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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 4

Brano: Accademia d’Italia

teratura tedesca; Enrico Fermi, fisico; Car

lo Formichi, professore di Sanscrito; Umberto Giordano, musicista; Camillo Guidi, professore di Statica grafica e di Scienze delle costruzioni; Alessandro Luzio, Sovraintendente all'Archivio di Stato di Torino; Antonio Mancini, pittore; Emilio Filippo Tommaso Marinetti, letterato; Pietro Mascagni, musicista; Angelo Silvio Novaro, poeta; Francesco Orestano, filosofo; Alfredo P anzi ni, letterato; Roberto Pari beni, direttore generale per le Antichità e Belle Arti; Nicola Parravano, chimico; Marcello Piacentini, architetto; Luigi Pirandello, letterato; Pietro Romualdo Pirolta, botanico; Ettore Romagnoli, professore di Lingua e letteratura greca; Giulio Aristide Sartorio, pittore; Francesco Severi, matematico; Bona/do Stringher, Governatore della Banca d'Italia; Ettore Tito, pittore; Tommaso Tittoni, senatore del Regno; Alfredo Trombetti, glottologo (morto il 5.7.1929, fu sostituito il 27.9 dello s[...]

[...]ni, Severi, Tito, Tucci, Vallauri, Volpe); gli altri erano: Antonio Baldini, scrittore; Rodolfo Benini, professore di Economia politica; Giulio Bertoni, filologo; Emilio Bianchi, astronomo; Ettore Bignone, professore di Letteratura latina e greca; Giambattista Bonino, professore di Chimica fisica; Massimo Bontempelli, scrittore; Felice Carena, pittore; Armando Carlini, professore di Filosofia teoretica; Emilio Cecchi, scrittore; Francesco Cilea, musicista; Guelfo Civinini, scrittore e giornalista; Carlo Conti Rossini, Consigliere di Stato; G. Arturo Crocco, professore di Aeronautica generale; Arturo Dazzi, scultore; Alberto De' Stefani, professore di Politica economica e finanziaria; Francesco Ercole, professore di Storia del Diritto; Ramiro Fabiani, geologo; Luigi Federzoni, presidente dell'Accademia dalI '8.3.1938; Ferruccio Ferrazzi, pittore; l’albanese Giorgio Fishta, frate minore, poeta; Angelo Gatti, generale di divisione; Pietro Gajdenzi, pittore; Francesco Giordani, professore di Chimica generale e di Elettrochimica; Giovanni Giorgi, i[...]

[...]Surdo, professore di Fisica superiore; Amedeo Maiuri, archeologo; Vincenzo Manzini, professore di Diritto penale; Luigi Marangoni, ingegnere; Clemente Merlo, professore di Storia comparata delle lingue classiche e neolatine; Giovanni Muzio, architetto; Ugo Ojetti, scrittore; Giovanni Papini, scrittore; Francesco Pastonchi, poeta; Cesare Pascarella, poeta; Federico Patetta, storico del diritto; Paolo Emilio Pavolini, orientalista; Lorenzo Perosi, musicista; Giuseppe Pession, fisico; Raffaele Pettazzoni, storico delle religioni; Ildebrando Pizzetti, musicista; Salvatore Riccobono,

giurista; Romano Romanelli, scultore e scrittore; Pietro Rondoni, professore di Patologia generale; Achille Russo, professore di Anatomia comparata e di Zoologia; Alfredo Schiaffini, professore di Storia della lingua italiana; Attilio Selva, scultore; Filippo Silvestri, professore di Entomologia agraria; Renato Simoni, scrittore, autore e critico teatrale; Ardengo Soffici, pittore e scrittore; Carlo Somigliana, matematico; Vincenzo Ussani, professore di Letteratura latina; Angelo Zanetti, scultore. Dopo il 30.5.1940 furono nominati accademici: Silvestro Baglioni, prof[...]

[...]Negri, scrittrice; Cipriano Efisio Oppo, pittore e scrittore. Fecero altresì parte dell’A. d’I.: Lucio d’Ambra, giornalista e scrittore; Gabriele d'Annunzio, poeta soldato; Pietro Gasparri, cardinale; Luigi Amedeo di SavoiaAo.ìta, principe; Guglielmo Marconi; fisico; Carlo Alfonso Nat li no, professore di Storia e Istituzioni musulmane; Silvio Perozzi, giurista; Giuseppe Pianese, professore di Anatomia e Istologia patologica; Ottorino Respighi, musicista; Domenico Trentacoste, scultore.

