccolo» non aveva invece mai collaborato Io scrittore Sci pio Slataper (volontari[...]
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| successivi |
| Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine staliniane, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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