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Il segmento testuale paternalismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 443Entità Multimediali , di cui in selezione 22 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 470

Brano: [...] nel 1934 fu arrestato e condannato dal Tribunale Speciale a 10 anni di reclusione.

Dopo I '8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza reggiana. Fu organizzatore delle formazioni partigiane dell'Appennino reggiano, poi commissario politico della 145* Brigata Garibaldi.

Dopo la Liberazione è stato assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio Emilia, nonché membro del comitato direttivo dell’A.N.P.I.

Paternalismo

Forma di potere autoritario mascherata da apparenze « paterne », ap

parentemente illuminata e comprensiva dei bisogni dei dominati, che in realtà vengono invece trattati alla stregua di persone immature. In politica, il paternalismo ha avuto la sua principale espressione storica in talune monarchie assolute del secolo XVIII, costrette a concedere diritti costituzionali e riforme dalla lotta dei loro sudditi. In campo economico, il paternalismo viene largamente usato dal padronato per impedire la lotta di classe.

Il paternalismo padronale

Si intendono quella tecnica e quell’ideologia padronale di controllo e di concessione, che hanno preso corpo con l’emergere stesso della « questione sociale » nel corso dell’accumulazione capitalistica e della rivoluzione industriale.

Il paternalismo padronale che si sviluppò in Italia insieme al formarsi delle prime grandi concentrazioni industriali della seconda metà del secolo XIX mirava a realizzare in fabbrica alcune istituzioni (libretti di risparmio, buoni casa, mutue ecc.) nonché certe infrastrutture urbane (case operaie, asili, scuole, chiese, luoghi di ricreazione ecc.) coniugando l’intento « umanitario » con lo scopo politico e sociale di estendere anche fuori della fabbrica il controllo padronale sulla vita intera del lavoratore.

Nei primi decenni dopo l’unità d’Italia, il gruppo degli industriali paternalisti, tra cui spic[...]

[...]e al lavoro industriale, che derivavano appunto dal fatto di essere forzalavoro ancora inserita in un mondo rurale tradizionale. Poiché la stabilità della forzalavoro era una condizione decisiva per

lo sviluppo deH’industrializzazione, l’imposizione di una rigida disciplina doveva essere perseguita non so

lo attraverso i lunghissimi orari lavorativi, ma anche e soprattutto sequestrando l'intero tempo di lavoro e di vita dell’operaio.

Il paternalismo organico padronale si caratterizzò in tal senso attraverso la decisione di costruire le cosiddette « città sociali »: tra le più famose, quella di Leumann a Torino, il Villaggio Crespi suN’Adda, fino a quelle del citato Alessandro Rossi a Schio e di Marzotto (v.) a Valdagno. Tali insediamenti presentano generalmente le seguenti caratteristiche: creazione di infrastrutture urbane nei dintorni di una fabbrica costruita in zona isolata, mantenimento della struttura socioeconomica del mondo rurale intorno allo stabilimento in modo da costituire un passaggio non traumatico dal lavoro familiare a q[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 14

Brano: [...]e, con i rilevanti profitti che ne seguirono, Agnelli potè tra l’altro iniziare la costruzione della « FIAT Lingotto », e assumere con Riccardo Guaiino la direzione della Società di Navigazione Italo Americana (SNIA), che si trasformerà poi in industria chimica.

Agnelli e il fascismo

Diventato presidente della FIAT, dal 1920 G. A. fu tra i più autorevoli protagonisti degli aspri conflitti sociali del primo dopoguerra. Tentando la carta del paternalismo, nell’ottobre 1920, a conclusione del movimento di occupazione delle fabbriche (v.), giunse a proporre alle organizzazioni sindacali torinesi la trasformazione della FIAT in cooperativa gestita dagli stessi operai. Ma nel 1921, definitivamente staccatosi da ogni posizione «liberale», preferì accostarsi alle organizzazioni fasciste e finanziare gli organi di stampa che le sostenevano. L’1.3.1923, date le sue benemerenze, fu nominato senatore e il 19.12.1923 fu tra gli stipulatori del patto di palazzo Chigi che segnò il riconoscimento ufficiale dei sindacati fascisti da parte della organizzazio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 154

