Il segmento testuale propagandisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 285Entità Multimediali , di cui in selezione 23 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 656
Brano: [...]Subito dopo la proclamazione delle Leggi eccezionali fasciste del novembre 1926 espatriò per sfuggire all’arresto (latitante, verrà assegnato il 20.11.1926 a 3 anni di confino) e si portò in Francia, poi in Belgio.
A Bruxelles aderì alla “sinistra comunista” e fu tra i collaboratori della rivista “Prometeo” (v.)f poi del mensile “Bilan”. Nel 1936 accorse in Spagna, organizzò a Barcellona la Brigata “Lenin” aderente al P.O.U.M. (v.) e fu tra i propagandisti di questo partito comunista dissidente. Dopo la liquidazione del P.O.U.M. dovette tornare in Francia. All’inizio dlela Seconda guerra mondiale fu internato nel campo di SaintCyprien e poi consegnato dalle autorità francesi al governo fascista italiano che, il 30. 9.1940, lo confinò nelle isole Tremiti, dove rimase fino alla caduta del fascismo.
Secondo dopoguerra
Rientrato a Napoli nel settembre 1943, riprese i contatti con il P.C.I. e nei mesi successivi avviò la costruzione (con socialisti e azionisti) della Confederazione Generale del Lavoro Meridionale. Ben presto venne però a trova[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 603
Brano: [...]one maschile, anche dei giovanissimi, da parte dell’Austria: a migliaia i mobilitati furono destinati sul fronte della Galizia, ma per la maggior parte, non volendo combattere una guerra non voluta e non sentita, quei giovani si fecero prendere prigionieri dai russi. Nel 1917 numerosi goriziani ebbero così l’occasione di partecipare attivamente alle fasi della Rivoluzione sovietica e, rientrati nei loro paesi dopo la fine della guerra, divennero propagandisti di quella epopea rivoluzionaria, utilizzandone gli insegnamenti per l’avanzata dell’ideale socialista tra i lavoratori italiani e sloveni. Espressivo propagandista di quegli eventi fu Giuseppe Srebrnic, studente contadino (come egli amava definirsi) di Salcano, che partecipò all’insurrezione sovietica dell'ottobre 1917 e per molti mesi combattè anche neH’Armata Rossa. Rientrato a Salcano, nel 1921 partecipò alla costituzione del Partito comunista. Organizzatore dei contadini sloveni e attivo propagandista, nelle elezioni politiche del 1924 fu eletto deputato comunista al Parlamento italiano.
[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 617
Brano: [...]esponsabile col comandante militare — ai comuni livelli gerarchici — del comportamento delle unità loro affidate.
I commissari agli eserciti nacquero con le prime grandi guerre popolari moderne. Furono, più d’un secolo e mezzo fa, i commissari della Convenzione che portarono alle armate che si battevano contro tutti i tiranni d’Europa l’ardente spirito della grande rivoluzione francese: soldati fra i soldati, animatori entusiasti, agitatori e propagandisti, spietati contro i traditori, inflessibili con gli incapaci e con i vili, essi forgiarono armate che meravigliarono il mondo. I grandi movimenti di lotta popolare del nostro secolo rividero i jcommissari come protagonisti: la giovane Armata Rossa dovette a essi se riuscì a resistere contro le forze coalizzate delle truppe bianche e dei corpi di spedizione dell’Intesa. E grazie ai commissari politici l’esercito popolare spagnolo seppe contenere per più di tre anni le forze nettamente superiori dei nazionalisti e dei loro alleati fascisti italiani e tedeschi. Nel corso della Guerra di liberazio[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 333
Brano: [...]); e più tardi sarà contrario alle modalità concordate per l’adesione al P.C. d’I. da parte dei terzinternazionalisti (v.) capeggiati da Serrati, Maffi, Li Causi, ecc..
