Il segmento testuale spontaneismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 221Entità Multimediali , di cui in selezione 13 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 222
Brano: [...] a San Lorenzo. Esisteva una doppia anima operaia: vecchi aderenti alla Prima Internazionale, fiduciosi nelle possibilità di emancipazione del proletariato, e bakuniani, propagandisti di parole d’ordine antistatali. Mancavano figure carismatiche, interpreti di un bisogno di avanzamento della condizione operaia. Con l’elezione di Andrea Costa (v.) a deputato di Roma, nel 1882, emerse un primo curatore delle sparse membra operaie, avversario dello spontaneismo.
Il 1888 rappresentò uno spartiacque importante: fu l’anno del crollo della speculazione edilizia e di un accertamento nelle forme di opposizione socialista. Le imprese edili della città e gli speculatori entrarono in crisi: licenziamenti, tracolli, bancarotte, pressanti richieste di intervento governativo e ricorso al “patronato” comunale vennero all’ordine del giorno. La disoccupazione crebbe, i cantieri si fermarono, scheletri di edifici incompiuti dominavano la città; si attuò il ritorno, con foglio di via, dei lavoratori ai paesi d’origine. L’organizzazione socialista, uscita di minor[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 117
Brano: [...]fondamenta nazionali.
Agli ultimi bagliori dei movimenti partigiani corrispose, fra il 1944 e il 1945, una profonda spaccatura fra le organizzazioni resistenziali in Grecia e in Polonia. Fatto eloquente, in quanto si svolgeva in zone di frontiera fra le potenze occidentali e l’U.R.S.S. e in quanto stava a ribadire il sopravvento dei grandi mezzi di guerra (politici, militari, ideologici) sulla povertà di materiali, il pluralismo e il relativo spontaneismo della guerriglia.
In definitiva, proprio nel momento in cui il contributo della Resistenza diveniva più evidente e drammatico, si potè anche constatare come l'Europa rimanesse intimamente, socialmente, organicamente divisa fra schieramenti contrapposti. Tuttavia un'“Europa della Resistenza” era pur esistita e forse aveva contribuito a rifondare (o a salvare) una tradizione destinata a rimanere ancora a lungo minoritaria, ma non perdente.
E. Sa.
Bibliografia: M. Crouzet, L’epoca contempo
ranea. Alla ricerca di una civiltà nuova, voi. VII della “Storia generale delle civiltà” a cura[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 792
Brano: [...] che la gran parte dei suoi componenti allora ignorò, considerandola piuttosto la Brigata del Cantiere navale di Monfalcone (del gruppo C.R.D.A., il più grande complesso navalmeccanico italiano).
Il nome di « Proletaria » fu certo mutuato dalle tradizioni di lotta deH’antifascismo operaio monfalconese e, per qualcuno, forse fu anche ispirato dall’esempio delle già famose Brigate Proletarie (v.) jugoslave.
Si trattava comunque di un moto di spontaneismo « politicizzato », con adesione di massa da parte di giovani e giovanissimi operai, che mise a fuoco una solidarietà di classe accoppiata a quella verso i partigiani sloveni, cui da tempo il proletariato monfalconese guardava con ammirazione e con i quali già esistevano legami e forme di collaborazione diretta: Soccorso Rosso, invio di medicinali e vestiario, rapporti fra comunisti italiani e sloveni, sia individuali che a livello di partito, allacciati dalla Federazione udinese del P.C.I. tramite Mario Lizzerò, e da gruppi di compagni di Monfalcone, Ronchi, Aquileia, Cormons, Gorizia ecc.. S[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 716
Brano: [...]a e gruppi di militari antimonarchici. Da quella lotta restò escluso il movimento operaio, ancora numericamente esiguo e poco organizzato. Poiché nelle campagne, geograficamente isolate, la situazione era altrettanto difficile, tra operai e contadini risultò sempre arduo instaurare un dialogo. Nondimeno, col passare del tempo, andarono formandosi organizzazioni di solidarietà tra operai e contadini. Il limite maggiore di quelle esperienze era Io spontaneismo e, in quegli anni, pochi comprendevano quanto fosse importante creare un partito proletario in grado di dirigere una lotta a livello nazionale.
Socialismo e anarcosindacaìismo
Nato per iniziativa di un gruppo di intellettuali, il Partito socialista portoghese mancò fin dall’inizio di un indirizzo ideologico originale, tale da trovare una adeguata collocazione nella vita politica del paese. Del resto, si può dire che la conoscenza delle idee provenienti dall’estero rimase a lungo prerogativa di pochi iniziati, la cui visione del socialismo si fondava sul pensiero di Proudhon. I socialist[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 714
Brano: [...]za ad armare un « esercito » popolare e paura di una iniziativa popolare armata. Alcuni civili arrivarono a piedi, altri su camion superando gli ostacoli incontrati anche durante il percorso (due camion carichi di socialisti furono fermati dai carabinieri a Piazza Venezia e i patrioti dovettero insistere parecchio per non essere disarmati).
La difesa di Roma era però condannata, prima ancora che dalla inferiorità numerica dei difensori, dallo spontaneismo e dalla mancanza di coordinamento. L’anziano marescial
lo d’Italia Enrico Caviglia (v.) che, nell’assenza di tutti i Comandi, si era arrogato una sorta di « diritto di supplenza » militare ottenendo dal re rifugiato a Brindisi l’avallo alle sue iniziative, fin dal 9 settembre trattava con i tedeschi.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 553
Brano: [...]uogo.
