Brano: [...]r quanto ci riguarda, una colloca338
I documenti del convegno
zione storica precisa della critica di Gramsci a Bukharin e dal poter offrire un panorama completo e una valutazione esatta delle prese di posizione che si sono avute nei partiti socialisti e in seno alla Terza Internazionale intorno al Manuale popolare. Anche il materiale a cui si può accedere in Italia permette una documentazione esauriente soltanto per il socialismo e il comuniSmo tedeschi.
Tuttavia è proprio in Germania che è più viva l’attenzione per gli aspetti filosofici del marxismo, è li che sono più numerosi, più colti e attivi gli intellettuali legati al movimento operaio. In tutta la Seconda Internazionale e nella Terza fin verso il ’30, il marxismo teorico è essenzialmente un fatto tedesco o russo. Anche le riviste socialiste e
comuniste italiane e francesi fra il ’20 e il ’30 mostrano il peso che
hanno avuto i quadri intellettuali del movimento operaio tedesco nella elaborazione delle questioni filosofiche e scientifiche. La ricchezza, la varietà, i[...]
[...]areggiata di un’opera russa di marxismo filosofico, sia perché l’interesse per le questioni filosofiche era scarso ed eclettico e per lo più limitato ad alcuni esponenti di tendenze neocriticiste, sia perché delle cose sovietiche stavano in primo piano i problemi politici della rivoluzione, dello Stato, dell’economia, sia infine perché la socialdemocrazia aveva un altissimo concetto del livello del suo sviluppo teorico. La discussione con il comuniSmo sovietico, soprattutto dopo la conquista del potere da parte dei bolscevichi (fra i menscevichi cerano Plekhanov, Axelrod, la Sassulic, cioè coloro che avevano avuto rapporti strettissimi con i tedeschi), si articolò essenzialmente fra i due poli di democrazia o dittatura; di socialismo che viene quando sono maturate le sue condizioni economiche e sociali, quando il proletariato è già una maggioranza ed è ideologicamente compatto, e socialismo che viene prima delle sue condizioni, riflusso di quel bakunismo che Marx ha combattuto, potere violento di una minoranza non dissimile dal regime prus[...]
[...]rte dei bolscevichi (fra i menscevichi cerano Plekhanov, Axelrod, la Sassulic, cioè coloro che avevano avuto rapporti strettissimi con i tedeschi), si articolò essenzialmente fra i due poli di democrazia o dittatura; di socialismo che viene quando sono maturate le sue condizioni economiche e sociali, quando il proletariato è già una maggioranza ed è ideologicamente compatto, e socialismo che viene prima delle sue condizioni, riflusso di quel bakunismo che Marx ha combattuto, potere violento di una minoranza non dissimile dal regime prussiano o zarista; socialismo che tiene conto dell’intero sviluppo della dottrina e socialismo fermo alle posizioni astratte del Manifesto. Rivoluzione russa e rivoluzione tedesca sono due cose diverse. Entro questo ambito di problemi si mossero (per fermarsi a coloro che hanno scritto le cose più significative), Bernstein, Otto Bauer, fini per muoversi Kautsky, dopo alcune esitazioni, e si mosse anche, per un periodo di durata controversa e con tutte le differenze immaginabili, Rosa Luxemburg. Mehring, che as[...]
[...]ù interessante, moderno, sistematico, è stato scritto da parte socialdemocratica. È rintracciabile ancora in quella distinzione la continuazione della originalità che ha sempre, anche se non apertamente, caratterizzato il marxismo tedesco rispetto a quello russo. Si pensi alle argomentazioni filosofiche di Plekhanov contro Bernstein e Konrad Schmidt nel ’98’99 e al contenuto essenzialmente politico della polemica della Luxemburg contro il revisionismo. Si pensi alle perplessità di Kautsky rispetto al materialismo filosofico, dalla corrispondenza con Plekhanov e dalla nota, lettera a Friedrich Adler del 1909 fino alla Concezione materialistica della storia. Si pensi a ciò che scrive Bernstein a Victor Adler : « Per me la dottrina non è sufficientemente realistica, è per cosi dire rimasta indietro rispetto allo sviluppo pratico del movimento. Può ancora andar bene forse per la Russia... ma in Germania nella sua vecchia forma è qualcosa di sopravvissuto » 1. Si pensi infine al materialismo storico esclusivo di Mehring. Qui da noi, in Italia, [...]