Acchiardo, Giuseppe

Nato a Cartignano (Cuneo) nel 1920; insegnante. Dopo 1*8.9.1943 tra gli organizzatori della Resistenza in valle Maira (Cuneo); inizialmente comandante di distaccamento della banda « Carboni », ha rappresentato poi il Partito d’Azione nel Comitato di liberazione nazionale della valle Maira, diventando infine commissario politico della Brigata « Giustizia e Libertà » nella stessa valle. È Grande invalido della Guerra di liberazione nazionale.

Acciaio, Patto di

Fu così definito il patto di alleanza

fra Italia e Germania firmato [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 861

Brano: [...]nazionale di musica contemporanea di Venezia, che egli stesso diresse fino al 1936 insieme a Lualdi, per poi subentrare a quest'ultimo nel 1937. Nel 1938, l’inclusione della Suite op. 29 di Schoenberg nei programmi della quinta manifestazione veneziana sarà sufficiente a scatenare una campagna di stampa contro il Casella, accusato di linea « cosmopolita » e « antinazionale ». Di più: un giornalista del « Tevere », alludendo alla moglie ebrea del musicista torinese, giunse a rinfacciargli il suo « giudaismo ».

Secondo il Santoliquido, giornalista del « Tevere », « l'arte moderna era un’invenzione giudaica », e « quest'arte era stata introdotta in Italia da Casella naturalmente corrotto dai sentimenti ».

Gian Francesco Malipiero

Nonostante che l’attività creativa di Gian Francesco Malipiero si svolgesse in Italia contemporaneamente a quella di Casella e degli altri musicisti nominati, l’esperienza specifica farà acquisire a questo artista un posto a parte nella cultura musicale di quegli anni.

Figura solitaria e appartata, il venezia[...]

[...]erboso poeta il Foscolo dei « Sepolcri » e il Leopardi del « Canto notturno di un pastore errante nell’Asia » (1910).

Negli anni in cui Pratella inneggiava alla guerra come a una « lotta immane di razze e di civiltà, [come] bisogno di una grande ed esuberante affermazione di italianità [per cacciare] dalla nostra fede, dalla nostra arte, dalla nostra vita, tutto ciò che non è italiano, esclusivamente e prettamente italiano », Malipiero, unico musicista italiano che non si fosse lasciato coinvolgere nella retorica interventistica, metteva a nudo in Pause del silenzio (1917) il vero volto squallido della guerra.

L’angosciosa visione esistenziale di Malipiero, in cui ogni certezza veniva meno dinanzi al baratro spalancato di fronte all’uomo smarrito, era antitetica rispetto all'ottimismo accademico di Casella. Se all’ostentata serenità del musicista torinese ben si addiceva il neoclassico come recupero in chiave moderna degli antichi valori musicali italiani retorizzanti del nazionalismo, l’animo disincantato di Malipiero si esprimeva in un linguaggio che lo inseriva nella problematica delle avanguardie europee. Oltre al simbolismo, matrice comune a impressionismo ed espressionismo, da questo ultimo Malipiero accolse anche la tematica desolata della notte squarciata dalla luna, delle tenebre silenziose e della solitudine. Temi ricorrenti della sua poetica erano quindi l’impossibilità di comunicare,

il gioco delle apparenze di una real[...]

[...] realtà viene espresso nel teatro malipieriano dal motivo delle maschere che, già presente nelle Sette canzoni (191720), conclude l’atto unico del Torneo notturno (1931) con la scena della macabra mascherata del carro funebre.