Bordiga concepiva la tattica come linea d’azione da elaborarsi soltanto tenendo conto dei principi ideologici e quindi valida per tutti i periodi, in ogni situazione; e vedeva lo stesso partito come un organismo « puro », da difendere da qualsiasi contaminazione, un partito di propagandisti
al quale — presto o tardi — i lavoratori avrebbero dato ragione. Un giudizio pertinente della concezione di Bordiga è stato dato dallo storico Raffaele Colapietra: « Per Bordiga si potrebbe ripetere la critica che Clausewitz rivolgeva ai circoli militari austriaci: tutti i loro piani riferirsi ed essere fondati sullo sfruttamento della vittoria, senza avere preventivamente stabilito se e come quella vittoria ci potesse essere. |_a visione tecnicamente, puramente rivoluzionaria di Bordiga è di una lucidità impressionante, ma vi mancano completamente gli agganci logici, i punti di passaggio [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 212
Brano: [...]esso Crispi. Ma nel 1898, con le misure reazionarie del governo Pelloux, dopo un nobile discorso alla Camera in memoria dell’amico Cavallotti, dovette rifugiarsi nella clandestinità. Riapparve fugacemente a Recanati per commemorare Giacomo Leopardi e tornò alla vita pubblica solo nel 1900, dopo la caduta di Pelloux.
L’azione di N.B, nel Polesine si indirizzò verso lo sviluppo delle leghe contadine: alla sua scuola si formarono organizzatori e propagandisti come Gino Piva e, più tardi, Giaco mo Matteotti. Intanto si svolgeva anche la sua carriera universitaria e, nel 1900, diventò libero docente di Patologia speciale presso l'Università di Napoli. Della sua indiscussa preparazione medica si servì nell’attività parlamentare, in particolare per le relazioni sulla pellagra (giugno 1890, 1893, gennaio 1897, giugno 1902), sulla malaria (giugno 1910) e per l’interdizione dell'impiego del fosforo bianco nell’industria dei fiammiferi (giugno 1908 e luglio 1909). Nel 1907 fu membro della Giunta superiore della Sanità. Nel 1912 si unì al gruppo riformista[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 108
Brano: [...]elle democrazie occidentali si dimostrò una ambigua politica di consenso e di incoraggiamento verso il nazismo, con indubbie finalità antisovietiche. L’intera umanità doveva pagarne il tragico prezzo un anno dopo, con l’aggressione tedesca alla Polonia e con lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Si veda anche la voce Cecoslovacchia.
Appelius, Mario
N. ad Arezzo nel 1892, m. a Roma nel 1946; giornalista e scrittore, fu tra i più noti propagandisti del fascismo. Direttore de II Mattino d'Italia di Buenos Aires fino al 1923, fu successivamente inviato speciale de « Il Popolo d’Italia » e, infine, corrispondente della Agenzia Stefani al seguito di Mussolini. Dopo la Liberazione si mantenne nell’ombra, anche per la grave malattia che lo aveva colpito e che, in breve, lo portò alla tomba. Sottoposto a epurazione, venne cancellato dall’Albo dei giornalisti.
M.A. si rese famoso durante la seconda guerra mondiale per le imprecazioni che amava lanciare al nemico, nel corso delle sue quasi quotidiane trasmissioni dai microfoni dell’E.I.A.R.. [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 94
Brano: [...]ione alla vita del paese (che nella Germania nazista sfocerà nel massacro « industrializzato » di milioni di esseri umani, in nome della politica razzista) ebbe nei fascisti non pochi interessati sostenitori e scellerati. esecutori. Se la politica mirante alla cosiddetta difesa della razza non ebbe in Italia quegli stessi mostruosi sviluppi registrati in Germania, ciò non dipese certamente né dalla volontà dei capi fa
scisti né dallo zelo dei propagandisti.
