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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 117

Brano: Resistenza italiana

litare della Gran Bretagna sul limite occidentale dell’Europa, dalla vittoria di Stalingrado (v.) e dall’avanzata dell’Armata Rossa verso Berlino, dall’intervento e quindi dallo sbarco degli americani sulle coste del Mediterraneo e dell’Atlantico (tutti punti di saldatura fra Alleati, partigianato e opinione pubblica), assai importante fu anche la stratificazione storica su cui si organizzarono (attraverso le forze politiche) l’obiezione di coscienza dei singoli o delle collettività e il partigianato delle avanguardie. Si rinvia così alla continuità dialettica fra correnti anti[...]

[...] e quindi dallo sbarco degli americani sulle coste del Mediterraneo e dell’Atlantico (tutti punti di saldatura fra Alleati, partigianato e opinione pubblica), assai importante fu anche la stratificazione storica su cui si organizzarono (attraverso le forze politiche) l’obiezione di coscienza dei singoli o delle collettività e il partigianato delle avanguardie. Si rinvia così alla continuità dialettica fra correnti antifasciste e organizzazioni resistenziali: la guerra di Spagna, come “guerra civile europea” e prova generale dell’antifascismo, aveva aperto la strada. Gli stessi fronti nazionali che sostennero e ordinarono la lotta armata, avevano avuto un precedente nei fronti popolari antifascisti: liberazione sociale e liberazione nazionale si accordarono, si sovrapposero, tesero quanto meno a convergere.

L’eredità e il messaggio della Resistenza europea, così intesa, si chiarisce con maggior certezza ideale, anche se in confini problematici, in taluni documenti di una letteratura fatta di diari, testimonianze, confessioni, lettere, che fiorì fra gli oppressi, i prigionieri, i morituri nei paesi più diversi dell'Europa: “Il silenzio del mare” di Vercors circolava clandestinamente nella Francia occupata dai tedeschi, il “Diario” di Anna Frank (v.) e “Scritto sotto la forca” di Julius Fucik (v.) avranno una grande eco suggestiva nel dopoguerra (v. Letteratura europea della resistenza).

Queste opere sono certamente importanti per m[...]

[...]blematici, in taluni documenti di una letteratura fatta di diari, testimonianze, confessioni, lettere, che fiorì fra gli oppressi, i prigionieri, i morituri nei paesi più diversi dell'Europa: “Il silenzio del mare” di Vercors circolava clandestinamente nella Francia occupata dai tedeschi, il “Diario” di Anna Frank (v.) e “Scritto sotto la forca” di Julius Fucik (v.) avranno una grande eco suggestiva nel dopoguerra (v. Letteratura europea della resistenza).

Queste opere sono certamente importanti per misurare la dimensione morale e “metapolitica” sorta dalle viscere e dalle sciagure della tragedia europea, tuttavia mancherà,

10 si deve sottolineare, un'organica saldatura fra queste diffuse tensioni umane e intellettuali e i piani politici per una “Nuova Europa” (sarà questa la testata emblematica di una rivista uscita a Roma, per un brevissimo periodo, tra il dicembre del 1944 e LI marzo del 1946).

I progetti di federazione dell’Europa (v. Federalismo europeo), quali

11 Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli (v.) o i movimen[...]

[...]odo, tra il dicembre del 1944 e LI marzo del 1946).

I progetti di federazione dell’Europa (v. Federalismo europeo), quali

11 Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli (v.) o i movimenti del tipo “Libérer et Féderer” di Silvio Trentin (v.), nonostante gli assunti idealistici, registravano particolari limiti di parte e caratteri minoritari, nascendo dal travaglio delle democrazie occidentali, dove si era maggiormente risentito lo scacco del siste

ma di Versailles, il naufragio del movimento paneuropeo dl CoudenhoveKalergi, il trauma dell'“Ordine nuovo” di Hitler. Su posizioni di “terza forza”, diversi gruppi pensavano un’Europa socialista, ma prevaleva la frattura storicosociale tra paesi dominati dal sistema di produzione capitalistico e paesi in cui si era realizzato o tendeva a realizzarsi un nuovo sistema economico daH’impronta collettivistica.