Riformismo e anarcosindacalismo
La prima grande ondata di scioperi agrari si ebbe nel 1901, nelle valli del Tidone e dell’Arda, nonché nelle campagne intorno a Piacenza, per abolire l’obbligazione delle donne, ridurre l'orario di lavoro a 10 ore, aumentare i salari.
I dirigenti della C.d.L. e del P.S.I. (fra cui Sabino V arazza ni, primo deputato socialista piacentino) disapprovavano gli scioperi nelle campagne, di cui temevano lo spontaneismo incontrollabile e il carattere troppo aggressivo. Di fronte a tale atteggiamento le leghe contadine decisero di uscire dalla C.d.L. riformista e di costituire una Federazione provinciale delle leghe (27. 7.1901). Gli scioperi del 1902 ebbero tuttavia un esito negativo (gli agrari, che erano stati colti di sorpresa dal movimento rivendicativo del 190001, nel 1902 si costituirono in associazioni tra proprietari e conduttori di fondo per opporre resistenza all’azione delle leghe).
II contraccolpo subito dalle leghe fu durissimo: gli iscritti passarono da 6.400 nel 1901 a 755 nel 1903. Gli org[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 784
Brano: [...]cantiere. Questa formazione partigiana, comandata da M. Karis e P. Mercandel e fino all’armistizio dell’8 settembre operante nell’orbita delle formazioni slovene, fu la prima di tutta l’Italia (v. Gorizia).
Con l’8 settembre, dopo i ripetuti e vani tentativi delle maestranze del cantiere e degli esponenti antifascisti di convincere i locali Comandi militari a resistere ai tedeschi o almeno ad armare operai e cittadini, sopravvenne un clima di spontaneismo insurrezionale antinazista che ebbe il suo centro focale nel cantiere di Monfalcone. Da lì sali
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 699
Brano: [...]imo, sorpreso dalle agitazioni del 1901 e costretto a cedere alle richieste dei lavoratori, si era preparato solo alla difesa per il futuro più immediato ma era pronto a passare all’offensiva e ad annullare le conquiste ottenute dal proletariato.
Crisi riformista
La proliferazione delle Camere del Lavoro (nella sola Lombardia ve ne erano 15), ben lungi dal dimostrare la forza organizzativa delle masse lavoratrici, era un indice di semplice spontaneismo e di improvvisazione. Le conseguenze non tardarono a farsi sentire: dal 1902 diminuì sensibilmente il numero degli scioperi conclusi con esito favorevole per i lavoratori e aumentò invece il numero delle agitazioni terminate con esito contrario (29% nel 1902, 54% nel 1903). Inoltre cambiò completamente la motivazione delle agitazioni: agli scioperi per il raggiungimento di migliori condizioni economiche di lavoro vennero a sostituirsi quelli difensivi, proclamati per impedire una decurtazione del
salario o una diminuzione delle ore lavorative.
D’altro canto era anche vero che andavano c[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 525
Brano: [...]re e di vivere » nella società socialista, ma le stesse strutture del partito e in una certa misura le istituzioni del potere statale, costituiva per taluni aspetti la ripresa di numerosi temi che avevano accompagnato la problematica maoista dai primi anni della formazione della personalità politica di Mao. Per altri aspetti, le masse dei giovani e soprattutto quelle degli studenti mobilitati per la rivoluzione culturale rivelarono tendenze allo spontaneismo e all’anarchismo che Mao aveva sempre condannato fin dall’inizio della sua milizia comunista.
D’altra parte le forze dell'Esercito popolare, che per decenni avevano grandemente contribuito alla lotta di classe entro la società cinese e anche alla costruzione del socialismo, nella loro azione a sostegno
che, più o meno coscientemente, più o meno radicalmente, si opponevano ai fini della rivoluzione culturale.
E.C.P.
Cenni biografici
N. il 26.12.1893 nel villaggio di ShaoShan da una modesta famiglia rurale, potè frequentare le scuole primarie negli anni in cui la Cina (v.), oppre[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 521
Brano: [...]i nati nella nuova società.
proprio in questa tematica, elaborata da Mao già negli anni giovanili e poi senza posa approfondita, sono da ricercare molti dei caratteri ambivalenti del « pensiero di Mao », cioè da un lato la forte carica di apertura ideologica, la vera spinta di liberazione che in essi è implicita; e dall’altro un duplice pericolo: quella spinta di liberazione, proprio per la sua fertilità, può infatti aprire la strada al
lo spontaneismo e al frazionamento delle forze da essa stessa suscitate, al di là di ogni controllo e di ogni previsione; oppure le esigenze « didattiche » e organizzative indispensabili per trasformare la spinta rivoluzionaria in una forza concreta e produttiva di trasformazione possono venire strumentalizzate e mistificate, con la conseguenza di soffocare gli stessi fermenti di rinnovamento e di eversione. In entrambi i casi il risultato è opposto alle esigenze dalle quali è mosso il « pensiero di Mao », il suo « metodo di lavoro ».
L’elaborazione della strategia
Il rilievo di questi problemi teorici[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine spontaneismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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