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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 249
Brano: [...]e » Germano Belgrano [Giuda); i garibaldini Federico Sibilla [Federico), ferito a un braccio, Calogero Madonia [Carlo il Siciliano) e Aldo [Fiume).
I nazifascisti subirono decine di perdite, tra cui quella di un capitano e di un tenente mortalmente colpiti, e non ritentarono più l’impresa.
F.Bi.
Evoia, Giulio
Julius. Di famiglia aristocratica, giornalista, durante il ventennio fascista si distinse come uno dei più zelanti fautori del razzismo. Colla
boratore del quotidiano del regime « Il Tevere » e assai stimato da Benito Mussolini, il 28.7.1943, dopo la caduta del fascismo, fu tra i gerarchi che si posero subito al servizio dei tedeschi, rifugiandosi a Monaco. Rientrato in Italia dopo l’8 settembre, aderì alla repubblica di Salò. Dopo la Liberazione ha ripreso la sua attività di pubblicista sulla stampa neofascista.
« Il mito del sangue »
li barone Evola fece le sue prime esperienze letterarie e di filosofo dell'« idealismo mistico » sulla scia degli influssi dell’irrazionalismo antidemocratico di provenienza francese, [...] [...]mo magico » di Massimo BontempeUi negli anni in cui, tra il 1926 e il 1929, tutta una corrente tendeva a concretare le istanze futuristiche. Confuso e spesso indecifrabile elaboratore dei canoni di una ideologia spiritualista misticheggiante, nel 1937 diede alle stampe la sua op^ra destinata a conferirgli maggior risonanza nel campo della pubblicistica razzista del fascismo: Il mito del sangue, macchinosa costruzione di una teoria secondo cui un razzismo autentico non potrebbe sussistere se non riferito ai connotati di una élite investita, per designazione divina, delle responsabilità culturali e politiche. Con questa tesi Evola tendeva a differenziare il razzismo di matrice germanica, a sfondo antropologico e mitico, da una forma di razzismo riferito a caratteri « selettivi » nella sfera appunto della devozione mistica, a una fede tradotta in elementi di ideologia politica. In questa concezione l’antisemitismo e l’anticristianesimo sarebbero condizioni essenziali per la conquista di una « libertà » che dovrebbe riportare all’« imperialismo barbarico ».
Già nel 1928 in Imperialismo pagano, e poi nel 1934 in La rivolta contro il mondo moderno, Evola aveva anticipato le linee centrali del suo discorso, rivelandosi mediocre allievo dei suoi maestri di scuola francese al servizio della propaganda fascista. Di fatto fu uno dei più f[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 62
Brano: Razzismo
theid) e in altri paesi. Anche l’antisemitismo, mai del tutto estinto, si riaffacciò pubblicamente negli Stati europei (compresa l’Unione Sovietica) sulla scia dell’antisionismo e con l’emergere dei movimenti neofascisti. Inoltre, al razzismo “storico” si sono aggiunte nuove manifestazioni connesse, negli anni del secondo dopoguerra, al neocolonialismo (v.) e alle esigenze di sviluppo del sistema capitalistico in Europa.
Mentre nelle ex colonie in lotta per la loro indipendenza sono stati ripetutamente provocati o favoriti dalle potenze coloniali genocidi e massacri con false motivazioni tribali ed etniche, quindi razziste (Nigeria, Congo, Corno d’Africa ecc.), nei paesi europei più industrializzati (Gran Bretagna, Francia, Germania Federale, Svizzera, ecc.) alle massicce immigrazioni di lavoratori provenienti dai territori ex [...] [...]ncia, Germania Federale, Svizzera, ecc.) alle massicce immigrazioni di lavoratori provenienti dai territori ex coloniali o del bacino del Mediterraneo (Nord Africa, Turchia, Italia, Jugoslavia, Grecia, Spagna ecc.) si sono spesso accompagnate campagne xenofobe e di evidente connotazione razzista, per pagare meno la forza lavoro. Questi fenomeni si sono inaspriti al primo sopraggiungere della crisi economica.
