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Il segmento testuale naturalismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 831Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 401

Brano: [...]o, a liberazione di Parigi avvenuta. Quando rientrò in patria, Visconti sapeva anche di cinema (il teatro gli era già familiare, e la letteratura fu la passione di tutta la sua vita) ; ma soprattutto era imbevuto di spirito populista e antifascista.

A Roma, si collegò presto al gruppo di intellettuali che facevano la “fronda” nella redazione del quindicinale Cinema e che, come lui, amavano Renoir, invitavano il cinema italiano a riscoprire il naturalismo di Giovanni Verga (come il critico letterario Mario Alicata e il critico cinematografico Giuseppe De Santis), consideravano i produttori del cinema fascista dei “cadaveri” (come li definì Visconti in un corsivo sulla rivista) e si trasformarono in militanti e in cospiratori quando il regime entrò in guerra. Oltre ai due citati, i suoi amici erano Gianni e Massimo Puccini, Pietro Ingrao, Antonio Pietrangeli, Michelangelo Antonioni, Renato Guttuso, Antonel

lo Trombadori e altri.

« Sin dalla Resistenza — ricorderà nel 1973, tre anni prima della morte — io ho cominciato a legarmi con amici [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 280

Brano: [...]ra civile ». Rimase in prigione a Finalborgo fino all’indulto del 29. 12.1898.

“La folla*

Dal 5.5.1901 pubblicò a Milano il settimanale “La folla”, redatto quasi interamente da lui e uscito fino al 1904, sul quale apparvero anche scritti di personaggi come Benito Mussolini. Sotto lo stesso titolo pubblicò un romanzo (che riscosse gli elogi di Emilio Zola), sorta di manifesto letterario a favore di una narrativa dura e secca, improntata al “naturalismo” documentario di taglio “fotografico”, in rottura con il gusto romantico e idealizzante dell’epoca.

Sempre all'insegna de “La folla”, fondò un’impresa editoriale e si pose a condurre campagne giornalistiche a sostegno delle prime lotte operaie: nel 1904 (con Walter Mocchi, Arturo Labriola e Tommaso Monicelli) curò il “Bollettino” dello sciopero generale proclamato dalla Camera del lavoro di Milano per l’eccidio di Buggerru. Nel 1907, a conclusione di una minuziosa inchiesta, diede alle stampe La sanguinosa settimana del maggio '98, requisitoria documentata delle infamie compiute a Milano d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 617

Brano: [...]si richiama quindi a una concezione del mondo di tipo relativistico, per mettere in luce la polivalenza e la contraddittorietà degli avvenimenti, rinunziando ad attribuire un significato complessivo alla realtà.

Lavori teatrali

Nella sua produzione di drammaturgo, risulta centrale il tema della maschera e della finzione: con Così è se vi pare (1917) inizia la fase più autentica del teatro di Pirandello, dopo alcuni atti unici improntati al naturalismo che invece esprimono, per ambiente e linguaggio, la fase siciliana (Liolà, La giara, Il berretto a sonagli).

Le opere teatrali in cui maggiore è l’innovazione (e che polarizzarono subito l’attenzione della critica) sono Enrico IV e Sei personaggi in cerca d'autore (1922), cui vanno aggiunti Ciascuno a suo modo (1924) e Questa sera si recita a soggetto (1930).

È l’operazione cosiddetta del « teatro nel teatro » o di metateatro. Nei « Sei personaggi », lo spazio teatrale non finge più un luogo vero e l’innovazione tecnica consiste nel portare sul palcoscenico non un dramma fatto, ma un dr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 435

Brano: [...]ultura della borghesia progressista del secolo XIX in contrapposizione al decadentismo del secolo successivo.

Riprendendo anche le ricerche di Franz Mehring, Lukàcs tendeva in primo luogo a ricostruire una tradizione democratica della cultura tedesca da Lessing a Goethe e a Hegel fino a Thomas Mann (v.). Più in generale e in relazione al dibattito sul realismo, la sua ricerca contrapponeva il romanzo realista di Bai zac, Stendhal e 7o/stoi al naturalismo successivo e al soggettivismo delle avanguardie artistiche e letterarie del Novecento.

Dopo la Seconda guerra mondiale, mentre in Occidente e soprattutto tra la cultura francese di sinistra si riaccendeva l’interesse per la sua opera giovanile, Lukàcs rientrò in Ungheria e vi pubblicò i libri che rappresentano la più matura e articolata elaborazione del suo pensiero: Goethe e il suo tempo; Il giovane Hegel; Esistenzialismo o marxismo?; La distruzione defla ragione; Saggi sul realismo; Contributi alla storia dell’estetica; Thomas Mann e la tragedia dell’arte moderna.