La lucida presa di coscienza critica della crisi di valori che investiva la cultura borghese uscita dall’ ’800, insieme alla visione ironica e paradossale di una realtà vanificata, dovevano avvicinare la personalità del musicista a quella, per tanti versi affine, di Luigi Pirandello. L’affinità spirituale tra

i due artisti si manifesterà soprattutto nell’opera La favola del figlio cambiato, su testo di Pirandello, in cui l’unione di modi musicali diversi (dal jazz al canto gregoriano all’atonalità, a danze e canzoni popolari) serve allo scopo di sottolineare

l’alienazione umana, in quanto espressione della crisi di una società e della sua classe dominante. Perfino Mussolini dovette cogliere il significato corrosivo e polemico di quest’opera se, dopo la prima rappresentazione del 1934, intervenne di persona per f[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 859

Brano: [...]alilla Pratella, direttore con D’Annunzio, Pizzetti e Gian Francesco Malipiero della Biblioteca musicale nazionale italiana, si dedicherà soprattutto allo studio del folclore romagnolo.

Non a caso, del resto, anche in campo politico molti tra i più importanti personaggi fascisti, quali il Corradini, Alfredo Rocco, Filippo Tommaso Marinetti, Forges Davanzati, ecc., proverranno dal movimento nazionalista (v. Futurismo).

Alfredo Casella

Il musicista che più di ogni altro riassunse nelle proprie composizioni e nelle formulazioni teoriche le tendenze della musica italiana di quegli anni fu Alfredo Casella. Nato a Torino nel 1883 e compiuti i primi studi musicali in Francia negli anni che avevano visto il Marinetti impegnato nel suo « Manifesto dei futuristi », pianista e direttore d'orchestra oltre che com

positore e instancabile organizzatore di iniziative musicali, con la sua personalità Casella dominò incontrastato gli avvenimenti musicali fra le due guerre. A lui si dovettero importanti iniziative per la diffusione della musica mode[...]

[...], di cui si fece costante portavoce.

Anche se sarebbe ingiusto dimenticare che proprio aU’attivismo divulgatore di Casella si dovettero le prime italiane del « Pierrot lunaire » di Schoenberg e delI’« Histoire du soldat >» di Stravinsky nel 1924, di fronte al senso di angoscia e di crisi di valori che si sprigionava dalle esperienze atonali viennesi, partecipando aH’immancabile chiusura nazionalistica verso le altre scuole musicali europee il musicista torinese contrapponeva « l’atteggiamento sereno e totalmente indipendente cui perviene oggi la nostra scuola italiana. Atteggiamento perfettamente conforme allo spirito di buon senso e di equilibrio che fu sempre la maggior caratteristica della nostra razza »; così come alle brume nordiche della nebulosa visione impressionistica egli contrapponeva retoricamente la luce solare del nostro paese e il senso plastico tipicamente italiano.

Le ricerche musicali di Casella si esercitavano nell’ambito di un ritorno neoclassico ai grandi maestri del passato musicale italiano, rivissuto mediante un l[...]

[...]he musicali di Casella si esercitavano nell’ambito di un ritorno neoclassico ai grandi maestri del passato musicale italiano, rivissuto mediante un linguaggio aggiornato nella sua veste modernista e che, nella programmatica serenità, si sottraeva volontariamente a una problematica profonda. Quindi un linguaggio artificiosamente ottimistico e soddisfatto di sé, teso a esaltare e a glorificare un regime che sempre più incontrava

il consenso del musicista. Non mancarono infatti negli scritti di Casella attestazioni di fede fascista e apprezzamenti per « l’opera mirabile e feconda del regime » anche in campo artistico.

Quanto al melodramma, alla visione spiritualisticoreligiosa del dramma musicale pizzettiano Casella op

859



da [Sinfonia in Si bemolle maggiore No 1 opera 1 / Igor' Fëdorovič Stravinsky . Sinfonia per piccola orchestra No 1, Le Printemps / Darius Milhaud. A Simple Symphony opera 4 / Benjamin Britten], p. 2Copertina (Disco vinile

Brano: [...]infonia n. 1 in si bemolle maggiore, op. 1

SOCIETÀ ORCHESTRALE DI VIENNA F. CHARLES ADLER, direttore d'orchestra

BRITTEN

A » 1À

ìàeM

MILHAUD

Sinfonia per piccola orchestra n. 1 "Le Printemps

ORCHESTRA DA CAMERA CONCERT HALL DARIUS MILHAUD, direttore d'orchestra

M

A Simple Symphony,, op. 4

ORCHESTRA FILARMONICA OLANDESE OTTO ACKERMANN, direttore d'orchestra

La personalità di Stravinsky, più di quella di ogni altro musicista, potrebbe chiarirci l'atteggiamento dello spirito (quindi quella del musicista) nel nostro secolo. Per le generazioni future, egli sarà probabilmente il riflesso fedele della nostra epoca, piena di contraddizioni : e benché non si possa dire che egli abbia seguito il mutare continuo della moda, certamente egli ha lottato continuamente per la ricerca di un linguaggio sincero e questa ricerca lo rende diverso in ciascun periodo della sua attività creatrice.

