Brano: [...]e poliziesco — questo anello che impe
disce apertura, scambio, trasformazione è il fattore decisivo che
consente quella sopravvivenza e fa si che il paese rimanga oggi una eccezione rispetto a quelli consimili e vicini che, finito un analogo assedio, si vanno trasformando.
Il lungo assedio militare e poliziesco contro Orgosolo, ancor oggi presente, non è un problema secondario, soltanto politico, ma di primo piano, di civiltà: coinvolge la persistenza di tutta la sua singolare economia e cultura.
Se cerchiamo le notizie che riguardano i rapporti di Orgosolo con lo Stato, dall'origine sino ad oggi, non troviamo altro che cenni di guerra, di polizia. E un insieme di sistemi e di meodi di guerra, di polizia è il solo quadro della storia «statale» del paese.
Per l'epoca antica si tratta di vere e proprie guerre contro tutta la regione che lo circonda, tentativi di conquista. Le più antiche notizie, per il periodo cartaginese (VIIV sec. a. C.) ce le forniscono Pausania e Diodoro. Scrive Pausania che di fronte ai cartaginesi molti sardi: « si salvarono tra i monti dell'isola rifugiandosi in montagne, difesi da spelonche e da crepacci » (1). i< Rifugiatisi tra le montagne e nascosti in dimore sotterranee — aggiunge Diodoro —, spesso attaccati, essi restarono liber[...]
[...]on sappiamo come), ed é allora certamente che per la prima volta si costituiscono veri e propri rapporti, codificati, tra il paese e lo Stato. E da questo periodo non abbiamo che notizie di polizia.
Confrontando l'Atto di pace del 1388 tra Eleonora Giudichessa di Arborea e don Giovanni di Aragona (in cui si nomina per la prima volta esplicitamente Orgosolo) (9) con il contemporaneo codice legislativo della « Carta de Logu » (10), sappiamo che esisteva nel paese, formalmente, un posto di polizia con un « Majore de villa » e cinque
(4) ib. Titi Livi ab Urbe condita a cura di Wilhelm Weissenhorn. Vol. V, 1899, Lipsia, Teubner, XL, 34, p. 82; XLI, 6, 8, 9, 17, pp. 108, 110, 117.
(5) ib. C. Suetoni Tranquilli quae superstunt omnia a cura di Karl Ludwig Roth. Vol. III, 1902, Lipsia, Teubner; Tiberius III; 36, pp. 101102.
(6) Scriptorum classicorum bibliotheca oxoniensis Cornelii Taciti Annalium ab excessu Divi Angusti libri a cura di C. D. Fischer, vol. II, 1939, Oxford, Milford; II, 28, s. p.
(7) Codex Justinianus a cura di Paul Krueger, [...]
[...]00 lire sarde o, non potendo pagare, con la prigione a discrezione del Giudice. Non conosciamo il numero dei ban
diti di Orgosolo ma, tenute presenti le notizie di altri paesi di Sardegna, si deve ritenere altissimo e, in certi momenti, quasi vicino alla totalità del paese.
Ma é nel periodo di dominio spagnolo (14101721) che i rapporti tra Orgosolo e lo Stato si configurano in linee che, fortemente, esistono. tutt'oggi.
Con l'introduzione del sistema feudale spagnolo e l'inclusione di Orgosolo nei feudi della Curadoria Dore dapprima e del Marchesato d'Ora
INCHIESTA SU ORGOSOLO 149
ni poi, una profonda trasformazione viene a colpire la vita del paese. I pastori, che sino a quel momento usavano liberamente del pascolo, devono ora, per « diritto », pagare un tanto per capo al signore, oltre ad altri diritti che abbiamo elencato in altro luogo (11). Questo rapporto provoca una crisi di sistema che porta con sé, per secoli, un aggravamento generale della situazione criminale. Per il periodo del feudalesimo spagnolo, come per quasi tutti i paesi di Sardegna, non abbiamo documenti particolari per Orgosolo, e, naturalmente, di polizia, poiché gli spagnoli per prudenza li avevano distrutti o trasportati nella loro terra. Ci possiamo fare però un'idea abbastanza precisa dei vaghi rapporti tra Orgosolo e lo Stato, studiando le leggi criminali spagnole e qualche superstite editto particolare, le « grida ».
Come é noto, il sistema di giustizia spagnolo si preoccupava soprattutto della ri[...]
