Brano: [...]condizionava la rinascita nazionale alla purificazione della società attraverso il lavoro.
In seno al movimento si cristallizzò rapidamente un'ala a tendenza socialista, mirante a integrare l’utopia nazionalista in una prospettiva operaia. Questa corrente, rappresentata dal partito PoaléSion [Operai di Sion], fondato nel 1903 e di cui Ber Borochov (18811917) era il principale teorico, avrà una influenza notevole sul corso della colonizzazione sionista della Palestina. Contrariamente agli ebrei che militavano nei partiti socialisti dei vari paesi, i sionisti di sinistra non ere' devano affatto nella solidarietà operaia e non intendevano condurre alcuna lotta di classe finché, in una Palestina ebraica, non fosse stato riconosciuto un proletariato autoctono.
Nei congressi sionisti di Basilea del 1898 e del 1899 venne decisa la fondazione di una Banca Mondiale, nella quale dovevano confluire i capitali di tutti gli ebrei interessati alla colonizzazione della Palestina. Nel frattempo furono intavolate discussioni col sultano turco, ma queste[...]
[...]e trattative con i turchi, venne presa in considerazione la proposta inglese di una colonizzazione ebraica deH’Uganda, che Herzi aveva accettato, ma che fu respinta dagli altri dirigenti sionisti a grande maggioranza. Venne inoltre deciso di procedere ad acquisto di terreni in Palestina e fu creato un ente che avrebbe successivamente svolto un’intensa attività in tal senso.
Dopo la morte di Herzi sorsero forti dissidi aH’interno del movimento sionista che, nel frattempo, era riu
scito a inviare in Palestina migliaia di immigrati. Si formarono allora due correnti: una di minoranza, detta dei “territorialisti”, per lo più composta da ebrei dell’Europa occidentale disposti ad accettare una soluzione del problema ebraico anche al di fuori della Palestina; e quella maggioritaria degli “ortodossi”, fermamente intenzionati invece a edificare il nuovo stato in Palestina. Nel 1905 la minoranza dissidente diede vita a un altro movimento sionista, diretto dallo scrittore inglese Israel Zangwill (18641926).
Mentre, dal 1904 al 1914, si tenevano [...]
[...] inviare in Palestina migliaia di immigrati. Si formarono allora due correnti: una di minoranza, detta dei “territorialisti”, per lo più composta da ebrei dell’Europa occidentale disposti ad accettare una soluzione del problema ebraico anche al di fuori della Palestina; e quella maggioritaria degli “ortodossi”, fermamente intenzionati invece a edificare il nuovo stato in Palestina. Nel 1905 la minoranza dissidente diede vita a un altro movimento sionista, diretto dallo scrittore inglese Israel Zangwill (18641926).
Mentre, dal 1904 al 1914, si tenevano altri cinque congressi sionisti, veniva intensificata l’immigrazione in Palestina: se nel 1857 la regione contava appena 12.000 ebrei, nel 1913 questi erano diventati più di 100.000, organizzati in oltre
50 comunità agricole, e la città araba di Jaffa si era arricchita di un sobborgo ebraico che venne chia* mato Tel Aviv (Collina della primavera). Nondimeno il processo di formazione dello Stato ebraico concepito da Herzi si stava invertendo: infatti egli aveva previsto che in primo luogo, [...]
[...]. Il mandato inglese copriva inizialmente il territorio palestinese sulle due rive del Giordano, ma nel 1922 (mentre era ministro delle colonie Winston Churchill) il mandato fu ridotto alla sola riva occidentale per creare, sul vasto territorio oltre il Giordano, uno Stato arabo (Giordania) onde compensare la dinastia hashemita della perdita del regno arabo di Siria per mano francese. Questa ripartizione non venne però riconosciuta dal movimento sionista e diventò anzi fonte di discordia tra ebrei e arabi, tanto più che gli inglesi, su richiesta degli arabi, cominciarono anche a limitare l'immigrazione ebraica e l’acquisto di terreni da parte degli ebrei.
Nel 1935 Tel Aviv aveva raggiunto i 100.000 abitanti e a Gerusalemme era sorta una università ebraica. Nello stesso anno nuovi contrasti esplosero tra i sionisti “generali” che volevano creare una comunità mista araboisraeliana e un gruppo di sionisti detti “revisionisti”. Questi ultimi, nazionalisti e antisocialisti, reclamavano uno Stato completamente ebraico e diedero vita a una separa[...]
[...]isto di terreni da parte degli ebrei.
Nel 1935 Tel Aviv aveva raggiunto i 100.000 abitanti e a Gerusalemme era sorta una università ebraica. Nello stesso anno nuovi contrasti esplosero tra i sionisti “generali” che volevano creare una comunità mista araboisraeliana e un gruppo di sionisti detti “revisionisti”. Questi ultimi, nazionalisti e antisocialisti, reclamavano uno Stato completamente ebraico e diedero vita a una separata organizzazione sionista denominata HaZohar, che però rimase sempre in netta minoranza (rientrerà nell’organizzazione sionista mondiale soltanto nel 1946). Intanto, scomparso Herzi (1904), il più autorevole esponente del sionismo internazionale era diventato il professore Chaim Weizmann (18741952), di tendenze moderate e favorevole alla collaborazione con gli arabi. Fin dall’inizio dell'emigrazione ebraica in Palestina erano infatti sorti problemi con la popolazione locale e i contrasti erano diventati sempre più aspri via via che aumentava il numero degli immigrati. Dopo l'avvento del nazismo in Germania, si ebbe un afflusso ancora più rapido, tanto che nel 1940 gli ebrei in Palestina erano già più di
456.000, ci[...]