In realtà l’antisemitismo non ha mai avuto radici nella coscienza del popolo italiano. Nel secolo scorso un orientamento antisemita si era avuto in certa propaganda cattolica, legato al concetto degli ebrei deicidi e nemici della Chiesa, e nel periodo crispino (18871896) s’era poi manifestata la tendenza a collegare il giudaismo con la massoneria, con le organizzazioni anticlericali, radicali e socialiste. I pregiudizi cattolici e gli orientamenti politici che fecero seguito a quelle tendenze furono recepiti nel bagaglio ideologico dei nazionalisti, dei sindacalisti rivoluzionari e dei fa[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 184
Brano: [...]al sindacato.
Licenziato dalla fabbrica nel 1901, si diede all’attività sindacale e nel 1905 fu chiamato a far parte deì Comitato nazionale della Confédération Générale du Travail come rappresentante della Bourse du Travail (Camera del lavoro) di Angers.
Eletto segretario generale della C.G.T. dal 1909, partecipò in tale veste alle conferenze internazionali di Zurigo (1913), Bruxelles (1914) e Leeds (1916). In quegli anni fu tra i maggiori propagandisti del sindacalismo rivoluzionario e direttore del periodico « La Bataille syndicaliste » (19111921).
Nel 1917 fu ministro nel governo Clemenceau. Nel 1919, alla conferenza della pace di Versailles, fu nominato consigliere tecnico per lo studio della legislazione internazionale del lavoro.
Nel 1936 Léon Blum gli offrì un portafoglio ministeriale nel governo di Fronte Popolare (v.). Successivamente diventò consigliere generale della Banca di Francia.
Nella Resistenza
Nel 1940, dissoltasi la C.G.T., Jouhaux fu tra coloro che nella Francia occupata iniziarono la Resistenza. Nel 1941 il [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 795
Brano: [...]» [La violenza, dal « Corriere della Sera » del 28.3.1971).
Si laureò in Legge e in Scienze sociali, quindi esordì come giornalista.
Giornalista di regime
La carriera giornalistica di Indro Montanelli non meriterebbe particolare considerazione se non costituisse un tipico caso di conformismo, mascherato da pretese di indipendenza, e di provincialismo ammantato di falsa spregiudicatezza. Di fatto egli fu in quegli anni tra i più convinti propagandisti della politica bellica del fascismo.
« Non ho nessuna difficoltà a riconoscere che ero un delinquente potenziale — continua il Montanelli nella sua già citata nota autobiografica. — Forse di fatto non lo sarei mai diventato. Comunque, a salvarmi da questo pericolo, so benissimo cosa fu: la guerra. Fu la guerra che mi permise di sfogare quei fermenti, gli fornì un alibi, li promosse a virtù, li premiò ».
Spinto da tali interessi, Indro Montanelli andò in Africa Orientale nel 1936, prendendo parte all’aggressione d’Etiopia come ufficiale comandante un reparto di ascari (esperienza da cui [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 176
Brano: [...]vorì da un lato l'aumento numerico della emigrazione italiana facendovi affluire lavoratori siciliani in cerca di lavoro, dall'altro inviò i óuoi uomini di fiducia, “fascisti della prima ora”, a dirigere gli enti italiani, a cominciare dai Consolati, liquidando in poco tempo Vélite di vecchi borghesi massoni e liberali che fino ad allora avevano occupato tutti i posti dirigenti; nello stesso tempo, dalle antenne della radio di Stato (v. Eiar), i propagandisti del regime cominciarono a rovesciare sulla collettività residente un torrente di demagogia nazionalistica e guerrafondaia. Operata così la fascistizzazione della comunità italiana, gonfiato il ruo
lo diplomatico del Consolato generale d’Italia a Tunisi portandolo quasi a rango di Ambasciata, organizzata una politica segreta alle dipendenze dell’Ovra con scopi di spionaggio e di provocazione politica, installati a Tunisi i suoi funzionari alla testa di tutte le istituzioni do
tate di nuovi bilanci assai più cospicui a spese dell’erario italiano, trasformato il vecchio giornale ilnione in[...]
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successivi |
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine propagandisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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