[...] Per il periodo del feudalesimo spagnolo, come per quasi tutti i paesi di Sardegna, non abbiamo documenti particolari per Orgosolo, e, naturalmente, di polizia, poiché gli spagnoli per prudenza li avevano distrutti o trasportati nella loro terra. Ci possiamo fare però un'idea abbastanza precisa dei vaghi rapporti tra Orgosolo e lo Stato, studiando le leggi criminali spagnole e qualche superstite editto particolare, le « grida ».
Come é noto, il sistema di giustizia spagnolo si preoccupava soprattutto della riscossione di tributi. La giustizia era affidata privatamente ai signori, rappresentati da un delegato locale che la amministrava in Curie private e la faceva eseguire da milizie private. Non c'é bisogno di dire di che specie di giustizia si trattasse. Non dissimile deve essere stata la vita di Orgosolo da quella di tutti i paesi della Sardegna sotto quel tristo potere spagnolo. Il sistema abituale di procedura, si sa, era solo la tortura. Le pene, quelle della « Carta de Logu » che gli spagnoli avevano lasciato in Sardegna non sostituendola con codici reali.
Particolarmente interessante, naturalmente, é la legislazione speciale che riguarda i « banditi ». E per « banditi » si doveva intendere certamente in quel periodo quasi tutti gli uomini di Orgosolo, se si tiene presente lo stato generale di Sardegna.
Era ritenuto per bandito (catalano: bandejat; spagnolo: bandeado) chiunque, senza anche esser dichiarato per tale da uno scritto, si pensava si sottraesse a giudizio o, s[...]
[...] i più importanti del periodo spagnolo. I « banditi » ritenuti tali erano proposti a pubblica punizione: tutti potevano colpirli impunemente e, portandoli vivi o morti, percepivano una « taglia » di 25 ducati sui loro beni o, in mancanza, sulla cassa del re. Altro premio di cattura era il «guidatico », cioè la facoltà ad un bandito di esser perdonato (purché non fosse un capo squadriglia) se consegnava vivo o morto un altro bandito. « Con questo siste
ma scrive il Loddo Canepa si tentava di estirpare i banditi aiz
zandoli l'un contro l'altro; ma, di fatto, si abituavano le popolazioni al tradimento, alla perfidia, all'inganno; si spargeva la diffidenza e lo spionaggio; si dava incentivo alla delinquenza stessa che si nutriva della speranza dell'impunità » (12). Se i signori, i delegati, i bravi, veri e propri criminali, erano impuniti e, anzi, amministravano la giustizia, i popolani ribelli, considerati « banditi », erano, abitualmente, condannati a pena capitale. All'ingresso di Orgosolo, per i 4 secoli di dominio spagnolo, si era levat[...]
[...]stizia, i popolani ribelli, considerati « banditi », erano, abitualmente, condannati a pena capitale. All'ingresso di Orgosolo, per i 4 secoli di dominio spagnolo, si era levata permanentemente la forca.
I piemontesi successi agli spagnoli nel dominio della Sardegna (17211849) non avevano modificato in nulla il feudo, conservando persino 'i feudatari spagnoli e limitandosi ad introdurne altri piemontesi, né avevano modificato sostanzialmente il sistema locale di giustizia, conservando la « Carta de Zogu », le « Prammatiche », le Curie private e la polizia baronale. L'innovazione fondamentale del periodo piemontese consiste nel fatto che lentamente, al potere dei baroni, come non aveva fatto il re di Spagna, si va sostituendo il potere centrale, del re di Sardegna. E proprio nella lotta « al brigantaggio », divenuto in Sardegna sin dall'ingresso piemontese il problema più grave dell'isola, alle truppe dei baroni si vanno sostituendo, esautorandole, le truppe statali. Il ministro Bogino, uomo di punta della borghesia piemontese presso il re, è il promotore e l'organizzatore di grandi campagne contro « il brigantaggio n. 11 173537 il viceré marchese di Rivarolo conduce una vasta repressione, proseguita il 174851 d[...]
