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Il segmento testuale psicopatologico è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 27Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Ernesto De Martino, Apocalissi culturali e Apocalissi Psicopatologiche in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1964 - 7 - 1 - numero 69

Brano: [...]via L. Trupp (ed.), Millennial Dreams in Action: Essays in comparative study, 'Comparative Studies in Society and History', Suppl. II, The Hague 1962, e in ' Religions de Salut ', Bruxelles 1962 (Annales du Centre d'Etude des religions, 2).
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logico più generale. Ora proprio per non smarrire questa prospettiva antropologica unitaria, acquista valore euristico decisivo un quinto tipo di documento apocalittico, quello psicopatologico, che ci mette in rapporto con un comune rischio umano di crisi radicale, rispetto al quale le diverse apocalittiche culturali, comunque atteggiate, si costituiscono tutte come tentativi, variamente efficaci e produttivi, di mediata reintegrazione in un progetto comunitario di essercinelmondo (5). Affinché sia chiaro il valore euristico del documento psicopatologico nel quadro di una ricerca storicoculturale e antropologica sulle apocalissi, occorre in via preliminare chiarire che cosa propriamente si intende per «apocalisse psicopatologica », tanto più che si possono avanzare seri dubbi sulla opportunità di considerare unitariamente, sotto questa denominazione, stati psichici morbosi cui la psichiatria attribuisce un diverso significato clinico. I vissuti di depersonalizzazione e di derealizzazione a carattere semplicemente psicastenico (nel senso di Janet), i vissuti deliranti primari di un oscuro mutamento di senso della realtà nella schizofrenia inci[...]

[...]o, di depersonalizzazione (e di derealizzazione), di perdita della realtà mondana, soprattutto per quanto concerne le fasi iniziali della schizofrenia. Tuttavia — come viene ulteriormente chiarito nel testo— in una prospettiva storicoculturale e antropologica, queste esperienze e quel tema (che la psichiatria per i suoi fini tiene accuratamente distinti) possono essere legittimamente valutati in modo unitario nella loro comune qualità di rischio psicopatologico che minaccia in varia misura la diverse apocalittiche culturali. Nel quadro di una bibliografia essenziale sulle apocalissi psicopatologiche — nel senso ampio che qui è stato chiarito — sono innanzi tutto da ricordare i dati relativi alla « perdita della funzione del reale », al « senso di stranezza del reale » e ai « sentimenti di vuoto » contenuti nelle due opere di P. JANET, Les obsessions et la psychastenie, Parigi 1903 e De l'angoisse à l'extase Parigi 1928. Sulla più recente impostazione dei problemi relativi alla depersonalizzatione (e alla derealizzazione) e per la relativa bibliograf[...]

[...]art 1962, pp. 72 sgg. Sul «mutamento pauroso » nella schizofrenia: C. F. COPPOLA, I limiti della schizofrenia, in ' Ospedale psichiatrico ', 25 (1957), pp. 259 sgg. e A. RUBINO e S. Pmo, Il mutamento pauroso nella schizofrenia, ' Il Pisani' 83 (1959), pp. 527 sgg. Per quel che concerne più propriamente il Weltuntergangserlebnis schizofrenico sono da ricor
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calissi culturali nella loro concreta dialettica di rischio psicopatologico e di mediata reintegrazione. Lo storico della cultura e l'antropologo non possono contentarsi della ovvietà del fatto che, per esempio, il tema apocalittico del protocristianesimo non è assimilabile a nessun delirio psicopatologico, disforico o euforico, della fine, ma proprio questa ovvietà diventa per lo storico della cultura e per l'antropologo un problema da risolvere: e tanto più questa pretesa ovvietà diventa un non eludibile problema in quanto i caratteri esterni delle apocalissi psicopatologiche sembrano riprodursi anche in quelle culturali, dato che anche le apocalissi culturali racchiudono l'annunzio di catastrofi imminenti, il rifiuto radicale dell'ordine mondano attuale, la tensione estrema dell'attesa angosciosa e d'euforico abbandonarsi alle immaginazioni di qualche privatissimo paradiso irrompente nel mon[...]

