Brano: Appendice
Un fascista prigioniero viene condotto in carcere da alcuni sappisti (Milano, aprile 1945)
(Squadre di azione patriottica), partito appunto dalla Romagna, ha preso in questa regione uno sviluppo travolgente: in Romagna le S.A.P. sono veramente un popolo in armi ». E venivano citati episodi come quello di Casalmaggiore, dove « 400 manifestanti, di cui la metà donne, hanno manifestato contro le deportazioni ed i rastrellamenti occupando il Municipio e distruggendo le liste dei precettati e i ruoli delle tasse ». Analoghe manifestazioni si erano avute a Medicina (v.), dove operava la 5a Brigata S.A.P., e a Castenaso, sempre in provincia di Bologna. (Da “l'Unit[...]
[...], hanno esteso i collegamenti con le nuove decine e decine di Brigate S.A.P. che inquadrano e portano alla lotta armata decine di migliaia di nuovi combattenti ».
In effetti, con l’inevitabile riduzione dell’attività operativa delle Brigate partigiane, fondamentale diventava il ruolo delle S.A.P. nel tenere accesa la lotta di massa. “L’Unità” clandestina del 10.1.1945 dava grande rilievo alle azioni compiute all’inizio dell’anno da gappisti e sappisti milanesi che avevano attaccato in città gruppi di tedeschi e una sede fascista di via Padova, e tenuto improvvisati comizi « difesi da distaccamenti delle S.A.P. » in cinque cinematografi cittadini.
L'azione venne replicata in febbraio dalle stesse S.A.P. milanesi, « muovendo all'attacco contemporaneo e concordato di otto sedi rionali fasciste » (da “l’Unità” del 15.2. 1945).
Nello stesso mese, a Somma Lombardo (Varese) « 17 uomini di una Brigata S.A.P. [...] si sono presentati alla caserma [...] procedendo prima di tutto al disarmo di 200 soldati e ufficiali ivi accasermati » e cattura[...]
[...]ndo 56 genieri a disertare per raggiungere le formazioni partigiane.
Un grande contributo diedero le S.A.P. milanesi allo sciopero del 28.3.1945, rintuzzando le provocazioni fasciste e coprendo con le armi i comizi improvvisati all’esterno di alcune fabbriche. In una piazza di Turro, dove lavoratori della Magnaghi e lavoratrici della locale Manifattura si erano riuniti per ascoltare un’operaia e una giovane dei Gruppi di difesa della donna, i sappisti scesero in campo armati contro i brigatisti neri, uccidendone due e avendo a loro volta un morto e un ferito.
Anche a Genova (v.) le S.A.P. erano bene organizzate e dimostrarono una formidabile efficienza il 30.
11.1944, con la cosiddetta “giornata della spia”, un'azione coordinata che impegnò tutte le squadre sappiste da Voltri a Nervi, nel corso della quale furono giustiziate in un sol giorno ben 21 spie, altre 8 furono ferite e 7 vennero catturate.
L'insurrezione
L’esempio dei comunisti fu presto seguito dagli altri partiti del C.L.N., ognuno dei quali cercò di organizzare grup[...]
[...]coordinata che impegnò tutte le squadre sappiste da Voltri a Nervi, nel corso della quale furono giustiziate in un sol giorno ben 21 spie, altre 8 furono ferite e 7 vennero catturate.
L'insurrezione
L’esempio dei comunisti fu presto seguito dagli altri partiti del C.L.N., ognuno dei quali cercò di organizzare gruppi di militanti disposti a tenersi pronti per imbracciare le armi al momento opportuno. Sorsero così numerose formazioni “ter
Sappisti milanesi arrestano un fascista nei giorni della liberazione (aprile 1945)
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