[...] leggi di abolizione del feudalesimo (18311840) che riconoscono come solo 'diritto quello della proprietà privata, abolendo i vecchi codici ed uniformandoli
152 FRANCO CAGNETTA
con i codici piemontesi — a differenza di tutti i paesi di Sardegna —sembrano inoperanti in. Orgosolo. Non si può dire neppure che qui si verifichi un particolare incremento della turbolenza criminale, come avviene invece in tutti i paesi vicini, sintomo di una crisi di sistema paragonabile a quella dell'introduzione del feudo. Nessuna « chiudenda » si costruisce in Orgosolo per il collettivo rifiuto dei pastori che si vedono spogliati dell'antichissimo pascolo comune; né può dire che i pastori quasi si accorgano di essere stati liberati dal signore, il marchese di Orani, poiché i diritti che a lui pagavano devono ora pagare ad un altro signore, lo Stato, che li richiede come rimborso delle riforme (legge prediale) e per sue leggi generali.
L'ingresso e l'affermarsi della « proprietà privata », che coincide con l'inclusione della Sardegna nel nuovo Regno d'Italia[...]
[...]li richiede come rimborso delle riforme (legge prediale) e per sue leggi generali.
L'ingresso e l'affermarsi della « proprietà privata », che coincide con l'inclusione della Sardegna nel nuovo Regno d'Italia (1849), e con l'inizio del nuovo periodo del dominio italiano é contrassegnato in tutta la Sardegna da una sempre crescente pressione fiscale, da una continua richiesta di soldati (per le guerre risorgimentali) e, contemporaneamente, da una sistematica spogliazione dei boschi e dallo scorporo di terreni comunali ad opera non piú di soli piemontesi ma di ogni sorta di italiani. Il paese di Orgosolo, come ce lo descrivono per es. l'abate Angius ed il padre Bresciani il 1841 edil 1847 (13) rimane invece chiuso in sé, circondato di lontano da un assedio militare. Negli anni successivi, sino al 1880 circa, di fronte alle crescenti esigenze del nuovo Stato, il «brigantaggio » di Orgosolo diventa intenso, endemico (come ci fanno intendere le notizie generali) ed un assedio permanente rinchiude il paese, che si può dire il solo, o almeno il p[...]
[...]uerra, di guerra coloniale — o, se si vuole, subcoloniale — che é quella, esattamente, che costituisce la storia « italiana » del paese dal 1880 circa sino ai nostri giorni. L'intensificarsi di questa guerra coincide sempre con i periodi di impoverimento nazionale, con i periodi di « ritorno in sé » dopo crisi economiche, guerre, ecc.: presenta cioè un carattere di periodicità che coincide, esattamente, con le crisi discontinue ma permanenti del sistema interno della borghesia imperialista. La intensità di questa guerra è costituita dal fatto che si può dire anche direttamente proporzionale, con il sentimento nazionale: infatti, piú che in ogni altro sito d'Italia, il divario, tra classi ricche e classi povere, tra paesi e regioni ricche e paesi poveri — prodotto della formazione infelice dell'Unità d'Italia a vantaggio di una classe, la borghesia, e di un insieme territoriale, l'Italia settentrionale e centrale, — si presenta qui non come un contrasto di sole classi, di territori, ma, addirittura come un contrasto di vere e proprie civilt[...]
[...]sanare. Una civiltà allo stato primitivo si contrappone ad una civiltà evoluta nell'ultima fase borghese.
Si può trovare una legge fissa delle crisi; ne elenco qui le principali: In coincidenza con la crisi economica dal 1880, dopo la guerra di Etiopia, sino al 1900, assistiamo ad una guerra dello Stato contro 200 bande di orgolesi e barbaricini che da tutta la regione si concentrano, come estrema roccaforte, nel territorio di Orgosolo. Tutti i sistemi della guerra coloniale vengono impiegati dallo Stato. Si usa l'esercito e la polizia con battaglie campali come quella svoltasi nella foresta orgosolese di Murgugliai il 1899 tra 200 soldati, poliziotti e carabinieri contro la banda dei briganti SerraSanna di Nuoro e Giuseppe Lovicu di Orgosolo. Negli scontri, durati per vent'anni tra lo Stato ed i pastori muoiono oltre 100 carabinieri ed un numero imprecisato, di certo maggiore, di pastori.
1
154 FRANCO CAGNETTA
Interi paesi nel 1899 vengono rastrellati e deportati, ed in una sola volta sono presi nella regione e nel paese di Orgosolo 8[...]
[...]per Giulio Einaudi.
In coincidenza con la crisi economica del 1905 e con quella successiva alla guerra 191518 si sviluppa in Orgosolo la vendetta di sangue tra i Cossu e i Corraine, vera e propria guerra durata vent'anni tra il paese di Orgosolo e lo Stato, che ho ricostruito nel mio cit. studio « La disamistade di Orgosolo ».
