Brano: [...]rno.
Non parlo che mio padre Antonio Pasquale Rubano é stato arrestato in Baronia. E per la morte di Pietro.
Basta. Vengono dunque il 22 di aprile 1954, e dalla sera del 21 mi mettono l'assedio per chiudermi nella casa. Alle 5 di mattino cominciano a bussare forte, nella porta. Esco e dico che ci avevo la bambina a sonno. Era ammalata. Chiedo silenzio. Il maresciallo non credeva. Viene e trova la bambina, a letto, malata. In pianto.
Basta. Mi pigliano e mi portano a Nuoro per l'arresto. Non hanno perquisito: tutte le altre volte lo avevano fatto. Mi tengono a Nuoro un mese nelle carceri ed il 20 maggio mi giudicano per il confino. Dicevano che la bambina era stata legittimata da Pasquale ora. Impostori! Dal 1949 non lo ho più visto. O, falsi giudiziari! Siccome ero fidanzata di Pietro credevano che dovevo ora essere fidanzata con Pasquale.
E dove stiamo?!
Sono loro che vogliono spingere a questo e a farci credere che i banditi sono una grande cosa.
La bambina é rimasta sola. Ero disperata. La volevano mandare in un istituto di suore. La[...]
[...]no stati i miei figli. E sono venuti a cercare i soldi del sequestro in casa mia! Nella perquisizione mi hanno chiesto mille lire ed io glie le ho date,' ma ho chiesto pure di firmarle perché non fossero cambiate con falsità. Si sono rifiutati. E le mille lire non le ho più viste in casa. Hanno lasciato tutto a terra, biancheria e grano. Il 19 dicembre 1949 arrestano Raffaele e Santino, rilasciano Raffaele e il 4 gennaio 1952 arrestano Nicola. Ripigliano Raffaele. E Francesco stesso, dietro promessa dei carabinieri, si costituisce il gennaio del 1953.
Stanno in carcere e si farà giustizia : per quanto della giustizia, stando a quello che ho visto nella mia lunga vita, tante volte bisogna temere. Mio figlio Raffaele non si è ancora costituito, ma se vi racconto quello che gli é successo l'altro arresto (e lo sa tutto il paese) potete capire perché ci pensa. Il 13 di giugno 1928 — come saprete — ad Orgosolo avevano ucciso un maresciallo dei carabinieri, certo Colomo Antonio, con un colpo solo mentre andava a cavallo. Per ingiustizia hanno accu[...]
[...]ca. La colpa è di essere comunista. E comunista io e due figli di 15 e 12 anni. Un terzo, di 1 anno, lo sari. Il danno, potete immaginarlo. Questa donna, che sono io, malata, con i bambini (uno fa il barbiere) e mio marito confinato e malato.
Il nostro « banditismo » è che vogliamo lavoro, tranquillità, e pace in paese. Chi ci ha a vedere coi banditi? Loro. Come poliziotti, carabinieri. Ma anche il confino, la miseria non ci scoraggiano. Uno ne pigliano e, ingiustamente lo condannano, dieci capiscono come stantio le cose. Lavorano per noi. Perché noi stiamo con la vera giustizia, lottiamo e lotteremo. Sparendo l'ingiustizia spariranno i delitti, il banditismo ».
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SORIGHE PIETRO fu Giuseppe, di anni 72:
« Di tre miei figli vi racconto il calvario.
Antonio, pastore, di anni 33, il 1947 è imputato per una rapina che non ha fatto contro uno di Mamojada da un proprietario di Lanusei. Lo arrestano, lo processano e gli danno sei anni di carcere. Si fa tutti i carceri di Lanusei, Cagliari, Civitavecchia, Asinara. Rilasciato, il 26 dicembre 1953[...]
[...]nfino. Faccio l'appello e riconoscono la sua innocenza : lo rimandano a casa prima del tempo. Sta in casa pochi giorni, poi se ne deve andare per lavoro in campagna. E allora lo accusano ancora, infamemente, di essere appoggiatore di banditi: 1 mese di carcere, 1 anno di confino. E la seconda croce.
Giuseppe, di anni 33, pastore. Poveretto, é un po' non fermo di mente. E un poco insulso, insomma. Un giorno sta in campagna e, il primo d'anno, lo pigliano e lo arrestano. Non gli fanno nemmeno la visita medica che ne aveva bisogno, poverino. Lo tengono 20 giorni nel carcere. È tornato nel paese come matto. E la terza croce.
Siamo al punto che non possiamo più andare in campagna a lavorare: solo per andare c'è la paura dell'arresto. Diteci quando verrà la salvezza da questa giustizia ingiusta, dai diavoli che ci opprimono ».
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« Sentite e scrivete. Io sono GIUSEPPE MUSCAU fu Andrea, pastore, di anni 45. La mia famiglia esiste da quando é esistito il paese. Per la nostra gloria non abbiamo che un ergastolano in famiglia, un errore della giusti[...]
[...] mucchio di coltelli, che tutti se li toglievano di dosso di iniziativa loro: e sono rimasti ai carabinieri perché
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INCHIESTA SU ORGOSOLO
nessuno per un coltello ha voluto passare il pericolo di andare a ripigliarlo. Sempre guardavano e arriva il turno mio.
C'era un carabiniere che mi conosceva. Non ci avevo penna, che non la ho avuta mai in vita mia, e non ci avevo orologio perché il mio é troppo grosso a portarlo : è il sole. Poi mi pigliano e mi mandano nell'altra stanza dove stavamo almeno in 100 o 200. « Aprite, aprite, per carita. Qui si soffoca! ». Anche qui la finestra era chiusa. e ci dicevano di non avvicinarci neppure: sparavano subito. C'era il brigadiere Paganello, che ha ucciso a Emiliano Succu. Dopo che ci hanno trattenuto ancora un'ora fermano il fratello di Emiliano, Natale, due altri ancora e Giuseppe Sorighe, il semideficiente. A me mi hanno mandato a casa. Tutto il paese era pieno di carabinieri. E ho saputo che erano entrati pure in casa nostra a buttare tutto in aria per la perquisizione.
j — Documenti. Chi é[...]