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Il segmento testuale ordinovista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 54Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 52

Brano: Terracini, Umberto

Terracini sottolineando l’esigenza dell’accentramento delle decisioni che, tuttavia, non poteva risolversi « soltanto in una meccanica sostituzione della volontà del Comitato centrale alle volontà singole e individuali ». Occorreva, egli disse, « creare una mentalità, una forma di giudizio, una volontà egualmente diffuse nel partito ».

Fu l’unico “ordinovista” eletto nell'esecutivo del P.C. d’L In verità, non sembra che egli aderisse in modo formale ad alcuna corrente, probabilmente perché fin d’allora era abituato a confrontare le proprie opinioni con la realtà, prima di scegliere la propria strada o avanzare proposte.

Non accettò la costituzione degli Arditi del popolo (v.), che considerò « una manovra interessata di elementi borghesi desiderosi di stornare una parte delle energie proletarie svegliate dagli attentati fascisti », ma in questo caso non aveva ragione.

Svolse una notevole attività internazionale e, nel giugnoluglio 1921, parte[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 93

Brano: [...]o Giacomo Matteotti e che, abbandonate le tradizioni parlamentari e riformiste, avrebbe preso la strada delle tendenze dittatoriali e rivoluzionarie. Ciò avrebbe gettato la propria lunga ombra sin sugli anni della Resistenza, e oltre.

La nascita del Partito comunista d'Italia (v. Comunista italiano, Partito) è cosa che solo in parte riguarda Torino: il primo “capo” ne fu infatti Amadeo Bordiga (v.), napoletano e distante dalle idee del gruppo ordinovista quant’altri mai (sebbene il “numero due” del P.C. d'I. fosse Umberto Terracini); il fatto è che, passate le illusioni rivoluzionarie, si avanzava quella che acutamente Angelo Tasca avrebbe definito « la controrivoluzione postuma e preventiva »: il fascismo.

Con le sue tradizioni liberali e socialiste Torino, unica tra le grandi città italiane, rimase sostanzialmente estranea al fascismo. A esso furono ostili sia gli operai (che erano socialisti e, dopo il 1921, sia pure in minoranza, anche comunisti), sia i “borghesi” (fedeli sostanzialmente all’ideale liberale giolittiano) sia

il ceto [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 92

Brano: [...]niziativa di un gruppo di giovani intellettuali, tra cui primeggiava Angelo Tasca (v.) assieme ad Antonio Gramsci e Umberto Terracini (v.). Nella redazione era anche Paimiro Togliatti (v.).

Il nuovo settimanale apparve subito orientato a proporre l’avvento, anche in Italia, di un moto rivoluzionario il quale avrebbe dovuto avere esiti simili alla presa di potere da parte dei bolscevichi, verificatasi in Russia nell’ottobre del 1917. Il gruppo ordinovista credeva di ravvisare nelle fabbriche italiane (o, meglio, torinesi) «un embrione di soviet»: la commissione interna, poi trasformatasi in consiglio di fabbrica (v.). Altri ha posto in rilievo le differenze enormi che separavano il “consiglio” delle officine torinesi dal soviet russo: altri ancora ha sottolineato sia il fatto che i soviet erano stati inizialmente estranei alle concezioni di Lenin, sia le diversità di sostanza tra il pensiero di quest'ultimo e quello di Gramsci e degli altri ordinovisti: sta di fatto che il gruppo aveva fatto nascere a Torino l’embrione di una concezione del mo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 26

Brano: [...]utralismo intransigente, partecipando come oratore alle manifestazioni indette a Torino nel maggio del 1915 contro l’intervento militare dell’Italia. Mobilitato e inviato al fronte, non smise di dichiarare fedeltà alle proprie posizioni e, nel 1917, plaudì alla rivoluzione russa.

Dirigente comunista

Nell’immediato dopoguerra aderì al gruppo dell 'Ordine Nuovo (v.) e fu tra i fondatori del settimanale. Nel momento culminante dell’esperienza ordinovista dei Consigli di fabbrica mostrò di interpretarne la funzione in termini riduttivi, di carattere esclusivamente sindacale, non

Angelo Tasca negli anni Venti

dimeno partecipò attivamente al movimento di occupazione delle fabbriche ed essendo stato eletto nel frattempo segretario della Camera del lavoro di Torino, fu tra i più attivi dirigenti degli operai in lotta. Gli erano tuttavia chiari i limiti di quel movimento e fu tra i critici della tesi che fosse possibile un’azione rivoluzionaria affidata alla sola iniziativa torinese, priva cioè di alleanze con i settori riformisti. Profondame[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 796

Brano: [...]ssi camuffati, di « pregiudizi ». Per contro, l’unico « preconcetto » dei marxisti, il « metodo », avrebbe saputo aggredire il reale giungendo a scoprire la « verità », approdo negato agli avversari.

