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Il segmento testuale operaiste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 23Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 127

Brano: [...]uenza, sull'arretratezza ideologica del movimento operaio italiano nei primi decenni dopo la unificazione, si riesce a cogliere soltanto uno dei isuoi aspetti: se ne colgono, cioè, gli elementi di stazionarietà, senza cogliere, nello stesso tempo, quelli di sviluppo. Se è vero, infatti, che le influenze mazziniane e poi bakuniniane rimasero per qualche tempo forti nel movimento operaio italiano, è anche vero che in esso si svilupparono ideologie operaiste e socialiste che vanno collegate con le trasformazioni che, contemporaneamente, si

avevano nel campo industriale e, più in generale, neH’economia italiana (non a caso l’operaismo ebbe il suo centro a Milano, mentre il socialismo, oltre che nelle città, si sviluppò nelle zone agrarie in cui i rapporti di produzione avevano raggiunto uno stadio più avanzato, nel senso dello sviluppo capitalistico) .

Certo, per qualche tempo dopo l’unificazione le società operaie continuarono ad avere un carattere prevalentemente mutualistico e, quando cominciarono ad assumerne uno politico, ciò avvenne so[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 132

Brano: [...] al Patto di Roma del 1890, aveva affermato che il proletariato doveva organizzarsi in un suo partito, la cui ideologia avrebbe dovuto essere quella marxista. Alla conoscenza di questa ideologia in Italia il Labriola arrecò in quegli anni un contributo determinante: in lui, Engels potè finalmente trovare un valido interlocutore.

Il Partito socialista dei lavoratori fu fondato a Genova nel 1892, in un congresso in cui le tendenze anarchiche ed operaiste furono battute.

L'obiettivo della classe operaia italiana era indicato nella socializzazione dei mezzi di lavoro e nella gestione sociale della produzione, e poteva essere raggiunto soltanto con l’« azione del proletariato organizzato in partito di classe, indipendente da tutti gli altri partiti ». Tale azione si sarebbe esplicata, sia come « lotta di mestieri per i miglioramenti immediati della vita operaia (orari, salari, regolamenti di fabbrica, ecc.), lotta devoluta alle Camere del lavoro ed alle altre Associazioni di arti e mestieri », sia come « lotta più ampia intesa a conquistare i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 239

Brano: [...]la Sezione femminile presso la Camera del lavoro di Milano (per iniziativa di Linda Malnati, Giuditta Brambilla, Carlotta Clerici). Nel 1890 la Kuliscioff tenne una conferenza su « Il monopolio dell'uomo », poi pubblicata in opuscolo.

Nel 1891 partecipò alla fondazione del Partito dei lavoratori italiani e fu presente al Congresso internazionale socialista di Bruxelles. Al congresso di Genova (1892), fu suo l’o.d.g. che respingeva le tendenze operaiste esposte da Alfredo Casati. L’anno prima era nata la Critica Sociale (v.) diretta da Turati e da lei stessa: in 35 anni vi scrisse solo una decina di articoli, ma molti altri pezzi, a firma TK oppure Noi, non erano che il frutto della sua assidua e stretta collaborazione con Turati, di cui divenne consigliera e giudice ascoltata. Non solo la produzione politica di Turati, ma anche quella dei giovani amici (Claudio Treves, Ivanoe Bonomi etc.) che frequentavano in quegli anni la sua casa, risentivano fortemente dell’influenza di Anna Kuliscioff.

In carcere

Durante la repressione crispina d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 368

Brano: [...]piano politicoistituzionale (anche se da fronti contrapposti) che su quello politicosociale deH’organizzazione degli interessi della società, del mondo produttivo e del lavoro.

Occorrerà arrivare al foglio settimanale della società degli operai Il Lavoro, pubblicato dalla tipografia palermitana di Cesare VoJpes nel 1865, per avere i primi elementi di giudizio sul nuovo aggregarsi (sotto la spinta di una certa propaganda repubblicana) di forze operaiste e progressiste. Da qui, attraverso il mazzinianesimo e l’anarchismo bakuninista, si giunse al radicalismo della fine degli anni ’80 e al superamento deH’anarcooperaismo pro

fessato dal Circolo operaio educativo.

