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Il segmento testuale neofascismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 78

Brano: Neofascismo

voci), il partito cattolico poteva via via farsi rappresentare, in uno spregiudicato gioco delle parti, da esponenti di varia origine ma accomunati nell'obiettivo di impadronirsi sempre più saldamente dello Stato. Per raggiungere tale obiettivo, si rendevano di volta in volta necessarie aperte connivenze con il M.S.I. e prese di posizione « democratiche », leggi contro il neofascismo e insabbiamenti delle stesse, arresti di caporioni missini e successive assoluzioni, alleanze parlamentari con la destra fascista, quando ne valesse la pena, e ostentato ostracismo in altri casi. Tutte queste manovre, accompagnate dalla perdurante presenza missina in Parlamento, davano alla D.C. quella immagine « centrista » che le consentiva di presentarsi, agli occhi di una larga fascia elettorale, come il partito difensore delle « libertà democratiche » nello stesso momento in cui reprimeva nel sangue le proteste degli operai disoccupati e dei contadini ridotti alla miseria (v. Eccidi in I[...]

[...]ntativi, si passò all’uso del terrorismo. Come sarà comprovato dall’insabbiamento delle inchieste e dall’andamento dei processi, queste azioni furono in buona parte perpetrate sotto gli occhi dei dirigenti democristiani.

Per contro, i tentativi della sinistra di acquistare un'influenza in alcuni dei più importanti gangli statali (sindacato di polizia, democratizzazione delle Forze Armate, ecc.) si scontravano inesorabilmente, oltre che con il neofascismo, con il consolidato blocco di forze

D.C.industriaStato.

Instaurazione dell’economia bellica

A partire dagli anni Settanta, nella nuova situazione internazionale che vede le maggiori potenze proiettate a estendere con qualsiasi mezzo il proprio dominio sulle potenze minori e sui paesi cosiddetti « in via di sviluppo » (v. Neocolonialismo), allo Stato italiano, dipendente dagli U.S.A. e saldamente inglobato nel sistema della N.A.T.O. (v.), è stata imposta dai suoi alleati una accelerazione nel processo di trasformazione industriale e militare del Paese. Dal 1973 la cosiddetta « crisi e[...]

[...]propria legittimità ogni settore della vita pubblica e ogni aspetto dell’attività individuale. Quel totalitarismo che il regime fascista aveva cercato di instaurare istituzionalmente in Italia (e con più successo in Germania) nelle forme rozze e primitive consentite dai mezzi dell'epoca, costituisce oggi l’obiettivo verso cui procede con mezzi assai più sofisticati e potenti la società capitalistica avanzata.

In questo nuovo quadro storico il neofascismo svolge ancora un ruo

lo importante. Come fattore apertamente eversivo (in forma diretta e indiretta, per le reazioni che provoca anche in seno a frangio del movimento operaio), il neofascismo suscita una richiesta e un’aspettativa di ordine autoritario, perfettamente congeniale all’attuale fase di sviluppo del capitalismo. Nella sua più recente espressione, il « terrorismo nero », il neofascismo continua d’altra parte una pratica di violenza fisica mai interrotta dal 1945 a oggi (come testimonia la cronologia essenziale qui di seguito riportata). Questa pratica si è registrata con particolare virulenza dal 1969. A partire dalla strage di Piazza Fontana (i cui responsabili verranno assolti a Catanzaro nel 1981) si è espressa con le stragi di Brescia (maggio 1974), dell’ltalicus (agosto 1974), di Bologna (agosto 1980) e centinaia di altri attentati fino a raggiungere, in certi luoghi e momenti, aspetti di guerra civile. La tragica spirale di violenza iniziata dal terrorismo nero, sapie[...]

[...]o di « militarizzazione » della vita del paese, condizione necessaria per procedere alla ristrutturazione economica di cui si è detto.

