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Il segmento testuale populisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 116Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 709

Brano: [...]asse, richiedeva per un individuo intelligente una giustificazione etica e saldi principi morali » e, d’altra parte, che « per realizzare il socialismo occorrevano lotte violente perché le classi dirigenti non volevano perdere il potere, base della loro esistenza ». I suoi seguaci spinsero a fondo la propaganda fra i contadini, ma con scarso successo. Michajlovskij ebbe posizioni analoghe, ma con una concezione individualistica più marcata.

I populisti si divisero in due correnti: gli slavofili e gli occidentalizzanti. I primi mitizzavano la Russia nei suoi aspetti ancora semifeudali, guardando con diffidenza alle innovazioni che venivano dall’Occidente. Ivan Kirejevskij, che vedeva nel contadino russo il vero cristiano ed esaltava l’umiltà russa in opposizione all’invadenza latina, influenzò narratori come Dostoievskij e Tolstoi.

Gli occidentalizzanti, di orientamento laico, ritenevano invece che la Russia avesse bisogno soprattutto di una costituzione, di maggiori libertà individuali, di progresso sociale e della tecnica europea. Quest[...]

[...]istiano ed esaltava l’umiltà russa in opposizione all’invadenza latina, influenzò narratori come Dostoievskij e Tolstoi.

Gli occidentalizzanti, di orientamento laico, ritenevano invece che la Russia avesse bisogno soprattutto di una costituzione, di maggiori libertà individuali, di progresso sociale e della tecnica europea. Queste tesi furono sostenute, tra gli altri, da M.A. Bakunin (v.) e da P. Kropotkin (v„K

Contro lo zarismo

Circoli populisti che propugnavano la rivoluzione sociale furono attivi a Pietroburgo, Mosca, Kiev e Odessa. Dopo la fine della guerra Russoturca (1877), cui seguì una durissima repressione da parte della polizia zarista contro i populisti, questi passarono alla lotta clandestina, creando un « gruppo disorganizzatore » che ebbe il compito di preparare la fuga degli arrestati e dei deportati usando anche le armi. Nacque in quel periodo la corrente Terra e libertà guidata da A.l. ZeIjabov che, propugnando l’azione terroristica, provocò nel 1879 una nuova scissione tra gli occidentalizzanti. Questi si divisero in due gruppi: Spartizione della terra nera, a carattere riformista, con tendenze socialdemocratiche; e Libertà del popolo, che si prefiggeva invece la distruzione dell’autocrazia zarista, la costituzione di un governo popol[...]

[...]sia, le teorie populiste vennero vigorosamente confutate dai socialdemocratici e in particolare da Lenin che ne mise in evidenza gli errori di fondo: mancanza di legami

con la classe operaia; considerazione che la principale forza della rivoluzione fossero i contadini; mancanza di prospettive di fronte allo sviluppo del capitalismo industriale in Russia; individualismo piccolo borghese ecc..

La lotta di classe in Russia ricavò comunque dai populisti alcuni insegnamenti che ebbero un peso nello sviluppo del movimento e che si concretizzarono nella costituzione di un vero e proprio partito socialista rivoluzionario.

L.Cav.

Bibliografia: Franco Venturi, Il populismo russo, Einaudi, Torino; W. H. Chamberlin, Storia della rivoluzione russa, Einaudi, Torino; Ettore Lo Gatto, La civiltà europea Storia della Russia, Sansoni, Firenze.

Porcari, Libero

N. a Parma il 10.11.1922; ufficiale di carriera.

Sottotenente in s.p.e. dal marzo

1943, prestò servizio nella Quarta Armata e, dopo lo sbandamento dell’ 8.9.1943, tentò di raggiunge[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 308

Brano: [...]sando la celebre frase, sarebbe stato giusto dire: " Dateci un’organizzazione di rivoluzionari e solleveremo la Russia ” ».

Il suo soggiorno a Pietroburgo coincise con l’inizio dell’avanzata del movimento operaio di massa. Pertanto Vladimir llic moltiplicò i con

tatti con lavoratori d’avanguardia e con rivoluzionari (Babusckin, Bodron, Kostin ed altri) impegnandosi con tutte le sue energie di educatore per temprarli alla lotta. Frattanto i populisti avevano subito una trasformazione qualitativa; non erano più rivoluzionari che si battevano con coraggio contro lo zarismo, ma liberali democratici succubi dell’autocrazia. Da qui l’accentuarsi della critica di Lenin che, nell’estate del 1894, scrisse contro costoro il saggio Che cosa sono gli amici del popolo.