[...]48), pp. 275 sgg.; R. BIRZ, Die Metapher des Untergangs in der Schizophrenie, 'Nervenartzt', 20 (1949), pp. 258 sgg.; A. STORCH e C. KuHLENKAMPF, Zum Verständnis des Weltuntergangs bei den Schizophrenen, 'Nervenartzt', 21 (1950), pp. 102 sgg.; B. CALLIERI e A. SEMERARI, Alcuni aspetti metodologici e critici dell'esperienze. schizofrenica di fine del mondo, ' Rassegna di Studi Psichiatrici', 58 (1954), fase. 1; B. CALLIERI, Contributo allo studio psicopatologico dell'esperienza schizofrenica di fine del mondo, 'Arch. di Psicologia Neurologia e Psichiatria', 16 (1955), fase. IV e V. La applicazione della Gestaltpsychologie nello studio della percezione delirante schizofrenica è stata tentata da P. MATUSSEK, Untersuchungen über die Wahrnehmung: Veränderung der Wahrnehmungswelt bei beginnendem primäre Wahn, 'Arch. Psychiatr.' 189 (1952), p. 279 e 'Schw. Arch. f. Neurologie u. Psychiatrie', 71 (1952), pp. 189 sgg. e da K. KONRAD, Die beginnende Schizophrenie, Stuttgart 1958. Per il vissuto catastrofico negli stati epilettici v. R. H. STAUDER, Zur Kenntni[...]

[...]fr. G. R. JUNG, Symbole der Wandlung, Zurigo 1952, pp. 758 sgg.
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prospettiva prescelta, avanzare l'esigenza di ritrovare — attraverso e al di là delle ineccepibili distinzioni cliniche — un carattere unitario delle apocalissi psicopatologiche che non soltanto le contrapponga alle apocalissi culturali, ma che metta a nudo il rischio dal quale le apocalissi culturali sono sempre di nuovo chiamate a difendersi. Nel documento psicopatologico della fine il mutamento di segno della realtà, la perdita di senso e la catastrofe degli enti intramondani, del proprio corpo e della stessa presenza al mondo, la caduta dei rapporti interpersonali, il progressivo e minaccioso restringersi di qualsiasi orizzonte di operabilità mondana, il carattere rigidamente privato, cifrato, incomunicabile delle rappresentazioni disforiche o euforiche che accompagnano la crisi, testimoniano di un effettivo precipitare che mette progressivamente fuori giuoco qualsiasi possibile ordine storicoculturale, qualsiasi piano comunitario di nuova valorizzazione del[...]

[...]l carattere morboso è la caduta della energia della valorizzazione della vita, il mutamento di segno della stessa possibilità dell'umano su tutto il fronte dell'umanamente e intersoggettivamente valorizzabile. Qui dunque noi siamo di fronte alla apocalisse come rischio di non poterci essere in nessun mondo possibile, in nessuna operosità socialmente e culturalmente validabile, in nessuna intersoggettività comunicante e comunicabile. Il documento psicopatologico della fine mette a nudo tale rischio con una evidenza esemplare, e già solo con ciò consente di valutare più concretamente la qualità tendenzialmente opposta delle apocalissi culturali, almeno nella misura in cui la loro dinamica rende percepibile una mediata restituzione di operabilità del mondo, una riapertura di fatto verso determinate prospettive co
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munitarie di nuove valorizzazioni della vita (quale che sia poi il modo e il grado di coscienza che di questo fatto hanno gli operatori storici impegnati in una determinata apocalittica). D'al tra parte se il dr[...]

[...] misura, e di fatto può sbilanciarsi sempre di nuovo verso la crisi radicale: ma appunto per effettuare di volta in volta tale misurazione e per diagnosticare il grado di rischiosa prossimità alla nuda crisi di talune apocalissi culturali, o in talune epoche della loro storia (o in taluni singoli protagonisti che le rappresentano), lo storico della cultura e l'antropologo debbono giovarsi delle indicazioni euristiche che provengono dal documento psicopatologico. Il ricorso a questo documento non significa quindi in alcun modo una confusione tra apocalissi culturali e apocalissi psicopatologiche, ma, al contrario, rende possibile l'approfondimento, in una direzione nuova, del nesso dialettico tra normale e anormale, tra sano e malato, fornendo al tempo stesso criteri determinati per valutare di volta in volta, attraverso il documento filologico o quello etnografico, le singole apocalissi culturali con i loro rischi di recessione verso la crisi e la effettiva potenza di reintegrazione operativa culturale che esse dispiegano (7).
(7) Un progetto compa[...]