E. Ni.

Bibliografia essenziale: Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunità, Ivrea, 1967; Pietro Secchia, La Resistenza accusa, Mazzotta, Milano, 1973; Luigi Longo, Chi ha tradito la Resistenza, Editori, Riuniti, 1975; Daniele Barbieri, Agenda Nera, Coines, Roma, 1976; Giorgio De Luna, Neofascismo, La Nuova Italia, Firenze, 1978; R. FaenzaM. Fini, Gli Americani in Italia, Feltrinelli, Milano, 1976; Guido Quazza, Resistenza e Storia d’Italia, Feltrinelli, Milano, 1976; Manlio di Leila, Stòria della Democrazia Cristiana, Marietti, Torino, 1980; Antonio Bevere, Siamo ancora il paese più libero del mondo?, La Pietra, Milano, 1980.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 77

Brano: Neofascismo

a priori alla prospettiva di un’effettiva trasformazione strutturale della società italiana in senso anticapitalistico.

La cosa era invece ben chiara agli americani (come lo fu ai russi nei paesi fascisti dell’Est da loro occupati e nei quali furono tenuti in piedi gli esistenti apparati statali, solo in parte epurati).

Quando il governo U.S.A. decise di puntare sul gruppo di potere democristiano per farne il proprio agente in Italia, sapeva bene di scegliere un partito che, oltre ad avere l’importante sostegno del Vaticano, avrebbe saputo stabilire un rapporto di coesistenza con l’a[...]

[...]caratterizzò la vita italiana negli anni Cinquanta fino al governo di centrodestra Tarn* broni, furono i frutti vistosi della

II Movimento sociale italiano (v.) non avrebbe avuto alcuna possibilità di affermarsi come forza parlamentare se non avesse potuto contare, oltre che sul consenso dei governi U.S.A. e sulle simpatie del Vaticano, sull’appoggio finanziario di gruppi industriali e sul sostegno dell’apparato statale. La legalizzazione del neofascismo rispondeva anche alle aspirazioni revansciste dei numerosi ex dirigenti fascisti trovatisi di colpo emarginati dalla vita politica. Quanto alla bassa forza del movimento, questa poteva essere facilmente reclutata nel clima di crescente disgregazione soprattutto dell'Italia centromeridionale.

La polizia schierata nella piazza del Duomo di Firenze durante una manifestazione contro il governo Tambroni (luglio 1960)

collaborazione assicurata dallo Stato alla D.C..

Ma poiché l’accordo si fondava anche sulle possibilità di controllo politico, gli industriali e Io Stato si preoccuparono che[...]

[...]riali e Io Stato si preoccuparono che esistessero forze politiche atte a condizionare da destra la D.C.. Mentre quest’ultima dava inizio alla sua scalata al potere statale, industriali e gruppi dominanti dell'alta burocrazia tenevano a battesimo l’organizzazione neofascista quale forza di riserva e di intervento, in caso di cedimenti da parte democristiana, sempre possibili dato il carattere composito di questo partito.

Democrazia cristiana e neofascismo

I rapporti tra D.C. e M.S.I. furono inizialmente improntati a reciproca diffidenza e distacco. Ma via via che la D.C. procedeva nella propria scalata al potere si trovò costretta a stabilire forme di alleanza con i neofascisti. Contribuì a favorire quésta politica democristiana la struttura stessa del partito cattolico, in seno al quale potevano tranquillamente coabitare, accanto a noti personaggi fascisti come l’ex generale Giovanni Messe (v.), esponenti dell’antifascismo e della Resistenza (don Sturzo, P.E. Taviani, Enrico Mattel Benigno Zacoagnini, ecc.). Da Alcide De Gasperi a Mario Sc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 192