In coincidenza con l'ultima guerra e con la crisi successiva, da qualche anno una vera e propria situazione di guerra esiste nuovamente tra Orgosolo e lo Stato. Da qualche anno la stampa italiana e straniera, di tanto in tanto, torna ad occuparsi di Orgosolo e si agita su piano nazionale un dibattito solo in casi estremi, in occasione di fatti irrimediabili, ultimo, per es., il sequestro e la morte dell'ing. Davide Capra.
Quale é la situazione presente del paese?
Ho cercato, nelle pagine che seguono, di ricostruirne l'ambiente attraverso alcuni dati, considerazioni e, soprattutto, attraverso testimonianze dirette di orgolesi, di cui posseggo il testo scritto o che mi sono state dettate e trascritte parola per par[...]
[...]zza animale pacifica — la pernice — (Messaggero, 1° dic. 1953); il Questore di Nuoro, dott. Cassiano Scribano, dichiarava che nell'orgolese il crimine é « normale » tendenza (Stampa sera, 29 novembre 1953); il giornale sardo più vicino al Governo, ïl Quotidiano sardo, dichiarava che in Orgosolo «il delitto e l'odio si succhiano al latte materno » (27 novembre 1953). Queste opinioni razziste trovavano sviluppo nella richiesta dell'applicazione di sistemi coloniali : il Prefetto di Nuoro, dott. Goffredo Volpes, dichiarava che, riprendendo i metodi di Mussolini, si poteva ottenere la pace impiccando i banditi sulle piazze e deportando gli orgolesi in continente (Messaggero, 1 dicembre 1953); il Questore di Nuoro, dott. Cassiano Scribano, dichiarava che bisognava aggravare le misure di polizia ed usare, come qualcuno gli scriveva, i lanciafiamme (Messaggero, 29 dicembre 1953); il giornale governativo Il Messaggero, con articolo di fondo, richiedeva una spedizione punitiva contro Orgosolo del tipo di quelle condotte nel Gebel dal « maresciallo [...]
[...]quenti delitti di Orgosolo trovano troppo spesso giustificazione in teorie razziste e la loro pratica è coloniale.
Durante il corso della mia inchiesta ho raccolto molte testimonianze di orgolesi che qui pubblico in n. di 25 e che, più di ogni spiegazione, provano che non si tratta di metodi usati da gran parte della polizia per casi isolati e contro efferati delinquenti, ma per tutto, un paese e contro pacifici cittadini. Si tratta quasi di un sistema. Queste dichiarazioni raccolte da ogni parte — da uomini e donne di ogni eta e di ogni ceto sociale — erano più numerose ma non posso pubblicarle tutte poiché alcuni temono, con la pubblicita, rappresaglie. Rendo onore a questi orgolesi che, in una situazione di terrore, hanno voluto parlare e li indico come esempio di alto sentire civile e di grande coraggio.
Il triste dibattito che sono costretto a riaprire (e che nel passato e nel presente troppe volte si é dovuto riaprire in Italia) chiama in causa i fondamenti stessi della nostra civilta, del nostro Stato: il rispetto della personalit[...]
[...]osì rimasti anche perché il processo di formazione della nostra borghesia è avve
162 FRANCO CAGNETTA
nuto a loro danno, con ulteriore loro spogliazione. Ma questo processo nella fase imperialista odierna della borghesia che difende e consolida un potere già acquisito, comincia ora a farsi piú acuto, a imputridirsi: fa dimenticare e rinnegare ad essa le sue maggiori conquiste.
Una delle forme più gravi di questa « dimenticanza » progressiva consiste nel fatto che ora, e dall'inizio, or é 50 anni, di questo processo, si comincia ad abbandonare, nell'ambito del territorio nazionale, il principio borghese e moderno che « la responsabilità penale é individuale » per ricadere nel principio barbarico e incivile che la responsabilità é collettiva : di un intero paese.
E, secondo il metodo proprio della borghesia, si opera in generale, anche con una parvenza di legalità nell'ambito della nostra stessa legislazione, col richiamo ad articoli (per altre ragioni formulati) che si definiscono u di urgenza », « di eccezione ».
Ma vediamo le manifest[...]