[...]oro epoca e che sono partecipi di una storia culturale che quei rischi ha maturati. Ciò comporta la possibilità di utilizzare un documento interno di comprensione che soltanto con minore immediatezza è raggiungibile a proposito di altre apocalittiche culturali, come p. es. quella del protocristianesimo o quelle delle grandi religioni storiche o dei popoli cosiddetti primitivi (8).
Tentativi di confronto fra la apocalittica d'oggi e il documento psicopatologico non mancano nella letteratura scientifica, sia in prospettiva storicoculturale che in prospettiva psicopatologica: basterebbe ricordare a questo proposito, e nei limiti di una valutazione dell'arte moderna, le notazioni che si ritrovano nelle
diosi della psiche malata. D'altra parte con le ricerche promosse dalla Cultural Anthropology, dalla psichiatria sociale e dalla etnopsichiatria, come anche con i lavori ispirati al neofreudismo americano, il rapporto fra malattie mentale e cultura (e fra malattie mentali e società) è entrato in una nuova fase, orientandosi sia verso la problematizzazio[...]

[...]ule metodologiche di collaborazione interdisciplinare fra lo storico della cultura e l'antropologo da una parte e lo psichiatra dall'altra. Nei limiti di questo saggio, e con l'intenzione di fornire più la proposta di un progetto di ricerca che una ricerca in sé compiuta con k relative conclusioni, saranno qui allineati e commentati alcuni pochi testi indicativi, sufficienti almeno ad impostare il problema: seguirà poi il confronto col documento psicopatologico.
* * *
Un testo letterario che, per la confluenza in esso di molti temi della apocalittica di oggi, può considerarsi un esemplare punto 'di partenza e al tempo stesso la guida e il punto di riferimento dell'ulteriore discorso analitico, é senza dubbio La Nausée di. Sartre (10). Il diario di Antonio Roquentin si apre con la notifica di un mutamento esistenziale esperito in un certo giorno del gennaio 1932. In un foglio non datato che precede il diario vero e proprio, il protagonista fa cenno a vissuti di mutamento affiorati improvvisamente e accompagnati da una vaga paura come dal nascente e[...]

[...] apre con la notifica di un mutamento esistenziale esperito in un certo giorno del gennaio 1932. In un foglio non datato che precede il diario vero e proprio, il protagonista fa cenno a vissuti di mutamento affiorati improvvisamente e accompagnati da una vaga paura come dal nascente e ancor incerto proposito di annotare diaristicamente quanto gli sta capitando:
(9) Hans Sedlmayr accenna espressamente, in Verlust der Mitte, p. 165, al documento' psicopatologico come strumento atto ad illuminare da un nuovo lato alcuni caratteri a sin—tomatici » della cosiddetta sarte moderna u, quali si manifestano nell'espressionismo, nel futurismo, nel cubismo e nel costruttivismo, nel surrealismo e nell'arte onirica, etc. R. VoLMAT, in L'art psychopathologique dedica, in una prospettica prevalentemente psicopatologica, un intero capitolo alla posizione dell'arte moderna (pp. 215 sgg.). Cfr. anche G. ROSOLATO, in Confina Psychiatrica, 1964, fasc. 4°.
(10) J. P. SARTRE, La nausée, Paris 1938. La traduzione in italiano dei vari passi segue per lo più quella del Fon[...]

[...]terario Roquentin possa essere valutato come un caso clinico (ovviamente solo persone reali possono essere in una prospettiva medica valutate come casi clinici), né d'altra parte tale confronto significa che si intende ridurre La nausée ad un sintomo o ad una serie di sintomi utili per concorrere a formulare una diagnosi relativa alla persona reale del suo autore. Tuttavia fra l'apocalisse di Roquentin e quelle variamente attestate dal documento psicopatologico sussistono a somiglianze» tali da porre in modo non eludibile un problema di confronto e di rapporto, un problema che non può essere risolto con la dogmatica affermazione che si tratta di casuali somiglianze e di sostanziali diversità. Ancor meno il problema può essere eluso con qualche semplificante congettura di comodo, quale sarebbe p. es. quella che a spiegare certe « somiglianze » basta il fatto che Sartre ha utilizzato la sua conoscenza della Allgemeine Psychopathologie di Jaspers. In fondo, dietro la varia resistenza che si oppone ad un confronto del genere, condotto in modo deliberato[...]

