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Il segmento testuale ribellismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 186Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 684

Brano: [...] contrasti tra i due movimenti socialisti e contribuirono all’inasprimento delle contraddizioni interne al socialismo cittadino. Si svolsero fra i gruppi aspre polemiche, come quella nata dall’impresa libica (1911), che aveva visto il Toscano, confortato dall’analoga posizione del De Felice a Catania, favorevole alla guerra, mentre Lo Sardo sosteneva la tradizionale linea anticolonialista del PSI. In realtà il Toscano esprimeva una tradizione di ribellismo e di tatticismo piccoloborghese che poggiava sulle particolari condizioni della città e sul bisogno del sottoproletariato di identificarsi in un capo.

Questa situazione di crisi raggiunse il suo punto di rottura con gli avvenimenti immediatamente precedenti alla Prima guerra mondiale: ancora una volta Toscano e De Felice furono interventisti (v.), mentre Lo Sardo si schierò contro la guerra (anche se poi, per un malinteso senso di prestigio, si arruolerà volontario per dimostrare che i socialisti « non hanno paura di battersi »).

La nuova leva dei giovani socialisti messinesi intransige[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 521

Brano: [...]tabilire in teoria e lungamente si adoperò per realizzare nella pratica il rapporto tra rivoluzione proletaria internazionale e rivoluzione nelle campagne cinesi, indicando nella sistematica, continua e capillare opera di « guida » del partito la chiave per liberare la rivoluzione agraria cinese dai limiti e dalle carenze delle rivolte contadine prive di prospettiva di lunga durata e di visione mondiale, come pure dalle insufficenze del semplice ribellismo di sottoproletari. A tale sforzo Mao si dedicò a lungo nel periodo seguito al 1927, divenendo ben presto il dirigente senza rivali della lotta armata agraria in Cina. Ciò avvenne non tanto per le sue capacità strategiche, bensì per la sua funzione di teorico della strategia di guerriglia e di organizzazione del partito quale avanguardia ideologica, quale strumento della lotta di classe e quale struttura portante, a un tempo, della forza armata rivoluzionaria e del potere politico « rosso ».

Un altro elemento tipico dell’organizzazione maoista in questo periodo fu l’impostazione appunto del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 439

Brano: [...] detenuto nelle carceri di Civitavecchia e di Portolongone, e poi confinato a Tremiti.

Dopo I’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza.

Lunense, Divisione

Formazione partigiana che durante la Guerra di liberazione operò nelle province di Lucca e Massa Carrara. Sorse dalla unione di bande di vario orientamento politico. Dopo T8.9.1943, mentre in provincia di La Spezia (v.) si registrò subito un certo « ribellismo » e si ebbe la costituzione del C.L.N. provinciale con un « Comando raggruppamento bande », nella vicina Lunigiana (v.) e in Garfagnana (v.) non si aveva ancora alcun movimento. Il C.L.N. di La Spezia che, con alcuni gruppi armati, già operava sulle due rive del Magra, vide la necessità di iniziare nell’Alta Lunigiana una guerriglia che potesse rendere insicura al nemico la strada del Cerreto (Statale 63).

Banda di Sassalbo

Agli inizi del gennaio 1944, in una riunione clandestina svoltasi in un albergo di Fivizzano (Massa), fu costituita la prima banda della Lunigiana, alle dipendenze d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 132

Brano: [...]sulla Banca Romana, fu costretto a dimettersi e nel dicembre Crispi ritornò alla presidenza del Consiglio.

Intanto in Sicilia la situazione si era aggravata e Crispi vi proclamò

lo stato di assedio. La repressione fu assai dura: i Fasci furono sciolti

ed i loro dirigenti arrestati. Di fronte al movimento, una parte dei dirigenti socialisti settentrionali aveva assunto un atteggiamento incerto ritenendo che si trattasse di un episodio di ribellismo senza nessuna possibilità di sbocchi politici. Né Turati né Labriola furono però tra costoro: essi, infatti, si resero conto del carattere rivoluzionario dei Fasci e della necessità, per il Partito socialista, di assumere verso il movimento una posizione che non fosse soltanto di generica simpatia, ma di concreto appoggio.

Il 1894 vide il rafforzarsi dell'azione repressiva di Crispi, che però provocò resistenze sempre più vive. Il processo contro i dirigenti dei Fasci suscitò in gran parte dell’opinione pubblica reazioni sfavorevoli verso il governo; le leggi antianarchiche, che Crispi fec[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 112

Brano: [...]anto tutte le barriere si aprivano davanti a noi. Percorremmo un tratto di terra di nessuno e infine trovammo la strada sbarrata da un blocco partigiano; riconosciuti, fummo accompagnati in un gruppo di cascinali sovrastanti Bastia, ove il comandante Mauri (maggiore Enrico Martini) aveva il suo comando.

[...] Fallita la spedizione nel Biellese, pensai di combinare una visita alla Valsesia, regione che per le prime aveva levato la bandiera del ribellismo e dove la lotta partigiana si era sviluppata con ritmo crescente sfociando in pianura sino alle porte di Novara. Anche questa volta le difficoltà furono molte, sia per i continui rastrellamenti cui la Valsesia era sottoposta, sia per la solita difficoltà di procurarsi un automezzo con targa autorizzata. Finalmente il 22 dicembre, accompagnato dal colonnello Palumbo e da una signorina che faceva servizio di corriere per conto del partito comunista, potei attuare il mio progetto. La vettura, condotta dal dott. Treccani, ci lasciò a Grignasco, donde a piedi, evitando il blocco che la Milizia fas[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 656

Brano: [...]glio (v.) indipendentemente dal suo fiacco contenuto, avesse assunto un atteggiamento conforme alle leggi dell’onor militare.