[...] in altre regioni, ma che, certamente, è, al tempo stesso, l'aspetto derivato, secondario, « superficiale ». Trascurando il problema dell'origine della criminalità, del suo nascere dalla struttura economica e sociale, lo Stato italiano si propone soltanto il problema piú immediato — ed, in certo senso, il piú comodo —: catturare i latitanti. Trascurando, con profonda ignoranza, di conoscere la particolare situazione locale, esso impiega metodi e sistemi giudiziari — piú esattamente, direi, militari — che possono valere (se pure), in altre regioni d'Italia, per es. in Sicilia, contro un banditismo che è di delinquenti abituali, di bande.
Sorprenderà molti sapere, invece, che in Orgosolo di banditi veri e propri, di banditi «legali », attualmente ve ne è uno solo — Pasquale Tanteddu —, latitante già condannato a due ergastoli. Volendo, si pos
INCHIESTA Su ORGOSOLO 163
sono contare in piú, di volta in volta, altri occasionali (una diecina, forse, in tutta la provincia di Nuoro), imputati per lo più di reati di poco conto. Questi banditi, n[...]
[...]ono legati, abitualmente, tra di loro; non costituiscono banda (e non ne é mai esistita una vera e propria in Orgosolo); sono spesso rivali, divisi tra di loro, nemici.
Per lo Stato questi banditi costituiscono un solo problema veramente grave: essi non sono odiati dalla popolazione ma, direi, amati: ricevono protezione, aiuto, quasi da tutti. E questo, certamente, il solo problema veramente grave per lo Stato.
Il suo compito principale che consiste (o dovrebbe consistere) nell'isolare dalle popolazioni quei banditi, nel conquistare l'appoggio della popolazione contro i banditi, si cerca oggi di ottenere — come già ieri nell'Africa italiana — con i seguenti sistemi:
Stato d'assedio periodico e rastrellamenti generali
E misura che, di tanto in tanto, è presa in Orgosolo in occasione di delitti che colpiscono i « bianchi », cioè continentali, rappresentanti di forze di polizia, o, secondariamente, amici dei «bianchi »; confidenti di polizia. L'elencazione di questa misura dal 1880 ad oggi comprenderebbe troppe pagine. Mi limito qui ad indicare gli esempi ultimi e più gravi:
1) I1 20 dicembre 1949, in occasione di un omicidio di un proprietario di Orotelli, 150 carabinieri armati di mitra e di fucili in piena notte circondano il paese. 50 o 60 case ve[...]
[...]ani che, in paese
o in campagna, abbaiano solo alla vista di una divisa. Un cane poliziotto costa allo Stato, per mantenimento, L. 400 giornaliere : il salario di un bracciante in Orgosolo é di L. 400. Attualmente i cani sono 10
o 15: potrebbero con quella spesa vivere 10 o 15 disoccupati. E si eviterebbe uno spettacolo che ricorda inoltre, le SS. di macabra memoria. come ha avuto a denunciare al Senato l'on. Emilio Lussu il 16 dicembre 1953.
Sistemi di inquisizione della polizia. Fermi, arresti, maltrattamenti, tortura, perquisizioni domiciliari
La grave situazione, comune in tutt'Italia, determinata dal fatto che la polizia troppo frequentemente si sostituisce alla magistratura, assumendosi le attribuzioni che a questa spettano nelle limitazioni del fermo, arresto ecc., nella istruttoria delle testimonianze, confronti ecc. si riproduce, dilatata, in Orgosolo. Questo può spiegare, in piccola parte, come nel corso delle inquisizioni sommarie possa giungersi a casi di maltrattamento, di tortura, di sevizie come comprovano le testimonian[...]
[...]i macchina cinematografica. « È un mitra! Correte! È un mitra! ». E' un pezzo di macchina cinematografica ». Se ne vanno senza salutare. Perquisiscono ora le case vicine. Bussa a calcio di mitra, ribussa. « State zitti, per carità. Ci sono due bambine ammalate ». « E noi entriamo lo stesso. Per questo non muoiono... ». Continuano il giro. E, appena escono: nelle case grida isteriche, bestemmie, parole di fuoco. È un passaggio di truppe nemiche?
Sistemi di inquisizione giudiziaria
1) Tribunali speciali (Commissione provinciale per l'Ammonizione ed il Confino).
La polizia sostituisce in gran parte la magistratura in Orgosolo (ed in tutta la provincia di Nuoro) nella sua naturale e piú delicata funzione : il processo. Probabilmente pochi sanno in Italia che in Orgosolo (ed in tutta la provincia di Nuoro) è ancora in vita un tribunale speciale che commina pene speciali: la Commissione Provinciale per l'Ammonizione ed il Confino. In profonda contraddizione con la Costituzione, non previsto dal Codice Penale ma consentito ancora da due paragr[...]