Brano: [...] regnante a Trieste nel dopoguerra, dovuto alle tensioni e agli scontri nazionali e sociali legati al problema dell'appartenenza statale, poi alle sorti del mai realizzato “Territorio libero” (v. Istria), indubbiamente influì anche sui processi contro i fascisti, i cui esiti favorirono non solo un rapido reinserimento degli ex collaborazionisti nella vita pubblica, ma concorsero, unitamente agli altri fattori politiconazionali, alla crescita del neofascismo (v.). A Trieste, questo si rivelò da un lato il più aggressivo fautore di una politica di violenza in nome delIitalianità”, dall'altro sfruttò le varie occasioni offerte dagli altalenanti e tormentati sviluppi della questione triestina per guadagnarsi una non trascurabile area di consensi. Dopo il ritorno deU’Italia a Trieste (1954), oltre ad alimentare una tattica di squadrismo strisciante, il neofascismo locale si articolò in veri e propri gruppi e organizzazioni eversive (Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale ecc.), gruppi fiancheggiatori del M.S.I. ma agenti anche autonomamente e che si resero responsabili di numerose aggressioni e di attentati dinamitardi, col legandosi con le cellule “nere” del Veneto. La scarsa o tardiva vigilanza dei corpi dello stato e, in molti casi, anche l’indulgenza dimostrata dagli organi giudiziari, la stessa scelta governativa di un reinserimento “burocratico” della città nello Stato italiano, affidata a uno stuolo di funzionari di polizia e prefetti legati ai vec[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 445

Brano: [...]amiti istituzionali: i fogli Regime fascista, Repubblica fascista, Crociata italica e altri, gestiti direttamente dal P.F.R. (con una linea politica direttamente ispirata da Pavolini) si sostituirono alle inesistenti o inefficienti organizzazioni di partito (fasci e federazioni) per sostenere scelte politiche e far opera di proselitismo, con risultati ovviamente nulli. D’altra parte, la pretesa del P.F.R. di costituire il « corpo militante » del neofascismo era palesemente smentita dalla contemporanea presenza di bande squadristiche militari e paramilitari che sperimentavano con molta più efficacia quella pratica del « partito in armi » invano teorizzata da Pavolini. La Legione Muti, la Decima Mas, la banda Koch, la banda Carità (si vedano le rispettive voci) e tutte le varie compagnie di ventura che segnavano il mondo turbolento del fascismo repubblicano si sostituivano al partito nel mobilitare e organizzare gli « irriducibili ».

Accanto all'inversione del rapporto partitoStato, era questa dunque

Il Battaglione « Lupo », composto in gran[...]

[...]ecima Mas, la banda Koch, la banda Carità (si vedano le rispettive voci) e tutte le varie compagnie di ventura che segnavano il mondo turbolento del fascismo repubblicano si sostituivano al partito nel mobilitare e organizzare gli « irriducibili ».

Accanto all'inversione del rapporto partitoStato, era questa dunque

Il Battaglione « Lupo », composto in gran parte da giovanissimi repubblichini in Lunigiana (1944)

Ma per l'ala moderata del neofascismo si trattava di trovare gli strumenti più efficaci per l’organizzazione de! consenso intorno al nuovo regime, rifiutando « il partito dei pochi ma buoni » che, nella sua logica settaria, restringeva i momenti di contatto tra gerarchie e opinione pubblica. Soltanto nella primavera

Mussolini parla al Lirico di Milano. Sono con lui (a sinistra) Francesco Barracu e il segretario del P.F.R. Alessandro Pavolini (16.12.1944)

un’altra notevole differenziazione tra il P.F.R. e il P.N.F.. Se nel ventennio, a partire dal 19251927, le istanze squadristiche nell’ambito del partito erano state assorbi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 840

Brano: Movimento sociale italiano

Manifestazione missina a Roma, in occasione dei funerali di Rodolfo Graziani (gennaio 1955)

marsi in numerose amministrazioni locali, specie nel Mezzogiorno, attraverso patteggiamenti conclusi qua e là tra missini, monarchici, liberali e democristiani, alleanze che ovviamente presupponevano il tacito accantonamento della famosa « legge Sceiba » del 1952 contro il neofascismo: fu questo il prezzo pagato da tutto il popolo italiano affinché la Democrazia Cristiana potesse tenere in pugno, con l’appoggio del M.S.I., i governi regionali in Sicilia e in Sardegna, nonché le giunte comunali di alcune grandi città dell’Italia centromeridionale, compresa Roma.

