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Il segmento testuale popolarismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 56Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 701

Brano: [...]a, io credo che risponda meglio agli ideali di quella rigenerazione della società in Cristo, che è l’aspirazione prima e ultima di tutto il nostro percorrere, agire, lottare [...] La necessità della democrazia nel nostro programma? Oggi non la saprei più dimostrare, la sento come un istinto; è la vita del pensiero nostro. I conservatori sono dei fossili per noi, siano pure dei cattolici ». Non dovette reputare del tutto sincera la conversione al popolarismo da parte di alcuni autorevoli esponenti del cattolicesimo conservatore, se in seguito ebbe a scrivere: « Coloro che nel '19, pur essendo nell’ala conservatrice, entrarono nel partito, lo fecero principalmente perché l’onda bolscevica li spingeva verso un partito dell’ordine, quale nel fatto era il Popolare, che si proclamava costituzionale, legalitario, eticamente cristiano [...] Essi non diedero mai al Partito una adesione completa, né molti di essi ebbero una percezione esatta della natura sociale e democratica del popolarismo ».

Il confronto tra le varie componenti del partito si esplic[...]

[...]e in seguito ebbe a scrivere: « Coloro che nel '19, pur essendo nell’ala conservatrice, entrarono nel partito, lo fecero principalmente perché l’onda bolscevica li spingeva verso un partito dell’ordine, quale nel fatto era il Popolare, che si proclamava costituzionale, legalitario, eticamente cristiano [...] Essi non diedero mai al Partito una adesione completa, né molti di essi ebbero una percezione esatta della natura sociale e democratica del popolarismo ».

Il confronto tra le varie componenti del partito si esplicò, durante il Congresso di Bologna, nel dibattito intorno alla questione sociale, esplosa di fronte ai gravi problemi del dopoguerra. Tutti si trovarono però d’accordo nel proposito di condurre la battaglia per l’adozione del sistema proporzionale nelle elezioni politiche e nell’intenzione di presentare, nella contingenza elettorale, liste di partito autonome, rifiutando, di conseguenza, d’aderire ai blocchi clericomoderati retaggio del Patto Gentiioni.

« Le difficoltà — scriverà don Sturzo — erano enormi: il passato clericomo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 373

Brano: [...]li confronti ideologici. Organismi operativi di tale movimento erano, oltre alla Scuola (che funzionava in maniera autonoma rispetto all’Azione cattolica), numerose cooperative e cantine sociali sparse nella provincia, la Banca Cattolica del Veneto: nella stessa orbita agivano naturalmente il Seminario e prelati come i monsignori Stocchiero, Mistrorigo, Arena e Tagliaferro (ardimentoso arciprete di Schio), tutti legati a protagonisti del vecchio popolarismo e sindacalismo cattolico che avevano denunciato il tradimento delle classi padronali ai danni della povera gente contadina.

L'esistenza di famiglie vicentine notoriamente antifasciste nel settore politico cattolico, d’altra parte, era un fenomeno tipico del capoluogo e ciò spiega il progressivo sviluppo resistenziale che ebbe qui la parte cattolica, con la quale mantennero comunque rapporti effettivi le altre forze politiche e democratiche, i socialisti, i comunisti, i liberali e gli azionisti.

Il Partito comunista

Il processo di fusione di vecchi antifascisti con quelli più giovani,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 178

Brano: [...]ompiuti contro il regime di Mussolini. Prosciolto in tribunale da tali accuse, ritornò al suo lavoro di avvocato e all’associazionismo cattolico secondo le forme allora tollerate. Qui ebbe modo di mantenere prudentemente i contatti con alcuni ex popolari, vittime della stessa situazione, e di intraprenderne dei nuovi con esponenti giovani.

Alla caduta del fascismo nel 1943 U. Tupini già svolgeva attività clandestina per riannodare le fila del popolarismo sturziano insieme ad Alcide De Gasperi e a Giuseppe Spataro. Il suo nome quindi figura a pieno diritto tra i promotori della Democrazia cristiana (v.), nella quale ricoprì fin dall’inizio varie cariche di responsabilità, da Consigliere nazionale a membro della direzione.

Secondo dopoguerra

Dopo aver partecipato attivamente alla Consulta nazionale, gli elettori

marchigiani lo votarono per l’Assemblea Costituente, nella quale egli svolse un ruolo piuttosto importante neH’impostazione giuridica dell’art. 7, da lui poi riproposto più estesamente in un saggio dato alle stampe. Senatore di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 120

Brano: Trento

dell'area cattolica (in conseguenza anche dell’introduzione del suffragio universale da parte dell’impero austroungarico) si diffuse nel Trentino un nuovo tipo di popolarismo, rivolto verso i contadini: nacquero così le Leghe e le Alleanze contadine e in qualche caso (come nella Lega d’isera) non del tutto allineate coi vertici della gerarchia cattolica.

