Brano: Neofascismo
voci), il partito cattolico poteva via via farsi rappresentare, in uno spregiudicato gioco delle parti, da esponenti di varia origine ma accomunati nell'obiettivo di impadronirsi sempre più saldamente dello Stato. Per raggiungere tale obiettivo, si rendevano di volta in volta necessarie aperte connivenze con il M.S.I. e prese di posizione « democratiche », leggi contro il neofascismo e insabbiamenti delle stesse, arresti di caporioni missini e successive assoluzioni, alleanze parlamentari con la destra fascista, quando ne valesse la pena, e ostentato ostracismo in altri casi. Tutte queste manovre, accompagnate dalla perdurante presenza missina in Parlamento, davano alla D.C. quella immagine « centrista » che le consentiva di presentarsi, agli occhi di una larga fascia elettorale, come il partito difensore delle « libertà democratiche » nello stesso momento in cui reprimeva nel sangue le proteste degli operai disoccupati e dei contadini ridotti alla miseria (v. Eccidi in I[...]
[...]ntativi, si passò all’uso del terrorismo. Come sarà comprovato dall’insabbiamento delle inchieste e dall’andamento dei processi, queste azioni furono in buona parte perpetrate sotto gli occhi dei dirigenti democristiani.
Per contro, i tentativi della sinistra di acquistare un'influenza in alcuni dei più importanti gangli statali (sindacato di polizia, democratizzazione delle Forze Armate, ecc.) si scontravano inesorabilmente, oltre che con il neofascismo, con il consolidato blocco di forze
D.C.industriaStato.
Instaurazione dell’economia bellica
A partire dagli anni Settanta, nella nuova situazione internazionale che vede le maggiori potenze proiettate a estendere con qualsiasi mezzo il proprio dominio sulle potenze minori e sui paesi cosiddetti « in via di sviluppo » (v. Neocolonialismo), allo Stato italiano, dipendente dagli U.S.A. e saldamente inglobato nel sistema della N.A.T.O. (v.), è stata imposta dai suoi alleati una accelerazione nel processo di trasformazione industriale e militare del Paese. Dal 1973 la cosiddetta « crisi e[...]
[...]propria legittimità ogni settore della vita pubblica e ogni aspetto dell’attività individuale. Quel totalitarismo che il regime fascista aveva cercato di instaurare istituzionalmente in Italia (e con più successo in Germania) nelle forme rozze e primitive consentite dai mezzi dell'epoca, costituisce oggi l’obiettivo verso cui procede con mezzi assai più sofisticati e potenti la società capitalistica avanzata.
In questo nuovo quadro storico il neofascismo svolge ancora un ruo
lo importante. Come fattore apertamente eversivo (in forma diretta e indiretta, per le reazioni che provoca anche in seno a frangio del movimento operaio), il neofascismo suscita una richiesta e un’aspettativa di ordine autoritario, perfettamente congeniale all’attuale fase di sviluppo del capitalismo. Nella sua più recente espressione, il « terrorismo nero », il neofascismo continua d’altra parte una pratica di violenza fisica mai interrotta dal 1945 a oggi (come testimonia la cronologia essenziale qui di seguito riportata). Questa pratica si è registrata con particolare virulenza dal 1969. A partire dalla strage di Piazza Fontana (i cui responsabili verranno assolti a Catanzaro nel 1981) si è espressa con le stragi di Brescia (maggio 1974), dell’ltalicus (agosto 1974), di Bologna (agosto 1980) e centinaia di altri attentati fino a raggiungere, in certi luoghi e momenti, aspetti di guerra civile. La tragica spirale di violenza iniziata dal terrorismo nero, sapie[...]
[...]o di « militarizzazione » della vita del paese, condizione necessaria per procedere alla ristrutturazione economica di cui si è detto.
E. Ni.
Bibliografia essenziale: Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunità, Ivrea, 1967; Pietro Secchia, La Resistenza accusa, Mazzotta, Milano, 1973; Luigi Longo, Chi ha tradito la Resistenza, Editori, Riuniti, 1975; Daniele Barbieri, Agenda Nera, Coines, Roma, 1976; Giorgio De Luna, Neofascismo, La Nuova Italia, Firenze, 1978; R. FaenzaM. Fini, Gli Americani in Italia, Feltrinelli, Milano, 1976; Guido Quazza, Resistenza e Storia d’Italia, Feltrinelli, Milano, 1976; Manlio di Leila, Stòria della Democrazia Cristiana, Marietti, Torino, 1980; Antonio Bevere, Siamo ancora il paese più libero del mondo?, La Pietra, Milano, 1980.