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Il segmento testuale revanscismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 94Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 362

Brano: [...]dalla Francia e, dopo 15 anni, restituita alla Germania, con l'obbligo per i tedeschi di mantenerla smilitarizzata insieme a una fascia larga 50 km sulla riva destra. Le miniere della Saar sarebbero state concesse alla Francia e la popolazione, dopo 15 anni, avrebbe scelto con un plebiscito la destinazione definitiva del territorio. Infine, vennero stabilite da una speciale commissione pesanti “riparazioni” di carattere economico.

L'ondata di revanscismo

Al malcontento esploso in Germania (v.) per la pesantezza di queste condizioni di pace, si aggiunsero le proteste e le critiche di altri paesi, soprattutto in riferimento ai criteri adottati: in Italia, per l’esclusione subita nella spartizione del bottino coloniale e per le difficoltà emerse nella definizione del confine con la Jugoslavia; in Ungheria e in Bulgaria, per le gravi amputazioni territoriali loro imposte; in Polonia, Lituania e Turchia, per le rivendicazioni, sempre di carattere territoriale, avanzate dai rispettivi governi.

Se, in un primo momento, le reazioni negative si [...]

[...]endicazioni, sempre di carattere territoriale, avanzate dai rispettivi governi.

Se, in un primo momento, le reazioni negative si tradussero in tentativi di modificare i trattati attraverso veri e propri colpi di mano per mettere le potenze di fronte al fatto compiuto, come avvenne nei casi di Fiume (v. Ronchi, Marcia di), Wilno e Memel, più tardi le proteste si trasformarono in rivendicazioni politiche, in un’esasperata sete di rivincita, nel revanscismo mirante a ottenere la revisione dei trattati di pace.

Il revisionismo (come venne chiamato tale orientamento) diventò un fattore di convergenza e di coagulo del consenso favorendo il sorgere di regimi reazionari di massa che (anche sull'onda del rigetto della ventata rivoluzionaria, sollevata dalla rivoluzione dell’ottobre 1917), richiamandosi a concezioni militari della vita sociale sedimentate e radicatesi negli anni del conflitto, spinsero all’eccesso nazionalismi e irredentismi, approfondendo i solchi che dividevano i popoli europei. Il fascismo (v.) e il nazionalsocialismo (v.) in pri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 88

Brano: [...]ente capo al movimento NationalFreiheitliche fìechte (Destra nazionalliberale), fondato nel 1972 dall'editore Gerhard Frey, opera prevalentemente attraverso le sue pubblicazioni, sono sorti altri gruppi della cosiddetta Nuova Destra che operano soprattutto attraverso azioni terroristiche, presentandosi come avanguardie di una nuova N.S.D.A.P. (Partito nazionalsocialista tedesco). A rafforzare il potenziale neonazista nella R.F.T. contribuisce il revanscismo organizzato su basi regionali da numerose associazioni di estrema destra aventi finalità economiche, da quella dei « Circoli di amici » sorti fra gli ufficiali superiori dell'esercito, a quella della G.S.U. diretta da Franz Joseph Strauss, tome pure dagli ambienti della C.D.U..

Criteri organizzativi

Secondo dati incompleti, esistono attualmente nella R.F.T. oltre 300 fra organizzazioni, associazioni e raggruppamenti neonazisti, che nel loro insieme contano più di 20.000 membri. Oltre a questi, una quarantina di organizzazioni neofasciste di altri paesi hanno nella R.F.T. le loro filiali[...]

[...]sta e antisovietica svolta in direzione delle masse popolari, per cui la nascita spontanea di gruppi neonazisti spesso non è altro che la conseguenza di un’immagine mistificatrice e illusoria, quasi che la miseria provocata dalla crisi dell'imperialismo potesse essere eliminata con l'aiuto di « uomini forti ».

4. Le organizzazioni e i gruppi neofascisti convergono in larga misura su un terreno comune di ostilità contro la democrazia, sul loro revanscismo, anticomunismo e antisovietismo, nonché sulla negazione dei crimini commessi dal regime nazista. D'altra parte, fra i vari gruppi esistono opinioni a volte profondamente diverse quanto ai mezzi e ai metodi concreti cui ricorrere per realizzare gli obiettivi politici della borghesia monopolistica. Una parte di questi gruppi e organizzazioni favorisce apertamente il ricorso ai metodi terroristici dell’epoca hitleriana, mentre altri si presentano piuttosto con una maschera pseu^ dodemocratica.