[...]speciale dello Stato (Ustica ecc.) o in un comune diverso da quello di residenza.
Questi provvedimenti non colpiscono coloro che sono autori di un reato, ma coloro che sono sospettati di esser autori di reati, o che potrebbero diventarlo. La larghezza di reati contemplati da questo Tribunale speciale è, altrettanto, un indice del suo grande potere. Per l'ammonizione (secondo l'art. 165), si contemplano reati come omicidio, grassazione, furto, resistenza all'autorità ecc.; per il confino gli stessi (secondo l'art. 165), oltre la trasgressione all'Ammonizione (art. 181,1) e un reato chiaramente politico che consiste nel: « proposito di svolgere una attività rivolta a sovvertire violentemente gli ordinamenti politici, economici o sociali costituiti dallo Stato o a contrastare o a ostacolare l'azione dei poteri dello Stato », (art. 182,3). Oggi si interpreta questo ultimo passo come « favoreggiamento di banditismo », benché, tra i numerosissimi reati citati nel testo non ve ne sia mai la menzione; e, per la elasticità della formula, come scrive Mario Berlinguer, «qualunque irriverenza, qualunque molestia anche verso il più umile tra i pubblici ufficiali dovrebbe portare nientemeno che il confino di polizia[...]
[...]ieme accusatore, inquisitore e giudice — l'imputato viene chiamato in questura per l'Am
(14) Mario Berlinguer, Giustizia e Rinascita per la Sardegna. (Discorsi pronunciati alla Camera dei Deputati nelle sedute del 20 maggio e del 3 giugno 1954). Tip. della Camera dei Deputati, pp. 1213.
168 FRANCO CAGNETTA
monizione; e per il Confino tradotto in stato d'arresto davanti alla Commissione.
La maggior mostruosità giuridica di questo Tribunale consiste nel fatto che per una condanna non si richiede la prova di reato ma (incredibile a dirsi) il solo sospetto di reato. Dice infatti testualmente la legge che con l'Ammonizione ed il Confino possono essere colpite « le persone designate dalla voce pubblica come socialmente pericolose » o «diffamate » (art. 164). Per « voce pubblica », di cui si rispetta sempre l'anonimato, devono intendersi abitualmente e quasi solo, nemici personali, confidenti di polizia. Devono essere molti — si giustificano i fautori: ma ci vuole poco a concertare molte di simili denunzie. In base a queste si umilia, si arre[...]
[...]si in cui un confinando abbia potuto presentarne in quel singolare giudizio. E come si svolge tale giudizio? Ah, si, vi è un difensore talvolta che di solito non conosce gli atti; egli può parlare, ecco tutto; ma poi viene allontanato dalla sala e si chiama il maresciallo dei carabinieri che ha presentato la denuncia, lo si consulta a porte chiuse, in assenza del difensore; e la commissione irroga
INCHIESTA SU ORGOSOLO 169
il confino. È vero, esiste l'Appello. Il confinato fa appello alla Commissione centrale ed è proprio a questo punto che accade l'incredibile: il Prefetto, cioè colui che ha pronunziato la condanna trasmette gli atti alla commissione centrale con un suo parere motivato sulla opportunitá che la commissione centrale confermi o meno il provvedimento. Immaginatevi voi un presidente di tribunale il quale scriva, ufficialmente, al presidente della corte che deve giudicare in secondo grado su una causa da lui decisa, consigliando la corte come deve regolarsi? Siamo nel caos del diritto processuale, nell'anarchia delle competen[...]
[...]n latitante, perdendo la famiglia, non ha veramente piú niente
INCHIESTA SU ORGOSOLO 171
da perdere e nulla lo arresta nel delitto. Lo si irrita, lo si vuole un « cinghiale ».
La grave situazione ed il pericolo grave di questa pericolosa misura é stata denunciata largamente alla Camera dagli on. Lussu, Berlinguer, Laconi, Pirastu ecc.
Confidenti di polizia
Poiché i metodi di violenza diretta non servono, in Orgosolo si ricorre al più antico sistema usato quando lo Stato non é forte ma impotente, e quando si trova in territorio nemico, specialmente nelle colonie: i confidenti prezzolati dalla polizia. È un metodo che nei secoli scorsi in Orgosolo ha sempre dato pessimi risultati e gravi conseguenze: si pensi al « guidatico » spagnolo e piemontese.
