Brano: [...]lli, di Italo Calvino (v.), di C. Levi, di U. Vittorini, di Cesare Pavese, di V. Pratolini, Oreste Del Buono, Domenico Rea). Questa letteratura si distaccava, per la sua intenzione di essere più vicina alle masse popolari, da quella sorta dalla grande corrente della « poesia pura » che pur aveva dato origine a versi ispirati alla lotta (Quasimodo, Saba, lo stesso Eugenio Montale, Gatto).
Dibattiti e polemiche
Il dibattito sul realismo e il neorealismo si andava intanto sviluppando sulle riviste « Il ’45 », Società diretta da Ranuccio Bianchi Bandinelli (v.) e Romano Bilenchi, il « Calendario del popolo » di G. Trevisani, Cinema nuovo di Guido Aristarco, mentre le riviste Numero e Pittura preparavano il passaggio da « Corrente » a « Realismo », il cui primo numero è del giugno 1952.
La larga diffusione degli scritti di Antonio Gramsci, la conoscenza di massa dei poemi di Paul Eluard (v.) (famosissima la poesia Liberté) e di Majakovski, l'inaugurazione del Piccolo Teatro di Milano di Paolo Grassi e Giorgio Strehler con la rappresentazione[...]
[...]ofici ed estetici). Il pensiero di G. Lukàcs e di Antonio Banfi (v.) con un ripensamento dell’arte nazionalepopolare preveduta da Gramsci fu lasse portante della rivista, che si occupò della grande mostra di Picasso a Roma e a Milano e di tutte le manifestazioni (mostre di Van Gogh, Pellizza), in cui veniva avanzata una lettura della recente storia (ma anche della passata, per esempio il Caravaggio) nella nuova chiave del pensiero realista.
« Neorealismo » e realismo
A questo punto, mentre i partecipanti del movimento si professavano « realisti » (da Guttuso a Treccani, da Francesco Jovine (v.) a Pratolini, da Lizzani a Visconti) il termine « neorealismo » cominciò a prendere quota come limite della poetica realista. Dopo la morte di Stalin (1953), il « realismo » italiano, seguito in varie parti del mondo, si differenziò sempre più dal « realismo socialista » che continuava in Unione Sovietica e nel mondo socialista, fino alla Cina di Mao, per tutta l’epoca di Kruscev e oltre. Nelle arti figurative, il prevalere delle poetiche « informali >» fino all’avvento della PopArt (Popular Art) americana, costrinse il « realismo » a una serie di compromessi attraverso i quali crebbe tuttavia una generazione di giovani artisti che tendevano a esprimere[...]
[...]e « informali >» fino all’avvento della PopArt (Popular Art) americana, costrinse il « realismo » a una serie di compromessi attraverso i quali crebbe tuttavia una generazione di giovani artisti che tendevano a esprimere in termini figurativi il senso dell’angoscia e della precarietà dei valori contemporanei. Il fenomeno si estese alla letteratura ed al cinema, ma ciò coinvolgendo un discorso più generale che non era per niente assimilabile al « neorealismo » degli anni Cinquanta. Questo rimase quindi come la dizione impropria (più corretta quella pura e semplice di « realismo ») del più importante movimento nelle arti dell'Italia del secondo dopoguerra, con diffusione culturale nell'Europa e nel mondo.
R. D. G.
Neosocialismo
Corrente minoritaria del movimento operaio francese, formatasi nel 1933 all'interno del Partito socialista (S^F.I.O.]/ e della Confédération Général du Travail (C.G.T.). Le sue basi ideologiche si trovano nel libro Audelà du marxisme, pub
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