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Il segmento testuale protezionista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 42Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 577

Brano: [...]rettanto arretrata come potenza appariva la grande rivale degli Imperi centrali, la Russia zarista, dove soltanto grazie in buona misura alla presenza di capitale francese si producevano 30 milioni di tonn. di carbone e 4,2 milioni d’acciaio, ma si registravano 4 miliardi di dollari di debiti con l'estero.

La Francia (v.), dopo la sconfitta inflittale dalla Germania nel 1870, era riuscita a riprendersi economicamente ricorrendo a una politica protezionista, esportando tecnologie e capitali per 8,7 miliardi di dollari ed estendendo l'impero coloniale, ma la sua economia era facilmente vulnerabile e più esposta alle variazioni del mercato internazionale rispetto a quelle di Gran Bretagna e Germania.

L'Italia (v.), infine, durante il periodo giolittiano (19031913) aveva conosciuto una crescita annua giunta al tasso del 2,7%, un aumento della produzione in 10 anni dell'87%, uno stretto legame fra banche, industria e governo e la presenza del capitale tedesco in alcuni settori nevralgici come quello finanziario e dell’elettricità.

In tutti que[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 483

Brano: [...]fame e di ridurre conseguentemente le paghe a tutte le altre categorie di lavoratori.

Movimenti politici e Prima guerra mondiale

Nel primo decennio del nostro secolo le maggiori forze politiche del Commonwealth of Australia erano rappresentate da tre organizzazioni aventi quasi la stessa influenza elettorale. Vi erano due partiti della borghesia: l'uno conservatore, che difendeva gli interessi degli squatters (quindi moderato in politica e protezionista in economia); l’altro che esprimeva invece gli interessi della borghesia cittadina (quindi liberale in politica e liberista in economia; più un terzo partito, laburista, la cui componente di sinistra esprimeva gli interessi dei lavoratori. Questo sistema tripartitico permetteva di tanto in tanto contingenti alleanze trasversali, ma dava luogo a una continua instabilità politica, finché nel 1900 sorse un governo di concentrazione antisocialista, il ministero Deakin che, in obbedienza alle direttive imperiali provenienti da Londra, impose il servizio militare obbligatorio e una politica di arma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 43

Brano: 1

Nazionalismo italiano

ze armate, per una politica mediterranea e di espansionismo che culminarono nell’ampio sostegno dato all’impresa libica (autunno 1911), finendo con l’orientarsi in senso rigidamente protezionista (1914).

Nell’opinione nazionale, come dimostrò una inchiesta promossa nel

1912, almeno nella cerchia delle classi dirigenti, l’eco del nuovo movimento fu subito piuttosto larga (cfr. « Il nazionalismo giudicato da Letterati, Artisti, Scienziati, Uomini politici e Giornalisti italiani », Genova, 1913). Ciò non evitò le prime scissioni, che infatti si verificarono ai congressi prebellici deH’Associazione (dicembre 1912 e .maggio 1914), col distacco degli elementi democratici e dei liberali: rimase intatto il nucleo più propriamente imperialista.

Nelle elezioni del 1913 erano stati frat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 700

Brano: [...]giugno 1914 contro la guerra

industriali lombardi poco si preoccupassero degli scioperi dei lavoratori del settore e concedessero un sensibile aumento dei salari.

D'altra parte le esigenze degli operai delle industrie meccaniche e metallurgiche privilegiate dalla tariffa doganale protezionistica del 1887 sembravano coincidere in quel momento con gli interessi degli imprenditori. I lavoratori parevano infatti propensi a difendere il sistema protezionista che garantiva loro un impiego stabile e discretamente remunerato.

Questa presa di posizione, in aperto contrasto con la Direzione del P.S.I., non mancò di dar luogo a episodi (tipico quello dei lavoratori della Terni) che dimostravano in modo clamoroso il dissenso degli operai dalla linea politica del partito di Turati. Tuttavia la crisi della direzione riformista non fu motivata soltanto daH’atteggiamento dei lavoratori impiegati nelle industrie favorite dai dazi protettivi, ma derivò sostanzialmente dalla svolta in senso conservatore compiuta dalla politica giolittiana, che veniva di fat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 568

Brano: [...]o Gramsci nel vivo della polemica contro il giolittismo.

« Giolitti è sempre stato un reazionario, anzi l’esponente tipico della reazione capitalistica italiana. Il capitalismo è reazionario quando non riesce più a domjnare le forze produttive di un paese. Il capitalismo italiano ha incominciato ad essere reazionario da quando il governo italiano, abbandonato il programma liberoscambista del conte di Cavour e della vecchia destra, è diventato protezionista, e ” riformista Incapace a dominare nei quadri della libera concorrenza le forze produttive italiane, il capitalismo ha ridotto lo Stato all’ufficio di un suo diretto agente commerciale, il capitalismo ha ridotto la milizia nazionale, la burocrazia, la magistratura, tutti gli istituti del potere

governativo, all’ufficio di immediati strumenti del suo permanere e del suo svilupparsi. L'on. Giolitti è stato l’uomo politico più rappresentativo di questa azione svolta dal capitalismo in Italia. Oggi l’on. Giolitti continua e non può non continuare la sua politica tradizionale: egli è sempre lo[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine protezionista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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