Il Circolo « Petoefi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 334

Brano: [...]tteraria », che insidia l’istanza saggistica di partenza.

Altri autori

Nell'orizzonte del neorealismo sono stati spesso collocati anche due narratori tra i più validi di questi anni: Italo Calvino (v.) e Beppe Fenoglio (v.), maturati nel primo decennio del dopoguerra. Ma la classificazione e apparsa ben presto riduttiva ed errata, almeno se si considera il neorealismo nell’accezione più sopra accennata. Calvino si riscatta dai pericoli del naturalismo attraverso una stilizzazione favolistica, che nelle pagine migliori è sostenuta da una lucida consapevolezza critica. Dalle pagine partigiane del romanzo « avventuroso » Il sentiero dei nidi di ragno (1947) e dei rarefatti racconti di Ultimo viene il corvo (1949), alla presa di coscienza dei giovani sotto il fascismo nell’Entrata in guerra (1954), Calvino compie una sorta di approfondimento a ritroso. Dal canto suo, Fenoglio descrive nelle sue pagine di opposizione antifascista e di lotta partigiana (/ ventitré giorni della città di Alba, 1952; Primavera di bellezza, 1959; e i postumi Una que[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 332

Brano: [...]che una « letteratura della Resistenza », si può dire che abbiamo avuto in Italia una « letteratura sulla Resistenza », giacché la maggioranza dei nostri scrittori si è applicata ai nuovi contenuti antifascisti senza un intimo riesame e rinnovamento autocritico della propria fragile e già ritardata formazione culturale originaria (compresa, con varie sfumature e osmosi, tra l’idealismo e l’umanesimo tradizionale, il novecentismo provinciale e il naturalismo o verismo di derivazione ottocentesca). La Resistenza come esperienza storica (ideale, culturale e morale), insomma, non ha rappresentato — se si eccettuano alcuni casi isolati — un terreno di verifica, un momento di rottura, ma è stata essenzialmente l’oggetto esterno di una serie di operazioni meramente descrittive, l’occasione di confessioni autobiografiche, la spinta a private riflessioni moralistiche, se non addirittura una sfera di nuove mitologie. Di qui il carattere illusorio di ogni rifiuto delle passate tradizioni culturali — come espressione del mondo politico e morale che si inten[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 235

Brano: [...]iù acuta, diventando comune al romanzo, alla poesia, alla musica, al teatro, al cinema, oltreché alle arti figurative. Qualcuno ha sostenuto che, nel corso degli anni Venti, la « Nuova oggettività » non fu che il riflesso di una passiva rassegnazione a uno stato di fatto irrimediabile dopo un periodo di vive speranze: una sorta di resa incondizionata alle cose. E senza dubbio, più di un artista cadde in simile atteggiamento, slittando in un mero naturalismo o in un « realismo magico » di sapore metafisico. Ma per Dix e Grosz o per un altro artista d’uguale grandezza come fu Max Beckmann la questione é diversa: non rassegnazione, non cinismo s’incontrano nella loro opera dopo il 1920, ma semmai amarezza e risentimento, una ostinata

e testarda proposta di immagini urtanti.

Per questi artisti, e ancora per molti altri come Karl Wòlker, Kurt Ouerner, Otto Nagel, Rudolf Schlichter, Karl Hubbuch, Hans e Lea Grundig, là « Nuova oggettività » fu tutt’altro che un « ritorno all’ordine » dopo le speranze deluse: essa fu, al contrario, un'impuntatura[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 685

Brano: [...]ietro Marussig, De Grada, Bernasconi e Monti).

Questa « proposta » incontrò l’eco più favorevole in tutta Italia, cosicché Corrente potè qualche mese dopo aprire la sua seconda mostra (nelle sale della Galleria Grande, dicembre 1939). In luogo del gruppetto degli « anziani », ecco questa volta, all’insegna del « fondomanifesto » pubblicato un anno prima e ora ripreso come programma della mostra (« Un problema di realismo

— non nel senso di naturalismo che quella parola acquistò nelle varie epoche — era essenzialmente il nostro problema»), una grande parte di coloro che avevano risposto al richiamo di Corrente: Guttuso, Mafai, Franchina, Tamburi, Fazzini, Mirko, Afro, Montanarini, Pirandello, Caputi, da Roma; Santomaso e Pizzinato, da Venezia. Intanto a Milano si erano aggiunti Piero Prampolini, Mauro Reggiani, Luigi Broggini, Lucio Fontana, Aldo Salvadori.

Il « movimento » toccò allora il suo momento di maggior forza: dal confino di Ventotene giunsero due articoli di Eugenio CurieI pubblicati con nome di Pangloss. Silvio Menicanti espos[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine naturalismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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