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Il segmento testuale neutralismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 284Entità Multimediali , di cui in selezione 27 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 112

Brano: Neutralismo

tale comitato come pretesto per abbandonare la Spagna nelle mani del fascismo.

A risultati non diversi perverrà I' O.N.U., fondata a San Francisco il 26.6.1945, la quale non riuscirà a imporre il rispetto del neutralismo nei conflitti coreano, vietnamita, araboisraeliano ecc., dimostrando come nei rapporti internazionali il neutralismo sia uno strumento diplomatico o una maschera da usarsi secondo le circostanze, per giustificare decisioni politiche, economiche, o mosse militari di segno diametralmente opposto. In effetti, il neutralismo è un principio praticamente irrealizzabile finché non si affermi la libera e pacifica convivenza tra i popoli.

Nelle costituzioni di vari paesi il principio del neutralismo viene assunto come legge di Stato, attraverso il divieto di aderire ad alleanze militari in tempo di pace e l’obbligo di dichiararsi neutrali in caso di conflitto che non ponga direttamente in pericolo il territorio nazionale (Austria, Svezia, Svizzera).

Neviano degli Arduini

Comune di circa 6.000 abitanti in provincia di Parma (v.), a 33 km dal capoluogo, durante la Guerra di liberazione fu teatro di una intensa lotta partigiana e di sanguinose repressioni. Posto in zona montana, estesissimo (105 kmq) e con ben 18 frazioni, il territorio di Neviano vide sorgere e ospitò le prime formaz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 111

Brano: [...]poco, sarebbe stato ucciso dai patrioti cechi. Soltanto nell’agosto del

1943 von Neurath cessò ufficialmente dalla carica di Reichsprotektor.

Fu condannato a Norimberga dalla Corte militare internazionale a 15 anni di prigione, che trascorse per la maggior parte nel carcere berlinese di Spandau. Venne liberato, anteriormente alla espiazione della

pena, nel novembre del 1954, per ragioni di salute. Morì meno di due anni dopo.

e. c.

Neutralismo

Dottrina della non partecipazione diretta o indiretta a conflitti militari (e, per estensione, anche a conflitti politici, economici o sociali, sia interni che di carattere internazionale). Nel diritto internazionale si intende per neutralità la situazione politica e giuridica dello Stato che non interviene in una guerra tra altri Stati e che non presta aiuto militare né all’una né all’altra delle parti contendenti.

Il neutralismo socialista

Nella storia del movimento operaio italiano assunse rilievo la posizione neutralista del P.S.I. allo scoppio della Prima guerra mondiale. Seguendo la tradizione antimilitarista e pacifista che lo aveva caratterizzato fin dalle sue origini, con alti momenti di lotta contro le imprese coloniali in Africa (si veda la voce Colonialismo e anticolonialismo), il Partito socialista diresse le lotte popolari contro l’entrata in guerra deH'Italia. Del resto lo stesso Stato italiano si era inizialmente dichiarato « neutrale ».

Il 2.8.1914 il Consiglio dei ministri deliberava di consider[...]

[...] Scalarmi, svilupparono una grande campagna di propaganda contro la guerra. Benito Mussolini, allora direttore dell 'Avanti!, dopo l’ultimatum dell’Austria alla Serbia (26.7. 1914), lanciò lo slogan « Abbasso alla guerra! » e, durante un comizio, si rivolse ai governanti con queste parole: « Intervenite a limitare il conflitto; ma se l'incendio dovesse divampare, non dovete uscire dalla neutralità, che se no vi immobilizzeremo con la forza ».

Neutralismo

Una posizione decisamente neutralista assunse anche il leader liberale Giovanni Giolitti (motivata dal timore che l’Italia non sarebbe stata in grado di affrontare la guerra), suscitando aspre polemiche nei circoli conservatori e interventisti (v.).

Ma pochi mesi dopo le cose erano cambiate. In seguito al fallito tentativo di Salandra di giungere a un accordo con l’Austria sulle terre irredente (v. Irredentismo), il 26.4. 1915 l’Italia strinse un patto con le potenze dell’Intesa, vennero organizzate grandi manifestazioni nazionalistiche interventiste (cui si associarono anche numerosi s[...]

[...]i conservatori e interventisti (v.).

Ma pochi mesi dopo le cose erano cambiate. In seguito al fallito tentativo di Salandra di giungere a un accordo con l’Austria sulle terre irredente (v. Irredentismo), il 26.4. 1915 l’Italia strinse un patto con le potenze dell’Intesa, vennero organizzate grandi manifestazioni nazionalistiche interventiste (cui si associarono anche numerosi socialisti su posizioni di « interventismo ri? voluzionario ») e il neutralismo venne battuto. Il 24.5.1915 l’Italia entrò in guerra.