Nelle elezioni del 28.4.1963 i missini riguadagnarono parte delle posizioni perdute nel 1958 e risalirono a 1.570.000 voti, ma 5 anni dopo, alle elezioni del 19.5.1968, le ultime affrontate dal partito sotto la direzione di Michelini, il M.S.I. subì una nuova flessione, scendendo a

1.415.000 voti per la Camera[...]

[...]neofascisti poterono comunque aggiudicarsi 24 deputati e 2 senatori.

Da quel momento la linea moderata andò perdendo sempre più terreno aH'interno del M.S.I. e nel luglio

1969, quando Michelini morì, Giorgio Almirante potè ereditare incontrastato la segreteria. Seguendo la sua antica vocazione squadristica ma al tempo stesso facendo proprie alcune delle posizioni « pantofolaie » che tanto aveva criticato in Michelini, Almirante impresse al neofascismo italiano una direzione del tutto nuova.

Gestione Aimirante

Nel clima burrascoso instauratosi nella vita politica italiana in seguito alle grandi lotte operaie e studentesche del biennio 196869, i

neofascisti si presentarono sulla scena con particolare arroganza, da una parte avviando un’ondata di violenze e attentati e cercando di farli attribuire alle forze di estrema sinistra, dall’altra mirando all’affermazione elettorale col presentarsi ai benpensanti in veste di difensori dell’« ordine » e degli interessi « nazionali ». Con le elezioni amministrative e regionali del

1970, il [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 446

Brano: [...]ttavia quella discussione che impegnò il fascismo morente era paradigmatica di tutta la sua vicenda complessiva: emerse, fin nei suoi ultimi giorni, la sua costante incapacità di sciogliere il dilemma tra intransigenza squadrista e conservatorismo autoritario.

Nella sua successiva proiezione, fin daH’immediato dopoguerra, la dialettica tra queste due linee continuerà, costituendo la specificità della storia e della cronaca, anche recente, del neofascismo (v.) italiano. Si affermerà tra le due componenti uno stretto rapporto di complementarità, nel quadro però di una complessiva subordinazione strategica dell’elemento squadrista. Una sorta di rivincita postuma di Parini e dei suoi camerati.

G.D.L.

Nota bibliografica: S. Bertoldi, Salò. Vita e morte della RSI, Rizzoli, Milano, 1976; G. Bocca, La repubblica di Mussolini, Laterza, Bari, 1977; E. Cione, Storia della RSI, Latinità, Roma, 1950; F.W. Deakin, Storia della repubblica di Salò, Torino, Einaudi, 1963; Riservato a Mussolini, a cura di Natale Verdina, Feltrinelli, Milano, 1974; A. Tam[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 444

Brano: [...]attolica, sfiorando solo marginalmente il problema del partito.

A tale tema, il Manifesto conclusivo dell’assemblea, comprendente 18 punti, riservò soltanto un riferimento generico: « Nel

partito, ordine di combattenti e di credenti, deve realizzarsi un organismo di assoluta purezza politica, degno di essere il custode dell’idea rivoluzionaria ».

Interessante risulta il confronto del ruolo del P.F.R. con quello delle altre strutture del neofascismo, ma soprattutto con il ruolo ricoperto dal Partito nazionale fascista (v.) durante il precedente ventennio. Se nell’ambito del crollato regime il P.N.F. era stato per anni uno strumento ausiliario, esclusivamente addetto a organizzare il consenso di massa (nel binomio partitoStato, il regime aveva sempre privilegiato il secondo, mortificando l’attivismo delle origini), durante la R.S.I. la situazione venne di fatto capovolta. Falliti i tentativi di creare una forza armata di Stato credibile (v. Forze armate repubblichine) e « autonoma » dai tedeschi che si affermavano di fatto come l’unico po[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 95

Brano: [...]ifestazione, ripetendo la « Marcia sul padiglione dei generali » compiuta da Hitler in occasione del fallito colpo di stato del 9.11.1923.

