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Il segmento testuale parlamentarismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 180Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [Le relazioni] P. Togliatti, Gramsci e il leninismo in Studi gramsciani

Brano: [...]ogressive e il partito stesso della classe operaia svolgono prima della conquista del potere, conduce a distinguere, nella organizzazione politica della società quale risulta dallo sviluppo storico precedente, ciò che è valido e ciò che non è valido, ciò che può essere conservato, ciò che deve essere modificato e ciò che deve essere distrutto.

Senza entrare in troppi particolari, è evidente che in questa luce deve essere visto il problema del parlamentarismo. Era assurdo chiedere alla rivoluzione proletaria di dare vita a un regime parlamentare, proprio in un paese dove non era mai esistito un parlamentarismo. Ma in altri paesi, dove il Parlamento sia riuscito ad avere un contenuto di democraticità, come forma di consultazione ed espressione della volontà popolare, anche a mezzo di esso si può risolvere il problema di far accedere le masse lavoratrici, non solo all’espressione della loro volontà, ma ad una partecipazione attiva alla direzione della vita economica e della vita politica, pur restando fermo che l’accesso al potere della classe operai significa sempre una estensione delle forme di democrazia diretta.

Punto di partenza e fondamento di tutte queste ricerche è l’affermazione che sono [...]



da Asiaticus, Due tesi sull'evoluzione dei paesi ex-coloniali. [sopratitolo: "democrazia nazionale" e "Nuova democrazia"] [sottotitolo: Diverse vie di sviluppo per i popoli del Terzo mondo - Dalla democrazia al socialismo. Le prime esperienze storiche in Mongolia, Cina e Turchia - Il ruolo dirigente del proletariato] in KBD-Periodici: Rinascita 1963 - 1 - 26 - numero 4

Brano: [...]Esso è uno dei significati del concetto di democrazia nazionale.
In secondo luogo, la democrazia nazionale, se si distingue nettamente dalla democrazia socialista, non è tuttavia meno diversa dalla democrazia borghese di tipo occidentale. La democrazia nazionale non è fondata sul principio della libera iniziativa, e un importante settore economico statale esiste per esempio oggi in Indonesia, nel Mali, in Guinea, nel Ghana. Essa ignora anche il parlamentarismo borghese e tende piuttosto ad associare al potere forze vitali della nazione come i sindacati e i movimenti giovanili e femminili. Sussiste tuttavia un importante settore privato, e non sono i. partiti comunisti nè il marxismoleninismo che dirigono effettivamente questi paesi; non si tratta dunque di una variante afroasiatica delle « democrazie popolari » dell'Europa orientale.
Si tratta infine di una via, di una tendenza, e non di un tipo di Stato stabilito una volta per tutte, e definito con criteri rigidi e statici. Cercare di fare l'elenco degli Stati a democrazia nazionale, come lo si p[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] U. Cerroni, Gramsci e il superamento della separazione tra società e Stato in Studi gramsciani

Brano: [...]ne) pone sempre l'accento sul concetto di « autogoverno delle masse » proprio per sottolineare la fine dell'antagonismo tra pubblico e privato, il progressivo riassorbimento delle funzioni politiche nelle funzioni sociali. Egli scrive per esempio: « Il tipo di Stato proletario
1 Mach., p. 94.
112 1 documenti del convegno
non è la falsa democrazia borghese... ma la democrazia proletaria che realizzerà la libertà delle masse lavoratrici; non il parlamentarismo, ma l'autogoverno delle masse attraverso i propri organi elettivi; non la burocrazia di carriera, ma organi amministrativi creati dalle masse stesse, con la partecipazione reale delle masse all'amministrazione del paese e all'opera socialista di costruzione ». Di piú. Si ripete in Gramsci una prospettiva che Marx stesso aveva appena accennato quando nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico affermava che « in uno Stato razionale conviene piuttosto far l'esame per diventare calzolaio che funzionario esecutivo dello Stato », che cioè si deve ridurre la funzione politica a fun[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] P. Togliatti, Il leninismo nel pensiero e nell'azione di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]storico e di una volontà collettiva 1. Il regime dei partiti diventa una necessità della storia e l'affermarsi della classe operaia è affermarsi e avanzata del partita politico che la esprime.
Già per Hegel, il partito era una trama « privata » dello Stara, e questa concezione prevede lo Stato parlamentare 2. Il marxismoleninismo non solo estende questa concezione, ma la rinnova. Dalla esperienza sia delle rivoluzioni borghesi, sia dello stesso parlamentarismo, deriva la nozione del partito come strumento del potere e per la conquista di esso. La classe borghese non si serve solo di questo strumento, che per essa è sussidiario, per attuare e mantenere il suo dominio. Questo parte dal mondo della produzione. Neanche la classe operaia, quando il capitalismo è giunto a un certo grado del suo sviluppo, si serve soltanto del partita politico per contrastare il dominio borghese e prepararne la caduta, anche perché si muove nell'ambito degli istituti borghesi. Il partito però diventa per essa lo strumento principale. La consapevolezza della propria funzio[...]



da Baratono (relatore per la mozione unitaria) con presentazione di Argentina Altobelli (presidente), e Giovanni Bacci, Discorso di Baratono in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]i lo ammettete, la guerra stessa ha provocato in tutti i paesi; si sono formati una mentalità piccoloborghese, una mentalità dunque riformistoide, non precisamente riformista come programma, ma con un atteggiamento riformista, con una spirito di riformista.
Il loro riformismo consiste principalmente in questo: nel collocare la meta piú in qua della rivoluzione, senza negare la rivoluzione. Guardano l'immediato presente, o vivono nella sfera del parlamentarismo e del possibilismo contingente, senza escludere che domani si possa, si debba, si voglia fare la rivoluzione.
Noi respingiamo questa mentalità che è alla destra, ma anche alla sinistra del Partita, e crediamo che sia incompatibile ormai col Partito socialista, per una semplice ragione: che non appena voi in un'azione qualunque ponete come meta qualche cosa al di qua della rivoluzione, fate del riformismo anche se quest'azione fosse violenta. Perché la differenza fra il metodo rivoluzionario e quello riformista non è nella peculiarietá di un certo atto: rivoluzionario sarebbe anche il mio att[...]



da George Lukacs, La mia via al marxismo [traduzione di Ugo Gimelli] in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...]el movimento operaio ecc., impegnandomi così in una revisione continua dei fondamenti filosofici. Tuttavia questa latta per impadronirsi della dialettica marxista durò molto a lungo. Le esperienze della rivoluzione ungherese mi mostrarono bensì molto chiaramente la fragilità di ogni teoria sindacaleggiante (funzione del partito nella rivoluzione), ma un soggettivismo ultrasinistro é sopravvissuto in me ancora a lungo (posizione nel dibattito sul parlamentarismo, 1920; atteggiamento nell'azione del marzo 1921). Questo mi impediva soprattutto di intendere veramente ed esattamente il lato materialistico della dialettica nel suo significato filosofico più comprensivo. Il mio libro Storia e coscienza di classe (1923) mostra molto chiaramente questo passaggio. Nonostante il tentativo, già consapevole, di superare ed « eliminare » Hegel con Marx, ,Rrpb1emi_ decisivi_.di dialettica venivano risolti idealisticamente (dialettica della natura, teoria del rispecchiamento ecc.). La teoria della Luxemburg sull'accumulazione, ancora da me mantenuta, si mescolava [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine parlamentarismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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