Il segmento testuale revisionisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 190Entità Multimediali , di cui in selezione 19 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 297
Brano: [...] lessico del movimento operaio verso la fine del secolo XIX, in occasione del dibattito teorico e politico sul « revisionismo ».
Nella socialdemocrazia tedesca (v. Germania) le posizioni di Eduard Bernstein esplicitarono nel 18971898 la proposta di revisione della dottrina di Marx, di cui allora K.l. Kautsky (v.) esprimeva una difesa in termini appunto di « ortodossia ». Nacque così la prima distinzione fra marxisti « ortodossi » e marxisti « revisionisti », accusati questi ultimi di opportunismo (v.) piccoloborghese. La distinzione venne ripresa da Lenin (v.) al momento della crisi della Seconda Internazionale, con la proposta di scindersi da questa promuovendo la costituzione della Terza Internazionale (che verrà detta, per questo, «leninista»). Il termine «ortodossia » venne pertanto a riempirsi di connotazioni ulteriori e fondamentalmente per indicare la distinzione fra rivoluzionari (ortodossi) e revisionisti. Al socialdemocratico tedesco Kautsky, già massimo difensore della ortodossia, toccherà in seguito di essere accusato quale revisio[...] [...]cusati questi ultimi di opportunismo (v.) piccoloborghese. La distinzione venne ripresa da Lenin (v.) al momento della crisi della Seconda Internazionale, con la proposta di scindersi da questa promuovendo la costituzione della Terza Internazionale (che verrà detta, per questo, «leninista»). Il termine «ortodossia » venne pertanto a riempirsi di connotazioni ulteriori e fondamentalmente per indicare la distinzione fra rivoluzionari (ortodossi) e revisionisti. Al socialdemocratico tedesco Kautsky, già massimo difensore della ortodossia, toccherà in seguito di essere accusato quale revisionista, quindi definito « rinnegato » in un famoso opuscolo di Lenin.
Il « marxismo ortodosso »
In un notissimo saggio dal titolo
Che cos'è il marxismo ortodosso? (contenuto nel volume Storia e coscienza di classe) nel 1923 il filosofo Gyorgy Lukàcs definì l’ortodossia del marxismo come « or
todossia metodologica » e non come dottrina chiusa e compiuta. Di fronte al problema se esista o meno un marxismo « ortodosso », si riproduce la distinzione fra col[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 148
Brano: [...]zione, il termine revisionismo ricomparve nelle polemiche del movimento comunista internazionale. Sia per richiamarne la continuità col revisionismo classico sia per distinguerne la specificità, dopo il XX Congresso del P.C.U.S. (1956) i comunisti cinesi accusarono di « revisionismo moderno » i comunisti sovietici e gli altri partiti comunisti vicini all’U.R.S.S., compreso il P.C.I. guidato da Togliatti. Secondo le accuse dei comunisti cinesi, i revisionisti “moderni” avrebbero preso a protesto le trasformazioni provocate dall’uso della bomba atomica per negare la possibilità della rivoluzione, così come i revisionisti “classici” facevano appello alle trasformazioni del capitalismo per scegliere la via democratica e il gradualismo riformista.
A.Man.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 596
Brano: [...]mo (18981903), alimentarono polemicamente il dibattito tra riformisti e rivoluzionari in Europa negli anni a cavallo del secolo. Nel 1894 insieme ai socialisti Paul Lafargue (18421911), Deville e Bonnet, aveva fondato la rivista Devenir social, alla quale collaborò fino all'ottobre del 1897. Nell’anno successivo maturò il suo distacco dal marxismo, facendo proprie quelle critiche che venivano avanzate alle teorizzazioni di Karl Marx da parte dei revisionisti, ma nello stesso tempo differenziandosi anche da questi per la fiducia che riponeva nella capacità rivoluzionaria dei sindacati operai.