Dal canto loro anche i socialisti organizzarono le proprie cooperative, soprattutto negli anni tra il 18961898, puntando sulle cooperative di consumo e di produzione. Nel 1899 si ebbe la costituzione del Segretariato e della Camera del lavoro di Trento. Fu precisamente a questo ufficio che, con l’incarico di segretario e di direttore de “L’Avvenire del Lavoratore”, nel 1909 venne chiamato il giovane Benito Muss[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 11

Brano: [...]a difesa di comunisti e anarchici accusati di sovversivismo contro lo Stato nelle cosiddette “giornate rosse” anconetane del 1926. In quello stesso anno venne arrestato per antifascismo. Circa il carattere politico delle sue non frequenti prese di posizione pubbliche, si può dire che in pratica risentissero degli orientamenti meno conformistici del cattolicesimo italiano fra le due guerre, soprattutto per i legami da lui mantenuti con uomini del popolarismo sturziano. Nel 1923 fu tra i primi organizzatori della Democrazia Cristiana nelle Marche.

Secondo dopoguerra

Si spiega in tal modo il suo emergere nella zona, aH’indomani della liberazione delle Marche, come uno dei principali organizzatori della

D.C. (di cui fu segretario provinciale ad Ancona, poi segretario regionale) e conseguentemente l’appoggio elettoralistico in continua crescita volta a volta ricevuto per la Costituente prima, per il Parlamento poi.

Fece rapida carriera nella D.C. degasperiana, dentro la quale però egli si riconosceva piuttosto nella sinistra “gronchiana”,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 704

Brano: Popolare italiano, Partito

fu costretto a scontare 16 mesi di carcere, mentre Donati e Francesco Luigi Ferrari (v.) raggiunsero don Sturzo in esilio.

« Siamo sempre nell’ora della crisi profonda — aveva scritto lo stesso F.L. Ferrari all'indomani del l'approvazione della "legge Acerbo" — l’ha detto anche Mussolini. Il suo sforzo è di uscirne, il suo castigo è di non esserne capace. Egli ha distrutto il popolarismo di ieri, ma ha rafforzato quello di domani [...] Ecco il grande compito nostro: imprimere ad una corrente che è giovane di anni, ma deve soprattutto ringiovanire nello spirito, quella combattività austera e pura, costante e diritta, che valga a richiamarle d’attorno le disperse ansietà, gli sconforti umilianti, le energie aspettanti e le generosità insopprimibili del popolo italiano. Esso ha bisogno di qualche cosa che lo attragga e lo avvinca ed in cui possa legittimamente fidare negli sforzi della sua rinascita [...]. Non si combatte mai per una idea, quali sono la libertà e la democrazia, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 138

Brano: [...]idamento interno fu completato con i Patti Lateranensi (v.).

Già nel 1926 c’erano stati contatti tra Santa Sede e governo fascista per arrivare ad una definizione dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia. La lotta del Partito fascista contro il P.P.I. e contro le associazioni cattoliche aveva avuto la sua contropartita in una serie di provvedimenti favorevoli alla Chiesa, che mostravano come Mussolini non intendesse dare alla lotta contro il popolarismo nessun significato religioso; quelle misure, che indicavano anzi l’intenzione del fascismo di presentarsi come il difensore del cattolicesimo, andavano dall’introduzione dell’insegnamento religioso nelle scuole all’obbligo — per le stesse scuole e per gli uffici pubblici — di esporre il crocifisso.

Nello stesso tempo, però, per poter rafforzare il regime sul piano interno, il fascismo doveva riaffermare con la massima energia di essere la sola organizzazione politica in Italia; di qui la costante tensione con le associazioni cattoliche (v. Azione cattolica e fascismo) e

lo scioglimento [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 497

Brano: [...]tribuno, si ergeva quella di un altro amico degli umili, il cardinale Dusmet, vissuto sempre in povertà, col quale

il socialista De Felice collaborò nelle opere di assistenza rivolte ai colerosi, alle vittime dell’Etna e agli indigenti in generale. Deputato e sindaco di Catania, De Felice finanziava ogni anno con i fondi comunali la spettacolare festa della Patrona, tanto da suggerire ad Antonio Gramsci la forse troppo severa definizione di « popolarismo socialista mescolato col culto superstizioso di Sant’Agata », a proposito dell'imponente e articolato movimento popolare per tanti anni capeggiato dal De Felice.

Questi, eletto consigliere comunale fin dal 1885, s’era incontrato più volte a Palermo, in quello stesso anno durante il colera, e a Roma nel 1886 per la commemorazione di Oberdan, e nel 1888 in occasione della celebrazione dell’anniversario della Comune di Parigi, con Andrea Costa (v.), che convinse a portarsi a Catania per un giro di propaganda socialista. Costa accettò, andò in Sicilia e, nella seconda metà del settembre 1888, [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine popolarismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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