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Il segmento testuale salesiano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 24Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 575

Brano: Clero e Resistenza

ni, fu condotto a Monzone, seviziato e ucciso nella notte del 15.9. 1944.

Don Giuseppe Borea (v.), parroco di Obolo (Piacenza) e cappellano partigiano della Divisione «Val d’Arda», fucilato nel cimitero di Piacenza il 9.2.1945.

Don Pasquino Borghi (v.), parroco di Coriano (Reggio Emilia) e cappellano partigiano, fucilato il 30.1. 1944 a Reggio Emilia.

Don Domenico Borgiattino, salesiano, di 77 anni, fucilato per rappresaglia dai tedeschi il 28.9.1943 a Garzano di Caserta.

Don Eiigio Bortoiotti, parroco a Querceto (Firenze), fucilato dai tedeschi il 5.9.1944.

Padre Umberto Bracchi, fucilato dai tedeschi il 19.7.1944 a Strela di Compiano (Parma), insieme al parroco di quella parrocchia.

Don Giovanni Brescacin, parroco di Cappella Maggiore a Vittorio Veneto, ucciso dai militi della Brigata nera di Treviso nella notte del 14.2. 1944 per aver protestato contro i soprusi subiti dalla popolazione. Don Vincenzo Bruscoli, parroco a Collina di Civitella (Forlì), fucilato dai [...]

[...] il sacerdote si recò a trattare col Comando tedesco, ma i nazisti lo fucilarono, insieme alla madre e a quattro fratelli (9.10.1944).

Don Demetrio Castelli, viceparroco di Roddi (Alba), fucilato dai tedeschi il 25.8.1944 nel Castello di Pollenzo, mentre assisteva partigiani feriti in combattimento.

Don Antonio Casucci, frate predicatore, ucciso dai tedeschi insieme alla madre, il 25.8.1944 a San Domenico di Fiesole.

Don Mario Caustico, salesiano e cappellano della 46a Divisione « Rinaldo Baratta ». Inviato dal Comando partigiano a trattare la resa dei tedeschi, fu proditoriamente rinchiuso con numerosi civili nella Casa del fascio di Grugliasco e poi ucciso, insieme a 68 patrioti, il 30.

4.1945. 5.

Don Giuseppe Celli, parroco di Secchiano di Cagli (Pesaro) ; deportato in Germania quale collaboratore dei partigiani, fu ucciso nel campo di Mauthausen il 15.8.1944.

Padre Gino Ceschelli, parroco di San Giuseppe Vesuviano (Napoli), fucilato sulla piazza del paese il

23.9.1943 per aver cercato di difendere alcuni giovani rastre[...]

[...]lpini, lo divenne poi in una formazione partigiana. Fu fucilato il 7.4.

1944 sullo sperone del Monte Tibia. Don Felice Ciparelli, parroco di Corvino San Quirico (Tortona) ; accusato di aver prestato aiuto a giovani renitenti alla leva, il 24.11.1944 venne ucciso dalle Brigate nere in chiesa, a Broni (Pavia).

Padre Adriano Clerc, certosino, fucilato nei pressi di Massa il 10.10. 1944.

Don Elia Comini, consigliere scolastico dell'istituto salesiano di Treviglio; recatosi al Comando tedesco per intercedere a favore di civili rastrellati, fu trattenuto in ostaggio, processato con tutti gli altri e fucilato 1*1.10.1944.

Padre Adriano Compagnon, dei certosini della Farneta di Lucca, di origine francese; professore di filosofia, fucilato per rappresaglia dai tedeschi a Massa Carrara il 10.9.

1944.

Don Francesco Coratella, salesiano, fucilato per rappresaglia dai tedeschi a Garzano di Caserta il 28.9.

1943. .

Don Attilio Cormons, vicario di Stregna San Leonardo (Udine), ucciso dai tedeschi il 18.11.1943, nel corso di un combattimento con partigiani sloveni.

Padre Placido Cortese, dei frati minori. Catturato dai tedeschi a Padova 1*8.10.1943, tradotto a Verona e poi a Bolzano, vi morì in seguito a torture, in data non accertata. Decorato con croce di bronzo dal presidente della repubblica cecoslovacca Benes.

Don Pietro Cortiula (v.), parroco di Ovaro (Udine), ucciso per rappresaglia dai cosacchi al seguito dei[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 221

Brano: [...]istenza, comandante della Brigata Garibaldi « Fontanot ».