In realtà il Comando italiano non seppe comprendere e tanto meno esprimere l’animo dei soldati che erano nettamente orientati in senso antitedesco; e, con un atteggiamento pavido ed equivoco, ingenerò in tutti i presidi italiani della Grecia confusione, sfiducia, dubbio, contrastando e soffocando ogni manifestazione di ribellismo e di resistenza. Ben diversa sarebbe stata la sorte delle forze armate tedesche in Grecia, inferiori di numero e anch’esse disorientate dagli avvenimenti, se all’atto dell’armistizio il comportamento dei Comandi italiani fosse stato energico e chiaro. Non soltanto non fu diramato con chiarezza l’ordine di resistere, ma fu ordinata la resa, permettendo che centinaia di migliaia di soldati cadessero nelle mani dei tedeschi. Su questo atteggiamento capitolando influì anche la paura di unire le forze armate italiane a quelle popolari della Resistenza greca; ciò conferma che, a parte l’insufficien[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 460

Brano: [...]so da parte anche dal fascismo.

Gli anni del regime

Se infatti, durante gli anni dell 'interventismo e neU’immediato torbido dopoguerra, nella polemica fascista contro la borghesia liberale si poteva inserire senza sforzo anche la polemica futurista allargata ai gusti artistici della stessa borghesia, più tardi, preso il potere, l’atteggiamento del fascismo andò mutando rapidamente. L’irrequietezza futurista, i colpi di testa anarcoidi, il ribellismo, non servivano più. Erano eccessi di libertà che incominciavano a dar fastidio.

Bàttuta l’opposizione sul terreno politico, consolidata la propria posizione col consenso ormai della monarchia e di tutta la borghesia, il fascismo era interessato a dichiarare conclusa la fase dell'agitazione postbellica. Ormai cioè doveva presentarsi come il partito che ristabilisce l’armonia lacerata dai contrasti della crisi.

Come scrisse Tilgher sulla Stampa nell'aprile del 1928: « Con Mussolini il Romanticismo sale al governo. E dopo d’allora egli s’adopera a costruire a quest’anima romantica la forma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 338

Brano: [...]i carabinieri ove, con inganno, era stato tratto e fatto prigioniero Cino Moscatelli. L'azione, diretta dal comandante Gastone, grazie alla decisione e alla massa degli attaccanti si concluse rapidamente, con pieno successo e senza vittime.

La prima rappresaglia fu compiuta dal nemico il 22 dicembre, con l'arrivo a Borgosesia del 63° Battaglione della Legione « Tagliamento », una formazione fascista costituita appositamente « per stroncare il ribellismo ». I partigiani, non ancora in grado di affrontare un’unità di 480 uomini e fortemente armata, ne attaccarono di sorpresa le pattuglie isolate circolanti in città. Per rappresaglia, i fascisti deva

Direzioni di attacco dei nazifascisti nella battaglia di Borgosesia

starono e incendiarono con bombe a mano l’Albergo Tre Re, il Caffè Siimo, il negozio da barbiere di Alfredo Borgo, e arrestarono 10 patrioti, per fucilarli l’indomani contro il muro della Chiesa di Sant’Antonio: l’industriale Giuseppe Osella, uno dei promotori del C.L.N. locale; il quindicenne Mario Canova, sorpreso mentre po[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 685

Brano: [...] e umano.

La storia dell’antifascismo messinese è segnata dalla lotta ostinata di operai, artigiani e intellettuali [Abate, Sceni, Chiliemi, Fusco, Sal

vatore, Romano, Cannarozzo, Bonaccorso, Pino e altri) i quali seppero resistere a persecuzioni e lusinghe. L’esempio di dignità offerto dagli antifascisti divenne punto di riferimento dello scontento popolare, mentre le figure degli oppositori arricchivano il patrimonio di quella cultura di ribellismo popolare che aveva la sua matrice nell’epopea garibaldina.

Nei quartieri popolari e nei centri di campagna la politica economica del regime era esiziale per gli interessi dei lavoratori. Le corporazioni fasciste non riuscirono mai a svolgere un’opera di equilibrio tra le categorie sociali, e le avventure belliche a ripetizione non potevano certo entusiasmare le classi meno abbienti. L’antico rancore del contadino siciliano contro la guerra e contro lo Stato veniva anzi rinvigorito da ogni nuova conquista « imperiale ».

La Seconda guerra mondiale

Nel 1940, l’annuncio dell’entrata in g[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 784

Brano: [...]a Peteani, R. Bersa e altri. Episodio clamoroso fu il lancio di migliaia di manifesti contro la guerra a Ronchi, Begliano e Monfalcone.

Contro questa vasta azione cospirativa comunista e operaia si scatenò il furore repressivo fascista che ebbe il suo strumento nel nefando Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia (19421945), insediato a Trieste sotto la direzione di Roberto Gueli e col compito specifico di stroncare il ribellismo sloveno, al quale l’antifascismo locale si allacciava sempre più strettamente. Le torture applicate indiscriminatamente, perfino su ragazzi e donne incinte, diedero presto una fama sinistra al Gueli e ai suoi aguzzini, tra cui il giovane commissario Gaetano Collotti, imprimendo alla repressione fascista nella Venezia Giulia una durezza e una drammaticità che non ebbero riscontro in altre regioni italiane.

La Resistenza armata

Con la guerra e con l’aggravarsi della crisi politicomilitare, dalla fine del 1941 il fascismo si trovò a dover fronteggiare in Venezia Giulia anche un forte movim[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine ribellismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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