Brano: [...]tli, rieletto presidente, firmò allora un trattato di alleanza militare con l’Egitto, dove Nasser stava consolidando il proprio potere proponendosi come leader del movimento di unità panarabo. Grazie alla mediazione egiziana la Siria potè quindi ottenere una prima fornitura di armi dai paesi dell’Est europeo. Nel 1956, durante la crisi di Suez (v. Egitto), Quwatli si recò a Mosca per stabilire diretti rapporti con i sovietici, mentre un commando siriano sabotava l’oleodotto irakeno che attraversava la Siria. Per rovesciare un governo che ormai potevano considerare nemico i servizi segreti U.S.A. ordirono in Siria un nuovo complotto, ma la congiura fu tempestivamente scoperta e neutralizzata: il Ba’th lanciò a questo punto la proposta di governare il paese attraverso un Fronte popolare e, presentandosi unita alle elezioni del 1957, la sinistra siriana ottenne un successo quasi plebiscitario.
Per non rinchiudersi in una pericolosa strettoia internazionale, il nuovo governo tentò di riavvicinarsi all’Occidente cercando un aiuto economico che[...]
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Gli U.S.A., proseguendo anche nel Medio Oriente la loro politica di “guerra fredda”, continuavano a non capire che, per le masse arabe, neutralismo non significava tanto propensione verso il comuniSmo, quanto volontà di opporsi aN’imperialismo delle potenze occidentali. La politica del nuovo presidente americano Eisenhower contribuì ad allargare il fossato, facendo crescere nell’area la tensione bellica, tanto che a un certo momento il governo siriano decretò la mobilitazione: il 17.10.1957 truppe egiziane sbarcarono a Latakia in appoggio al governo siriano e l’U.R.S.S. inviò due navi da guerra a protezione della costa: la politica americana aveva di fatto permesso all’U.R.S.S. e all’Egitto di porsi come protettori della Siria di fronte agli attacchi dell’Occidente.
La Repubblica Araba Unita
Dalla fine del 1957 l’influenza sovietica in Siria crebbe, rafforzando il Partito comunista siriano, ma all’interno del paese gran parte della borghesia era tutt'altro che favorevole a tale situazione e lo stesso partito Ba’th preferiva affidarsi piuttosto al regime nasseriano. Cominciò in tal modo a prendere piede l’idea di una unione federale con l’Egitto, quale primo nucleo di una più vasta unità araba. Il Partito comunista siriano guidato da Begdash (vecchio quadro formatosi in Francia sotto la guida della Terza Internazionale) era il meglio organizzato del Medio Oriente e profondamente legato all’Unione Sovietica, ma il successo di questo partito in Siria dipendeva molto dal suo rapporto con una borghesia nazionale che non aveva alcuna intenzione di creare un regime comunista e mirava a una democrazia parlamentare, nella quale la presenza dei comunisti avrebbe garantito l’appoggio dell’Unione Sovietica. A ciò si opponeva tuttavia il Ba’th che non aveva alcuna intenzione di perdere la propria egemonia a favore dei comu[...]
[...]na borghesia nazionale che non aveva alcuna intenzione di creare un regime comunista e mirava a una democrazia parlamentare, nella quale la presenza dei comunisti avrebbe garantito l’appoggio dell’Unione Sovietica. A ciò si opponeva tuttavia il Ba’th che non aveva alcuna intenzione di perdere la propria egemonia a favore dei comunisti e, dal momento che anche i militari premevano fortemente per costituire una federazione con l’Egitto, il governo siriano indisse un referendum popolare che vide il 91,75% dei votanti favorevoli a fondare la R.A.U.. Il relativo patto di fusione tra Egitto e Siria venne siglato l’1.2.1958 al Cairo. Pochi giorni dopo, analogamente a quanto era accaduto in Egitto, i comunisti (accusati di essersi opposti alla fusione) vennero messi fuori
legge e Begdash dovette lasciare il paese.
Se l’obiettivo del Ba’th era di mantenere l’egemonia in Siria, ben diverse erano le intenzioni di Nasser, secondo il quale l’esercito siriano non avrebbe più dovuto occuparsi di politica e tutti i partiti si sarebbero dovuti scioglie[...]
[...]dei votanti favorevoli a fondare la R.A.U.. Il relativo patto di fusione tra Egitto e Siria venne siglato l’1.2.1958 al Cairo. Pochi giorni dopo, analogamente a quanto era accaduto in Egitto, i comunisti (accusati di essersi opposti alla fusione) vennero messi fuori
legge e Begdash dovette lasciare il paese.
Se l’obiettivo del Ba’th era di mantenere l’egemonia in Siria, ben diverse erano le intenzioni di Nasser, secondo il quale l’esercito siriano non avrebbe più dovuto occuparsi di politica e tutti i partiti si sarebbero dovuti sciogliere per far convergere i loro iscritti nell 'Unione nazionale, partito unico di modello egiziano. In realtà Nasser mirava a fare della Siria un polo di attrazione per le popolazioni arabe con essa confinanti, quindi l’unione tra i due paesi si dimostrò subito assai più problematica del previsto: di fatto i siriani si trovarono politicamente, militarmente ed economicamente subordinati agli egiziani e il Ba’th si rese conto che stava per perdere un qualsivoglia ruolo dirigente. La situazione interna peggio[...]
[...]lo di attrazione per le popolazioni arabe con essa confinanti, quindi l’unione tra i due paesi si dimostrò subito assai più problematica del previsto: di fatto i siriani si trovarono politicamente, militarmente ed economicamente subordinati agli egiziani e il Ba’th si rese conto che stava per perdere un qualsivoglia ruolo dirigente. La situazione interna peggiorò anche in seguito al clima di repressione instaurato dal colonnello Sarraj (ministro siriano “regionale” agli Interni, nel quadro della R.A.U.), dimostratosi ben presto più legato ai leader egiziani che non al proprio paese.
Un ulteriore elemento di tensione giunse dall’Iraq, dove nel luglio 1958 il generale Kassem aveva spodestato la monarchia e dove il Partito comunista stava conquistando, con il favore delle masse, un notevole peso politico, tutto ciò grazie all’appoggio sovietico. Questo rivolgimento iracheno offriva ai siriani un'alternativa concreta, per cui i rapporti degli egiziani con il Ba’th e con la borghesia siriana si deteriorarono rapidamente. A ciò si aggiunse una [...]