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Il segmento testuale nell'Archivio è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 45Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Enzo Collotti, Luigi Cortesi e l'archivio Secchia ovvero come si monta un «caso» inesistente in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]ntrato obiezione alcuna, né condizionamento alcuno io ho subito, all'infuori di quello oggettivamente rappresentato dallo stato dell'archivio Secchia. Devo anche aggiungere che dell'esistenza di un testamento di Secchia io ho avuto conoscenza soltanto dalla già citata pub
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blicazione di Donini, nella quale è già contenuta la parte politicamente essenziale di questo testamento.
L'ipotesi che il testamento si trovasse nell'archivio e a che a pubblicarlo fossi tenuto io è una ipotesi quanto meno ingenua, come se non esistesse un legittimo erede di Pietro Secchia e non spettasse a lui, e a lui soltanto, occuparsi di un problema cosí delicato quale la pubblicazione del testamento. Nelle poche riunioni del Comitato alle quali io ho partecipato per riferire sullo stadio di preparazione del materiale per la pubblicazione, nessun cenno fu mai fatto dal figlio Vladimiro nel senso di auspicare una pubblicazione del testamento nell'ambito del volume in preparazione. L'auspicio che Vladimiro ha sempre espresso si riferiva al fatto[...]

[...]a significare i numerosi appunti sulla mancata pubblicazione di questo o quel documento; o peggio ancora quando finge di credere o induce i terzi a pensare che l'Archivio di Pietro Secchia sia l'Archivio del pci.
A proposito di presunte omissioni nella pubblicazione delle carte Secchia. Non solo nelle presentazioni alle singole parti del volume, ma anche e soprattutto nella introduzione, ho avvertito ripetutamente sia delle lacune riscontrabili nell'archivio, sia di eventuali altre linee di ricerca che richiederebbero altri strumenti o l'uso di parti dell'archivio diverse da quelle prescelte per la pubblicazione degli « Annali » Feltrinelli. Alcuni esempi: proprio su un punto sul quale Cortesi lamenta che il materiale non pubblicato non consenta lumi (cfr. Cortesi, p. 531), ossia sull'esperienza di Secchia quale segretario regionale del Pci in Lombardia nel 195556, avevo esplicitamente avvertito che il materiale presente nell'archivio è del tutto insufficiente per uno studio di una qualche completezza (introduzione p. 120); altrove indico come fi[...]

[...]e linee di ricerca che richiederebbero altri strumenti o l'uso di parti dell'archivio diverse da quelle prescelte per la pubblicazione degli « Annali » Feltrinelli. Alcuni esempi: proprio su un punto sul quale Cortesi lamenta che il materiale non pubblicato non consenta lumi (cfr. Cortesi, p. 531), ossia sull'esperienza di Secchia quale segretario regionale del Pci in Lombardia nel 195556, avevo esplicitamente avvertito che il materiale presente nell'archivio è del tutto insufficiente per uno studio di una qualche completezza (introduzione p. 120); altrove indico come filone di lavoro ancora non affrontato una ricerca sull'attività parlamentare di Secchia (p. 123), che implicherebbe fra l'altro l'ana
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lisi di quel che esiste del carteggio con il suo collegio elettorale; in altro passo ancora accenno alla necessità di approfondire il discorso sul lavoro di Secchia nelle organizzazioni di massa antifasciste e in particolare all'interno dell'ANPI (p. 124); già in precedenza avevo avvertito che l'eventualità di disporre [...]

[...]alla necessità di approfondire il discorso sul lavoro di Secchia nelle organizzazioni di massa antifasciste e in particolare all'interno dell'ANPI (p. 124); già in precedenza avevo avvertito che l'eventualità di disporre dell'Archivio del PcI avrebbe rappresentato una prospettiva di lavoro completamente diversa (p. 80); infine, non manca neppure un cenno ai limiti delle stesse carte della Commissione nazionale di organizzazione del PcI contenute nell'Archivio Secchia (p. 88). Come se non bastasse, nella presentazione ai Diari ho sottolineato come essi costituissero il corpo piú omogeneo dei materiali inediti lasciati da Pietro Secchia (p. 253) e ho fatto riferimento altresì al corpo complessivo dell'archivio per l'utilità che esso offre quale complemento strumentale alla lettura di questo corpo omogeneo (p. 256). In nessun caso quindi io ho nascosto che non di pubblicazione integrale dell'Archivio si trattava, ma delle sue parti che io continuo a ritenere le piú importanti e quelle veramente importanti nell'ottica considerata. Una volta precisati [...]