[...]fusione ». Ovvero vien fatto di pensare, sempre a proposito di Roquentin, alla irruzione del caos nella immaginata catastrofe del mondano, ai vestiti avvertiti come viventi, alla lingua che diventa un millepiedi vivo, all'occhio beffardo che la madre scopre nella screpolatura della carne rigonfia del suo bambino, all'apparizione dell'occhio di
pietra, del gran braccio tricorno, dell'allucegruccia, del ragnomascella. 'Ma per tornare al documento psicopatologico ecco co
me questa polarità di difetto e di eccesso di semanticità si riflette nel racconto reso da René, la schizofrenica di Mme Séchehaye (21:)
Per me la follia era come un paese, opposto alla realtà, dove regnava una luce implacabile, che non dava alcun posto all'ombra e che accecava. Era una immensità senza limiti, sconfinata, piatta, piatta, un paese minerale, lunare, freddo... In questa distesa tutto era immutabile immobile, irrigidito, cristallizzato. Gli oggetti sembravano disegni di uno scenario, collocati qua e là, come cubi geometrici che avessero perduto ogni significato. Le pers[...]

[...]l mediato ricostituirsi — oltre la crisi — di un messaggio relativo alla vita e al mondo che continuano e si trasformano, e spetta altresì il compito di indicare quando questo messaggio é incerto o assente, e quando infine, nel silenzio di ogni effettiva comunicazione, ricalca i modi stessi della crisi: ma proprio per assolvere questo compito, lo storico della cultura e l'antropologo non possono non avvalersi del sussidio euristico del documento psicopatologico.
D'altra parte il confronto della apocalittica d'oggi con le apocalissi psicopatologiche giova a mettere in evidenza come nella
apparizioni post mortem di Gesù agli apostoli e ai discepoli. Ma questi « ritorni del mortorisorto », che indirettamente testimoniano di una apocalisse imminente che rischiava di non lasciar più nessun margine operativo mondano, appaiono nel Vangelo riplasmati nel senso di restituire progressivamente respiro a quel margine, e di consentire quindi il dispiegarsi di una « civiltà cristiana ». Così l'Ascensione chiude il ciclo delle apparizioni di Gesù, suggellandone [...]