In questa Sinfonia in mi bemolle maggiore è ancora chiara la derivazione da RimskyKorsakov e da Glozunov ma gli basteranno pochi anni per cancellare qualsiasi residuo di accademismo e per scrivere con tutta la forza[...]

[...]a ancora in questo lavoro, che Stravinsky portò a termine nel 1907, a venticinque anni, mentre studiava uncora con RimskyKorsakov.

Il compositore francese Darius Milhaud è nato nel 1892 a AixenProvence. Fu uno degli enfants terribles della musica moderna, quando questa, dopo la prima guerra mondiale, entrò nella vita della cultura europea al seguito di rivoluzioni, crolli, confusioni di tutti i lavori. Le prime composizioni valide del giovane musicista sono brevi composizioni orchestrali che battezzò sinfonie, riportandosi al significato originario di questa parola, del quale era stata spogliata durante il Romanticismo. Ognuna delle sinfonie aveva inoltre un sottotitolo : la prima si chiamava « La Primavera », la seconda « Pastorale », la terza « Serenata », la quarta,e quinta si accontentano di denominazioni puramente musicali : « Dixtuor à cordes » e « Dixtuor d'instruments à vent ».

Si tratta di miniature, sia per la durata sia per la composizione dell'orchestra, e scoprono una nuova tendenza nata in Francia. Uno dei precursori di que[...]



da [Cenerentola, Suite dal balletto opera 87 / Sergej Prokof'ev], p. 3Copertina (Disco vinile

Brano: [...] secondo le tradizioni del vecchio balletto classico, componendo un pasdedeux, un adagio, una gavotta, parecchi valzer, una pavana un passepied, una bourree, una mazurca, un galop. Ogni personaggio ha la sua variazione . Ho cercato, infine, di dare alla vecchia favola preseme nella tradizione di tanti popoli, il sapore di una genuina stona russa di fate .

Franco Soprano

GUIDA ALL'ASCOLTO

Sergej Prokofiev (Soncovka, 1891Mosca, 1953) è il musicista che, in netta ma non polemica contrapposizione a Stravinskij, ha creato un arco di continuità con la grande tradizione del Balletto Imperiale Russo. Mentre Stravinskij, associandosi al « programma » di Diaghilev, e gratificandolo in sommo grado, procede su un tracciato clamorosamente di rottura (che solo più tardi ripiegherà su posizioni neoclassicheggianti), Prokofiev, arginato (ma non necessariamente) dalla cultura di partito, ha l'estrema abilità di rinnovare il glorioso formulario del Balletto Imperiale di Pietroburgo iscrivendo tutto ad una anagrafe rigorosamente personale, straripante d[...]

[...]de su un tracciato clamorosamente di rottura (che solo più tardi ripiegherà su posizioni neoclassicheggianti), Prokofiev, arginato (ma non necessariamente) dalla cultura di partito, ha l'estrema abilità di rinnovare il glorioso formulario del Balletto Imperiale di Pietroburgo iscrivendo tutto ad una anagrafe rigorosamente personale, straripante di connotati irresistibili che gli consentono di ancorarsi alla tradizione e, insieme, di imporsi come musicista « assolutamente » del nostro tempo. Cenerentola fu commissionata a Prokofiev dal Teatro Kirov di Leningrado, sin dal 1940. Nel 1941 il musicista aveva già « abbozzato » i primi due atti del balletto, ma il drammatico incalzare degli eventi bellici lo indusse a sospendere il lavoro per dedicarsi ad una composizione « moralmente » più impegnata e partecipe del momento storico. Questa composizione fu l'opera Guerra e Pace. Solo nel giugno del 1943 Prokofiev riprese e completò Cenerentola durante un soggiorno a Molotov, dove il Kirov aveva trasferito la sua attività durante la guerra. Prokofiev lavorò in stretta collaborazione con il coreografo Kostantin Sergheyev e con lo scenografo Volkov. Fra la primavera e l'estate del 1944 il ballett[...]