Questo stato di cose indica che il razzismo non è da considerare come un’espressione di barbarie soltanto quando si scatena in manifestazioni aggressive e violente. Esso è, più in generale, uno strumento ideologico usato da taluni gruppi dominanti per assicurarsi maggiori profitti e scaricare le conseguenze delle crisi economiche. Oggi esso viene usato anche per imporre una divisione del lavoro sul piano internazionale, assegnando
Un’incisiva vignetta di Bucchi, pubblicata dal quotidiano “la Repubblica” del 18.3.1984
cioè alle popolazioni “arretrate” o “in via di sviluppo” le attività economicamente marginali o nocive. AH’interno[...] [...]ustrializzati, gli immigrati costituiscono una riserva permanente di forzalavoro, la cui “mobilità” (eufemismo per indicare la possibilità di espellerli dalla produzione e dallo Stato in qualsiasi momento lo si ritenga opportuno) rappresenta un handicap permanente per il potere di contrattazione della forza lavoro autoctona. In una situazione di questo genere e non appena è il caso, le forze di destra sono sempre pronte ad alimentare xenofobia e razzismo per inasprire, nell'interesse padronale, la contrapposizione tra i diversi gruppi di lavoratori. Ciò è quanto accade, notoriamente, in Gran Bretagna, in Francia e in altri paesi, non escluse certe regioni dell’Italia.
Il razzismo, in ultima analisi, è una applicazione di quel criterio consistente nel dividere le persone secondo ciò che esse sono anziché in base a ciò che esse fanno. Da qui la gerarchizzazione in “razze”, caste e anche secondo il sesso. Si tratta di un criterio tendenzialmente fascista, tanto assiomatico quanto mistificatorio, che contraddice il fondamentale principio di uguaglianza fra tutti gli esseri umani, solo verbalmente iscritto nelle moderne costituzioni.
Bibliografia: U.N.E.S.C.O., Racisme, science et pseudoscience, Atti del convegno internazionale tenutosi ad Atene dal 30 marzo al
3.4.1[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 59
Brano: Razzismo
sparsi nelle vallate della zona e sotto la direzione di Guido Sola Titetto) la presenza e l’attività dei comunisti nel Biellese durante l'intero periodo della dittatura fascista. Dopo I’8.9.1943 fu partigiano combattente nelle file garibaldine, assolvendo importanti incarichi di direzione. Dopo la Liberazione venne designato dal C.L.N. sindaco di Mezzana Mortigliengo, incarico che fu nuovamente chiamato ad assolvere dal 1956 al 1970.
A.To.
Ravinale, Francesco
Franco. N. a Monforte d'Alba (Cuneo) nel 1914, m. a Dachau (Germania) nell’aprile 1945; studente. Tenente di complemento de[...] [...]ore responsabile, lo impiccarono. Quindi incolonnarono gli altri 19 dirigendosi verso la vicina Anhovo, ma lungo la strada li trucidarono. Delle salme di questi 19 caduti, pietosamente raccolte in un campo, non è mai stata possibile l’identificazione, né si conoscono i nomi dei tre superstiti. Sul luogo
deH'uccisione del tenente Morelli, l'Associazione dei partigiani jugoslavi ha posto una lapide bilingue per ricordare l'eccidio.
L.R.C.
Razzismo
Ideologia secondo la quale l'umanità sarebbe composta da varie “razze” di diverso valore biologico, quindi non soltanto storico e culturale. Tale diversità giustificherebbe, secondo i sostenitori del razzismo, una gerarchizzazione tra i diversi gruppi etnici, per cui si avrebbero “razze inferiori” e “razze superiori”, queste ultime destinate a dominare le prime. L'ideologia razzista è servita ai paesi economicamente più sviluppati e più precisamente alle loro classi dominanti per attuare le conquiste coloniali.