I confidenti in Orgosolo é possibile trovarli solo tra pregiudicati che sono mossi dalla speranza di impunità o tra uomini moralmente miserabili che sono mossi da cupidigia di denaro. E questo genere di confidenti è oggi una delle più gravi cause, se non la più grave, dei delitti e del bandi[...]
[...]
rioso nel paese é appunto « s'ispia » — é qui espresso nella sua forma più abituale dalla acclusa testimonianza n. 9.
Oggi lo Stato per mantenere confidenti in Orgosolo spende forse la somma più alta che si impieghi per il paese: questo denaro, che potrebbe servire a migliorare la situazione di miseria, non si riduce ad altro che ad un involontario finanziamento di nuovi delitti.
Taglie sui banditi
Oltre ai confidenti non vi é probabilmente sistema più pericoloso, nella particolare situazione di Orgosolo, che le taglie sui banditi. Già usate dagli spagnoli, dai piemontesi, esse, se pur hanno per effetto la cattura di un bandito, quasi sempre danno luogo a 1,5,10 omicidi per la loro spartizione, per vendetta ecc.; e ne vengono fuori, ancora, 1,5,10 nuovi banditi. Se pur hanno il risultato della cattura di qualche bandito senza sanguinose conseguenze, esse si risolvono in una grave beffa allo Stato che le paga, poiché la cattura — o meglio consegna — del bandito avviene quasi sempre con il suo accordo, ed è lui, la famiglia, gli amici c[...]
[...]ta e colonialista. Due o tre giornali, dopo l'omicidio dell'ing. Capra, proponevano di « risolvere » il problema di Orgosolo con l'invio di un battaglione di stalloni, bersaglieri o alpini. Non c'é bisogno di sottolineare il ridicolo ed il cattivo gusto di queste proposte che, oltre tutto, servono a sollecitare il non mai abbastanza de
(18) op. cit., p. 58 e p. 96.
INCHIESTA SU ORGOSOLO 173
precato « gallismo » italiano. Mi è capitato di assistere in paese ad alcuni colloqui tra carabinieri che, probabilmente, pensano allo stesso modo e ragazze orgolesi.. Da questi risulta la composta dignità delle donne ed il calore scomposto di qualche indegno bellimbusto:
Carabinieri: — Venite con noi, che vi portiamo a Nuoro in macchina. Ragazze: — Non siamo abituate a trattare con voi e non ci piace stare con i carabinieri.
Carabinieri: — Ma guardateci, guardateci — e si arricciano i baffetti. Ragazze: — Le ragazze di Orgosolo non se la fanno con i carabinieri. Carabinieri: — Voi ci offendete. Badate come parlate!
Ragazze: — Lasciateci stare [...]
[...]abinieri: — Voi ci offendete. Badate come parlate!
Ragazze: — Lasciateci stare e rispettateci.
Carabinieri: — Siete più delinquenti degli uomini. Vi domeremo con lo strumento.
Ragazze: — Ma chi credete di essere, o vanitosi! Pensate a domare voi stessi con la giustizia.
***
Quale é la conseguenza di questa politica razzista, coloniale?
La divisione completa tra il paese e lo Stato, lo stato di vera e propria paura reciproca e continua che esiste tra la popolazione e le forze di polizia, la sfiducia completa degli orgolesi per ciò che é statale e non è orgolese.
E questo l'ambiente che genera essenzialmente il « banditismo ».
Per la minima mancanza o reato commessi, per la minima minaccia o per il solo amichevole avviso che un nemico personale, un confidente, un poliziotto ecc. stanno per denunciarlo all'autorità statale, l'orgolese si dà alla macchia. Lo fa, come qui si dice (e questo denuncia chiaramente la situazione) non per sfuggire alla giústizia ma per « sfuggire all'ingiustizia ».
In Orgosolo esiste una intera categoria di [...]
[...]E questo l'ambiente che genera essenzialmente il « banditismo ».
Per la minima mancanza o reato commessi, per la minima minaccia o per il solo amichevole avviso che un nemico personale, un confidente, un poliziotto ecc. stanno per denunciarlo all'autorità statale, l'orgolese si dà alla macchia. Lo fa, come qui si dice (e questo denuncia chiaramente la situazione) non per sfuggire alla giústizia ma per « sfuggire all'ingiustizia ».