da [Il cimento dell'armonia e dell'invenzione opera 8 ; Concerti per viola d'amore e orchestra opera 25 / Antonio Vivaldi], p. 2Copertina (Disco vinile

Brano: [...]5 : NUMERO 3 IN RE MINORE NUMERO 6 IN LA MAGGIORE

JOHAN VAN HELDEN, viola d’amore Orchestra Chamber Music Society FRED HAUSDOERFER, direttore

UNO del personaggi di maggior rilievo nella storia della musica è anche uno del meno noti: poche Infatti sono le notizie sicure circa la vita di Antonio Vivaldi. Sembra che sia nato a Venezia fra 11 1675 e II 1680. e sappiamo che mori a Vienna 11 28 luglio 1741. Era Aglio ed allievo di uno stimato musicista veneto, Giovanni Battista Vivaldi, violinista della chiesa di San Marco. Nel 1703 Antonio prese gli ordini sacri, e venne soprannominato € 11 prete rosso » probabilmente dal colore del suol capelli. Dal 1707 al 1713 fu al servizio del Langravio Filippo di AsslaDarmstadt, che risiedeva allora a Mantova. Nel 1714, tornato a Venezia, VIi vcnnc nominato direttore dell’Ospedale della pietà, un’lstltuslone per trovatelle allora musicalmente famosa, che vantava un coro ed un’orchestra eccellenti. Nello stesso periodo succedette anche al padre come violinista di San Marco.

Per Quanto si sappia mol[...]

[...]i questa musica s’impone Immediatamente all’ascoltatore. Come forma, questi lavori seguono la struttura di quasi tutti 1 concerti per violino di Vivaldi: vi è sviluppata Infatti la parte del solista contro ia massa degli strumenti a corda dell’orchestra, ed è questa la grande Innovazione che Vivaldi ha portato nello svliuppo del concerto per strumento solista.

Louis Kaolman, che II New York Tlmet ha deAnlto « 11 violinista del violinisti e II musicista del musicisti », detiene una posizione unica fra 1 virtuosi contemporanei. Oltre alle sue belle esecuzioni di favori del repertorio normale, ha compiuto anche un lavoro da pioniere nella ricerca e nell’esecuzione di musiche poco conosciute di Vivaldi, Torelli ed altri maestri dell’epoca barocca italiana.

Johan van Helder ha studiato al Conservatorio di Amsterdam. Molto noto In Europa come virtuoso della viola d’amore, si è spedalizzato nella musica da camera oltre che nella letteratura orchestrale per 11 suo Insolito strumento. Si esibisce spesso in concerti ed in esecuzioni per la radio o[...]



da [Il cimento dell'armonia e dell'invenzione opera 8 ; Concerti per viola d'amore e orchestra opera 25 / Antonio Vivaldi], p. 2Copertina (Disco vinile

Brano: [...]: NUMERO 3 IN RE MINORE NUMERO 6 IN LA MAGGIORE

JOHAN VAN HELDEN, viola d’amore Orchestra Chamber Music Society FRED HAUSDOERFER, direttore

UNO del personaggi di maggior rilievo nella storia della musica è anche uno del meno noti : poche Infatti sono le notizie sicure circa, la vita di Antonio Vivaldi. Sembra che sla nato a Venezia fra il 1675 e 11 1680, e sappiamo che mori a Vienna U 28 luglio 1741. Era figlio ed allievo di uno stimato musicista veneto, Giovanni Battista Vivaldi, violinista della chiesa di San Marco. Nel 1703 Antonio prese gli ordini sacri, c venne soprannominato « il prete rosso » probabilmente dal colore del suol capelli. Dal 1707 al 1713 fu al servi ilo del Langravio Filippo di AsslaDarmstadt, che risiedeva sllora a Mantova. Nel 1714, tornato a Venezia, Vivaldi venne nominato direttore dell’Ozperfafe dilla pietà, un’Istituzione per trovatelle allora musicalmente famosa, che vantava un coro ed un'orcnestra eccellenti. Nello stesso periodo succedette anche al padre come violinista di San Marco.