[...]azione, largamente incompleto, peraltro, da quanto è possibile arguire. Su nessun altro settore sarebbe possibile utilizzare questo archivio con una qualche completezza. Se Cortesi ha esperienza di archivi del genere dovrebbe facilmente comprendere come essi siano composti largamente da ritagli di giornale, utilizzabili nel contesto di ricerche molto particolari ma non su aspetti centrali della problematica del periodo. Un esempio; ci sono certo nell'Archivio Secchia delle cartelle dedicate al Cominform, ma chi credesse di trovarvi materiale inedito o utile ad una ricostruzione dall'interno delle vicende del Cominform o dei rapporti tra il partito italiano e il Cominform si sbaglierebbe totalmente: vi si trovano solo ritagli di giornale e copie dell'organo del Cominform « Per una pace stabile » ecc., la cui collezione si trova peraltro in piú di una biblioteca pubblica.
Comunque, incalza Cortesi (p. 530), perché non pubblicare un inventario del materiale, magari l'inventario redatto da Alessandro Vaia? Risponderò a Cortesi che pubblicare l'invent[...]

[...] Cortesi potrà criticare la pubblicazione dei testi, se non gli piace, ma non può confondere le due cose.
Putroppo, l'impressione che buona parte delle sue critiche siano dettate da motivazioni puramente pretestuose non è confermato soltanto da queste osservazioni generali che potrebbero sembrare anche troppo ovvie, ma anche dallo spirito causidico che impronta tutto il suo scritto. Io cito un testo di Togliatti del luglio del 1947 che si trova nell'Archivio Secchia (fra i non molti testi di autori diversi da Secchia ivi presenti) ed ecco che si rammarica che non sia stato pubblicato (p. 545, nota 27): io ho citato quel tanto che era necessario ai fini del discorso che stavo conducendo; che senso avrebbe avuto pubblicare quel testo di Togliatti al di là di questo limite, non soltanto nel momento in cui mi preoccupavo di curare il corpo principale del materiale direttamente relativo al lavoro
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di Secchia, ma in considerazione dei fatto che è in corso la pubblicazione delle opere di Togliatti? Sono convinto che se avess[...]

[...]rova di confondere e mescolare cose diverse. Volere andare a cercare o sospettare ad ogni costo l'esistenza dell'inedito o del documento clamoroso quando non esiste, questo sí è veramente inspiegabile e bizzarro, per usare due aggettivi cari al lessico di Cortesi. Che cosa vuole dippiú sullo scontro tra Secchia e Togliatti di quanto non abbia già detto Secchia e che si trova fedelmente e integralmente riprodotto negli « Annali »? Cercare ciò che nell'Archivio Secchia non esiste e che se mai esiste salterà forse un giorno dall'Archivio del pci, mi pare ozioso e pretestuoso insieme, proprio in presenza di tutto quello che è emerso dalla pubblicazione degli « Annali » (che non so quanto sia piaciuta al pci, a dispetto di quanto pensa Cortesi e a giudicare dalle recensioni alquanto liquidatorie che ne hanno scritto Spriano su « l'Unità » e Amendola su « Rinascita »: ma possibile che siano sfuggite a un lettore cosí puntiglioso come Cortesi?) e soprattutto del fatto che se c'è un uomo politico che ha cercato di lasciare la piú ampia testimonianza non s[...]

[...]l'intervento personale di Secchia a fornire l'intelaiatura e la struttura del lavoro. È chiaro che il periodo dal 1945 in poi poneva problemi nuovi di redazione del volume anche per le mutate condizioni della lotta politica. Ora, considerando il complesso dell'Archivio per quest'ultimo periodo risulta evidente che fin quando Secchia ha operato come uno dei massimi dirigenti del PcI la testimonianza della sua attività deve trovarsi essenzialmente nell'Archivio del PCI; ho già detto che cosa si trova nell'archivio Secchia: interventi ai comitati centrali, un numero assai minore di testi (o riassunti di essi) di interventi in altri organismi di partito, opuscolame e altre pubblicazioni che in buona parte sono servite per il lavoro di annotazione. Il Promemoria autobiografico è l'unica traccia compiuta che consenta la sutura con l'inizio del Diario,, che non a caso Secchia prende a scrivere dopo l'inizio dello scontro definitivo con Togliatti. Sarà banale osservazione, ma è presumibile che fino al luglio del 1954 Secchia non abbia avuto letteralmente la possibilità materiale e la disponibilità di tempo p[...]

