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Il segmento testuale nisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 90Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 617

Brano: [...]ell'U.R.S.S. aveva conquistato per l'impulso di Lenin; ci pare che la passione violenta delle questioni russe stesse vi faccia dimenticare che i vostri doveri di militanti russi possono e debbono essere adempiuti solo nel quadro degli interessi del proletariato internazionale ».

La lettera esercitava pressioni sulla maggioranza del partito russo per evitare fratture irreparabili al suo interno, ma nello stesso tempo rischiava di portare i comunisti italiani alla rottura con il P.C.U.S.. La presa di posizione poteva quindi avere i medesimi sbocchi negativi, intravvisti dallo stesso Gramsci un anno prima, quando si era opposto aN'iniziativa di Bordiga di render pubbliche le divergenze con i sovietici.

Gramsci non potè giungere alla riunione del Comitato centrale, svoltasi tra ri e il 2.11.1926 nei pressi di Genova, con la partecipazione di Humbert Droz, inviato in Italia dall’Esecutivo dell’lnternazionale Comunista per discutere sulla situazione e sulla posizione assunta dall’ufficio politico del P.C.d’I.. Giunto a Milano, Gramsci fu i[...]

[...]lo poi fino a Milano.

Forse Gramsci non vedeva il pericolo imminente e vi fu in lui un eccesso di fiducia nella legalità costituzionale. Contando sulla immunità parlamentare, aveva deciso di partecipare alla seduta della Camera del 9 novembre, nella quale si sarebbero discusse le leggi ecce

zionali già approvate il 5 novembre dal Consiglio dei ministri. Nella notte tra I’8 e il 9 fu invece preso nella sua abitazione. Gli altri deputati comunisti, assieme a molti antifascisti che non si erano messi al sicuro, furono ugualmente arrestati.

Gli anni del carcere

Gramsci fu inviato subito al confino a Ustica, dove soggiornò dal 6 12.1926 al 20.1.1927. In un secondo tempo venne denunciato al Tribunale speciale e il 7.2.1927 tradotto a Milano, nelle carceri di San Vittore. Trasferito poi in quelle di Roma, il 4.6.1928 fu condannato a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione nel corso di quello che passerà alla storia come il « processone » (v.), ai membri del Comitato centrale del partito. Con lui furono condannati 17 compagni, tra cui[...]

[...]o da una vivace campagna condotta dagli antifascisti all’estero a favore della liberazione del prigioniero (« vittima del fascismo che, lasciandolo senza cure, lo assassina lentamente»), acconsentì al suo ricovero in una clinica di Formia.

In transito per la nuova destinazione, Gramsci sostò per una decina di giorni nel carcere di Civitavecchia (v.), ma venne tenuto isolato. Nessuno dei numerosi comu

Cella di Gramsci nel carcere di Turi

nisti che si trovavano in quel carcere (Terracini, Scoccimarro, Pietro Secchia, Santhià, Gian Carlo Pajetta, Celeste Negarville, Gerolamo Li Causi e altri) potè parlargli.

Negarville ricorderà, più tardi, che « un solo compagno, per puro caso, riusci a vedere Gramsci mentre veniva accompagnato dal capoguardia alla visita medica. Questo compagno ci raccontò che Gramsci camminava lentamente e che gli era parso febbricitante, rinchiuso nel suo cappotto di recluso, del quale teneva il bavero rialzato ».

Raggiunta Formia il 7.12.1933, Gramsci vi restò sino al 4.8.1935. Egli aveva ottenuto il 25.10[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 604

Brano: Gorizia

nisti (fra cui Albino Marvin e Lino Marega), accorsero volontari nelle Brigate Internazionali in Spagna.

Nel 1942, dopo l'aggressione alla Jugoslavia e quando i fascisti ordinarono nel Goriziano e nella Venezia Giulia la mobilitazione di tutti gli uomini di origine slovena e il loro invio in « Battaglioni speciali », come risposta si ebbe l’inizio della lotta armata del popolo sloveno per la propria indipendenza nazionale.

La Guerra di liberazione

Fin dalla primavera del 1943 si formò nella Venezia Giulia il primo distaccamento « Garibaldi », per iniziativa di antifascisti italiani proveni[...]

[...] divisione corazzata tedesca di S.S., iniziando quella che sarà chiamata la « battaglia di Gorizia ». I combattimenti, svoltisi per un’intera giornata a difesa della stazione fer

roviaria, si conclusero il 26 settembre attorno al caposaldo di Merna. Le forze partigiane italiane intervenute nella battaglia ammontavano a circa 1.500 uomini. I caduti furono circa 80 e molto più numerosi

i feriti. Caddero in combattimento, tra gli altri, i comunisti Silvio Marega e Guglielmo limolo, entrambi condannati dal Tribunale speciale (rispettivamente nel 1935 a 4 anni, e nel 1927 a 7 anni e 6 mesi), e fu gravemente ferito Ostelio Modesti. Nelle file partigiane, oltre a qualche ufficiale e soldato dellesercito italiano si incontrarono noti esponenti dell'antifascismo di diverse generazioni: da Gustavo Tambarin, Ferdinando Marega e Camillo Donda (che poi vennero arrestati e inviati in campo di concentramento in Germania, dove morirono) a Romano Fumis, Mario Krizanovski e Antonio Tambarin (che nel 1948 sarà eletto al Senato della Repubblica) .

Il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 110

Brano: [...]are durante la spedizione una serie di aerei destinati al Giappone.

Animatori della lotta clandestina erano i lavoratori Geroni, Bigiaggero, Sangregorio, Poletti (che sarebbe stato tra i fucilati di Piazzale Loreto) e, più tardi, l’ingegnere Rege Gianas, che diverrà comandante dei due distaccamenti della 121a Brigata Garibaldi presenti nello stabilimento.

Agli inizi del 1944 fu costituito il C.L.N. di fabbrica, con la partecipazione di comunisti, socialisti, azio

nisti e democristiani. AH’interno dello stabilimento di Milano venne organizzato un corso di addestramento per mitraglieri con mitragliatrici portate in forma più o meno autorizzata da quello di Cavaria; le esercitazioni avvenivano seguendo un preciso orario e scaglionando le lezioni tra i vari gruppi e distaccamenti partigiani.

L’attività antitedesca era costituita per lo più da diffusione di stampa clandestina, ma nella primavera del

1944 un commando di 7 uomini, guidato da Rege Gianas, assaltò e incendiò con bombe Molotov una piccola fabbrica che lavorava per i tedeschi nei pressi dell’lso[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine nisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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