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Il segmento testuale nismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 215Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 748

Brano: [...]iornale uscì fino al 1925, anno in cui la sua voce fu stroncata dal fascismo.

Eletto nel 1890 deputato di Reggio Emilia come esponente dell’Alleanza radicalsocialista, al Congresso di Genova Prampolini fu tra i fondatori del Partito socialista (Partito dei Lavoratori Italiani). Venne eletto membro della Direzione del partito e responsabile del settimanale La lotta di classe, primo organo ufficiale della nuova formazione politica.

L’ostruzionismo socialista

Dopo i moti di Milano del maggio

1898, estesisi anche in altre regioni, seguì una dura reazione del governo che proclamò lo stato di assedio in varie province e chiuse il Parlamento. Quando, il primo luglio, con la riapertura della Carne* ra, il presidente del Consiglio Di Budini si dimise e fu sostituito da Pelloux, il quale propose una serie di leggi liberticide, si ebbe una vivace opposizione guidata dai socialisti (ai quali si unirono radicali e repubblicani) che, il 26 maggio

1899, ricorsero all’ostruzionismo (v.). II 28 giugno il governo, per superare Io scoglio, mis[...]

[...]oni, seguì una dura reazione del governo che proclamò lo stato di assedio in varie province e chiuse il Parlamento. Quando, il primo luglio, con la riapertura della Carne* ra, il presidente del Consiglio Di Budini si dimise e fu sostituito da Pelloux, il quale propose una serie di leggi liberticide, si ebbe una vivace opposizione guidata dai socialisti (ai quali si unirono radicali e repubblicani) che, il 26 maggio

1899, ricorsero all’ostruzionismo (v.). II 28 giugno il governo, per superare Io scoglio, mise ai voti un decreto legge col quale si disponeva che, dal 20 luglio, tutti i provvedimenti liberticidi proposti prima dell’applicazione dell'ostruzionismo avrebbero avuto validità anche se non si fosse arrivati al voto. A questo punto il mite Prampolini, nell’aula in tumulto, per impedire la votazione portò via le urne appena poste sul tavolo della Presidenza. Nella confusione generale seguitane, la seduta dovette essere sospesa e la Camera venne chiusa. L’opposizione aveva raggiunto il suo scopo.

La clamorosa azione di protesta (spiegherà più tardi Prampolini) voleva essere un esempio al Paese affinché venisse estesa la resistenza contro ogni arbitrio che « nasce per colpa di chi lo commette, ma anche per colpa di chi lo subisce ».

Il 12[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 295

Brano: [...]trl* , ii*

Liberato nel corso dell anno, si

presentò al XVI Congresso del P.S.I. (Bologna, ottobre 1918) acclamato dai militanti che in lui vedevano lo strenuo difensore della pace proletaria. A Bologna la lotta tra le frazioni si appuntò sulla via da seguire per la conquista del potere: Lazzari, alla testa dei massimalisti unitari, si dichiarò contrario all’uso programmatico della violenza, ma non alla rivoluzione. In polemica con I’elezionismo di Giacinto Menotti Serrati e con l’astensionismo di Amadeo Bordiga, sostenne il programma del | Congresso di Genova, il quale prevedeva la possibilità di trasformare lo Stato da organo di sfruttamento capitalistico in strumento di liberazione economica e politica del proletariato.

Nel successivo Congresso di Livorno (gennaio 1921) i « rivoluzionari intransigenti » di Lazzari si associarono alla frazione unitaria di Serrati, polemizzando in particolare contro il gruppo del!'« Ordine Nuovo », i « giovani torinesi pieni di sapienza ».

Esponente terzinternazionalista

Nel giugno 1921 Lazzari fu designato a dirigere la delegazione mandat[...]

[...]te il fatto che alcuni di questi difetti erano propri di tutto il socialismo italiano fin dalla sua na

scita, non mancarono nel Lazzari meriti di natura anche politica. Ad esempio, già a Reggio Emilia (1893) egli difese un programma politico e socialista di conquista del potere, arrivando a concepire il partito di classe. A lui si dovette inoltre la proposta della nuova forma di adesione individuale al Partito (Parma, 1894). Contro il confusionismo economicistico del Ferri, egli si adoperò per assicurare uno spazio al Partito, concepito come organo di azione politica (Firenze, 1895); e, infine,

il suo personale contributo al sorgere delle associazioni operaie dal

1880 al 1892 non è da considerarsi solo sotto il profilo meramente corporativo.

