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Il segmento testuale populismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 287Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 709

Brano: [...]i Pietroburgo, li invitava ad andare « verso il popolo ». Herzen esprimeva la convinzione « che l’uomo del futuro fosse il contadino, sperava che la Russia giungesse al socialismo senza passare per gli stadi intermedi del capitalismo e della democrazia borghese ». Il suo messaggio fu raccolto da scrittori, intellettuali e giovani della borghesia che da quel momento si dedicarono allo studio e alla descrizione della vita contadina.

Teorici del populismo furono Lavrov (18321900) e N.K. Michajlovskij (18421904), due filosofi poi accusati di eclettismo, ma che svolsero un’azione di notevole influenza sulle loro generazioni.

Lavrov, cui si ispirarono i « socialisti rivoluzionari », contrapponeva alle esasperazioni individualistiche in cui era caduta la piccola borghesia anticonformista dell’epoca (v. Nichilismo) l’esigenza di una coscienza rivoluzionaria.

Egli affermava che « il socialismo, pur impostato sulla lotta di classe, richiedeva per un individuo intelligente una giustificazione etica e saldi principi morali » e, d’altra parte, che[...]

[...]azia zarista.

Azioni terroristiche

Dopo due falliti tentativi di uccidere lo zar Alessandro II, questo obiettivo fu raggiunto dai nichilisti l’1.3.1881. I terroristi erano giovani (fra cui non poche donne) che godevano di larghe simpatie e appoggi presso ceti borghesi i quali, pur criticando il terrorismo, odiavano l’autocrazia zarista dalla quale si sentivano oppressi.

L’uccisione dello zar segnò tuttavia l’inizio del dissolvimento del populismo, in quanto il governo, ricorrendo a una poderosa organizzazione spionistica, riuscì ad arrestare quasi tutti i componenti dell’organizzazione.

Dopo il 1881 l’episodio più saliente fu il fallito attentato contro lo zar Alessandro III. Fra gli attentatori arrestati e impiccati fu anche Alexandr Uljanov, fratello di Lenin (v.). Fra gli altri attentati va ricordato quello di Vera Zasulic che sparò al capo della polizia di Pietroburgo, ferendolo (24.1.1878).

Con lo sviluppo del marxismo in Russia, le teorie populiste vennero vigorosamente confutate dai socialdemocratici e in particolare da L[...]

[...]ale forza della rivoluzione fossero i contadini; mancanza di prospettive di fronte allo sviluppo del capitalismo industriale in Russia; individualismo piccolo borghese ecc..

La lotta di classe in Russia ricavò comunque dai populisti alcuni insegnamenti che ebbero un peso nello sviluppo del movimento e che si concretizzarono nella costituzione di un vero e proprio partito socialista rivoluzionario.

L.Cav.

Bibliografia: Franco Venturi, Il populismo russo, Einaudi, Torino; W. H. Chamberlin, Storia della rivoluzione russa, Einaudi, Torino; Ettore Lo Gatto, La civiltà europea Storia della Russia, Sansoni, Firenze.

Porcari, Libero

N. a Parma il 10.11.1922; ufficiale di carriera.

Sottotenente in s.p.e. dal marzo

1943, prestò servizio nella Quarta Armata e, dopo lo sbandamento dell’ 8.9.1943, tentò di raggiungere l’Italia del sud.

Fallito questo tentativo, partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza cuneense. Fu comandante di banda, poi di una Brigata della X Divisione « Giustizia e Libertà » nelle Langhe.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 344

Brano: [...]successivamente quella di Storia moderna presso l'Università di Genova.

Dal 1954 è professore di Storia medievale e moderna presso l'Università di Torino, nonché direttore della Rivista storica italiana. Dal 1970 è socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei.

I suoi interessi storici vertono soprattutto sulla storia delle idee democratiche e socialiste in Europa dal 1700 ad oggi, con particolare riguardo per ri i luminismo francese e il populismo russo. In particolare Venturi sottolinea l'importanza, per la preparazione e la riuscita delle rivoluzioni, della partecipazione dall'alto della cultura d'avanguardia e, dal basso, del popolo.

Bibliografia essenziale: Le origini dell'Enciclopedia, Edizioni U, Firenze, 1946; Einaudi, Torino, 1963. Il populismo russo, 2 voli., Einaudi, Torino, 1952; Idem, 1972. Utopia e riforma neH’illuminismo, Einaudi, Torino, 1970.

P.Mo.