« Che cosa sono gli amici del popolo »

Accanto a un apprezzamento positivo dell’esperienza dei populisti degli anni Settanta (dei quali sono sottolineati con ammirazione il coraggio, l’eroismo, l’energia rivoluzionaria), il saggio contiene la denuncia dei populisti liberali che nascondevano il loro vero volto sotto la maschera di « amici del popolo »; quindi la dimostrazione che essi, in realtà, esprimevano gli ideali della piccola borghesia e gli interessi dei contadini ricchi (kulak].

Nello stesso tempo Lenin combatteva a fondo i cosiddetti « marxisti legali » che avevano come principale ideologo P. Struve ed accettavano soltanto alcuni aspetti della dottrina di Marx (ad esempio, la tesi del carattere progressivo del capitalismo nei confronti delle precedenti formazioni sociali), ma respingevano in blocco l’essenza del marxismo, la teoria della lot[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 679

Brano: [...]rie di Lincoln: la “ricostruzione” del Sud venne gestita da una serie di governi composti da militari e affaristi senza scrupoli che non seppero elaborare seri programmi di riforma economica e sociale. I neri, emancipati dalla schiavitù senza una riforma agraria, divennero una pura massa di mobilitazione elettorale del Partito repubblicano, mentre il Partito democratico si trasformava in una coalizione di agrari schiavisti del Sud e di contadini populisti dell’Ovest. Le stesse conquiste in tema di diritti civili vennero poi neutralizzate dal compromesso (circa 1875) tra classi bianche del Nord e del Sud, che permise il ristabilimento di fatto della supremazia bianca col terrore del Ku Klux Klan (v.).

Gi.Fr,

679



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 681

Brano: [...]zzazione delle ferrovie e delle linee telegrafiche, a una tassa progressiva sui redditi e alla teoria monetaria per la libera coniazione dell’argento (free silver). Nel 1892 venne fondato il People’s Party e questo partito coagulò le richieste delle organizzazioni agrarie in un programma elettorale che riscosse un certo successo. Nel 1896, la presentazione del leader populista W.J. Bryan in una lista comune con i democratici segnò il declino dei populisti: essi non riuscirono a imporsi come terzo partito nella realtà politica americana, ma molte delle loro richieste saranno riprese nei decenni successivi da altre forze.

L'età progressista

Si suole designare il periodo tra il

1901 e il 1917 come Progressive Era, durante le amministrazioni repubblicane di Theodore Roosevelt (19011909) e W. Taft (19091913) e quella del democratico W. Wilson (19131917). Tra i propulsori del movimento progressista si contavano, spesso con opinioni divergenti, settori del ceto medio appartenenti alle nuove professioni manageriali, imprenditori illuminati, m[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 677

Brano: [...]el movimento operaio polacco organizzato e di un partito in grado di porsi alla sua testa può essere fatta risalire al 1882: in tale anno, infatti, Ludwig Warynski, un giovane intellettuale che aveva terminato i propri studi a Pietroburgo, fondò nella zona polacca passata sotto il potere zarista russo un partito socialrivoluzionario di ispirazione marxista denominato Proletariato. Questa formazione politica, decisamente influenzata dai movimenti populisti russi, si innestò subito nelle grandi lotte della nascente classe operaia polacca che cominciava a organizzarsi nei centri industriali di Lodz, nel Krolestwo Polskie (regno di Polonia, concesso allo zar dal Congresso di Vienna del 1815) e a Varsavia.

Lo sviluppo dell’industria fu molto accelerato, soprattutto a Lodz che, da villaggio di appena 800 abitanti nel 1820, ne contava circa 42.000 quarant’anni dopo e, nel 1877, 100.000. Successivamente Io sviluppo fu ancora più rapido, soprattutto nel settore tessile, con una consistente concentrazione di capitali. M Partito Proletariato, nonostan[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 526

Brano: Perù

Haya de la Torre

Cerro, ma il tentativo fallì e il partito di Haya de la Torre venne messo fuori legge.

La nascita dell’A .P.R.A., come pure dei principali movimenti populisti dell’epoca in gran parte dell’America Latina, era legata all’esigenza di partecipazione politica posta dalle classi medie e dai problemi provocati dalla crisi nelle esportazioni.

I programmi d’industrializzazione, il rafforzamento del potere economico dello Stato, le rivendicazioni nazionali di fronte agli interessi imperialistici, la partecipazione politica delle masse popolari (sostenuta dal dispiegamento demagogico di un efficiente apparato ideologico), furono alcuni degli elementi caratterizzanti il populismo rivoluzionario « aprista ». Per lunghi anni, l’A.P.R.A. fu l’unica organizzaz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 190

Brano: [...]sa ».

