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Il segmento testuale postfascismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 25Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 277

Brano: [...]Patto d’unità d’azione firmato a Parigi nel 1934).

In questo senso, nel corso stesso della lotta fu acquisito il punto di partenza di tutta la successiva politica unitaria antifascista, culminata poi nei Comitati di liberazione

nazionale, mentre nei Fronti popolari del 1936 si delineò anche il punto limite, oltre il quale l’antifascismo nel suo duplice impegno difensivocontroffensivo non potè procedere, neppure in seguito.

Prefascismo e postfascismo

Per una completa ed esauriente definizione dei caratteri del fascismo sono infine da valutare, oltre ai problemi delle origini, quelli dei suoi residui: il corso del fascismo, come accade per tutti i processi storici di qualche rilievo, in un certo senso ci si delinea in termini di period.izzazione, cioè a dire di crescita e di decadenza, di preparazione e di estinzione, con una certa gradualità. Fino a che punto si potesse parlare di « prefascismo » (e quindi virtualmente di un « postfascismo »), è una questione che è stata posta appunto nel dibattito politicoideologico (appena abbozzato,[...]

[...]izione dei caratteri del fascismo sono infine da valutare, oltre ai problemi delle origini, quelli dei suoi residui: il corso del fascismo, come accade per tutti i processi storici di qualche rilievo, in un certo senso ci si delinea in termini di period.izzazione, cioè a dire di crescita e di decadenza, di preparazione e di estinzione, con una certa gradualità. Fino a che punto si potesse parlare di « prefascismo » (e quindi virtualmente di un « postfascismo »), è una questione che è stata posta appunto nel dibattito politicoideologico (appena abbozzato, ma sintomatico e non più ripreso organicamente) cui parteciparono alla Consulta Nazionale (v.)t nel settembre del 1945, Ferruccio Parri (v.) e Benedetto Croce (v.), cioè gli uomini più sensibili del liberalismo rinnovatore e del liberalismo conservatore, quando oggettivamente l’antifascismo militante si scontrò col problema della trasformazione della società nazionale su un terreno non solo istituzionale, ma anche strutturale. La stessa questione d’altra parte è sorta con l’emersione di un nuovo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 691

Brano: Ponte, li

no al lavoro di ricominciare a passare ». Un ponte quindi tra il passato e il futuro, oltre « la voragine scavata dal fascismo »; una passerella precariamente ricostruita, e con materiali provvisori, tra il postfascismo e il prefascismo, alla ricerca di un’« unità morale » sconvolta da una crisi di disgregazione delle coscienze.

Da un antico moralismo (di ottimo stampo, anche se forse inidoneo a comprendere la complessità del presente) erano dettati i propositi di Calamandrei, persuaso che fascismo e nazismo avessero attecchito sulle ceneri della « fede nell’uomo », e che quest’ultima andasse risuscitata attorno al piano di una « costruzione morale » da cui sarebbero dipese le sorti del mondo.

La crisi del 1947

Una prima fase nella storia del « Ponte », che a partire dal 1947 passò alla Nuova Italia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 65

Brano: Realismo socialista

in tale veste, fu buon interprete delle direttive politiche degli occupanti, cioè della loro linea di mero “avvicendamento” del personale dirigente nella transizione tra fascismo e postfascismo.

Il 16.11.1943 fu designato sottosegretario agli Interni nel gabinetto Badoglio di Brindisi e si distinse nel cercar di negare la legittimità politica dei C.L.N., fino a contestare Benedetto Croce, da lui accusato di antifascismo spurio. Estromesso dal governo nell’aprile 1944, dopo l’arrivo di Togliatti e la “svolta di Salerno” che cambiava il panorama politico nel “regno del Sud”, Reale si impegnò a sostenere con altri notabili meridionali una formazione partitica nittiana, dai contorni alquanto incerti ma tendenzialmente di conservatorismo trasformistico con connotazioni qualunquistiche[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine postfascismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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