Istituzionalizzato in alcuni Stati (per esempio, nel Sud Africa) e ancora largamente operante di fatto in altri (per esempio, negli U.S.A.), il razzismo è diffuso con varia intensità in quasi tutti i paesi, dando luogo a frequenti manifestazioni di persecuzione e di discriminazione socia[...] [...]gerarchizzazione tra i diversi gruppi etnici, per cui si avrebbero “razze inferiori” e “razze superiori”, queste ultime destinate a dominare le prime. L'ideologia razzista è servita ai paesi economicamente più sviluppati e più precisamente alle loro classi dominanti per attuare le conquiste coloniali.
Istituzionalizzato in alcuni Stati (per esempio, nel Sud Africa) e ancora largamente operante di fatto in altri (per esempio, negli U.S.A.), il razzismo è diffuso con varia intensità in quasi tutti i paesi, dando luogo a frequenti manifestazioni di persecuzione e di discriminazione sociale.
In un convegno internazionale svoltosi ad Atene dal 30 marzo al 3.4.1981 sotto il patrocinio deW’U.N.E.S.C.O. (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura) è stato lanciato un grido d'allarme non soltanto per la persistenza di discriminazioni razziali in diversi Stati e nella vita pratica, ma anche per i nuovi tentativi di dare una base “scientifica” alle teorie razziste, utilizzando le recenti ricerche della sociobiol[...] [...]atica, ma anche per i nuovi tentativi di dare una base “scientifica” alle teorie razziste, utilizzando le recenti ricerche della sociobiologia, secondo la quale l’eredità genetica non può essere limitata ai fatti biologici, ma coinvolgerebbe anche la sfera psichica e i comportamenti sociali.
Nel corso del convegno è stata ricordata la Dichiarazione sulla razza e i pregiudizi razziali, votata dall'U.N.E.S.C.O. nel 1978, la quale definisce come razzismo « ogni teoria richiamantesi alla superiorità o all'inferiorità intrinseca di gruppi razziali o etnici che darebbero agli uni il diritto di dominare o di eliminare gli altri, presunti inferiori, oppure esprimenti giudizi di valore fondati su una differenza razziale ».
Razzismo e colonialismo
Del tutto estranea alla cultura del mondo antico (Aristotile considerava il divario tra Greci e “barbari” una convenzione e non un fatto di natura), l'ideologia razzista che oggi conosciamo non esisteva neppure durante il Medioevo. Per le ricorrenti persecuzioni antiebraiche, per le Crociate contro i paesi arabi e poi per la conquista de! Nuovo Mondo i governi europei non
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 61
Brano: Razzismo
corrispondente a un optimum locale ». « L’applicazione della tipologia e delle idee platoniche all'uomo e alle sue differenziazioni razziali è assolutamente erronea e grottesca e contrasta completamente i fatti biologici ».
Razzismo e fascismo
Nonostante che i concetti qui richiamati fossero già chiari a molti, nei primi decenni del Novecento l'ideologia razzista dilagò in Europa. Rifacendosi alle idee del Gobineau e del pangermanista di origine inglese Houston Steward Chamberlain, Hitler nel “Mein Kampf” (1927) e il suo accolito Alfred Rosenberg (v.), che finirà impiccato a Norimberga come criminale di guerra, nel
libro “Il mito del XX secolo” (1930), sostennero la tesi che alla cosiddetta “razza ariana” (di fatto inesistente) spettava la supremazia su tutte le altre. Queste idee, entrate a far parte della dottrin[...] [...]ueste idee, entrate a far parte della dottrina e della politica del nazismo (v.), furono spinte fino alle loro ultime conseguenze contro gli ebrei (v.) e nel
lo stesso tempo contro i popoli dell’Europa orientale. Da qui genocidi (v.) e massacri in vari paesi e nei campi di deportazione (v.).