La Resistenza potè gradualmente manifestarsi su scala europea ed essere viva negli anni fra la conferenza di Monaco (1938) e non oltre la sconfitta di Hitler (1945), che segnò il suo effimero trionfo. L’anno più tormentato e mosso, ricco di successi ma anche di errori sembra essere stato il 1944: con le riuscite insurrezioni nazionali di Bucarest e di Sofia, con l’insuccesso della Slovacchia e di Varsavia, con la liberazione di Parigi.

Al termine della guerra, anche l’Italia del Nord riuscì a liberarsi “da se stessa”, come Parigi. La fucilazione di Mussolini, come il suicidio di Hitler (sfuggito nel [...]

[...]ntato) ebbero un sicuro significato “eropeo”. Infine, si deve mettere in rilievo che la lotta armata, la guerra di popolo che in Jugoslavia fu anche guerra civile, assunse in questo paese, dove fu più intensa e più ferreamente condotta, un significato di rivoluzione politicosociale dalle solide fondamenta nazionali.

Agli ultimi bagliori dei movimenti partigiani corrispose, fra il 1944 e il 1945, una profonda spaccatura fra le organizzazioni resistenziali in Grecia e in Polonia. Fatto eloquente, in quanto si svolgeva in zone di frontiera fra le potenze occidentali e l’U.R.S.S. e in quanto stava a ribadire il sopravvento dei grandi mezzi di guerra (politici, militari, ideologici) sulla povertà di materiali, il pluralismo e il relativo spontaneismo della guerriglia.

In definitiva, proprio nel momento in cui il contributo della Resistenza diveniva più evidente e drammatico, si potè anche constatare come l'Europa rimanesse intimamente, socialmente, organicamente divisa fra schieramenti contrapposti. Tuttavia un'“Europa della Resistenza” era pur esistita e forse aveva contribuito a rifondare (o a salvare) una tradizione destinata a rimanere ancora a lungo minoritaria, ma non perdente.

E. Sa.

Bibliografia: M. Crouzet, L’epoca contempo

ranea. Alla ricerca di una civiltà nuova, voi. VII della “Storia generale delle civiltà” a cura di M. Crouzet, Firenze 1959; M. Silvestri, La decadenza dell'Europa occidentale, Torino, 1977; Roberto Battaglia, La seconda guerra mondiale, Roma 1964; H. Michel, Les mouvements clandestins en Europa (19381945), Parigi 1961 e La guerra nell'ombra. La resistenza in Europa, Milano 1973;

[...]

[...]ra a lungo minoritaria, ma non perdente.

E. Sa.

Bibliografia: M. Crouzet, L’epoca contempo

ranea. Alla ricerca di una civiltà nuova, voi. VII della “Storia generale delle civiltà” a cura di M. Crouzet, Firenze 1959; M. Silvestri, La decadenza dell'Europa occidentale, Torino, 1977; Roberto Battaglia, La seconda guerra mondiale, Roma 1964; H. Michel, Les mouvements clandestins en Europa (19381945), Parigi 1961 e La guerra nell'ombra. La resistenza in Europa, Milano 1973;

H. Bernard, Histoire de la résistance européenne. La "quatrième force” de la guerre 3945, Verviers (Belgio) 1968; F. Etnasi, La resistenza in Europa, Roma 1970; G. Vaccari no, Storia della resistenza in Europa 19381945, Milano 1981 (sono previsti tre volumi); E. Col lotti, La resistenza in Europa e in Italia in AA.VV., “Nuove questioni di storia contemporanea”, Milano 1969; E. Santarelli, Il nazifascismo in Europa e la resistenza, MessinaFirenze 1973.

Resistenza italiana

Nella accezione corrente, si intende per Resistenza quel movimento di opposizione politica sfociata nella lotta popolare armata che, nei vari paesi europei e anche extraeuropei, si è organizzato per abbattere i regimi fascisti e liberare i rispettivi territori nazionali dalle forze di occupazione dell'Asse durante la Seconda guerra mondiale.

Storiografia e politica, storiografia e interdisciplinarità

Il fascismo e la Resistenza armata sono stati in ogni paese al centro del dibattito storiografico del dopoguerra, ma forse in nessun altro luogo come in Italia. Le spiegazioni non sono difficili. Esse risiedono in due elementi. Il primo è il fatto che la lotta frontale tra fascismo e antifascismo è stata in Italia la più antica, la più lunga (dal 191920 al 194345), la più diffusa, e ha coinvolto intensamente e drammaticamente l'uomo intero, nella pienezza della dimensione pubblica e di quella privata: essa perciò non può non essere storia globale, della paura e insieme della speranza.