Malgrado i cedimenti interni, le defezioni, le prese di posizione degli altri partiti socialisti della Seconda Internazionale (v.), il P.S.I. rimase fedele al neutralismo, seppure con una parola d’ordine di compromesso lanciata dall’allora segretario del partito Costantino Lazzari: « Né aderire né sabotare ». Nel settembre

1915 il P.S.I. si fece promotore della conferenza internazionale di Zimmerwald (v.) per un patto di solidarietà di classe fra i partiti socialisti europei contro la guerra in atto, per spingere i socialisti di ogni paese in guerra a lottare contro i rispettivi governi e quelli dei paesi neutrali a esprimere in tutte le forme possibili questa solidarietà ai compagni coinvolti nel conflitto.

Tra le due guerre mondiali

Negli anni tra l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 358

Brano: [...]ero vita a una rete di organizzazioni sindacali, cooperative, culturali, nonché a casse rurali, a scuole private (come il collegio Cesare Arici], a giornali e a case editrici, conquistando via via le pubbliche amministrazioni.

La guerra del 191518 trovò i cattolici bresciani schierati su posizioni neutraliste, sostenute dal giornale Il Cittadino. L’alleanza conimoderati, e in particolare con l'interventista Giacomo Bonicelli, modificò però il neutralismo originario in « neutralismo vigilante », secondo la linea sostenuta dal Della Torre sull'« Osservatori Romano », e alla cui affermazione contribuì anche Giorgio Montini. Malgrado le attenuazioni del loro neutralismo, i cattolici bresciani continuarono abilmente a indicare l’obiettivo di tenere l’Italia fuori dal conflitto, anche mediante un accordo con l’Austria e la Germania. Nel maggio 1915 finirono per dare la loro adesione alla guerra, allineandosi alle posizioni di Meda, ma intanto le precedenti posizioni e l’alleanza

con i moderati avevano loro consentito di conquistare* dopo 8 anni di amministrazione zanardelliana, il Comune e il Consiglio provinciale.

Socialisti e comunisti

Il movimento, socialista, sviluppatosi con difficoltà e ritardo in un ambiente particolarmente difficile (nel 1917,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 682

Brano: [...]di “antipatriottismo” e “antiamericanismo”: furono promulgate leggi come VEspionage Act e la Sediction Act, con le quali si legittimò la carcerazione dei militanti, la loro eliminazione fisica, l'espulsione dal Paese e la soppressione di molti giornali e riviste di opposizione.

Il movimento sindacale si trovò nuovamente diviso tra la posizione collaborazionista dell'A.F.L. (alla quale fu riservato dal governo un trattamento privilegiato) e il neutralismo dell'I.W.W., posizione che non salvò dalla repressione i militanti del sindacato, tra cui numerosi anarchici e radicali.

La guerra, ma soprattutto la rivoluzione russa del 1917 misero in discussione la possibilità di raggiungere il potere per via elettorale. Oltre a questa preclusione ideologica, numerose divergenze interne alle organizzazioni impedirono nel dopoguerra il compattarsi della sinistra e la formazione di un partito di massa negli U.S.A.. Nel 1919 il Partito socialista si ruppe definitivamente: nacquero il Communist Labor Party e il Communist Party (entrambi a

682



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 402

Brano: [...]5 aderì al sindacato operai metallurgici e al Partito socialista, militando nella frazione riformista di Turati. Membro del Comitato centrale del partito nel

1910, nel 1911 divenne segretario della F.I.O.M.. Diresse con grande abilità i più grandi scioperi dei metallurgici italiani, da quelli del 191014 sino a quelli del primo dopoguerra, culminati con l’occupazione delle fabbriche (v.).

Alla vigilia della prima guerra mondiale sostenne il neutralismo, pur non celando le sue simpatie per la Triplice Intesa. Pur approvando la posizione del Partito socialista (« né aderire né sabotare»), accettò di rappresentare la F.I.O.M. nel « Comitato di mobilitazione industriale », che doveva curare il buon andamento della produzione bellica, evitare gli scioperi e mantenere disciplinati gli operai; di fatto, non potendo fare nulla in difesa degli interessi dei lavoratori, la F.I.O.M. vi esplicava soltanto opera di collaborazione di classe e in definitiva in favore della guerra. Nondimeno la

F.I.O.M. aderì ai convegni di Zimmerwald e di Kiental, dand[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 549

Brano: [...]cando un aiuto economico che consentisse di mantenere l’indipendenza del paese fra i due blocchi delle superpotenze, ma la persistente politica aggressiva statunitense spinse sempre più Damasco verso Mosca e, il 6.8.1957, la Siria concluse un accordo di assistenza economica, tecnica e militare con l’U.R.S.S..