Venturi, Lionello

N. a Modena il 25.4.1885, m. a Roma nel 1961; storico dell'arte. Laureatosi nel 1907, fu ispettore delle Belle Arti a Urbino e si diede in seguito all’insegnamento, come professore universitario a Torino. Volontario nella Prima guerra mondiale, all'indomani del conflitto acquistò una crescente fama come studioso di Storia dell'arte e critico. Nel 1931, sempre a Torino, fu uno dei pochissimi docenti universitari che si rifiutarono di giurare fedeltà al re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 708

Brano: [...]44 Poppi passò volontariamente le linee e raggiunse Roma. AH’indomani della Liberazione fu chiamato a Milano, quale membro del Comitato economico del C.L.N. A.I.. Allo scioglimento di tale organismo tornò a Reggio Emilia, abbandonando la vita politica attiva.

Bibliografia: O. Poppi, Il Commissario. Intervista sulla Resistenza a Modena, a cura di L. Casali, Modena, 1979; L. Casali, Storia della Resistenza a Modena, Modena,

1980.

L.Ca.

Populismo

Movimento politico e corrente di pensiero sorti nella Russia zarista nel secolo scorso e favorevoli all’organizzazione di comunità agricole, contro la burocrazia e l’industrializzazione.

Il populismo russo sorse e si sviluppò dal 1840 al 1890, prima che si affermassero in Russia i gruppi marxisti. Originariamente il populismo individuava la principale forza rivoluzionaria nei contadini, ritenendo che soltanto le loro rivolte potessero rovesciare il dominio degli zar e dei proprietari fondiari, ma nel 1880 il movimento degenerò in forme di sciovinismo.

Sul piano culturale, il termine «po

708



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 617

Brano: [...] autodifesa José Antonio dirà: « Ho redatto quasi tutti i principi ideologici della Falange spagnola della quale sono il capo » (P. Farias Garcia, El pensamiento fundamental de J. Antonio”, Buenos Aires, 1940, p. 202).

L’opera di altri leader come Ramiro Ledesma o Onésimo Redondo sarà tenuta in ombra e dimenticata, anche se l’incorporazione dei loro scritti avrebbe arricchito solo sotto l’aspetto aneddotico il discorso (forse accentuandone il populismo demagogico) poiché, come è logico, sui temi fondamentali i vari testi sono concordi.

In questo senso è molto interessante leggere il libro di A. Rodriguez de Valcàrcel, vicesegretario generale della Falange, “Una etapa politica” (Madrid, 1969).

È da sottolineare inoltre come la maggioranza della borghesia spagnola abbia rinunciato a una delle sue tradizionali caratteristiche, cioè all'esercizio dell 'analisi razionale, per accettare un discorso irrazionale che dichiarava esplicitamente il rifiuto di qualsiasi tipo di organizzazione o di programma: « Si dice che non abbiamo un programma:[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 517

Brano: [...]to strumentale o dettato dall’opportunità di coprire gli spazi lasciati liberi dalle dissolte leghe socialiste, ma esprimeva anche quelle pulsioni “rivoluzionarie” inizialmente presenti in una parte del movimento squadrista. Per quanto riguardava il Senese, nelle località caratterizzate dalla presenza di forti concentrazioni operaie (come il monte Amiata) i fascisti si ammantarono di un certo anticapitalismo, mentre nelle campagne tendevano a un populismo ruralista che troverà perfino un’espressione letteraria nella rivista II Selvaggio, pubblicata a Colle Val d’Elsa da Mino Maccari (v.).

Si trattava di tendenze che nei loro aspetti più inquieti e “antiborghesi” vennero ben presto marginalizzate, mentre per il resto collimavano con le esigenze del fascismo giunto al potere. Gli anni del regime fascista furono infatti caratterizzati da una piena restaurazione agraria: i mezzadri si videro cancellare tutte le conquiste precedentemente ottenute e, nel contratto di mezzadria, vennero anzi aggiunte nuove norme che accrebbero la dipendenza della [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 526

Brano: [...]sigenza di partecipazione politica posta dalle classi medie e dai problemi provocati dalla crisi nelle esportazioni.

I programmi d’industrializzazione, il rafforzamento del potere economico dello Stato, le rivendicazioni nazionali di fronte agli interessi imperialistici, la partecipazione politica delle masse popolari (sostenuta dal dispiegamento demagogico di un efficiente apparato ideologico), furono alcuni degli elementi caratterizzanti il populismo rivoluzionario « aprista ». Per lunghi anni, l’A.P.R.A. fu l’unica organizzazione di massa nel Perù, la sola in grado di agire a livello nazionale, locale, professionale, di quartiere e persino all’interno del movimento operaio, in concorrenza col Partito comunista. Questo era sorto nel 1930 per trasformazione del Partito socialista che aveva avuto tra i suoi fondatori e come primo segretario José Carlos Mariategui, un intellettuale di grande prestigio.