24 dicembre: il neofascista Frank Schubert, membro del Movimento socialista popolare della Germania/ Partito del lavoro, uccide una guardia confinaria e un ufficiale di dogana svizzeri.

Collegamenti internazionali

Il neonazismo della R.F.T. sta diventando sempre più chiaramente una delle centrali del neofascismo internazionale. Per quanto possiamo qui rilevare a proposito dei suoi collegamenti con forze neofasciste

di altri paesi, emerge soltanto la punta di un iceberg, poiché sta nella natura di tali contatti l’essere tenuti gelosamente nascosti all’opinione pubblica. Sono comunque accertabili i collegamenti fra gruppi neonazisti della R.F.T. con la maggiore organizzazione neofascista belga, il Vlaamse Militanten Order (V.M.O.). I membri di questa formazione paramilitare si esercitano periodicamente nel corso dell’anno, sulle Ardenne, in azioni di guerriglia. Nell’estate del 1979, 75 neofascisti [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 83

Brano: Neofascismo

29.5: Nuova sfilata della Maggioranza silenziosa a Milano.

5.6: Arrestato il caporione missino Ciccio Franco per la rivolta di Reggio Calabria.

10.6: Due attentati fascisti a Trento.

13.6: Avanzata del M.S.I. nelle elezioni amministrative parziali.

21.6: Devastato dai fascisti il circolo Perini di Milano. Alcuni feriti. 28.6: Ciccio Franco viene rimesso in libertà dopo tre settimane.

17.9: Continuano le violenze a Reggio Calabria: un morto e vari feriti. 30.10: Rivelazioni sui metodi di assunzione alla FIAT di Torino, tramite il M.S.I. e la C.I.S.Na.L..

13.11: I neofascis[...]

[...]ni feriti. 28.6: Ciccio Franco viene rimesso in libertà dopo tre settimane.

17.9: Continuano le violenze a Reggio Calabria: un morto e vari feriti. 30.10: Rivelazioni sui metodi di assunzione alla FIAT di Torino, tramite il M.S.I. e la C.I.S.Na.L..

13.11: I neofascisti aggrediscono Andrea Borruso, vicesindaco di Milano.

7.12: Attentato contro l’abitazione di Bianchi D’Espinosa, procuratore generale di Milano, che conduce l’inchiesta sul neofascismo.

27.12: Il democristiano Giovanni Leone (v.) viene eletto presidente della Repubblica con il voto determinante del M.S.I..

Nel corso dell’anno si è costituito il gruppo neofascista La Fenice.

1972

10.2: A Milano, tre attentati delle

S.A.M., contro il monumento dei fucilati partigiani a Piazzale Loreto, contro le lapidi dei caduti della Resistenza alla Loggia dei Mercanti e contro la sede de « l’Unità ».

20.2: A Milano, attentato contro l’abitazione del giudice Emilio Alessandrini, impegnato nell’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana.

Dalla fusione di monarchici e missi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 870

Brano: Mussolini, Edda Ciano

La famiglia Mussolini a Villa Torlonia nel 1924. Da sinistra: Rachele, Romano, Bruno, Vittorio, Benito, Edda

anni, durante i quali scrisse un memoriale difensivo. Poi, grazie al cospicuo patrimonio rimastole a disposizione, riprese a vivere agiatamente tenendosi a stretto contatto con gli esponenti del neofascismo.

Bibliografia: F. W. Deakin, Storia della repubblica di Salò, Torino 1962.

Mussolini, Rachele Guidi

N. I’11.4.1892 a Salto (Forlì) da famiglia di contadini, nel 1908 conobbe Benito Mussolini, a quel tempi agitatore socialista. Sette anni dopo, a Predappio, lo sposò in forma civile (nel 1925, neH’atmosfera dell’Anno Santo, « donna Rachele » e il capo del governo fascista perfezioneranno le loro nozze con solenne rito religioso). Dall’unione nacquero cinque figli: Edda, Bruno, Vittorio, Romano e Annamaria.

Date le sue caratteristiche di massaia romagnola spontanea e piuttosto sempli[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine neofascismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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