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Il segmento testuale separatiste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 41Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 105

Brano: [...]n d’Entrèves e del sindaco di Aosta Carlo Torrione potè impedire che l’occupazione si estendesse alla valle; ciò non potè evitare, d’altra parte, l’urto tra le due correnti dell’autonomismo valdostano: quella orientata verso la semplice autonomia amministrativa nel quadro del

lo Stato italiano e quella separatista, indirizzata verso l’annessione della Valle d’Aosta alla Francia.

La serietà di quei contrasti e i consensi riscossi dalle idee separatiste in taluni strati della popolazione indussero il governo italiano ad accelerare il provvedimento per la concessione alla valle d’Aosta della autonomia istituzionale. Questa fu sanzionata dal D.L.L. del 7.

9.1945 n. 545, che contemporaneamente disciplinava anche la creazione del primo Consiglio regionale. Uno « statuto speciale », redatto sulla base di un progetto elaborato dal Consiglio di Valle sotto la presidenza dell’avvocato Severino Caveri, venne approvato dall’Assemblea Costituente della Repubblica italiana nella seduta del 31.1.1948 e poi sancito come legge costituzionale n. 4 del 26[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 106

Brano: [...]strenua difesa opposta alle forze conservatrici dal presidente della commissione (il deputato socialista Emilio Lussu) la carta dell’autonomia fu votata in una forma che rendeva parziali le conquiste ottenute e, soprattutto, le esponeva al mancato rispetto da parte del governo centrale.

Federico Chabod, presidente del primo Consiglio regionale dopo la Liberazione, aveva avuto, nel momento di maggior confusione e gravità dell’urto fra tendenze separatiste e autonomiste, il difficile compito di fungere da mediatore tra i due aspetti della situazione e il governo. Convinto che la via giusta da seguire fosse quella dell’intesa con le forze politiche italiane, Chabod aveva lavorato per un inserimento del problema valdostano nella complessa realtà nazionale e nel suo scritto « La Valle d’Aosta, l’Italia e la Francia », redatto tra il

23 ed il 27.9.1944, aveva illustrato appunto le richieste autonomistiche in opposizione alle tesi della parte separatista. Nei mesi che seguirono l’approvazione dello statuto, il clima valdostano andò rapidamente pe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 182

Brano: [...]ndante Ettore Passerin d’Entrèves), che successivamente avrebbe assunto il nome di 101a Brigata « Marmore ». Attiva nella Valtournanche, la formazione compì azioni anche sulla statale IvreaAosta, occupò presidi al confine con

la Svizzera, facilitò i collegamenti clandestini con le missioni straniere.

Nell’alta valle, tra la Valpellina e Etroubles, operò la 13a Banda Autonoma « E. Chanoux », inizialmente dominata da esponenti delle tendenze separatiste che facevano capo al comandante Mésard. In un secondo tempo questa formazione assunse posizioni autonomiste, partecipò alla liberazione di Aosta e, con altre brigate partigiane, presidiò la zona contro il pericolo di infiltrazioni francesi.

Alessandria

Altri gruppi autonomi si costituirono nelI'Àlessandrino, dando vita (estate 1944) alla Divisione « Patria », al comando di Edoardo Martin (Malerba), con distaccamenti dislocati a Lu Monferrato, Serrazzola, Valenza, Strevi.

Chieri

Nella zona tra Chieri e Cambiano, in provincia di Torino, fu attiva la Brigata « Superga », formazione a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 519

Brano: [...]e prestigio acquistato dal « cancelliere di ferro », principale unificatore del paese, il 3.3. 1871, nelle elezioni per il primo Parlamento tedesco (Reichstag), l’opposizione socialdemocratica riuscì a ottenere circa 100.000 voti, 40.000 dei quali andarono al « partito di Eisenach ». Nello stesso tempo, l’unificazione della Germania sotto la egemonia prussiana provocava negli Stati della Germania meridionale e nei territori già polacchi reazioni separatiste che si polarizzarono intorno al partito cattolico, detto del Centro.

Per impedire l’ingerenza della Chiesa che contrastava il processo di unificazione nazionale, Bismarck sciolse in Germania l’ordine dei Gesuiti (1872) e iniziò contro il clero cattolico una violenta campagna, camuffata come lotta contro l’oscurantismo clericale [Kulturkampf]. Nelle successive elezioni (gennaio 1874) egli non potè tuttavia evitare una nuova affermazione dei socialdemocratici che salirono a oltre

350.000 voti.