Avellino

Provincia della Campania, capoluogo dell’lrpinia, con 465.000 abitanti di cui 48.000 nel capoluogo (1966); a struttura essenzialmente contadina e piccolo borghese, con rilevanti residui di carattere feudale (censi), per reddito prò capite è tra le più povere del Mezzogiorno interno.

Di tradizioni risorgimentali (i primi moti del 1921 ebbero come epicentro Avellino ed è questa la terra di Francesco De Sanctis), di fermenti populisti (vi ebbe i natali R. Matteo Imbriani) e con rilevanti influenze socialiste provenienti dalla vicina Puglia, nell’Arianese e a Caposele, non diede alcun sostanziale concorso all’avvento del fascismo. Gli episodi squadristici vi furono scarsi e improntati alla vecchia politica dei «mazzieri» (v.) òperanti al servizio di alcuni notabili e industriali locali (ad Altavilla, Solofra, Montella), oppure manifestazione di spavalderia di piccoli gruppi camorristici. Specialmente nef primi anni del regime, l’opposizione di fondo al fascismo, la non adesione degli intellettuali e dei ceti popolari, opera[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 73

Brano: [...]ito di Eisenach diretto da August Bebel e Wilhelm Liebknecht, costituendo il Partito operaio socialdemocratico tedesco.

Le tesi di quel Congresso vennero duramente attaccate, per il loro carattere opportunistico, da Marx ed Engels nel famoso scritto Critica al programma di Gotha.

In Russia, Plechanov aveva fondato nel 1883 il gruppo Emancipazione del lavoro, Tunica organizzazione politica del proletariato russo che, malgrado alcuni residui populisti, fosse chiaramente orientata in senso marxista.

In Francia, durante un congresso tenuto a Marsiglia nel 1879, erano state gettate le basi del partito operaio, detto anche « guesdista » dal nome di Jules Guesde, comunardo e fondatore del primo giornale socialista, VEgalité. L’anno successivo fu costituito il Partito dei lavoratori socialisti di Francia, con un programma redatto da Marx, Engels, Lafargue e Guesde, di chiara impronta classista. II movimento socialista francese comprendeva tuttavia un ventaglio di tendenze diverse, in forte contrasto tra loro, che andavano dalla linea intransi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 232

Brano: [...]. nel 1921. Principe russo, frequentò l'Accademia militare di Pietroburgo uscendone ufficiale dei cosacchi. Invia

to a sua richiesta in Siberia, trascorse cinque anni (186267) presso il governatorato della regione, dedicando buona parte del suo tempo a esplorazioni geografiche nella stessa Siberia e in Manciuria, durante le quali raccolse materiali scientifici di grande interesse. In Siberia Kropotkin conobbe Michailov, l'autore dell’inno dei populisti, che lo istradò verso idee socialistiche. Tornato nel 1867 a Pietroburgo, abbandonò la carriera militare per darsi alla geografia. Rifiutatosi nel 1871 di assumere la carica di segretario della Società geografica russa (rifiuto che significò una scelta prioritaria di impegno sociale rispetto a quello puramente scientifico) e mosso soprattutto dal desiderio di conoscere da vicino l’Associazione internazionale dei lavoratori (v. Internazionale, Prima]I, l’anno seguente Kropotkin si recò in Svizzera. Qui prese contatto con la Federazione del Giura capeggiata da M. Bakunin (allora assente dalla S[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 310

Brano: [...]leniniste prevalsero anche sulle questioni riguardanti lo statuto. Gli iskristi « duri » ottennero la maggioranza dei voti nelle eleziom degli o gani dirigenti. Da quel momento essi furono chiamati bolscevichi (maggioritari), mentre ai loro avversari andò il nome di menscevichi (minorilari).

Nel 1903 si offrivano ai marxisti russi due modelli di organizzazione politica: quello dei partiti socialdemocratici dell’Europa occidentale e quello dei populisti rivoluzionari russi degli anni Settanta. Ma mentre questi ultimi si erano rivelati più inclini alla congiura politica che all’azione di massa, i partiti socialdemocratici occidentali si erano adattati all’attività legale e alle condizioni della lotta parlamentare, scivolando sempre più sul piano dell’opportunismo e del riformismo. Né l’uno né l’altro modello potevano quindi valere per la costituzione di un partito veramente rivoluzionario della classe operaia, e l’aver affermato con grande chiarezza questa tesi nel II Congresso del P.O.S.D.R. segnò quindi una svolta

di grande importanza ne[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine populisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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