Dato il grande numero di queste

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 370

Brano: [...]bbero voluto i suoi leader: nell'ideologia del P.S. d'A. (che inglobò, con una decisione congressuale, tutti gli iscritti dell'A.N.C., dunque una massa abbastanza differenziata per ideologia e talvolta anche per composizione di classe) erano presenti elementi di antiparlamentarismo, di conservatorismo antioperaio (soprattutto nella base rurale), di ribellismo piccolo borghese (sebbene il riferimento fosse a un forse inconsapevole sorelismo) e di revanscismo reducistico; tutti elementi che, in qual

che misura, apparentavano il movimento “concreto” alle posizioni di quel combattentismo che, nella Penisola, si veniva riconoscendo nei Fasci mussoliniani. Nondimeno il fascismo (e, secondo alcuni, anche per questo) fece la sua comparsa in Sardegna molto più tardi che nel resto dell'Italia.

Il fascismo alla conquista della Sardegna

Fasci di combattimento vennero fondati in alcuni centri sardi nel 1920, ma nell'aprile 1921 erano già scomparsi. Ma a questo punto i fascisti cominciarono a scendere in piazza anche in Sardegna, dando il via ad azio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 424

Brano: [...] armate: a lui personalmente, quale simbolo della continuità con il passato imperiale, prestavano giuramento gli ufficiali tedeschi.

Il trattato di Versailles aveva peraltro imposto alla Germania un'umiliante riduzione del suo potenziale

militare, che la rendeva facile preda degli attacchi esterni, come si vide in occasione dell’occupazione militare francese della Ruhr nel 1923. Di fronte a queste minacce, a cui si aggiungeva il pericoloso revanscismo polacco alle frontiere orientali, l’esercito avviò ben presto un riarmo segreto, prima molto modesto e poi via via più ambizioso, che però non era molto ben visto dalla socialdemocrazia. Nacque in tal modo la cosiddetta Reichswehr nera, parallela e segreta, che si addestrava e armava in Unione Sovietica.

La frustrazione di dover far parte dì un esercito minuscolo e del tutto inferiore alle pretese da grande potenza continentale, che storicamente la Germania e l'esercito tedesco avevano sempre nutrito, è uno degli elementi da tenere presenti per comprendere le ragioni deHavvicinamento cresc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 656

Brano: [...]a crisi di Agadir de!

1912. Fu infine presidente della repubblica dal 1913 al febbraio 1920, nel delincato periodo della Prima guerra mondiale e dell'immediato dopoguerra.

Presidente della Repubblica

Come primo ministro e poi presidente della Repubblica, fu un tenace sostenitore della Triplice Intesa, instaurando personalmente rapporti con l'impero zarista in due viaggi in Russia nel 1912 e nel 1913, nonché autorevole rappresentante del revanscismo francese nei confronti deH’AlsaziaLorena; si impegnò altresì nella soluzione di delicati problemi coloniali nell'area mediterranea, difendendo tenacemente gli interessi francesi (Trattato francotedesco del novembre 1912 per l’assegnazione del protettorato sul Marocco).

Alla fine della guerra, nel novembre 1919 presiedette a Parigi la Conferenza della pace. Al termine del suo settennato presidenziale, eletto al Senato, fu designato a presiedere la Commissione degli Affari esteri e la Commissione internazionale per le riparazioni di guerra (febbraiomaggio 1920). Si dimise da quest’ultimo inc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 345

Brano: [...]iale duratura furono ostentati nella fondazione della Società delle Nazioni ginevrina, struttura cui venne demandato il compito di realizzarli. In realtà si vide ben presto come la proclamata vocazione « pacifista » della S.d.N. non fosse che una maschera indossata dal capitalismo internazionale sempre più aggressivo e violento. Dapprima il tentativo di spogliare di ogni risorsa materiale le popolazioni dei paesi vinti (che favorì la nascita del revanscismo fascista), poi il favoreggiamento dell’aggressività fascista e nazista (v. Appeasement e Non intervento) per parare la concorrenza sovietica, porteranno alla Seconda guerra mondiale.