Si può dire che in nessun altro momento come negli anni del nazismo apparve con tanta evidenza il carattere prettamente economico e utilitaristico del razzismo istitu
distapte ovunque dai lineamenti
mrì pittori come nei meandri del suscitano avversione e disgusto
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Una pagina della rivista
zionalizzato: è un fatto che, rivolgendosi contro gli ebrei, i quali in Germania gestivano gran parte delle professioni liberali, del commercio e della media proprietà, il nazismo si guadagnò consensi nella piccola borghesia tedesca che, immiserita dalle conseguenze della Prima guerra mondiale, grazie alla legislazione razzista (v. Norimberga, Leggi di), potè subentrare nelle posizioni e nelle proprietà strappate agli ebrei. Come è[...] [...]sca che, immiserita dalle conseguenze della Prima guerra mondiale, grazie alla legislazione razzista (v. Norimberga, Leggi di), potè subentrare nelle posizioni e nelle proprietà strappate agli ebrei. Come è un fatto che i grandi agrari e l’industria monopolistica del Terzo Reich colsero nell’ideologia razzista del Nuovo Ordine Europeo (v.) un’ottima occasione per impadronirsi delle risorse economiche del continente europeo. A partire dal 1938 il razzismo venne ufficialmente esteso a tutti i paesi dominati dalla Germania. In Italia (dove peraltro questa aberrante ideologia aveva già svolto il suo ruolo per sostenere le prime imprese d’Africa e la guerra etiopica), il fascismo non esitò ad allinearsi (v. Antisemitismo), quantunque la situazione nel paese fosse alquanto diversa da quella tedesca. Sul piano della propaganda, è da ricordare La difesa della razza, una rivista assai diffusa, tra i cui collaboratori figurava l’attuale dirigente del M.S.I. Giorgio Almirante (v.). Ma le cose si aggravarono in Italia dopo I*8.9.1943, quando i fascisti r[...] [...]alquanto diversa da quella tedesca. Sul piano della propaganda, è da ricordare La difesa della razza, una rivista assai diffusa, tra i cui collaboratori figurava l’attuale dirigente del M.S.I. Giorgio Almirante (v.). Ma le cose si aggravarono in Italia dopo I*8.9.1943, quando i fascisti repubblichini divennero zelanti esecutori delle direttive naziste, fino a consegnare alle forze di occupazione intere comunità israelite, come quella di Roma.
Razzismo e neocolonialismo
Durante la Seconda guerra mondiale il razzismo registrò una battuta d’arresto nei paesi colonialisti dell’Europa occidentale non occupati dagli eserciti dell’Asse, sia per l’indignazione suscitata dalle notizie sui genocidi nazisti sia per l’inclusione di numerosi reparti coloniali e truppe “di colore” negli eserciti alleati. Dopo la sconfitta del nazifascismo, sembrò per un momento che anche l’ideologia razzista venisse definitivamente ripudiata dai governi e dalle forze politiche dei paesi democratici in nome dei diritti dell’uomo (v.). Ma, in realtà, la Dichiarazione votata aH’O.N.U. il 10.12.1948 era soltanto un documento programmatic[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 719
Brano: [...]la, Cetswayo e altri), gli emigranti europei calavano in Sudafrica e i membri delle tribù conquistate perdevano ogni diritto, diventando proletari senza terra. In tal modo, non solo la terra, ma anche il lavoro fu diviso su basi razziste: i lavoratoricoloni europei divennero infatti un “proletariato borghese” razzista, mentre gli ex schiavi e i conquistati diventavano schiavi salariati coloniali produttori di plusvalore.
Queste fondamenta del razzismo furono create durante le colonizzazioni olandese, ugonotta francese (1688) e tedesca (16521806, poi dalla metà del secolo XIX), mentre dal Sudafrica venivano esportati in grandi quantità vino, cereali, pelli e lana.
Dal 1658 i coloni europei importarono schiavi da altre parti dell’Africa e dall’Asia. Nel 1671 il governatore Goske diede inizio alle scuole segregate, proibì i “matrimoni misti”, deportò gli oppositori a Robben Island. Nel 1685 il barone von Rheede decretò la pena di morte per i “selvaggi” che avessero rapporti sessuali con donne europee. Nel 1755, in seguito a una epidemia di[...] [...] servi superstiti al genocidio delle tribù dei san e dei khoikhoin.