Il secondo elemento è stato i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 13

Brano: r

Taranto

17.500.000 abitanti, la Tanzania consiste del territorio della ex colonia tedesca e poi britannica del Tanganica. Confina con Kenya, Uganda, Ruanda, Burundi, Zaire, Zambia, MaIawi e Mozambico. Si affaccia sull’Oceano Indiano, dove si estende con alcune isole tra cui Zanzibar, Pemba e Mafia. La capitale è Dar es Salaam (ca 1.000.000 ab.), importante porto sulla costa oceanica. Lingue ufficiali sono l'inglese e la lingua franca storica bantuaraba kiswahili. Il 25% della popolazione è di religione tradizionale dell’epoca precoloniale, il 40% di religione cristiana e il 35% musulmana. “Padre della nazione” e presidente fino al 1985, quan[...]

[...]er i suoi intensi traffici con l’Arabia, l’india e la Cina. I geografi arabi ne descrivevano più tardi le fiorenti città commerciali, ma queste vennero praticamente distrutte dai colonialisti portoghesi, accompagnati dai missionari, nel secolo XV. Il dominio del Portogallo durò, nonostante la fiera lotta condotta dalle tribù autoctone, per 3 secoli. La grande fortezza di Fort Jesus, costruita dai portoghesi a Mombasa (Kenya) per contrastare la resistenza locale, esiste tuttora come monumento a quella lotta.

Nel secolo XIX Zanzibar divenne la base diplomatica per le conquiste inglesi del Kenya e dell’Uganda. Da Zanzibar i consoli delle potenze europee favorirono anche la penetrazione delle imprese italiane, dal tempo di Cavour a quello di Crispi, nella costa etiopica e in Somalia. All’inizio del nostro secolo, un corpo di spedizione tedesco comandato da Karl Peters, armato dagli industriali Krupp (v.) e finanziato dalla Deutsche Bank, occupò la regione operando il sistematico genocidio delle popolazioni e trasformandola in una colonia tedesca. Questa durò[...]

[...]Zanzibar divenne la base diplomatica per le conquiste inglesi del Kenya e dell’Uganda. Da Zanzibar i consoli delle potenze europee favorirono anche la penetrazione delle imprese italiane, dal tempo di Cavour a quello di Crispi, nella costa etiopica e in Somalia. All’inizio del nostro secolo, un corpo di spedizione tedesco comandato da Karl Peters, armato dagli industriali Krupp (v.) e finanziato dalla Deutsche Bank, occupò la regione operando il sistematico genocidio delle popolazioni e trasformandola in una colonia tedesca. Questa durò fino al 1918, quando in seguito alla sconfitta militare della Germania e al trattato di Versailles la colonia venne posta sotto tutela della Società delle Nazioni, che l’affidò in

mandato alla Gran Bretagna. "Pràticamente rimaste immutate le condizioni coloniali, il territorio della Tanzania continuò a essere sfruttato dagli inglesi che repressero con durezza ogni tentativo di lotta di liberazione. Né la dominazione tedesca né quella britannica riuscirono tuttavia ad attuarsi secondo la tradizionale poli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 699

Brano: [...]tile pianura, è un attivo centro industriale, noto specialmente per la tessitura del lino. il locale movimento operaio ha seguito le vicende di quello cremonese, possedendo non pochi tratti in comune con quello di Bergamo (v.) e subendo le influenze della vicina Milano.

La lotta antifascista

Nel 1920, dirigente delle leghe contadine era il socialista S. Sorsetti che, ribellandosi alle direttive della maggioranza riformista confederale di resistere solo « passivamente » allo squadrismo fascista, insegnò ai lavoratori a rispondere alla violenza con la violenza, organizzando circa 500 uomini suddivisi in 6 gruppi, di cui 5 nel contado e uno in città. Localmente i fascisti stentarono molto a progredire e le squadre d’azione chiamate da fuori, dal Cremonese e dal Lodigiano, furono messe più di una volta in fuga. In queste lotte i lavoratori ebbero le loro vittime: tra gli altri, A. Bonomi, assassinato a tradimento nel

1921, e A. Lupi, caduto nel 1922. Durante la dittatura non mancarono a Crema il lavoro clandestino di propaganda antifa[...]