Il successo elettorale favorì il riavvicinamento delle due correnti della socialdemocrazia te[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 584

Brano: [...]i sviluppava la politica detta della Piccola Intesa per fronteggiare il ritorno offensivo del militarismo tedesco e nel quadro di tale politica, anche la Gran Bretagna si era fatta garante dell’integrità della Cecoslovacchia.

Conscio della precarietà di un accordo basato su ambigui rapporti tra le potenze contraenti e minato continuamente dalla loro interessata condiscendenza verso la Germania nazista (che intanto esasperava le rivendicazioni separatiste della minoranza tedesca dei Sudeti), Masaryk operò tenacemente per la sicurezza collettiva, estese i rapporti politicomilitari aH'Unione Sovietica e avversò la politica di appeasement (v.) di Chamberlain. Durante la crisi del settembre 1938, sfociata nella capitolazione di Monaco (v.), egli dichiarò al governo inglese che « il popolo cecoslovacco non sarebbe mai diventato una nazione di schiavi ». Dopo la firma dello sciagurato patto che abbandonava la Cecoslovacchia nelle mani di Hitler, in segno di protesta Masaryk si dimise dal suo incarico presso l’ambasciata. Da allora e fino allo scoppi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 735

Brano: [...]e l’insediamento di altri italiani e così via. Sostenuti dai tirolesi, dai tedeschi occidentali e dagli austriaci, gli altoatesini cominciarono così a condurre contro l’Italia una dura lotta, ricorrendo a forme terroristiche, fino al raggiungimento, dopo ripetute prove di forza da ambo le parti, di un compromesso fra governo italiano e governo austriaco. L’accordo, approvato nel dicembre 1970 dai due Parlamenti, pur non soddisfacendo le correnti separatiste sudtirolesi e quelle annessionistiche austriache, determinò una situazione di pacifica convivenza.

La minoranza slava

Molto peggiore fu la sorte della minoranza slava residente nei territori annessi all’Italia dopo la Prima guerra mondiale. Nell’immediato dopoguerra il nuovo Stato jugoslavo venne considerato dai nazionalisti italiani e dai fascisti come un territorio da conquistare

o da trasformare in protettorato. Bisognava quindi piegare gli slavi, stroncarne ogni velleità di autonomia politica e culturale, assimilarli

o distruggerli.

A tale bisogna si accinsero le autorità m[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 728

Brano: [...]desca si rilevò quindi sempre più strumentale rispetto all’obiettivo generale di scardinare radicalmente lo Stato cecoslovacco, come ostacolo diplomatico, politico e militare alla piena estrinsecazione della politica del Terzo Reich che, della minoranza sudeta e del partito di Henlein, si servì per i suoi scopi di sovversione aH’interno della Cecoslovacchia.

L’Anschluss austriaco (v. Austria) del marzo 1938 non poteva non galvanizzare le mire separatiste di Henlein, la cui aggressività nei confronti del governo di Praga sarebbe stata confermata alla fine di aprile dal congresso di Karlsbad del suo partito.

Il Patto di Monaco

Risultò ormai evidente che non era più in gioco lo status della minoranza tedesca, ma l’esistenza stessa dello Stato cecoslovacco; dopo l’allarme della “crisi di maggio” la questione ceca attirò l’intervento delle potenze occidentali che si illusero di salvare la pace localizzando la controversia e andando incontro alle richieste tedesche, dapprima con la missione Runciman dell’agosto e poi con il Patto di Monaco (v[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 495

Brano: [...], Lavrenti Pavlovic

N. a Merkeuli (Georgia) ii 29.3.1899, m. a Mosca il 23.12.1953; dirigente sovietico.

Studente di architettura e giovanissimo militante bolscevico, nel 1917 prese parte alla rivoluzione russa a Tiflis, capitale della Georgia. Qui il potere fu assunto dai menscevichi, i quali rimasero saldamente al governo (con l’appoggio della popolazione) anche dopo la rivoluzione di ottobre, alimentando propositi autonomisti e tendenze separatiste nei confronti del potere bolscevico insediatosi a Mosca e in gran parte della Transcaucasia. Durante gli scontri con la polizia del governo menscevico Berija venne arrestato e fu successivamente confinato a Baku (Azerbaigian), dove completò gli studi e si laureò.

Intanto a Mosca era maturata la decisione di abbattere con ogni mezzo il governo menscevico georgiano e il compito venne attidato a Stalin (v.), divenuto commissario del popolo per il controllo statale. Questi pensò bene di utilizzare a tal fine il giovane Berija (da lui già precedentemente conosciuto) nominandolo nel 1920 viceres[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine separatiste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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