[...]iano e uomo del sottosuolo » e la 4 pazzia deliberata r dei due manifesti surrealisti.
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senza felici inconseguenze, rischia di ridursi alla stimolazione tecnica di vissuti psicotici, alla loro rammemorazione più o meno fedele, o addirittura alla semplice notificazione del loro irrompere. Con ciò si assottiglia — e in casi estremi si cancella — il margine che separa i prodotti della apocalittica d'oggi dal documento psicopatologico, in quanto lo spaesamento artificiale e programmatico del mondo, laSciato senza effettiva ripresa, finisce col confondersi con lo spaesamento radicale della crisi e col suo corteo di irrisolventi conati di recupero e di reintegrazione. La ripresa valorizzatrice del rischio psicopatologico si viene così tramutando in tecnica per secondare tale rischio, e questa tecnica della catabasi senza anabasi è sempre sul punto di perdere l'acrobatico equilibrio che cerca di mantenere sull'orlo dell'abisso. L'immagine d.i un mondo spoglio di memorie operative umane, l'idolo di una natura anteriore ad ogni domesticazione comunitaria dell'uomo in società, rischiano sempre di nuovo di notificare un vissuto cieco e angoscioso che rende prigionieri e lascia senza voce né gesto. Si legge in Camus (31):
L'ostilità primordiale del mondo, attraverso i millenni, risale sino a noi. Per un istante, n[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine psicopatologico, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Action <---Adesso <---Albert Camus in Le <---Alcuni <---Allgemeine Psychopathologie di Jaspers <---Antonio Roquentin <---Aperçu <---Apocalisse <---Apocalypse <---Apokalyptik <---Aspettate <---Aspetti <---Atlante <---Aut-Aut <---Bacone da Verulamio <---Barrés <---Basterà <---Beauvoisis <---Beziehung <---Bibliografia <---Boemia <---Bouville <---Bretoni <---Bruno Gallieri <---Caffè dei Bretoni <---Cambray <---Camus <---Chiesa di Cristo <---Chiliasmus <---Christus <---Ciò <---Clinica <---Clinical Psychiatry <---Come <---Confina Psychiatrica <---Così <---Cotard <---Cultural Anthropology <---Das Reich <---Daseins <---Daseins-Umwandlung <---Daseinsanalyse <---Der Brief <---Dialettica <---Die Metapher <---Die Mitte <---Die Welt <---Dinamica <---Dogmatica <---Dépersonalisation <---Ecco <---Einmaligkeit <---Erkrangunken <---Erneuerung <---Escatologia <---Esquirol <---Faktoren <---Fenomenologia <---Filippo Lord <---Filosofia <---Filosofia della storia <---Fortschritte <---Francesco Bacone <---Garnier <---Gegenwart <---Genetica <---Genève <---Geschichtsauffassung <---Gestaltpsychologie <---Giovanni Jervis <---Gregorio Samoa <---Hans Sedlmayr <---Health <---Heidelberg <---Heilserwartungs <---Heilsgeschichte <---Hoffmannsthal <---Horn-Wien <---Ibsen <---Il Pisani <---Images <---Impétraz <---Insecuritas a dell'Archivio di Filosofia <---Kasuistik <---Kranz <---Kubin <---La Nausée <---La Rivoluzione <---Lord Chandos <---Middle Ages <---Milano-Roma <---Millennial Dreams in Action <---Millennium <---Mitsein <---Mme Séchehaye <---Méphistophélès <---Naissance <---Nativismus <---Neurologia <---Niente <---Nocturne Vulgaire <---Noia <---Oltre <---Opler <---Ospedale <---Paul Brulat <---Pensiero filosofico <---Pierre Bourget <---Pierre Loti <---Più <---Pléiade <---Pmo <---Pratica <---Prophetismus <---Prosa <---Psichiatria <---Psicologia <---Psicologia Neurologia <---Psicopatologia <---Psychiatrie <---Psychoanalytische Bemerkungen <---Psychopatologie <---Rapallo <---Rassegna di Studi Psichiatrici <---Religions de Salut <---Rencontres <---Renouvellement <---Robert Volmat <---Roquentin <---Rouen <---Salut <---Salzburg <---Sandberg <---Schiff <---Schizophrenen <---Schizophrenie <---Semaine de Sociologie <---Sienne <---Sisyphe <---Society <---Soziologie <---Storch <---Storia <---Studi Psichiatrici <---Sulla <---Sylvia L <---Symbole <---Symboles <---The Hague <---Tiefenpsychologie <---Tournebride <---Twentieth-Century <---Umsturzbewegungen <---Università di Roma <---Untergangs <---Untersuchungen <---Van Gogh <---Vella <---Vergleichende Psychiatrie <---Verlaine <---Verlust <---Verulamio <---Wahn <---Wahnerlebnisse <---Wahnstimmung <---Wahrnehmung <---Wahrnehmungswelt <---Wandlung <---Weltuntergangs <---Weltuntergangser <---Weltuntergangserlebnis <---Weltuntergsangserlebnis <---Weltvernichtung <---Zeir <---Zur Kenntnis <---afflosciano <---antropologica <---antropologiche <---antropologico <---colonialismo <---corporativismi <---costruttivismo <---cristiana <---cristiano <---cubismo <---d'Etude <---d'étrangeté <---dell'Archivio <---denunziano <---dogmatismi <---dostojewskiano <---escatologia <---escatologica <---escatologico <---eschatologie <---esistenzialismo <---esorcismo <---espressionismo <---etnologico <---eziologici <---facciano <---fenomenologica <---filologico <---futurismo <---geriano <---guardiane <---guardiani <---intravista <---italiana <---italiano <---junghiana <---marxismo <---marxista <---metodologia <---metodologiche <---metodologici <---metodologico <---millenarismi <---millenarismo <---neofreudismo <---persiane <---piscopatologici <---protocristiana <---protocristianesimo <---protocristiano <---proustiano <---psicoanalisti <---psicopatologia <---psicopatologica <---psicopatologiche <---psicopatologici <---riconquista <---rimbaudiana <---rimbaudiano <---rinviano <---rischiano <---sartriano <---siano <---simbolismo <---socialista <---sociologie <---stiano <---surrealismo <---surrealisti <---tarantismo <---testimoniano <---tologie



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