[...]nale durezza, a scopo puramente terroristico. Allo stesso fine, il 13.7.1944 il segretario del Fascio locale fece arrestare il Bombelli e altri 7 antifascisti del luogo [A. Cerri, A. Corrigiari, U. Chiappi, E. Doverio, F. Donati, M. Perolini ed E. Va nel li) e li trattenne in ostaggio, destinandoli a rispondere con la loro vita e con

quella dei familiari deH’incolumità dei tedeschi.

Nell’estate 1944, sulla base di tre gruppi di S.A.P. già esistenti nelle zone di CastelleoneRomanengo, Soresina e CasalmoranoAzzanello (in tutto una cinquantina di uomini male armati), fu creata la prima Brigata Garibaldi il cui comando fu assunto da C. Zappa, commissario politico A. And rei ni e ispettore A. Bera.

Era inoltre attivo a Crema il reparto « Elio », al comando di A. Gaimozzi. Nelle zone limitrofe del Lodigiano e del Bergamasco agivano forze più consistenti; nei boschi lungo l’Adda era accampata la 175a Brigata Garibaldi che il 5.7.1944 catturò 39 fascisti.

Il 23 luglio un gruppo di partigiani occupò la vicina Mulazzano e la cascina Rina a Villa Pompeiana. Erano comandati da C. Guaiarini che successivamente, caduto ferito nelle mani dei brigatisti" neri della « Muti » di Milano, verrà da questi gettato sulla strada da un quarto piano. Il 26 luglio, ingenti forze fasciste provenienti da Lodi, Melegnano, Milano e Brescia iniziarono il più vasto rastrellamento della bassa lombarda. A Villa Pompeiana venne insediato un tribunale militare che e[...]

[...]di Casorate Primo, Favini di Mulazzano, un partigiano di Lentini di cui si ignora il nome e infine A. Martino di Caperganica mentre tentava di guadaré l’Adda. Il rastrellamento mancò sostanzialmente il suo scopo, perché le forze partigiane si riordinarono rapidamente mentre altre S.A.P. sorsero a Pizzighettone, a Trigolo, a Genivolta e altrove.

Il periodo più duro venne in autunno, con il proclama di Alexander (v.) che stimolò le tendenze attesiste sempre presenti e diede fiato ai fascisti. Quattro partigiani (Gaetano Paganini, Ernesto Manfredi ni, Luigi Bertazza e Antonio Pedrazzini) che a Boccaserio avevano ucciso in combattimento un tenente e un brigadiere della G.N.R., furono catturati a Castelleone e fucilati il 29.11. 1944 nel campo sportivo di Crema. Il movimento politico e la lotta armata attraversarono successivamente una fase critica, che sarebbe stata superata soltanto nel mese di gennaio 1945.

Il C.L.N. di Crema, composto dal



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 620

Brano: [...]a fine della Falange. Nel dicembre 1937 cominceranno infatti ad apparire libelli firmati “Falange autentica”. In realtà, l’unificazione fu forzata e, dopo la guerra civile, i tradizionalisti si staccheranno sempre più dalla Falange.

Oltre alle opere generali e a quella di Hedilla, su questo argomento si veda il libro di M. Garcia Venero, “Historia de la unificación/Falange y Requeté en 1937” (Madrid, 1970).

Sugli avvenimenti che seguirono esiste una certa confusione: quantunque Hedilla parli di « errori deliberati e di quelli fortuiti », altre fonti giungono a menzionare una congiura per assassinare Franco. Fatto sta che il 25.4.1937 Hedilla venne arrestato con altri collaboratori e condannato due volte alla pena di morte, poi commutata in ergastolo. Tradotto al carcere di Las Palmas (Gran Canaria), successivamente venne confinato a Palma di Majorca e potè tornare in circolazione, soltanto nell’aprile 1946, in seguito a una petizione personalmente rivolta al Capo dello Stato. A partire da questa stessa data si può parlare di un movim[...]

[...]la sua emarginazione fu conseguenza del ruolo da lui svolto come punto di riferimento soprattutto per quelli che si potrebbero chiamare gruppi neofascisti.