Balbis, Franco

Francis. N. a Torino il 16.10.1911, figlio di due educatori: il professor Fausto e la professoressa Ermelinda Garrone (la quale, quando Franco fu condannato a morte, a chi le suggeriva di inoltrare domanda di grazia, rispondeva di ritenere « non decoroso per un ufficiale presentare

domanda di grazia»). Compì gli studi classici al ginnasio Balbo di Torino e al liceo salesiano di Alassio. Conseguite le spalline di sottotenente effettivo di artiglieria, otteneva nel 1939 l’ammissione all’istituto superiore di guerra; nella campagna d’Africa meritava la medaglia di bronzo e la croce di ferro di 1a classe per il suo leggendario sprezzo del pericolo.

Monarchico, animato da amor patrio e della bandiera, T8 settembre 1943 non esitò a scegliere la lotta rischiosa e oscura: si mise subito a disposizione del primo Comando militare regionale piemontese. Quando, il 4 febbraio, cadde crivellato di piombo nel centro di Torino il maggiore Pezzetti, consulente del C.M.R.P., Ba[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 299

Brano: [...]ola (Reggio Emilia) il 22.9.1915, m. il 23.2.1959; contadino. Combattente partigiano, durante la Guerra di liberazione fu commissario politico della 77a e poi della 76a Brigata Garibaldi. I fascisti durante un rastrellamento, per rappresaglia gli uccisero il padre, il fratello e gli incendiarono la casa.

Bettinzoli, Mario

Adriano Grossi. N. a Brescia il 21.

11.1921, ivi fucilato il 24.2.1944; perito industriale. Cresciuto in un oratorio salesiano e delegato degli aspiranti delI’Azione Cattolica, fu chiamato alle armi come sottotenente di artiglieria. L’8.9.1943, trovandosi alla Cecchignola (Roma), aiutante al Comando della 3a batteria motorizzata del DXXI Gruppo da 90/53, combattè contro i tedeschi per la difesa della Capitale. Sopraffatto, fu rinchiuso in caserma, ma il 15 settembre riuscì a fuggire e a raggiungere Brescia. Mentre a Roma veniva emessa nei suoi confronti condanna a morte in contumacia, nel Bresciano egli si dette a intensa attività di organizzazione partigiana e divenne comandante di una delle prime bande della Valsab[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 423

Brano: [...]6. Comunista, condannato nel 1939 dal Tribunale speciale, insieme con altri 97 militanti del suo partito, a 7 anni di reclusione per aver svolto attività antifascista « soprattutto tra i soldati e gli studenti ».

Dopo I’8 settembre 1943 ha partecipato alla Resistenza nelle Squadre di azione patriottica (S.A.P.) di Scandicci.

Calcagno, Benedetto

N. a Voltri (Genova) nel 1878, m. a Mele (Genova) nel 1958. Compiuti gli studi in un Istituto salesiano di Sampierdarena, frequentò il primo corso di filosofia a Torino. Ritornato in Liguria e impiegatosi al cotonificio Spotorno in vai Cerusa, cominciò a orientarsi verso il socialismo e nel marzo 1897 aderì al Partito socialista.

Nel 1900 fu tra i fondatori della Federazione delle cooperative di consumo: collaborò all’« Avanti! » e al giornale locale « Il Martello », conducendo una vigorosa campagna contro l’arbitraria trattenuta del 3% sui salari per l’assicurazione contro gli infortuni. Dopo il memorabile sciopero del 1900, quando anche Voltri ebbe la sua Camera del lavoro, C. ne divenne i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 576

Brano: [...]are i partigiani del loro arrivo, il 16.12.1944 fu arso vivo.

Don Pietro De Carli, della diocesi di Ventimiglia, arso vivo dai tedeschi insieme al De Andreis il 16.

12.1944.

Padre Giuseppe De Gasperi, dei frati minori; arrestato dai tedeschi a Cavalese (Trento) nel 1943 e deportato in campò di concentramento, si spense nel 1949, dopo il ritorno dalla prigionia, in conseguenza diretta delle sevizie subite. Giuseppe De Gennaro, coadiutore salesiano, ucciso per rappresaglia dai tedeschi a Garza/io di Caserta il

28.9.1943.

Don Giuseppe Del Fiorentino, parroco di Bargecchia (Lucca), ucciso dai tedeschi il 29.8.1944.

Padre Tommaso DelI’Armellina, dei frati minori, deportato in Germania e deceduto nel 1944, durante la prigionia, in località ignota.