Le guerre di sterminio e le leggi razziste continuarono sotto il governo inglese (fino all'Act of Union del 1910) e via via crebbero quando, verso la metà del secolo XIX, si passò dalle esportazioni della lana della colonia del Capo a quelle dello zucchero dal Natal. Dal 1870, con l'arrivo dei diamanti (compresi quelli per i gioielli della Corona) e dopo il 1880 con l'oro, il razzismo aumentò ulteriormente. A ciò contribuì, nonostante il mito liberale, industrializzazione, in parte perché i lavoratori europei domandavano una barriera razziale, in parte perché gli imprenditori non avrebbero potuto sfruttare i lavoratori africani come forzalavoro a buon mercato senza le riserve, i ghetti e le leggi razziali.
La rivoluzione mineraria e quella industriale svilupparono le forze produttive, ma questo sviluppo indusse
i colonialisti a retribalizzare la popolazione oppressa, ad aumentare la discriminazione razziale e la se
gregazione. L’apartheid non risale al 1948, bensì[...] [...]ne mineraria e quella industriale svilupparono le forze produttive, ma questo sviluppo indusse
i colonialisti a retribalizzare la popolazione oppressa, ad aumentare la discriminazione razziale e la se
gregazione. L’apartheid non risale al 1948, bensì, nella sua forma moderna, al tardo imperialismo rhodesiano del XIX secolo. L’apartheid del secondo dopoguerra costituisce soltanto l’ultimo capitolo di una lunga storia di intensificazione del razzismo, spesso mascherata da una “cosmesi” antisegregazionista (in qualche parco, nelle biblioteche, nelle società sportive, negli alberghi a cinque stelle, negli aerei).
I primi ghetti risalgono a una legge del 1803, varata dai due commissari olandesi che simpatizzavano per la Rivoluzione francese, Janssens e de Mist; la legge del “pass” (sulla circolazione degli africani) fu varata nel 1808 dal governatore Caledon; le riserve risalgono alla politica messa in atto dal missionario e “abolizionista” londinese John Phillip durante le guerre contro gli xhosa, e a quella del governatore Shepstone del[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 60
Brano: Razzismo
ricorsero a coperture ideologiche di contenuto razziale, ma fecero appello soprattutto alla credenza religiosa. Le teorizzazioni razziste apparvero per la prima volta nel XIX secolo, quando sulla scia del positivismo e con la nascita della sociologia gli interessi delle classi dominanti si incentrarono, con finalità essenzialmente utilitaristiche, sullo studio della società umana. È del 185455 il Saggio sulla disuguaglianza delle razze dell’etnologo e sociologo francese Joseph Arthur Gobineau che viene considerato appunto il primo teorico del razzismo. Dopo che il naturalista e biologo Cha[...] [...]a religiosa. Le teorizzazioni razziste apparvero per la prima volta nel XIX secolo, quando sulla scia del positivismo e con la nascita della sociologia gli interessi delle classi dominanti si incentrarono, con finalità essenzialmente utilitaristiche, sullo studio della società umana. È del 185455 il Saggio sulla disuguaglianza delle razze dell’etnologo e sociologo francese Joseph Arthur Gobineau che viene considerato appunto il primo teorico del razzismo. Dopo che il naturalista e biologo Charles Robert Darwin ebbe pubblicato le sue famose opere Origini della specie (1859) e Origine dell’uomo (1871) che spiegavano l’evoluzione morfologica delle specie viventi come risultato di una selezione naturale dovuta alla lotta per la vita, gli ideologhi razzisti credettero di poter meccanicamente trasferire il darwinismo alla specie umana, anzi all’uomo moderno, e di poter collegare alle differenze morfologiche riscontrate nei vari gruppi etnici (colore della pelle, conformazione del cranio, statura, tipo di capelli ecc.) le capacità intellettuali, le [...] [...]mum^ala tfa un rmlft raào. il nrimu una pur»* ni/. *
/a italiana.
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tu* alta rami ìisiliiaii.
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“La difesa della razza”, n. 10 del 20.3.1942, con i del razzismo fascista »
10 punti
60
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 155
Brano: [...]uttamento intensivo dei giacimenti di rame, la cui produzione passò, in soli 7 anni, da 650 a 104.204 tonnellate.