[...]e anche inutili? È questo un argomento certo collaterale a sostegno della pubblicazione cosí come è stata concepita, ma non del tutto sottovalutabile. Insisto che una piú puntuale pubblicazione dei « documenti politici richiamati o allegati e che a tutti gli effetti vanno considerati parte integrante e fondamentale » dell'Archivio Secchia, come si esprime Cortesi, era praticamente impossibile. Non solo, perché molti di questi testi semplicemente nell'archivio non esistono, ma perché l'affastellamento del materiale non avrebbe reso piú agevole bensí piú complessa la consultazione e la stessa utilizzazione del volume. Se si credesse che nell'archivio vi siano elementi per collocare il documento della relazione di Mosca del dicembre del 1947 nel contesto delle sue premesse, della sua genesi e delle sue ripercussioni,
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al di là di quello che lo stesso Secchia ne scrive a posteriori nel Promemoria e nei Diari, si sarebbe completamente fuori strada. Per il periodo 194748, all'infuori delle note personali di Promemoria e Diari, e degli altri documenti da me citati o parzialmente utilizzati (comitati centrali, commissione di organizzazione ecc.) non vi è assolutamente altro; le pagine sullo sciopero generale del 194[...]

[...] Promemoria e Diari, e degli altri documenti da me citati o parzialmente utilizzati (comitati centrali, commissione di organizzazione ecc.) non vi è assolutamente altro; le pagine sullo sciopero generale del 1948 trovano il loro naturale complemento negli articoli pubblicati su « l'Unità » nell'estate di quell'anno e poi raccolti in opuscolo. In questo, come in tanti altri casi, è al di fuori dell'Archivio che bisogna lavorare, non insinuare che nell'Archivio vi possa essere piú di quanto oggettivamente non ci sia. E non bisogna a questo punto confondere neppure i materiali documentari che si pubblicano in vista di una elaborazione storiografica con l'elaborazione stessa. Cortesi può pur ritenere inutile la mia introduzione, ma è proprio davvero inutile o addirittura preclusiva al progresso dello studio del nci nel dopoguerra la pubblicazione del volume degli « Annali », come vorrebbe far credere Cortesi? In questo caso egli deve dimostrare che una diversa pubblicazione avrebbe aperto prospettive assai diverse allo studio non solo del caso Secchia[...]

[...]el PCI? Personalmente ne dubito, il che per conto mio non esclude che altri possa e voglia procedere ad una pubblicazione integrale. Ma il sospetto è l'arma ermeneutica di Cortesi: che anche sulla corrispondenza sia stata applicata la « censura »? Possibile che il criterio di selezione debba equivalere a una « censura »? Forse perché cosí è piú scandalistico? Perché fa piú rotocalco? Fa piú storia del PcI? Che il carteggio con Togliatti presente nell'Archivio Secchia cominci sul finire del 1954 si può spiegare con il fatto che la consuetudine di lavoro nel periodo precedente rese meno necessario il contatto epistolare; in secondo luogo, e prioritariamente, che la parte di questo carteggio relativa a questo periodo dovrebbe trovarsi nell'archivio del PCI, trattandosi probabilmente (e dico probabilmente perché dobbiamo ragionare per intuizione e per ipotesi non avendo io la pretesa della divinazione) di materiali non di discussione politicopersonale, come avverrà successivamente, ma piú strettamente politico. Ma c'è un richiamo di Cortesi che questa volta sorprende e induce a pensare o alla sua malafede o al suo candore, non soltanto come storico ma anche come ex militante del PCI. Meraviglia per l'appunto che uno come Cortesi che è stato all'interno del PCI abbia cosí scarsa capacità politica e metodologica di non percepire certe sfum[...]

[...]elle stesse battaglie.
Se Cortesi avesse tenuto conto, come in altri casi, di queste e analoghe osservazioni, forse il processo indiziario che egli ha voluto intentare al volume degli « Annali » Feltrinelli avrebbe assunto un tono e uno spessore diversi. C'è fra l'altro un piccolo particolare che mi sfugge: procedendo all'annotazione dei Diari e di altri documenti riprodotti nel volume, io ho richiamato anche non pochi altri documenti contenuti nell'Archivio. Poiché non avevo di mira la pubblicazione integrale dell'Archivio ho tuttavia cercato di indicare una serie di pezze d'appoggio esistenti e di cui è sempre possibile il recupero e la pubblicazione. Non riesco a comprendere come l'aver usato questo scrupolo debba ritorcersi contro di me con l'accusa di avere occultato o di non avere proceduto alla pubblicazione integrale di questo materiale. Visto che Cortesi usa parlare di nonsense, ecco un autentico nonsense: se avessi voluto occultare dei documenti, semplicemente non ne avrei segnalato l'esistenza. Il fatto che non li abbia pubblicati deri[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine nell'Archivio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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