La violenza proletaria
Sorel sosteneva che il socialismo si sarebbe dovuto rinnovare ideologicamente e nella pratica, sviluppando propri strumenti operativi indipendenti (come i sindacati e le cooperative) e soprattutto rifiutando la guida dei politici di professione e degli intellettuali in genere. Egli giunse così a teorizzare un intervento diretto dei lavoratori nella lotta, in contrapposizione sia al regime parlamentare borghese che ai cedimenti con[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 566
Brano: [...] russo e l’italiano) a identificarsi nel 1914, alla vigilia della Prima guerra mondiale, con le classi dirigenti capitalistiche dei rispettivi Stati, quindi allo scioglimento di fatto della Seconda Internazionale (v. Socialdemocrazia).
Il socialdemocratico tedesco Eduard Bernstein (18501932) sarà considerato il caposcuola del revisionismo antimarxista che, agli inizi del secolo XX, determinò in seno al movimento socialista una scissione tra « revisionisti » e « ortodossi », anticipando lo scontro ideologico tra « riformisti » e « rivoluzionari » che avrebbe caratterizzato le vicende del socialismo nei decenni successivi.
Riformismo e rivoluzione
In seno al Partito socialdemocratico russo il richiamo al socialismo scientifico era comune sia a Lenin (v.) che al socialista ortodosso Karl J. Kautsky (v.) il quale, avendo avuto rapporti diretti con Engels, si presentava come il suo più fedele interprete. Ma mentre Kautsky, insieme ai menscevichi, sosteneva in nome del marxismo che, dato lo scarso sviluppo delle forze produttive in Russia, non[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 544
Brano: Sionismo
zazioni armate clandestine sioniste: alla Haganah, sorta fin dal 1920 e controllata dai partiti di sinistra, si aggiunsero nel 1937 le organizzazioni di destra Irgum Zwer Leumi (nazionalisti revisionisti) e nel 1939 Lehi (o Gruppo Sterri, nazionalisti radicali). Tutte queste organizzazioni confluiranno, nel 1948, nell'esercito regolare dello Stato di Israele (v.).
Sul piano sociale e politico, nel 1920 venne fondata a Haifa la Histardruth (Confederazione generale dei lavoratori di Palestina) che, in unione con una vasta organizzazione di fattorie collettive (kibbutzim) a carattere agricolomilitare e di cooperative industriali e commerciali, contribuì a costituire una comunità ebraica perfettamente armata, fondata su criteri di autonomia e sul volontarismo. Nello stesso tempo veniva continu[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 69
Brano: [...]o Pittaluga; a Torino, Ilio Baroni. Altri, tra cui Giovan Battista Domaschi di Verona, morirono nei campi di deportazione tedeschi.
Nel settembre 1945, con il ritorno dall’esilio di Armando Borghi e di altri anarchici, ebbe luogo a Carrara il congresso ricostitutivo della Federazione Anarchica Italiana (F.A.I.). Contemporaneamente « Umanità Nova » riprese le pubblicazioni a Roma, in forma settimanale. Nel settembre 1946 un gruppo di anarchici revisionisti staccatosi dalla F.A.I., dopo aver dato vita per breve tempo a una Federazione libertaria, confluì nel P.S.L.I., Gruppi della F.A.I. sussistono in alcune zone della Toscana, della Romagna e deile Marche.
C.Gh. P.Se.
Bibliografia essenziale: Aldo Romano, Storia del Movimento socialista in Italia, 1956; Pier Carlo Masini, Gli Internazionalisti, 1960; Un trentennio di attività anarchica, Forlì, 1946; Giuseppe Mariani, Memorie di un ex terrorista, Torino, 1953; Armando Borghi, Mezzo secolo di anarchia, Napoli, 1954; La rivoluzione mancata, Milano, 1964.
Ancona
Città e porto delle Marc[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 423
Brano: [...]» e al giornale locale « Il Martello », conducendo una vigorosa campagna contro l’arbitraria trattenuta del 3% sui salari per l’assicurazione contro gli infortuni. Dopo il memorabile sciopero del 1900, quando anche Voltri ebbe la sua Camera del lavoro, C. ne divenne il primo segretario. Fu consigliere e assessore comunale. Negli anni 19111915, nella lotta di correnti all’interno del Partito socialista, assunse una decisa posizione contro tutti i revisionisti di destra e combattè le teorie sindacaliste rivoluzionarie di De Ambris. Partecipò alle lotte dei lavoratori nel corso del primo conflitto mondiale e negli anni del dopoguerra. Combattè il fascismo e, durante il ventennio della dittatura, fu costretto dalle continue persecuzioni a lasciare la sua città natale per rifugiarsi nell’Abruzzo, ove diresse una cartiera. In seguito ritornò all’Acquagrande, vicino a Mele, ove riattivò una vecchia cartiera che divenne rifugio di molti perseguitati politici.