La direzione di R. G ri eco

A dirigere la rivista fu praticamente Ruggero Grieco (v.) che, proprio in quei mesi, stava allontanandosi dalle posizioni di Amadeo Bordiga (v.), fino a quel momento condivise per accostarsi alla linea che il gruppo ordinovista tentava di imporre nel partito nato dalla scissione di Livorno.

In realtà, l’iniziativa di fondare una nuova rivista era stata inizialmente del lucano Michele Bianco, che nel luglio 1922 aveva aderito alla frazione terzinternazionalista del P.S.I.; solo in un secondo momento Amadeo Bordiga che, uscito dal carcere nell’ottobre 1923, aveva trovato alla testa del partito un nuovo gruppo dirigente, utilizzerà « Prometeo » come tribuna e organo ufficioso della sua corrente, nell’estremo tentativo compiuto per riconquistare l’egemonia. Ciò spiega come bordighiani fossero pressoché tutti i collab[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 637

Brano: [...]ità di organizzare a Pistoia un convegno per verificare le forze presenti nel circondario. A questo convegno, svoltosi nella campagna vicino al capoluogo, parteciparono 25 delegati, un numero rilevante se si tiene conto delle condizioni di semiclandestinità in cui doveva operare il partito.

Durante il convegno furono messi in minoranza i bordighiani, capeggiati dal deputato Onorato Damen. Alla sconfitta del bordighismo contribuì soprattutto l’ordinovista Ugo Trinci: fu questo il suo ultimo importante contributo alla costruzione del partito perché, successivamente, Trinci venne colpito da dure persecuzioni poliziesche che ne fiaccarono il fisico, anche se non riuscirono mai a piegarlo moralmente.

Nel novembre 1925, al Congresso circondariale del P.C.d’l., presieduto da Mauro Scoccimarro, Carobbi potè comunicare che gli iscritti al partito erano aumentati di 15. Il successivo Congresso interregionale, presieduto da Egidio Gennari, confermò l’indirizzo antibordighiano con una maggioranza schiacciante del 98%.

Nel duro 1926, l’anno delle le[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 635

Brano: [...]enza negli Stati Uniti come emigrato, aveva preso parte al movimento sindacale della W.W.U..

Alla fine del 1920 Argentieri fu sostituito da Onorato Damen, un bordigbiano di origini emiliane. La sinistra socialista pistoiese aveva anche altri dirigenti, come Ermindo Gargini (poi emigrato in Francia), il già citato capo storico Giovanni Martini (che nel 1920 operava a Bologna, insieme a Bucco) e diversi giovani, fra cui il tipografo Ugo Trinci, ordinovista convinto.

Nelle elezioni amministrative dell'ottobre 1920 il P.S.I. ebbe una grande vittoria, conquistando il Comune di Pistoia, i centri operai di San Marcello e Sambuca, i comuni agricoli di Larciano e Lamporecchio. Nella vai di Nievoie (ancora in provincia di Lucca) fu rovesciato il precedente rapporto di forza e i liberali, capeggiati da Ferdinando Martini, furono estromessi quasi dappertutto.

In seguito all’attiva opera di propaganda e di organizzazione condotta da alcuni sacerdoti, fra i quali si distinsero don Dario Fiori (Sbarra), don Ceccarelli organizzatore delle Casse rurali,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 266

Brano: [...] al Congresso socialista di Livorno (v,) la scissione del P.S.I., il giornale divenne « quotidiano del Partito comunista », per assumere, nell’ottobre 1921, il definitivo sottotitolo di « organo del Partito comunista d’Italia »,

Ma ora la responsabilità della stampa di partito (comprendente, oltre alI’« Ordine Nuovo », Il Comunista di Roma e II Lavoratore di Trieste) spettava direttamente all’Esecutivo del P.C.d’I. che, dell’originario nucleo ordinovista, aveva accolto solo Terracini, accanto a Bordiga e ai suoi seguaci come Bruno Fortichiari, Ruggero Grieco e Luigi Repossi. Pur nell’isolamento che costò a Gramsci la fondazione del nuovo partito, malgrado il clima di guerra civile scatenato dal fascismo, nonostante le schermaglie tattiche intestine e l’intensificata attività organizzativa, il quotidiano da lui diretto, ribadendo nei fatti la continuità rispetto al settimanale, seppe essere « un giornale di pensiero, singolarissimo in Italia, conscio dell’importanza dei problemi nazionali, preoccupato di fondare una coscienza politica nuova e [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine ordinovista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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