Quest’ultimo, sorto a Palermo nel gennaio 1892, ebbe l’adesione di Vito Papa e Salvatore Cagliari, che erano stati in contatto con Saverio Merlino, Errico Mai atesta e con l’anarchismo spagnolo. Da simili esperienze e più ancora da quelle portate avanti da giornali come La Nuova Era del popolo (1889), su cui scriveva Giovanni Bovio, e \lsola, il quotidiano di Napoleone Colajanni[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 648

Brano: [...]po Turati, Paolo Valera, Carlo Rossi, P. Perla, Rinaldo Bezza e Francesco Piccinini (che sarà assassinato a Lugo da avversari politici). Pubblicò anche numerosi scritti di Giulio Valles, membro della Comune di Parigi.

Primo giornale marxista

Questo foglio può essere considerato il primo fulcro del movimento operaio italiano che trovò il proprio coagulo organizzativo con la costituzione del Partito Operaio e con l’avvicinamento fra correnti operaiste e intellettuali socialisti.

Di fronte al dualismo delineatosi in seno alla Prima Internazionale fra la corrente di Marx e le altre (soprattutto la bakuniniana), «La Plebe » si schierò con Marx. Nel 1872 il giornale fu segnalato da Engels che, in esso, vedeva l’unico sostegno alla diffusione delle idee marxiste in Italia.

Nel 1883, poco dopo la morte di Marx, sul n. 4 della rivista apparve un intero capitolo dedicato allo scomparso, di cui venne anche riprodotta l’immagine, forse la prima apparsa in Italia. Vennero anche pubblicati i discorsi pubblicati da Engels e Liebknecht. Fu, questa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 545

Brano: [...]à d’Italia, la provincia di Siracusa era ai livelli più bassi. Mentre esercitavano la loro egemonia partiti clientelari, trasformisti e ministeriali, alcuni Circoli operai legati a programmi di mutuo soccorso vivevano in modo asfittico; duravano

10 spazio d’un mattino alcuni fogli [La Voce del Popolo, 1869; Ora e sempre, 1873; Popolo nuovo, 1889;

11 Fascio operaio, 1891) sostenitori di posizioni culturali e politiche internazionalistiche e operaiste. Le masse bracciantili (l’80% della popolazione agricola) stavano ai margini, oppresse dalla miseria e dall’ignoranza.

A ragione Francesco Mormina Penna, un repubblicano studioso del pensiero mazziniano, nel 1891 definiva Siracusa « borgo putrido ».

Nella provincia l’incidenza dei latifondi sull’intera superficie agraria era del 22,9%, coprendo 76.316 ettari: non era dunque così grande come nel Palermitano e nel Nisseno, dove raggiungeva rispettivamente il 35 e il 41,7%. La proprietà era da tempo abbastanza frazionata, anche per l’uso frequente dell’enfiteusi nella fascia costiera e più[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 300

Brano: [...]mutuo soccorso con un totale di 5.264 soci, tra cui 1.839 erano i muratori e gli scalpellini. In tali organizzazioni, quantunque presiedute da industriali o esponenti della nobiltà e del clero, i lavoratori cominciarono a prendere coscienza del proprio stato e a condurre le prime lotte sotto la guida dei mazziniani. Ma il collegamento con il movimento operaio milanese (soprattutto a Gallarate e a Busto Arsizio), favorì la penetrazione delle idee operaiste e socialiste.

Risale ai primi del 1883 la costituzione della Società Figli del Lavoro a Busto Arsizio, a opera di Giuseppe Cantù, Pietro Panza, Gilberto Bel lotti, Carlo G rampa e Carlo Venegoni. Nel 1885 fu costituita a Varese la Federazione delle Società operaie (di orientamento moderato), ma nello stesso anno sorse anche la Lega dei Figli del Lavoro, con alla testa il falegname Luigi Alesini, avente un chiaro carattere di classe e in collegamento con il Partito Operaio.

Al Congresso di Genova (1892), dal quale sarebbe sorto il Partito dei lavoratori italiani (poi socialista), furono [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine operaiste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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