Anche se come « terzinternazionalista » non mancarono nel Lazzari inconcludenze significative, va tuttavia tenuto conto del fatto che, quando il Serrati era ancora ostile all’I.C. e alle implicazioni antifasciste così come dovevano essere portate a fondo dai bolscevichi, egli si fece convin[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 207

Brano: [...]. In seguito a ciò le prime elezioni tenutesi nel regno (1861) videro iscritti nelle liste appena 167.000 elettori nell’Italia settentrionale, 55.000 in quella centrale, 129.000 in quella meridionale e 66.000 nelle isole. Di quei potenziali elettori, peraltro, solo una piccola parte esercitò effettivamente il diritto di voto, tanto che ci furono casi di deputati eletti con poche decine di voti. Alla scarsa affluenza alle urne contribuì l’astensionismo (v.) attuato dai cattolici. Altre componenti della scarsa partecipazione elettorale vanno ricer

cate nel basso livello di cultura e di coscienza civica e nel diffuso senso di sfiducia dei ceti popolari verso lo Stato e i suoi istituti.

Un primo allargamento del suffragio si ebbe con la legge elettorale del 1882, che ammise al voto tutti i cittadini di sesso maschile, maggiorenni e alfabeti in possesso almeno dei seguenti requisiti: a) aver superato l’esame di scuola elementare; b) corrispondere un tributo annuo di L. 19,80. Nonostante il suo carattere ancora fortemente restrittivo, ques[...]

[...]o almeno dei seguenti requisiti: a) aver superato l’esame di scuola elementare; b) corrispondere un tributo annuo di L. 19,80. Nonostante il suo carattere ancora fortemente restrittivo, questa legge fece salire il numero degli elettori da

628.000 a oltre 2 milioni, cioè a circa un quindicesimo della popolazione italiana del tempo. Questa estensione degli aventi diritto non fece d’altra parte registrare un’apprezzabile diminuzione dell’astensionismo, che si mantenne assai elevato.

Solo la legge del 30.6.1912 portò a un massiccio allargamento dell’elettorato. Fatto approvare, non senza gravi opposizioni, dal presidente del Consiglio dei ministri Giovanni Giolitti (v.), il provvedimento ammise al voto tutti indistintamente i cittadini di sesso maschile che avessero compiuto i 30 anni. Inoltre vennero ammessi i maggiorenni di età compresa tra i 21 e i 30 anni, ma in base al censo, o se avevano prestato servizio militare o conseguito particolari benemerenze. Grazie a questa legge gli elettori salirono da 3.300.000 a 8.700.000, di cui 2.70[...]

[...]o la prima guerra mondiale si ebbe un ulteriore allargamento dell’elettorato con la legge del 16.12. 1918 che estese il diritto di voto a tutti i cittadini maschi maggiorenni è ai giovani che avevano partecipato alle operazioni militari. La medesima legge inoltre introdusse il sistema proporzionale con voto di lista su circoscrizioni provinciali. Le elezioni del 16.11.1919, fatte applicando questa legge elettorale, videro l’abbandono dellastensionismo cattolico e il conseguente ingresso nella scena politica delle masse cattoliche organizzate dal Partito popolare. Le elezioni segnarono un grande successo del Partito socialista italiano che, triplicando i seggi del 1913, ebbe 156 deputati. I liberali, privati dell’appoggio cattolico, scesero dai 300 seggi di anteguerra a circa 200. Il Partito popolare ne ebbe 100, su complessivi 508 seggi alla Camera.

Il panorama politico italiano risultava sconvolto, le forze borghesi non avevano più il monopolio del potere, ma la vittoria popolare non si tradusse in uno sbocco politico.

Elezioni poli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 540

Brano: [...]moderate, sia socialmente che politicamente. Agiscono in generale nella zona d’incontro di due aspirazioni culturali, in difficile coniugazione almeno a tutt’oggi, quale la rivoluzionaria e la cattolica.

A cominciare dalla seconda metà del secolo scorso, i tentativi di questi cattolici di armonizzare i principi della Rivoluzione francese e poi del socialismo col magistero ecclesiastico li hanno costantemente relegati ai margini dell’associazionismo cattolico — non però della vita nazionale — e quindi in condizione di assoluta minoranza. Né è sempre facile definire dottrinalmente i contorni della loro dialettica, in quanto i punti di attacco variano e si mescolano con elementi anche disciplinari, nella cangiante progressione storica. Sostanzialmente però si possono riassumere nei due grandi temi di libertà e di giustizia per rivendicarne i valori, tanto all’interno quanto all'esterno della società dei credenti: la libertà in ordine all’autorità, la giustizia in ordine alla carità.

Libertà e giustizia

Le espressioni e i toni di ques[...]