Brano: [...]endo o affermando nuove forze popolari. Per la prima volta, fra il 1919 e il 1920, era apparso sulla scena un movimento di massa e si assisteva a un incipiente e largo risveglio degli strati contadini, in particolare dei ceti mezzadrili. L’associazione degli ex combattenti, il Partito popolare, appena fondato, e il Partito socialista trovarono un seguito nu; meroso nelle campagne e negli stra ti piccolo borghesi e artigiani dei centri urbani: il paternalismo tradizionale della vecchia classe dirigente (caratteristica l’esperienza di fine secolo del principe Odescalchi che, proprio ad Ascoli, aveva potuto fondare uno pseudo « partito operaio » a base locale e in funzione elettorale) stava entrando definitivamente in crisi.

AITinterno della destra liberale e conservatrice, già nel primo anno del dopoguerra era in atto un primo parziale ricambio: la mano stava passando da Luigi Dari, ex ministro nel governo Salandra, a Giovanni Tofani, capo del più moderno stabilimento industriale della città, cresciuto di importanza con la guerra, uomo di tenden[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 606

Brano: [...]ffermava che non vi sarebbe stato « posto domani da noi per un regime di reazione edulcorata e neppure per una democrazia zoppa. Il nostro sistema politico, sociale ed economico non potrà essere se non di democrazia schietta ed effettiva. Del governo di domani il Comitato di Liberazione Nazionale è oggi una prefigurazione ». Subito dopo, il 15 febbraio, prendeva un solenne impegno di fronte alla classe operaia sulle effettive distruzioni di ogni paternalismo di tipo fascista che aveva escluso per lunghi anni le classi popolari dal governo del paese; e proclamava la volontà di fondare « una nuova democrazia popolare che tragga forza ed autorità unicamente dal popoio. Così si creerà un nuovo regime di giustizia sociale che aprirà finalmente al popolo le vie del progresso civile, di un lavoro libero e fecondo, di una nuova umanità ».

L’attività legislativa e di governo

Con queste premesse, il grande sciopero dell’inizio del marzo 1944 non trovò più il C.L.N. per l’AIta Italia impreparato, che anzi questo era venuto appoggiandone attivamente la[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 204

Brano: [...] il generale Eisenhower.

Le elezioni parziali del 1954 per il rinnovo del Congresso, restituendo la maggioranza parlamentare al Partito democratico, indicarono allo stesso presidente che la sua popolarità era stata seriamente intaccata dal clima politico imposto dai Dulles e da McCarthy. Eisenhower cercò allora di favorire una cauta inversione di indirizzo in politica interna e di ottenere un allentamento della tensione internazionale. Con un paternalismo impregnato di spunti moralistici, tipico di certa classe dirigente americana, tentò di affrontare i problemi interni e quelli dei paesi sottosviluppati in chiave di moderatismo assistenziale, e in par

Eisenhower candidato del Partito repubblicano alla presidenza degli U.S.A.. Sono con lui la moglie Mamie e Richard Nixon, poi vicepresidente (Convenzione di Chicago, luglio 1952)

te riuscì, malgrado i limiti e le contraddizioni di questo nuovo indirizzo, a rettificare il precedente corso della politica repubblicana. Significativi furono, in questo quadro, il rifiuto degli Stati Uniti d’int[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 269

Brano: [...]cisti superarono, sia pure di poco, quelli raccolti dai popolari e dagli altri partiti. Poi, con le “leggi eccezionali” del 1926, l’egemonia fascista in città divenne completa, senza dar luogo a gravi scontri.