Nel periodo tra le due guerre .e particolarmente in concomitanza con le varie aggressioni nazifasciste (Etiopia, Spagna, Austria, Cecoslovacchia ecc.) non mancarono iniziative e movimenti pacifisti (v. Bruxelles, Congresso di), tutti però segnati da gravi limiti. Il carattere strumentale e opportunistico di tali movimenti, guidati da intellettuali come Henri Barbusse (v.) o dal socialdemocratico belga Paul Hen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 715

Brano: [...] dal crescente impoverimento relativo dei paesi sottosviluppati, sfruttati dal capitale monopolistico internazionale e spesso in posizione di dipendenza coloniale; b) dalla lotta che si svolgeva, particolarmente nel teatro europeo, per il predominio finanziario mondiale. A tale lotta, che comportava continui squilibri monetari, si aggiunsero le conseguenze di un particolare aiuto dato, in funzióne antisovietica, all’imperialismo tedesco e al suo revanscismo. Tutto ciò creava una situazione instabile, di forti contrasti di interessi tra i paesi imperialistici, di cui un esempio sono i diversi .criteri adottati nelle stabilizzazioni monetarie tra il 1925 e 1930. Così, nel 1925, il ritorno dell’Inghilterra alla parità aurea della sterlina del 1914 per il prevalere degli interessi della City, impose una politica di deflazione ch§ comportò una forte disoccupazione permanente e una crisi industriale, e che tuttavia non riuscì per la decisa opposizione della classe operaia, manifestatasi attraverso lunghi e coraggiosi scioperi. In Francia la stabilizza[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 210

Brano: Elmi di acciaio

Paul Eluard (1946)

erano la milizia del partito. Nel dicembre 1934 l'associazione degli « Elmi d’acciaio » fu ulteriormente svuotata con la nomina dei suoi membri a « riserva » delle S.A. stesse, e nel 1935 fu infine sciolta.

Gli « Elmi d’acciaio » sono ricomparsi nel 1950, sulla scia dell’imponente ripresa neonazista alimentata nella Repubblica federale tedesca dal revanscismo della attuale classe dirigente. L’associazione, che viene ritenuta forte di molte centinaia di migliaia di affiliati (tra cui figurano i maggiori esponenti dello stato maggiore nazista sopravvissuti ^ll'epoca hitleriana), si dedica per ora a promuovere raduni di ex appartenenti alla Wehrmacht, sostenendo i movimenti politici di estrema destra.

Elter, Famiglia

Di origine trentina, la famiglia si trasferì ad Aosta. Il capofamiglia Franz Elter, dopo aver assunto posti di responsabilità negli stabilimenti di Cogne (v.), fu nominato direttore delle miniere. Fervente antifascista, con la cons[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 446

Brano: [...]vi più importanti dell’acuirsi delle ostilità delle popolazioni piemontesi nei riguardi del regime. Drammatiche furono le ripercussioni che tale atto provocò sulla fiorente comunità italiana concentrata nella Provenza, ma molti italiani seppero superare logori motivi nazionalistici e impugnarono le armi contro i fascisti: d’altra parte i francesi non si considerarono mai sconfitti dagli italiani e la « pugnalata alla schiena » alimentò semmai il revanscismo gollista, con tutte le conseguenze negative che ne derivarono.

Bibliografia: Roberto Battaglia, La seconda guerra mondiale, Roma, 1966; Emilio Faldella, L'Italia e la seconda guerra mondiale, Bologna, 1967; Guido Gigli, La seconda guerra mondiale, Bari, 1964; Stato Maggiore dell’Esercito Ufficio Storico, La battaglia delle Alpi Occidentali Giugno 1940, Roma, 1947; Testimonianza del gen. Lombardi Giacomo, Istituto Storico Resistenza, Cuneo; M. Michel, Les relations francoitaliennes

Juin 1940 septembre 1943, Relazione al Convegno internazionale di storia della seconda guerra mondiale, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 86

Brano: [...] mondiale.

Il neonazismo nella R.F.T. costituisce oggi una forza politica crescente, alla quale spetta di svolgere, nell’ambito del sistema monopolistico di stato, importanti compiti di repressione nei confronti delle masse popolari per conto della borghesia monopolistica. I partiti, le organizzazioni e i gruppi neonazisti fungono da bacino collettore e da truppa d’assalto delle più virulenti forze deH’anticomunismo, dell'antisovietismo e del revanscismo tedesco. Essi costituiscono quindi una forza supplementare di oppressione della classe operaia, completando la macchina di potere monopolisticostatale. Aumentando sistematicamente il teppismo armato, essi devono creare all’interno del paese una psicosi di angoscia e di insicurezza che intimidisca le forze democratiche e le convinca a rinunciare alla lotta antiimperialista.

D’altra parte, ma sempre in stretta connessione con l'indirizzo su esposto, il neonazismo ha il compito di mobilitare i ceti medi riluttanti, in specie la piccola borghesia urbana, gli artigiani, i professionisti, i pubb[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine revanscismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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