Durante una prima fase, Haya proclamò i principi « socialisti » del suo partito, dichiarando essere compito fondamentale della sua azione [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 525

Brano: [...] La sconfitta subita con la Guerra del Pacifico provocò una grande crisi per l’economia peruviana e favorì i settori dominanti più asserviti al capitale internazionale. Si affermò quindi in Perù un modello di sviluppo di tipo coloniale, attraverso il libero ingresso dei capitali esteri (soprattutto nordamericani) e il rilancio dell’economia mineraria e agricola. Tale processo fu politicamente guidato dal Partido democratico.

V* aprismo » e Jl populismo

Durante la Prima guerra mondiale, in seguito aH’andamento favorevole delle esportazioni peruviane, si affermò la lunga dittatura militare di A.B. Leguìa (191930), la quale accentuò il processo di centralizzazione statale delle risorse del paese.

La crisi mondiale del 192930 provocò la nascita di nuovi equilibri politici. Uno dei fenomeni più tipici nel continente latinoamericano fu

10 sviluppo di movimenti e regimi di tipo nazionalpopulista. Nel 1924 Victor Raul Haya de la Torre aveva creato in Perù I ’Alianza popular revolucionaria americana (A.P.R.A.) e, dagli anni Trenta, tale mov[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 514

Brano: [...]ente nel segno della « terza posizione fra comuniSmo e capitalismo », si accompagnò una serie di campagne demagogiche nei campi della sanità, dell’educazione, dell’edilizia popolare e dell’assistenza sociale, abilmente condotte da un apparato di controllo verticistico che invadeva tutti I campi della vita quotidiana.
Sotto il profilo ideologico, il giustizi alismo (Perón impose tale denominazione alle sue «dottrine») unì all'interclassismo e al populismo demagogico d'ispirazione cattolica una carica nazionalistica e antiparlamentare, esaltando il ruolo dell’esercito, delle organizzazioni corporative, del sindacato verticale, del « movimento peronista ». Puntando sullo sviluppo deM'industria in una fase di profonde trasformazioni sociali, il peronismo favorì il rafforzamento delle organizzazioni popolari e sindacali, ma trasformandole in base istituzionale del regime.
Molti furono i punti che il peronismo ebbe in comune con le tendenze autoritarie di destra tipiche degli anni Trenta e Quaranta in Europa e in altri paesi deH’America Latina. Il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 119

Brano: [...]io, non va confuso con l’anarchismo che è pur sempre un movimento rivoluzionario di classe. Il nichilismo entrerà invece nel bagaglio ideologico della destra reazionaria, fino al concetto della volontà di potenza del superuomo, in una visione elitistica.

Bibliografia: Philosophisches Woerterbuch, A. Krober Verlag, Stuttgart 1960 (si veda la voce « Nihilismus » con annessa bibliografia); G.B. Arnaudo, Il Nichilismo, Torino 1970; F. Venturi, Il populismo russo, Torino 1952.

E. Ni.

Nicola, Felice

Bimbo. N. a Strona (Vercelli) il 29. 5.1905, ivi m. il 24.4.1956; operaio filatore.

Giovanissimo, aderì al P.C.d’I. e svolse intensa attività politica tra gli operai tessili della Vallestrona. Nel 1927, accusato di appartenenza all’organizzazione comunista clandestina e di istigazione contro lo Stato, fu condannato dal Tribunale Speciale a 11 anni e 8 mesi di reclusione. Scontato il carcere, venne inviato al confino di Ponza, dove rimase 5 anni.

Dopo l’8.9.1943 partecipò alla lotta partigiana nel Biellese, assolvendo importanti compiti [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 855

Brano: [...]enuta dal sacerdote con il patriarca di Venezia Giovanni Melchiorre Sarto, futuro papa Pio X.

La Lega democratica nazionale

Dopo lo scioglimento dell’Opera dei Congressi (dicembre 1905) Murri con altri cattolici fondò a Bologna la Lega democratica nazionale, praticamente in opposizione alla vecchia linea di azione cattolica. La Lega traduceva in termini autonomistici un programma avanzato in tema di sensibilità sociale, che non era il vago populismo di don Aibertario e di Toniolo, ma una precisa qualificazione e una scelta politica. C’era nella impostazione dei giovani leghisti una sincera e non più strumentale adesione alla democrazia, una accettazione della libertà altrettanto naturale e moderna, il senso dei valori di un’Italia nuova, l’abbandono di ogni forma di legittimismo, l’aspirazione a uscire di minorità per entrare nella vita politica come partito e scindere le due sfere dell’azione politica e di quella cattolica. Autonomia sì, e non contro la Chiesa, ma sul modello di quanto da anni i cattolici avevano ottenuto e praticavano [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine populismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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