[...]tto se i comunisti o una parte dei comunisti accettino la distinzione fra marxismo russo e marxismo europeo, se siano consapevoli di alcuni valori autonomi propri del marxismo tedesco ed europeo, se questa consapevolezza sia organica e radicata. Sarebbe necessario non solo considerare l’insieme della produzione di pensiero di questi intellettuali, ma anche vedere la storia politica ed ideologica del partito in quegli anni : il concetto di un comuniSmo tedesco o anche occidentale, il concetto di un modo occidentale della rivoluzione proletaria, tutto il nodo di questioni che si raccolgono intorno ai problemi della rivoluzione mondiale e del collegamento fra la Rivoluzione russa e quella tedesca. Sono questi, mi sembra, per gli anni che vanno dal ’18 al ’22, e soprattutto dal ’19 al ’21, alcuni dei problemi di primo piano del movimento comunista tedesco.
Ciò a cui l’esame delle recensioni che abbiamo detto ci permette di arrivare non sono tanto delle indicazioni su questi fatti generali e nep
1 Der proletarische Sozialismus, Jena, 1924, [...]
[...]t und jetzt, Berlin, 1923, p. 125, ma anche Bauer, Kautsky...) si preferisce sottolineare l’eterogeneità del bolscevismo rispetto al marxismo, presentarlo come qualcosa di squisitamente russo o asiatico e risolubile nel blanquismo, nel sindacalismo, nell’anarchismo ecc.
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I documenti del convegno
pure sul fatto, anch’esso generale e per noi significativo, che i quadri politici e intellettuali autonomi e di tipo occidentale del comuniSmo tedesco non durarono a lungo. Ce soltanto la possibilità di fissare alcuni aspetti del problema: sono riusciti i quadri intellettuali di questi primi anni ad elaborare sul piano filosofico qualcosa di solido? quale era la prospettiva di sviluppo del marxismo filosofico secondo cui lavoravano?
Sono anzitutto da tenere presenti alcuni elementi originali della situazione intellettuale e politica del mondo comunista e specialmente del mondo comunista tedesco di allora. Non esisteva ancora una rigida dogmatica filosofica. Il marxismo non era un sistema compie.o, classico, in cui le varie compon[...]
[...]imere nel modo più semplice la rottura con la Seconda Internazionale e la posizione originale, specifica, esclusiva, del proletariato nella storia. Nell’ambito della stessa impostazione si tende a concepire il proletariato come una società in nuce del tutto separala e diversa dalla borghesia, con un suo esclusivo patrimonio ideologico. Si lavora con le equazioni materialismoproletariato, idealismoborghesia, oppure dialetticaproletariato, evoluzionismoborghesiasocialdemocrazia. Questi sono sostanzialmente i preAldo Zanardo 345
supposti delle recensioni di Hermann Duncker e Fritz Riickert al libro di Bukharin.
Hermann Duncker, che lo recensisce nella Internationale Presse Korre. spondenz1 e in Die Internationale2, ne indica l'aspetto positivo nel radicale antirevisionismo, nell’adesione aperta alla concezione materialistica della realtà (che è anche ricongiungimento alle posizioni genuine di Marx, Plekhanov, Mehring). Il fatto che Bukharin non discuta i problemi della conoscenza significa semplicemente che il marxismo è estraneo agli scolasticismi neokantiani. Il comuniSmo russo fornisce non solo l’esempio.di una lotta rivoluzionaria, ma anche opere teoriche magistrali. Duncker tuttavia mette in risalto alcuni punti, presenti si nel Manuale, ma non certo sviluppati: il materialismo di Marx non è meccanicistico; l’ideologia non è pura apparenza; c’è reciprocità fra base e soprastruttura; materialismo non significa fatalismo.
In parte diversa, ma solo in parte, è la recensione di Fritz Riickert nella Jugendinternationale*. Riickert fa perno non sul materialismo, ma sulla dialettica, sul secondo dei due temi che servirono alla polemica filosofica contro la soci[...]
[...] c’è reciprocità fra base e soprastruttura; materialismo non significa fatalismo.