In entrambe le Rhodesie, le condizioni di vita della popolazione indigena divennero tanto insopportabili che, nel 1935, si ebbero sollevazioni popolari, ma ancora una volta i coloni e il governo britannico risposero con sanguinose repressioni e con l’insediamento di presidi militari nelle piantagioni e nelle miniere.
Economia e razzismo
Mentre nella Rhodesia del Sud si aveva un'economia mista (agricoltura, miniere e fabbriche), l’attività della “colonia separata” del Nord si fondava principalmente sulle miniere, gestite óa\V AngloAmerican Corporation appartenente alle famiglie Oppenheimer, De Beers e Rhodes. Oltre che sulla legislazione razzista e sulle relative repressioni,
il potere dei bianchi si fondava sul fatto che i lavoratori europei venivano superpagati rispetto a quelli africani, per cui un'esigua minoranza di classe operaia privilegiata partecipava di fatto allo supersfruttamento della grande massa di lavora[...] [...]le miniere, gestite óa\V AngloAmerican Corporation appartenente alle famiglie Oppenheimer, De Beers e Rhodes. Oltre che sulla legislazione razzista e sulle relative repressioni,
il potere dei bianchi si fondava sul fatto che i lavoratori europei venivano superpagati rispetto a quelli africani, per cui un'esigua minoranza di classe operaia privilegiata partecipava di fatto allo supersfruttamento della grande massa di lavoratori indigeni.
Il razzismo era stato introdotto ufficialmente fin daM’inizio del secolo: nel 19013 erano state votate dal Parlamento di Londra le leggi razziste “Masters and Servants Act” e “Immorality Act” (contro i rapporti sessuali interrazziali), nonché quelle sulle riserve per i nativi, sull’apartheid nelle scuole e nelle chiese.
Nel 1922, quando ai “bianchi” della Rhodesia del Sud venne concesso l’autogoverno, anche questi vararono una costituzione razzista. Dal
1926 il “Native Affairs Act” irreggimentava gli operai africani nelle miniere e nelle piantagioni, mentre dal 1930, attraverso il “Land Apportionme[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 201
Brano: [...]i del clero, le organizzazioni cattoliche furono in prima linea nel sostenere le principali iniziative della politica fascista, in particolare la guerra di Etiopia. L’aiuto dato dai fascisti alla ribellione franchista in Spagna fu salutato come Una crociata cattolica contro il bolscevismo.
Solo verso il 193738 l’atmosfera andò nuovamente mutando. Gli svi
luppi della politica nazista in Germania colpivano anche le posizioni della Chiesa (il razzismo e il neopaganesimo nazista furono infatti condannati da Pio XI neH’enciclica Mit Brennender Sorge del 14.3. 1937). E poiché anche il fascismo si incamminava sulla strada dell’antisemitismo (v.) (nell’estate del
1938 furono emanati i primi provvedimenti contro gli ebrei, che culminarono nelle leggi razziali del novembre dello.stesso anno), si vennero a porre le condizioni di un nuovo attrito che apparentemente assunse caratteri meno aspri di quello del 1931, ma che in realtà era destinato ad incidere molto più profondamente — anche per le scadenze drammatiche che si preparavano — sull’orien[...] [...]imi provvedimenti contro gli ebrei, che culminarono nelle leggi razziali del novembre dello.stesso anno), si vennero a porre le condizioni di un nuovo attrito che apparentemente assunse caratteri meno aspri di quello del 1931, ma che in realtà era destinato ad incidere molto più profondamente — anche per le scadenze drammatiche che si preparavano — sull’orientamento delle masse cattoliche.