[...]riconoscibile nella “disobbedienza” che le vi» vacizza e che costituisce il filo rosso che le collega diacronicamente; per questo, proprio la disobbedienza è stata scelta quale connotato specifico della sinistra cattolica qui presa in esame in maniera molto sintetica.

Sotto il profilo cronologico, si può qui partire dalla fine deH’800 allorché dietro l’irrompere degli eventi sociopolitici, esplodono le molteplici contraddizioni nell’associazionismo ufficiale cattolico. Va precisato che ne sono stati esclusi il movimento modernista (v. Buonaiuti, Ernesto), le varie correnti del pacifismo (v.) cristiano, i cattolici comunisti (v.) e i partigiani della pace (v.) che fanno storia a sé anche se entrano, per certi versi, in uno scenario di sinistra cristiana.

Le prime manifestazioni della sinistra cristiana nel senso indicato (connesse ovviamente con tanti altri elementi che non è qui il caso di ricordare) sembrano legarsi principalmente a una esigenza di libertà di movimento in quanto rivendicano al laicato cattolico una autonomia in mate[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 653

Brano: [...]cerehie di operai e di artigiani (in particolare i tipografi) nel capoluogo, mentre il resto della popolazione, composta per lo più da piccoli contadini proprietari, rimaneva estranea al moto di emancipazione politica e sociale, nei primi anni I ideologia socialista si diffuse fra gli studenti e gli intellettuali della piccola e media borghesia professionistica (arrivati al socialismo attraverso l'ottica deformante del positivismo e dell'evoluzionismo, saldato anche con idee massoniche). A Reggio C., centro di un importante scalo ferroviario,

i ferrovieri furono tra i primi a iniziare un movimento rivendicativo a carattere proletario.

Ai primi del secolo, dopo la violenta reazione seguita ai moti del '98 e che aveva portato all’arresto di diversi socialisti e anarchici della città e della provincia (tra gli altri: Pasquale Creazzo a Cinquefrondi, Rosario Celeste a Rosarno, Vincenzo De Angelis a Brancaleone, Giuseppe Prestandrea, Saverio Sinopo//, Davide Pompeo e Luigi Crucoli a Reggio), nei centri più attivi si ebbe una ripresa del m[...]

[...]a Camera del lavoro che venne inaugurata nell'aprile 1902.

Ma le debolezze di orientamento

teorico e quelle organizzative della Sezione socialista del capoluogo, indecisa se uscire dall'indirizzo elettoralistico o affrontare risolutamente il movimento economico di classe, frenarono in qualche modo

il regolare svolgimento del moto rivendicativo. Né ciò poteva stupire in una provincia dove maggioritario era ancora il quadro dell'associazionismo mutualistico, dove le capacità conflittuali erano assenti, le uniche forme di agitazione erano costituite dalle rivolte « tanto improvviste) e violent(e), quanto isolale) ed incompres(e) » (Benestare e Sinopoli) e l’unico fattore di trasformazione economica e sociale consisteva nell’emigrazione transoceanica, vero elemento di rottura.

La Camera del lavoro, inizialmente diretta da Giovanni De Rosa e poi da Umberto Bianchi, proseguì in un’attività i cui risultati furono alterni. Alla vigilia del terremoto del 1908, dopo una naturale fase di assestamento, le leghe regolarmente iscritte erano [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 96

Brano: [...]eh e in un Fronte nazionale guidato da Mossadeq. Con un’abile politica e mobilitando le masse, il 30.4.1951 Mossadeq divenne primo ministro.

Con l’appoggio popolare, il nuovo governo si mise alla testa della lotta per le riforme e contro l’imperialismo. Democratico borghese, Mossadeq si riteneva abbastanza forte per liquidare i feudatari e fare valere i diritti iraniani di fronte aH’imperialismo. Per allontanare da sé ogni sospetto di filocomunismo, represse nel sangue i moti popolari esplosi a Teheran il 25.7.1951, durante la visita dell’ambasciatore americano in Europa Harriman (si ebbero 100 morti e 500 feriti). In pari tempo instaurò la libertà di stampa, restituì i poteri al Parlamento, togliendo allo scià le prerogative anticostituzionali che si era arrogato e costringendolo per di più a restituire le terre usurpate. Dieae inizio a una nuova riforma agraria e tece espellere da Aden 300 « specialisti » inglesi, iniziando così un attacco a fondo contro la compagnia petrolifera.

A differenza dello scià, che aveva sempre speculato [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 363

Brano: Firenze

provato dagli altri partiti: « Il C.L.N. decide, non appena la situazione militare lo renderà possibile, di costituirsi in governo provvisorio della città e della provincia di Firenze ».