In parte diversa, ma solo in parte, è la recensione di Fritz Riickert nella Jugendinternationale*. Riickert fa perno non sul materialismo, ma sulla dialettica, sul secondo dei due temi che servirono alla polemica filosofica contro la socialdemocrazia. È la dialettica, l’ammissione che nella società e nella natura esistono salti, rivoluzioni, a distinguere il comuniSmo dalla socialdemocrazia. « Il marxismo è una dottrina della realtà, della vita vivente, dell’azione » : l’uomo non è cieco strumento della sorte, ma elemento attivo nel processo necessario di sviluppo della società. Ma questi motivi vengono sviluppati in continuità col testo di Bukharin, senza svolgerne l’implicita concezione diversa, l’implicita critica al determinismo.
Sono testi cosi esigui che è difficile ricavarne qualche cosa di veramente indicativo. Sono interessanti le riserve, soprattutto le sottolineature dell’attività umana, eco della riscoperta che il marxismo tedesco fa in questi anni della prima delle Tesi su Veuerbach. Ma in quale rapporto stanno queste riserve con Tacceitazione delle tesi di Bukharin? Come conciliano Bukharin e Lenin? Si tratta di posizioni confuse, frettolose, in cui si riflettono probabilmente le preminenti preoccupazioni politiche,
1 1922, 23 die., pp. 18291830.
2 1922, die., pp. 239354.
3 1923, febbr., pp. 186[...]
[...]ura. Ma ci sono anche altri punti importanti: la struttura di possibilità della realtà e tutto ciò che essa comporta, la dialettica, l’attività umana, la posizione verso le scienze della natura, l’accento umanistico.
Questi motivi teorici e quei rilievi critici verso Bukharin, in Lukàcs, si inquadrano ormai in una elaborazione sistematica, in una ideologia articolata. Anche di Korsch si può forse dire che motivi analoghi mettano capo a un organismo intellettuale analogo. Non si tratta insomma di qualcosa di fuso in un’atmosfera, ma di processi culturali che hanno una direzione determinata e dimensioni notevoli.
È da dire però che nel farsi complesse, nel maturare di queste unità ideologiche, è mancato un serio, violento, determinante contatto con la realtà politica. Non che non ci si riferisca a certi testi di Lenin eAldo Zancvrdo
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della .Luxemburg, ma se ne vedono soltanto i problemi generalissimi. Si tratta di elaborazioni intellettuali, astratte. Cosi risulta anche dal fatto che queste due recensioni considerano essenzia[...]
[...] reali delle ideologie. Del marxismo si vedono solo gli aspetti fondamentali e si interpretano come assoluti. È attraverso lo sforzo di capire la concreta realtà politica che questo mondo intellettuale si complica, si raffina, assimila veramente la dialettica. Si veda l’articolo del ’22 2 a proposito dell’opuscolo della Luxemburg sulla Rivoluzione russa. Si veda soprattutto il lavoro su Lenin del ’24 3 : è qui, nel dibattito sulla natura del leninismo, nella distinzione fra marxismo e leninismo, fra weltgeschichtliche Perspektive e Tagesfrage che esce fuori chiaramente il rapporto dialettico fra essenza e fenomeno, è qui che si forma l’ossatura categoriale relativamente ricca che sostiene, fino a oggi, il lavoro intellettuale di Lukàcs.
Ma questo sviluppo fu bloccato. Fu una delle tante conseguenze della mancanza di una rivoluzione proletaria tedesca. Questi intellettuali, nati per essere gli ideologi della rivoluzione tedesca ed europea, si trovarono a disagio in seno alla Terza Internazionale, e finirono nelle Università americane o a Londra o a Mosca ad occuparsi di problemi l[...]
[...]ternazionale, e finirono nelle Università americane o a Londra o a Mosca ad occuparsi di problemi letterari nella Internationale Literatur. Il processo di cristallizzazione che iniziò verso il ’31, non solo prese le mosse da una situazione ideologica in cui in genere non influiscono più intellettuali di questo tipo, ma iniziò proprio con una rottura violenta col centro e la sinistra politica della socialdemocrazia tedesca. Il bolscevismo, il comuniSmo, anche per il periodo precedente al ’14, fu definito un fatto essenzialmente russo (lettera
1 In Geschichte und Klassenbewusstsein. È del 1920. Su Kommunismus ne usci solo una parte nei numeri 14 e 15 dell’apr. 1920.
2 Ancora in Geschichte und Klassenbewusstsein.
3 Lenin, Studie ùber den Zusammenhang seiner Gedanken, Wien, 1924.Aldo Zanardo
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di Stalin del ’31 alla Rivoluzione proletaria). I filosofi ne trassero le conclusioni e nelle nuove esposizioni sistematiche, anche in Germania, si riservò un capitolo alla critica del materialismo meccanicistico di Mehring e della Luxe[...]