In Orgosolo esiste una intera categoria di incensurati, neppure a volte colpiti da misure di p.s., che vive in una singolare condizione di semilatitanza. Impauriti, si nascondono alla polizia e vivono tra il paese e la campagna le loro tristi giornate. La frequenza e l'estensione del fenomeno é cosí vasta che esiste a Orgosolo persino un termine speciale per indicare un semilatitante: su dogau. E si può dire che, almeno una volta nella vita, ogni orgolese, o quasi, sia passato per questo stato.
174
FRANCO CAGNETTA
Dal dogau generalmente viene fuori il vero e proprio bandito. Uno sguardo alla storia dei banditi del paese (e, si potrebbe dire, di tutta la Barbagia) ci dimostra che all'origine di un bandito sta un'ingiustizia iniziale ed il dogau.
Così dogau fu per es. in passato Onorato Succu per vendetta, e dogau nel presente fu Pasquale Tanteddu per sfuggire alla commissione di confino. Per quanto la[...]
[...]corsi pronunciati alla Camera dei Deputati nelle sedute del 20, 25 maggio e del 3 giugno 1954). Tip. della Camera dei Deputati, pp. 5455.
176 FRANCO CAGNETrA
territorio; il Supramonte per es. Ma il latitante orgolese, per es., abitualmente non vive in campagna: ma in paese.
Per la enorme parentela che quasi sempre conta, per le amicizie, per il sentimento generale di opposizione alla polizia, tutto il paese lo nasconde, lo nutre, lo difende. Esiste una tradizione centenaria, profondissima, nel coprire il bandito. La casa in cui si trova è circondata da pastori che la sorvegliano con una serie di appostamenti, con una tattica militare. Al minimo indizio dell'avvicinarsi di un uomo sospetto, di un carabiniere, di un poliziotto, bastano cenni di intesa, parole sommesse, gesti impercettibili di mano, per fare si che il bandito, avvisato, esca di casa, si trovi in campagna. In campagna vi va solo, di solito, per ragioni di emergenza.
È singolare studiare per questo aspetto, per es., la architettura del paese: essa denota una tradizione seco[...]
[...]ti; botole ecc., costruiti di proposito. La protezione al bandito é tale, che egli pub, con qualcne precauzione, passeggiare persino per le vie del paese, sotto il naso di carabinieri e di poliziotti. E molto raro che il bandito sia denunziato, e, se questo avviene, avviene per beghe personali, non per timore od amore dello Stato.
Il silenzio di fronte alla polizia é legge generale, rispettata e fatta rispettare, come il « codice locale ». Non esiste probabilmente altro paese in Italia in cui il silenzio popolare — la omertà, per usare un termine statale — é tanto vasto. È il prodotto di una storia secolare, profondissima. « La verità — dichiarava per es. l'anno scorso il comandante dei carabinieri della provincia di Nuoro, magg. Onofrio Casano — é che interrogare gli orgolesi é perfettamente inutile. E tutto tempo perso. Anche messi davanti all'evidenza dei fatti gli orgolesi non parlano se non in un caso su dieci milioni. Essi si lasciano condannare a volte pur di non fare il nome di un bandito accusato. È un fatto: Orgosolo non parla. [...]
[...]porti e le prospettive, senza svisarne la realtà di fatto già precisata dall'istruttoria, ma collocando questa realtà nello scorcio particolare che con nuovi artifizi di prove può guidare alla salvezza del reo » (21).
Gli orgolesi in questo eccellono, probabilmente, su tutti i sardi.
Quasi sempre gli alibi sono preparati sempre prima del delitto. Esistono, generalmente due forme di alibi che consistono nella organizzazione di falsi testimoni (esiste una vera e propria scuola, con istruttori e apprendisti); e nella costruzione di prove false che possono valere a far cadere il sospetto su un terzo, generalmente un nemico. In Orgosolo esiste persino un termine particolare: « su terziere », per indicare il delinquente che commette un delitto intervenendo fra due nemici, in modo che la responsabilità sia attribuita ad uno di essi. Esistono in Orgosolo figure celebri, famose per furberia giudiziaria, per risorse
(21) Mario Berlinguer, In Assise (Ricordi di vita giudiziaria sarda), Mondadori, Roma, 1945, pp. 1223.
178 FRANCO CAGNETTA
di dialettica agilissima, di umorismo antistatale, corrosivo. La figura. tipica dell'orgolese processato per atroci delitti, é quella di un uomo lacero, irsuto, con una espressione di idiozia incredib[...]