Il 1956 costituì un momento di frattura del fascismo spagnolo: nel febbraio di quell’anno, in coincidenza con il “Giorno dello studente coraggioso” (anniversario della morte del leader del S.E.U., cui si è già accennato), si ebbero a Madrid violenti incidenti che dimostrarono la divisione esistente tra la Falange e la società. Nello stesso anno, l’istituto di studi politici (organizzazione ufficiale della Falange) fu incaricato di proporre una rielaborazione dei Princìpi fondamentali del Movimiento. Il 29.12.1956 Arrese presentò al Consiglio nazionale della Falange una relazione a questo riguardo, facendo proposte che vennero poi convertite in legge il 17.5.1958, ma come già si è detto, si trattava semplicemente di un adattamento dei vecchi testi fascisti all’evolversi della situazione. Questi stessi cambiamenti di situazione scalzarono gradualmente le organizzazioni fasciste: per es[...]

[...]ndividere gli obiettivi. All’interno della O.J.E. furono organizzate le Falangi giovanili di Franco, che finirono col diventare un’istanza della O.J.E. stessa.

Certi falangisti ritennero che il Decreto ordinatore non fosse che un tentativo per spoliticizzare la Falange, per cui alcuni dissidenti fondarono il Fronte sindacale rivoluzionario. Nel 1964 fu promulgata la Legge delle associazioni, il cui fine era di canalizzare i conflitti interni esistenti.

L'articolo 2° della legge in questione escludeva esplicitamente « qualsiasi altra [organizzazione] che implichi un pericolo per l’unità politica e sociale della Spagna ».

Del 1968 fu una Regolarizzazione delle associazioni studentesche, mentre nel dicembre 1971 venne modificata la Legge sindacale.

Il secondo articolo di questo provvedimento diceva: « L'organizzazione sindacale [...] ha come missione essenziale il cooperare d’accordo con i principi del Movimiento nazionale ».

I! neofascismo spagnolo

Quanto al movimento reale, intorno al 1962 si ebbe in Spagna la ricom

620



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 813

Brano: [...]ell’industria manifatturiera e in quella turistica. L’unico settore stabile sarebbe quello agricolo che, peraltro, è di gran lunga al di sotto delle necessità della popolazione, tanto che l’isola è costretta a importare (per lo più dagli U.S.A.) il 90% del proprio fabbisogno alimentare.

Il maggior sostegno dell’economia portoricana in crisi è costituito dai fondi che il Governo statunitense (in particolare il Food Stamp Program) invia per l’assistenza di

450.000 famiglie, più di metà della popolazione, elargendo a tal fine 40 milioni di dollari (1976).

La situazione nell’isola si è notevolmente aggravata negli ultimi anni per l’aumento del tasso di natalità (nonostante sia stata introdotta

la sterilizzazione delle donne), cui fa riscontro un tasso di incremento del reddito tra i più bassi del mondo. Nel 1975 sono state fatte le registrazioni per calcolare il numero dei votanti alle elezioni statunitensi, nel caso in cui fosse stato deciso di accordare il diritto di voto agli abitanti di Puerto Rico. Nelle elezioni presidenziali[...]

[...]strazioni per calcolare il numero dei votanti alle elezioni statunitensi, nel caso in cui fosse stato deciso di accordare il diritto di voto agli abitanti di Puerto Rico. Nelle elezioni presidenziali del 1980 i candidati hanno incluso Puerto Rico nei loro viaggi di propaganda, ma ai portoricani non è ancora stato concesso il diritto di voto.

Contro l’insediamento delle forze armate statunitensi nell’isola (13 basi militari con 4.500 soldati) esiste un vivace movimento popolare di protesta. L’opposizione nazionalista e indipendentista ha acquistato terreno, come fu dimostrato anche dalla delibera del Comitato per la decolonizzazione dell’O.N.U. che, il 15.8.1979, ha esplicitamente denunciato le condizioni coloniali di Puerto Rico, riaffermando il diritto dei portoricani alla piena indipendenza.

M.Ti.

Pugliese, Rocco

N. a Palmi (Reggio Calabria) nel 1898, m. nel penitenziario di Santo Stefano nel 1930; studente, Militante socialista, aderì al Partito comunista fin dalla sua fondazione e ne fu il più intransigente rappresentante n[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine siste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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