Era intanto entrato, nel 1924, dopo il delitto Matteotti, nel Partito comunista, asserendo ch[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 274
Brano: [...]erno di larga coalizione cui parteciparono, oltre ai fascisti, i nazionalisti, gli alti gradi delle Forze armate e rappresentanze dell’industria, quasi tutte le frazioni del liberalismo e della democrazia e, per breve tempo, il Partito popolare, con l’opposizione di socialisti, comunisti e repubblicani.
In tutto questo periodo (19191922) il movimento fascista fu caratterizzato da una convergenza di gruppi minoritari, patriottici e reazionari, revisionisti ed eversivi di destra, dando luogo a varie composizioni e ricomposizioni della fisionomia propria del fascismo, in cui Mussolini — proclamato « duce » del movimento — continuò a dimostrarsi fino all’ultimo abbastanza abile. Nel contempo il Partito fascista e le sue organizzazioni vennero procurandosi l’appoggio determinante di gruppi decisivi della borghesia agraria e industriale, della Corte, della burocrazia e del clero.
Regime e ideologia
All’espansione verso tutti gli strati della società nazionale, sostenuta dalla manovra e dall’utilizzazione dell'apparato tradizionale dello Stato,[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 210
Brano: [...]socialdemocratici, ritornò a Londra e vi soggiornò dal 1885 al 1888. Al Congresso di Erfurt (1420.10.1891) e per parecchi anni combattè contro il revisionismo di Bernstein, arrivando a pronunciarsi per la dittatura del proletariato, con la sua opera La via del potere (1908).
Il dissenso con Lenin
Insieme a Rudolf Hilferding e a Otto Bauer (v.), nel 1910 costituì nel Partito socialdemocratico tedesco il gruppo di centro che lottava contro i revisionisti, ma che nello stesso tempo era contro la sinistra.
Notevole, fino a quell’epoca, era stato il suo contributo al movimento operaio e alla divulgazione del marxismo. Ma dal 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale, il suo « centrismo » si accentuò fino a non distinguersi dal revisionismo che egli aveva sempre combattuto. Di fronte alla Rivoluzione russa dell’ottobre 1917 assunse un atteggiamento assai ostile, al quale Lenin rispose con il saggio La ri
voluzione proletaria e il rinnegato Kautsky, di grande asprezza polemica.
Dopo la rivoluzione in Germania, nel 1918 Kautsky par[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 225
Brano: [...]mente vive a Villeneuve, sul Iago di Ginevra.
Bibliografia: E. Frommhold, Arte della Resistenza 19221945, La Pietra, Milano Dresda 1970.
A.Pan.
Kolarov, Vassili Petrov
N. a Sciumen (oggi Kolarovgrad) il 16.7.1877, m. a Sofia il 23.1.1950. Dopo aver compiuto gli studi uni
versitari in Svizzera, si dedicò alla lotta politica. Nel 1897 aderì al Partito socialdemocratico bulgaro e, quando questo si scisse tra marxisti rivoluzionari e revisionisti, si schierò con i primi. Dal 1904 al 1912 diresse ( organizzazione del partito di Plovdiv (Filippopoli).
Eletto nel Comitato centrale nel 1905, fu delegato ai congressi della Seconda Internazionale di Stoccarda (1907) e di Copenaghen (1910) e alla conferenza dei partiti socialisti balcanici (1915). Fu deputato al Parlamento bulgaro dal 1913 al 1923.
Lottò contro la prima guerra mondiale. Per la sua propaganda antimilitarista tra i soldati, venne deferito al Tribunale militare. Per sottrarsi all’arresto si diede alla clandestinità. Nel 1919 partecipò anche alla Conferenza di Zimmerwald e[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine revisionisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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