Gli anni del regime

Negli anni del fascismo, l’economia autarchica (v. Autarchia) del regime e il corporativismo fascista (v.) avvantaggiarono grandemente l’industria di questa zona. La crescita impetuosa della “Marzotto” e l’accorto paternalismo del suo titolare Gaetano Marzotto ridussero alquanto lo spazio alle forze di opposizione, tanto da potersi dire che fino al 25.7.1943 non si riscontrarono a Valdagno significativi episodi di antifascismo, né tra la classe operaia (dove tuttavia per alcuni anni rimase qualche traccia delle vecchie organizzazioni operaie socialiste e comuniste) né tra il ceto intellettuale. Sono da ricordare, nel 1932, il rinvenimento di stampe “sovversive” nei locali del “Circolo operaio rionale” (così ribattezzato dopo lo scioglimento del Circolo operaio) e la permanenza di elementi socialisti tra gli amminis[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 272

Brano: [...]ovunque, leghe di ogni categoria. Così anche i contadini, che erano andati via via sottraendosi all’influenza del padrone e del clero, comparvero attivamente sulla scena presentando rivendicazioni molto avanzate, come a San Gimignano

(1902) e a Granaiolo (1906), e lasciando deserti i poderi dai quali i loro dirigenti erano stati sfrattati per rappresaglia.

Di fronte a ciò, furono vani i tentativi dei proprietari terrieri di far rivivere il paternalismo delle S.M.S. tramite le associazioni liberalmonarchiche. Neppure i circoli cattolici di

tendenza murriana (v. Murri, Romolo), nonostante la loro polemica antiborghese qui ebbero seguito, anche perché non furono sostenuti dalla gerarchia ecclesiastica. Così i socialisti conquistarono, oltre a quello di Colle, anche i comuni di Castelfiorentino (1902) e Certaldo

(1903); Giulio Masini occupò (1902) nel Consiglio provinciale di Firenze il seggio spettante al mandamento di Castelfiorentino (già appartenuto al moderato castellano Antonio del Pela) e nel 1904, l’anno stesso ih cui usciva a Cer[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 283

Brano: [...]one aziendale all’Università (con speciale riguardo alla matematica attuariale e alle discipline scientifiche del lavoro), iniziò di fatto la propria ascesa verso i vertici dell’azienda, che raggiunse nel

1928 con la nomina a direttore generale e amministratore delegato. Nel quadro dello sviluppo del complesso torinese in piena sintonìa con i'imoerante regime fascista, la personalità autoritaria del Valletta, inteqrata da un dosato e sapiente paternalismo, ebbe modo di rivelarsi appieno nella cosiddetta “politica assistenziale” del monopolio automobilistico (anche in sotterranea

283



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 662

Brano: [...] fabbrica alimentare Torrigiani (poi passata alla Arrigoni), quindi in una situazione di facile controllo padronale e di continuo ricatto, la raggiunta integrazione tra fascisti, industriali, autorità dello stato e (dopo la « conciliazione » del 1929) anche Chiesa cattolica, assicurava al gruppo dominante ampia possibilità di attuare un condizionamento pressoché totale della popolazione, ricorrendo secondo i casi alla repressione poliziesca e al paternalismo peloso. Per



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 203

Brano: [...]turzo e Attilio Piccioni, ai socialisti delle varie tendenze come Mondolfo e Carlo Rosselli; fino all’anarchico Camillo Berneri e al comunista Andrea Viglongo.

Per combattere Mussolini, scriveva Gobetti in una postilla all’articolo di Mario Ferrara intitolato “Noi e le opposizioni”, « occorreva smascherarlo con una intransigenza feroce, preparando con l’esempio una situazione storica in cui l’effettiva lotta rendesse impossibili i costumi del paternalismo e le dittature plutocratiche mascherate da dittature personali. Questo era il vero antifascismo, era la vera politica dell'opposizione. Ma nessuno ci contraddirà se affermiamo che soltanto “La Rivoluzione Liberale” seppe porsi fin da principio su questo terreno. Non ci fu nei primi mesi altra opposizione così disperata e inesorabile al regime e a Mussolini. Combattevamo Mussolini come corruttore prima che come tiranno; il fascismo come tutela paterna prima che come dittatura; non insistemmo sui lamenti per la mancanza di libertà e per la violenza ma rivolgemmo la nostra polemica contro gli it[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine paternalismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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