Don Francesco Delnevo, parroco di Porcigatone (Piacenza), fucilato dai tedeschi a Sidolo (Parma) il 20.7.

1944, insieme ad altri religiosi.

Don Costanzo De Maria, parroco di Chiaffredo Busca (Cuneo). Catturato il 14.9.1944 dai militi della Brigata nera « Lidonici » sotto l’accusa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 579

Brano: [...]bbero più notizie; era stato accusato di essere una spia dei partigiani e degli Alleati per aver segnato con bastoncini i punti, nei pressi del sagrato della chiesa, ove i tedeschi avevano collocato mine.

Don Ezio Turinesi, parroco di Parti

na (Arezzo), ucciso dai tedeschi il

5.9.1944 nel bosco di Camaidoli. Don Angelo Unti, parroco di Lunata (Lucca), deportato e ucciso dai tedeschi in data imprecisata del 1944.

Don Alberto Valdivia, salesiano, caduto in combattimento nei pressi di Borgomanero (Novara) il 25.9. 1944, mentre prestava aiuto ai partigiani feriti.

Luigi Vallefuoco, chierico di Napoli, ucciso dai tedeschi a Mugnano (Napoli) l’1.10.1943.

Don Federico Vecchi et, parroco di Bogliuno (Capodistria); catturato dai tedeschi nel settembre 1943, tradotto nel carcere di Trieste e poi deportato a Dachau, vi morì il

20.2.1944.

Padre Marcello Verona, frate carmelitano; catturato con altri giovani patrioti da reparti delle S.S., fu torturato e poi fucilato a Mirteto di Massa il 12.8.1944.

Don Arturo Vincetelli, parroco[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 737

Brano: [...]ò in paese un autocarro carico di nazifascisti. Nel breve combattimento i partigiani persero 2 uomini, ma uccisero 3 nazifascisti, ne ferirono 18 e ne catturarono 37,

compresi due sottufficiali tedeschi. Nel pomeriggio di quello stesso giorno i nazifascisti, tornati a Cumiana in forze, circondarono il paese, arrestarono tutti gli abitanti della Borgata Riva (158 persone tra vecchi, donne e ragazzi) e li ammassarono in una stalla dell’istituto salesiano, al bivio della provinciale TorinoOrbassano. Più tardi le donne vennero rilasciate e gli uomini furono trascinati prigionieri nella località Cave Nuove.

Il Comando tedesco, servendosi del dottor Michelangelo Ferrerò, medico di Cumiana, iniziò trattative col Comando partigiano esigendo l’immediato rilascio dei 37 militi e minacciando in caso contrario di fucilare tutti gli ostaggi. Cominciò intanto a selezionarli: lasciò liberi gli « sfollati », i fascisti, i vecchi ultrasettantenni, e rinchiuse gli altri, in numero di 58, in un grande porcile.

Il parroco Don Pozzo corse a Torino dal car[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 641

Brano: Grassi, Luigi

Frequentata ia Scuola tecnica industriale di Torino, divenne un esperto ebanista e, dopo aver partecipato come ufficiale alla prima guerra mondiale, su invito di un istituto salesiano organizzò un laboratorio di ebanisteria a Macao, dove insegnò per alcuni anni.

Richiamato alle armi allo scoppio della seconda guerra mondiale, prestò servizio come capitano nel Reggimento cavalleggeri « Palermo ». L’8.9.1943, trovatosi a casa in licenza di convalescenza, non esitò a unirsi al movimento della Resistenza. Raggiunto Monte Soglio, nel Canavese, vi organizzò la formazione « Boidi ».

Nel dicembre 1943, durante un attacco sferrato dai nazifascisti, alla testa dei suoi uomini contenne l’urto nemico per alcune ore finché, vista l’impossibilità di un’ulteriore resistenza, ordinò[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 835

Brano: Quinto Reggimento

L’istituto salesiano di Calle Francos Rodrìguez a Madrid diventato sede del Quinto Reggimento

Struttura organizzativa

Ai membri della Comandancia vennero affidati i vari incarichi: organizzazione, informazione, operazioni, servizi, lavoro sociale.

Nella Sezione servizi erano compresi i problemi degli armamenti, dei trasporti e della sanità. Con l’aiuto di operai e tecnici furono create officine per la riparazione delle armi e altre per la riparazione delle automobili, nonché laboratori per fabbricare bombe. Furono organizzati ospedali, case di riposo per i convalescenti, asili infantili per i figli dei m[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine salesiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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