[...]r certi aspetti è fuori della socialdemocrazia, finisce con il rimanervi dentro per la sua concezione positivistica e in sostanza subalterna del marxismo. Lukàcs, come si è visto, finiva, in. quegli anni, col rimanervi fuori astrattamente.
Il grosso della critica filosofica di Gramsci si intreccia intorno ai problemi della sociologia e del materialismo filosofico con tutte le loro implicazioni (previsione, regolarità degli accadimenti, determinismo, scienze naturali...) e intorno al problema della collocazione storica del materialismo di Bukharin.
Il Manuale parte dalla distinzione rigida fra generale e particolare, fra teoria e storiografia, e vuol essere un’indagine di ciò che è generale prima nella realtà naturale e umana, poi nella vita della società e in particolare della società moderna. Prima vengono trattati i principi universali, i concetti metodologici della sociologia: regolarità, causa, libertà, necessità, caso, trasformazione; poi viene costruita la sociologia vera e propria: la società, gli stati di equilibrio, squilibr[...]
[...]sci, attraverso la percezione diretta della vita delle masse, della vita della realtà; la sua strada è stata più facile, ma accanto al vantaggio di essere rimasto a contatto col filone centrale, classico, della teoria del movimento operaio, va indicato lo svantaggio che spesso le categorie con cui lavora hanno il sapore dell’applicazione rigida, dell’estrinseco. In Gramsci il contatto col filone classico del marxismo teorico, forse anche col leninismo formale, è meno visibile. Le cose che scrive sulla sociologia echeggiano posizioni idealistiche e sembrano generalizzare esperienze di ricerca limitate alla sfera politica. Di fatto però la sua percezione della realtà si coordina in analisi in cui confluiscono gli elementi prospettiva, periodo, economia. Sono impostazioni leniniste che nascono dal basso.
A questa forte accentuazione storicistica non fa tuttavia riscontro, come forse si potrebbe pensare, una elaborazione teorica manchevole della generalizzazione. Non è insomma che in Gramsci non riceva trat
scientifica autonoma. La causa p[...]
[...]lmente introdotta come una disciplina autonoma nel piano di insegnamento dell’Istituto psiconeurologico e di P. F. Lesgaft di Pietrogrado... Nelle Università tuttavia la sociologia fu riconosciuta sotto il nome di sociologia soltanto nel 1917... Il governo comunista, dopo la rivoluzione bolscevica, ebbe verso la sociologia un atteggiamento molto benevolo perché credeva che la sociologia e il manifesto comunista di Karl Marx, che sociologia e comuniSmo, fossero cose identiche... Ben presto tuttavia i capi comunisti compresero il loro errore e che la sociologia, cosi come era insegnata nella maggior parte delle Università, era qualcosa di molto differente dal dogma comunista. Ciò portò a un .grande e improvviso mutamento nella politica seguita in questo settore e già nel 1922 fu proibito di fare corsi di sociologia nelle Università e nei colleges. Erano permessi solo il “ marxismo ”, la “ teoria del comuniSmo ” e la ” concezione materialistica della storia ”, materie che potevano essere insegnate esclusivamente da professori comunisti ». Son[...]
[...]cose identiche... Ben presto tuttavia i capi comunisti compresero il loro errore e che la sociologia, cosi come era insegnata nella maggior parte delle Università, era qualcosa di molto differente dal dogma comunista. Ciò portò a un .grande e improvviso mutamento nella politica seguita in questo settore e già nel 1922 fu proibito di fare corsi di sociologia nelle Università e nei colleges. Erano permessi solo il “ marxismo ”, la “ teoria del comuniSmo ” e la ” concezione materialistica della storia ”, materie che potevano essere insegnate esclusivamente da professori comunisti ». Sono notizie da controllare e integrare. Sorokin venne esiliato nel ’22. Ha fatto un’ampia analisi del Manuale di Bukharin in L’economista russo, 1922, che non ho potuto vedere.Aldo Zanardo 359
tazione il nucleo teorico che regge quella « sociologia », queir insieme di schemi che è il patrimonio di esperienze del movimento operaio. Non solo « non vuol dire... che la ricerca delle leggi di uniformità non sia cosa utile e interessante e che un trattato di osserv[...]