Gli U.S.A., proseguendo anche nel Medio Oriente la loro politica di “guerra fredda”, continuavano a non capire che, per le masse arabe, neutralismo non significava tanto propensione verso il comuniSmo, quanto volontà di opporsi aN’imperialismo delle potenze occidentali. La politica del nuovo presidente americano Eisenhower contribuì ad allargare il fossato, facendo crescere nell’area la tensione bellica, tanto che a un certo momento il governo siriano decretò la mobilitazione: il 17.10.1957 truppe egiziane sbarcarono a Latakia in appoggio al governo siriano e l’U.R.S.S. inviò due navi da guerra a protezione della costa: la politica americana aveva di fatto permesso all’U.R.S.S. e all’Egitto di porsi come protettori della Siria di fronte [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 469

Brano: [...] colonialisti francesi miranti a far fallire con ogni mezzo il coraggioso progetto di totale indipendenza del suo paese, si rivolse all'Unione Sovietica per essere sostenuto economicamente. Proclamò di voler procedere alla costruzione di un'economia “socialista”, instaurò una “repubblica popolare rivoluzionaria”, ma non volendo legarsi troppo al blocco sovietico non ne ricavò tutti i vantaggi che sperava. Dal 1975 svolse allora una politica di « neutralismo positivo » senza far concessioni a nessuno dei due blocchi dominanti la scena mondiale, con il risultato di inimicarsi sia le vecchie élites tribali legate alla Francia e al neocolonialismo U.S.A. sia i giovani progressisti che avrebbero voluto un più deciso schieramento della Guinea con i paesi socialisti. La lotta interna spinse Touré ad assicurarsi il potere con la forza, su posizioni sempre più autoritarie. Da qui una serie di tentativi di colpi di stato e di rivolte da parte dei suoi oppositori che lo accusavano di aver instaurato una sanguinaria dittatura personale sostenuto dai membri [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 367

Brano: [...]ito dopo il mancato successo della legge elettorale maggioritaria del 1953, andò certamente oltre una linea “moderata” e fu coinvolto in notevoli spunti di reazione autoritaria.

Dal 1956 in poi (incontro di Pralognan), Saragat si mosse su una linea di condizionamento del più forte P.S.I., ma consentì all'unificazione solo molto più tardi, nonostante la prova data dai socialisti nei governi di centrosinistra e l'abbandono da parte di Nenni del neutralismo in politica estera.

Del resto per Saragat il principio della solidarietà atlantica e occidentale era divenuto un perno di tutta la sua politica, che andava a modificare anche l'interpretazione del paradigma antifascista. Non a caso, sulla fine del 1947, poco prima delTingresso nel governo De Gasperi, il leader socialdemocratico aveva compiuto un importante viaggio negli Stati Uniti, decisivo sia per rimpianto che per l'orientamento del suo partito.

Tornato alla segreteria del suo partito dal 1957 al 1964, fu ministro degli Esteri nel primo e secondo gabinetto Moro (dal dicembre 1963 al [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 202

Brano: [...]ssimi esponenti di 24 paesi con dirigenti quali il cinese Chou Enlai, l’egiziano Gamal Abd elNasser, l’indiano Jawaharial Nehru e l'indonesiano Ahmed Sukarno, costituì un importante momento di raccordo e di bilancio dei successi fino a quel momento conseguiti dall'azione anticolonialistica, stimolando e sollecitando ulteriori iniziative future. Tale conferenza (la prima duna serie che tuttora continua) cercò di individuare anche quei principi di neutralismo positivo e di nonallineamento che avrebbero dovuto fare dei paesi decolonizzati un punto di riferimento mondiale per un ordine internazionale di pace e progresso economico, un ideale che avrebbe tuttavia incontrato enormi difficoltà, tanto da indurre oggi a considerare l’incontro di Bandung il momento più alto di un’aspirazione che prosegue, ma non riesce a concretarsi.

Comunque, a partire dal 1956 (Marocco e Tunisia), l’intera Africa fu investita da un imponente movimento che avrebbe visto l’indipendenza del Ghana (1957) e della Guinea (già francese), poi di decine di altri Stati. Un movi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 36

Brano: [...]rensione e alla conoscenza del fenomeno nazista. All'indomani della Seconda guerra mondiale prese posizione contro un unilaterale orientamento da parte della Germania occidentale "a favore dell’Occidente, pronunciandosi piuttosto per una posizione di equilibrio dei tedeschi nel conflitto tra i due blocchi. Sostenne queste idee, fra l’altro, nel libro Deutschland zwischen Ost und West (1950) e incoraggiando anche in epoca più recente una sorta di neutralismo conservatore.

E. Co.

Ravagli, Pietro

N. a Scarlino di Gavorrano (Grosseto) il 18.9.1864, m. a Roccatederighi di Roccastrada (Grosseto) il 2.3.1948; falegname.

Di povera famiglia, alla morte del padre cominciò a lavorare da ragazzo nei campi e apprese poi il mestiere di falegname. Dopo il 1885 militò nel movimento repubblicano e nel 1892 aderì al Partito socialista.

Dall’agosto 1895 iniziò la sua carriera politica nella commissione provinciale del P.S.I.. Nel gennaio 1896, a causa della propaganda sindacale che andava svolgendo tra i minatori di Roccatederighi, fu condannato a 4[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine neutralismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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