La prova concreta della fiducia riposta dalla popolazione nell’organismo antifascista si ebbe al momento in cui il C.T.L.N., per reperire i fondi necessari al finanziamento della lotta, decise di lanciare un Prestito della Libertà. Nel febbraiomarzo 1944, la prima emissione di buoni del Prestito, ammontante complessivamente a 5.000.000 di lire (cifra cospicua a quel tempo), fu completamente e rapidamente coperta. I versamenti superarono le previsioni e fu necessario ricorrere a una seconda emissione di cartelle, per altri 5 milioni, anche questa esaurita in breve tempo.

Con l’avanzare della primavera e la ripresa dell’offensiva alleata, il prestigio del C.T.L.N[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 69

Brano: Internazionale, Prima

| partecipanti al I congresso della Prima Interna» zionale (Ginevra, 38.9.1866)

li V Congresso fu tenuto all’Aja un anno dopo, dal 2 al 7.9.1872, con 61 delegati. Marx, disponendo di una maggioranza sicura grazie alla rappresentanza relativamente forte dei francesi e dei tedeschi, potè infliggere un colpo deciso ai bakuninisti che si erano alleati con i leader opportunisti del tradeunionismo inglese.

Il rapporto del Consiglio generale fu redatto e letto all'Assemblea dallo stesso Marx. Vi si stigmatizzavano le repressioni che, in Francia, dal plebiscito bonapartista in poi erano state perpetrate contro l’Internazionale; si denunciavano il massacro sanguinoso della Comune, le infamie di Thiers, i processi per « alto tradimento » in Germania, il terrorismo inglese contro le Sezioni irlandesi.

Il Congresso ribadì la decisione della Conferenza di Londra, secondo la quale la classe operaia doveva costituire i propri partiti politici, rigorosamente separati e autonomi dai partiti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 302

Brano: PS.A.

nismo regionale di carattere politico: a Bogotà nasce ufficialmente l'O.S.A.. La coincidenza temporale con fenomeni analoghi in Europa (Patto di Varsavia, Piano Marshall e N.A.T.O.) si spiega facilmente: il motivo dominante nella politica mondiale è ormai la « guerra fredda ». Per l’America Latina però l’allineamento rigido non comporterà affatto uno sviluppo economico parallelo.

Nel 1954 l’O.S.A., riunitasi a Caracas (Venezuela), approva una « Dichiarazione di solidarietà per la preservazione della integrità degli Stati americani contro il comuniSmo internazionale ». Il testo, proposto dal Segr[...]

[...]on fenomeni analoghi in Europa (Patto di Varsavia, Piano Marshall e N.A.T.O.) si spiega facilmente: il motivo dominante nella politica mondiale è ormai la « guerra fredda ». Per l’America Latina però l’allineamento rigido non comporterà affatto uno sviluppo economico parallelo.

Nel 1954 l’O.S.A., riunitasi a Caracas (Venezuela), approva una « Dichiarazione di solidarietà per la preservazione della integrità degli Stati americani contro il comuniSmo internazionale ». Il testo, proposto dal Segretario di Stato degli U.S.A. Foster Dulles, ha un bersaglio diretto: il governo democratico di Juan Jacobo Arbenz Guzman, nel Guatemala (v.), colpevole di aver rotto il monopolio della U.F.C.O. sui trasporti costruendo un nuovo porto, e di aver avviato una riforma agraria espropriando (con adeguato indennizzo) una parte delle terre appartenenti alla stessa Compagnia. In base all’accordo della O.S.A., un gruppo di mercenari organizzato in Honduras entrò in Guatemala il 17.6.1954 e il governo democratico, abbandonato dai militari, crollò in meno di v[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 719

Brano: [...]se la guerra mondiale si tennero in Portogallo le prime elezioni politiche aperte a tutti i gruppi politici, ma in realtà si trattava di una mistificazione democraticistica della dittatura salazariana che, in tal modo, pensava di legittimare il regime agli occhi del « mondo libero ». I partiti di sinistra risposero alla manovra non presentandosi alle elezioni e accusando poi il regime di brogli elettorali. In realtà, la vera ragione dell'astensionismo delle sinistre era fondata sulla speranza che, con la sconfitta del nazifascismo in Europa, si sarebbe innescato tra gli antifascisti portoghesi un processo che avrebbe rovesciato Salazar. Il calcolo si dimostrò doppiamente errato. Infatti, non solo non si verificò l’attesa mobilitazione contro il regime, ma grazie al ritiro dei candidati di sinistra Salazar si trovò il campo sgombro di avversari, il che gli permise di ottenere un responso elettorale plebiscitario.

Sfumata l’occasione elettorale, le sinistre cercarono di approfittare

delle manifestazioni di giubilo per la vittoria degli[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine nismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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