[...]zioni elementari di queste posizioni, non pare sia chiaro il loro significato filosofico preciso, cioè cosa esse implichino sul piano gnoseologico e ontologico. Sono in genere proposizioni che vengono avanzate in modo interrogativo o ipotetico e appaiono come il punto di approdo di una serie di critiche svolte invece con estrema sicurezza: la critica air« ideologia » che risolve le idee in sensazioni e poi in impulsi fisiologici, la critica al monismo che appiattisce l’uomo, i soggetti, le ideologie, contro le forze materiali e la natura. Fra queste premesse e quelle conclusioni è tuttavia avvertibile un certo stacco. Premesse di questo tipo vengono più o meno soddisfatte anche dalla elaborazione che Lenin fa della dialettica e della materia come categoria filosofica, metodologica. Non pare che Gramsci abbia svolto adeguatamente queste posizioni teoriche generali. In altri termini: hanno un significato filosofico generale o sono semplicemente l'espressione delle esigenze critiche che abbiamo detto, formulate entro una determinata tradizion[...]
[...]tà », per la conoscenza vera. È da leggere tutto il contesto.Aldo Zanardo
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si è raggiunto. Per di più, qui, queste difficoltà si cumulano con l’altra dovuta alla scarsezza delle ricerche sul modo (e anche il tempo) in cui si è passati dal materialismo storico a quello dialettico e sulle sollecitazioni ideali che hanno mediato questo passaggio.
Quello che prima, a proposito della sociologia, si è detto mancanza di contatto con il leninismo formale, qui è aperta divergenza di tradizioni intellettuali e politiche. Gramsci ha alle spalle la cultura storicistica e idealistica e di fronte, come obiettivo polemico essenziale, le combinazioni di marxismo e kantismo di rilievo filosofico e politico 1. Né dall’Italia forse si avvertiva l’importanza di tendenze di questo tipo nel marxismo tedesco e russo. Gramsci le considera di poco conto e le attribuisce a gruppi ristretti di intellettuali e di professori2. Fu appunto questo fatto, il rilievo politico e filosofico delle combinazioni di marxismo e idealismo, che dette vigore al material[...]
[...] nel marxismo tedesco e russo. Gramsci le considera di poco conto e le attribuisce a gruppi ristretti di intellettuali e di professori2. Fu appunto questo fatto, il rilievo politico e filosofico delle combinazioni di marxismo e idealismo, che dette vigore al materialismo filosofico russo, che mantenne elementi di continuità filosofica fra Plekhanov e Lenin. Fin dal 1909 3 Lenin indicava i termini della differenza filosofica fra marxismo e revisionismo nel materialismo e nella dialettica. Il binomio poi si conservò, con varia accentuazione e giustificandosi con altre lotte intellettuali e politiche, nel marxismo della Terza Internazionale.
Queste posizioni verso la sociologia, il materialismo volgare, le scienze della natura, si trovano riflesse e chiarite nel quadro che Gramsci ha dello sviluppo passato del marxismo filosofico e nella prospettiva che traccia per il futuro.
Il punto da cui dipende, per Gramsci, lo svolgimento generale di questi problemi è la rivoluzione teorica rappresentata dalla filosofia classica tedesca e soprattu[...]
[...]a filosofia classica tedesca e soprattutto da Hegel, è il momento in cui sono stati immessi nella storia del pensiero i concetti di creatività e di dialettica. « È certo che la concezione soggettivistica è propria della filosofia moderna nella sua forma più compiuta ed avanzata, se da essa e come superamento di essa è nato il materialismo storico » 4, ed è certo ancora che di questa
1 M. S., p. 81.
2 M. S., pp. 8284.
3 Marxismo e revisionismo.
4 AL S., p. 139.364
I documenti del convegno
concezione « lo hegelismo... rappresenta la forma più compiuta e più geniale » \
Il pensiero di Marx, storicamente e idealmente legato a Hegel, si è sviluppato, nel movimento socialista, in tutt’altro senso. Momento essenziale, per Gramsci, di questa deviazione è la « quistione del valore delle scienze cosi dette esatte o fisiche » e la « posizione che esse sono venute assumendo nel quadro della filosofia della prassi di un quasi feticismo, anzi della sola e vera filosofia o conoscenza del mondo » 2. Questa deviazione non è altro che [...]