In verità, a parte la condanna piuttosto generica del razzismo come ideologia, le proteste delle autorità ecclesiastiche contro la politica razziale del governo fascista si indirizzarono soprattutto contro quei provvedimenti che comportavano una precisa violazione del Concordato, per esempio il divieto di trascrizione civile del matrimonio religioso fra cittadini italiani di razza ariana e persone di altra razza: si trattò cioè — anche se Pio XI, negli ultimi mesi della sua vita, sembrò molto colpito dagli sviluppi della politica fascista e nazista — di proteste delimitate, tali da non turbare seriamente i rapporti tra Azione cattolica e fascismo; e il f[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 712
Brano: [...]rré), è il principio razzista. Questo si sostanzia nell’affermazione, priva di qualsiasi fondamento storico e scientifico, della superiorità razziale del popolo tedesco, dalla quale discenderebbe l’esistenza di un suo diritto a far valere questa superiorità, eliminando dal corpo della nazione tedesca gli elementi razzialmente estranei e appartenenti a razze inferiori, a cominciare dagli ebrei, considerati i parassiti del popolo tedesco.
Ma il razzismo nazista non si esaurisce neH’antisemitismo: esso postula in generale la superiorità del popolo tedesco come Herrenvolk, in particolare nei confronti dei popoli slavi. La nuova spinta espansionistica all’est alimentata dal Terzo Reich prendeva le mosse, tra l’altro, proprio da una siffatta motivazione razzistica, ossia dalle esigenze di espandere lo « spazio vitale » di una razza e di una civiltà superiori. Al limite, infine, il razzismo antisemita e antislavo veniva a coincidere anche con l'antibolscevismo tipico dell’ideologia nazionalsocialista (per la quale il bolscevismo non era altro che un prodotto e uno strumento del giudaismo internazionale) : elementi tutti che concorrevano a rafforzare la spinta verso est del germanesimo.
Collocati entro questa prospettiva, i crimini nazisti non rappresentano che la conseguenza della traduzione in pratica delle premesse teoriche sulle quali poggiava l'esistenza stessa del Terzo Reich. Il fatto che in un primo momento le azioni terroristiche non raggiunsero le dimensioni e il car[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 212
Brano: [...]la guerra d’Africa per il posto al sole; e ancor di più alla « crociata » di Spagna, dove avrebbe voluto andare volontario e fu trattenuto a stento dall’autorità dello zio. C’era in Italia chi nutriva il sogno di un largo schieramento di Stati cattolici che, partendo dalla penisola iberica e facendo centro a Roma, arrivasse a Vienna e a Budapest: baluardo, questo schieramento, sia a Berlino che a Mosca.
Nel 1938 la dottrina fascista recepì il razzismo e parecchi cattolici fascisti entra
rono in crisi. Olivelli non fu razzista, se non nel senso moderato di difesa delle nostre caratteristiche dai rischi dell'inquinamento coloniale (specie il madamismo, il meticciato); comunque non portò mai l'antisemitismo cattolico ad avallare un qualsiasi sistema di discriminazione. Suoi compagni di studi lo ricordano difendere in collegio, con dura determinazione, la matricola Jona da certi scherzi pesanti che
lo ferivano proprio come israelita. Olivelli vedeva il rischio che col razzismo il fascismo, anziché « cristianizzarsi », si assimilasse semp[...] [...] se non nel senso moderato di difesa delle nostre caratteristiche dai rischi dell'inquinamento coloniale (specie il madamismo, il meticciato); comunque non portò mai l'antisemitismo cattolico ad avallare un qualsiasi sistema di discriminazione. Suoi compagni di studi lo ricordano difendere in collegio, con dura determinazione, la matricola Jona da certi scherzi pesanti che
lo ferivano proprio come israelita. Olivelli vedeva il rischio che col razzismo il fascismo, anziché « cristianizzarsi », si assimilasse sempre più al nazionalsocialismo, a danno infine degli stessi connotati concordatari, e — nel suo limitato campo d'azione giovanile — volle giocare grosso.
A Trieste, nel 1939, partecipò ai Littoriali (v. Antifascismo giovanile organizzato) sul tema « Romanità e razza » e li vinse.
Per l'impostazione che diede allo svolgimento del tema può bastare la citazione di un teste che non è dubbio perché è tutt'ora di parte nostalgica: « Olivelli lo [il tema razziale] sostenne meglio degli altri, non negando l'importanza del sangue, ma acc[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine razzismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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