Per quanto si sapp[...]

[...] questa musica s'impone immediatamente all’ascoltatore. Come forma, questi lavori seguono la struttura di quasi tutti I concerti per violino di Vivaldi: vi è sviluppata Infatti la parte del solista contro la massa degli strumenti a corda dell'orchestra, ed è questa la grande innovazione che Vivaldi ha portato nello sviluppo del concerto per strumento solista.

Louis Haafman, che il New York Times ha definito < Il violinista del violinisti e il musicista dei musicisti ». detiene una posizione unica fra I virtuosi contemporanei. Oltre alle sue belle esecuzlout di lavori del repertorio normale, ha compiuto anche un lavoro da pioniere nella ricerca e nel l'esecuzione di musiche poco conosciute di Vivaldi, Torelli ed altri maestri dell'epoca barocca italiana.

Johaa van Helden ha studiato al Conservatorio di Amsterdam. Molto noto in Europa come virtuoso della viola d'amore, si è specializzato nella musica da camera oltre che nella letteratura orchestrale pei il suo insolito strumento. Si esibisce spesso in concerti ed in esecuzioni per la radio[...]



da Capolavori per organo [=Berühmte Orgelwerke], p. 2Copertina (Disco vinile

Brano: (MMS2210 PA) capolavori per organo DI BACH

CAPOLAVORI PER ORGANO

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DI BACH

ERIC VOLLENWYDER all’organo della Chiesa Enge di Zurigo

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NEL 1708 Giovanni Sebastiano Bach entrò come organista di corte e musicista da camera al servizio del duca GuglielmoErnesto di SassoniaWeimar, il quale, appassionato d’organo, gli mostrò un’ammirazione che certamente non è estranea alla fioritura 'di opere per organo che Bach compose durante quel periodo. Questa ammirazione principesca, e più ancora l’amicizia che nacque tra Bach e Walther, organista della città di Weimar, uno dei più autorevoli continuatori della tradizione organistica tedesca e parente di Bach per parte di madre, crearono un clima propizio agli esperimenti del musicista, che vedeva le proprie idee bene accolte, i propri gusti condivisi. Non è dunqu[...]

[...]eimar, il quale, appassionato d’organo, gli mostrò un’ammirazione che certamente non è estranea alla fioritura 'di opere per organo che Bach compose durante quel periodo. Questa ammirazione principesca, e più ancora l’amicizia che nacque tra Bach e Walther, organista della città di Weimar, uno dei più autorevoli continuatori della tradizione organistica tedesca e parente di Bach per parte di madre, crearono un clima propizio agli esperimenti del musicista, che vedeva le proprie idee bene accolte, i propri gusti condivisi. Non è dunque un caso se la maggior parte delle composizioni per organo di Bach è stata scritta, o per lo meno concepita, durante il decennio trascorso a Weimar.

Si ritiene che il celebre episodio del mancato « torneo musicale » con Marchand sia avvenuto nel 1717, verso la fine del soggiorno alla corte di GuglielmoErnesto. La storia sembra autentica, anche se non se ne conoscono bene i particolari. Compositore, organista e clavicembalista della Corte di Versailles, Louis Marchand fu uno dei musicisti più illustri dell’epoca[...]



da [Fidelio / Ludwig Van Beethoven], p. 2Copertina (Disco vinile

Brano: [...]ello e pianoforte, i sedici quartetti e la grande fuga per archi, i trii, i quintetti, i sestetti, il settimino, ecc. A questi lavori si aggiungono le composizioni sacre, altre composizioni vocalistrumentali, i Lieder e, riguardo al teatro, diverse musiche di scena, un balletto, l’opera Fidelio. È una produzione che dalla iniziale derivazione haydniana e mozartiana passa a quello che è stato chiamato il titanismo eroico beethoveniano, per cui il musicista esprime incisivamente, specie con la drammatica dialettica realizzata nella formasonata, i due motivi del dolore umano e dell’energia necessaria per affrontarlo e superarlo, approdando infine a un ultimo periodo, caratterizzato da un linguaggio filtrato, introverso, volto alla ricerca di nuove costruzioni formali e di nuovi spazi sonori. Gli ideali progressisti della sua epoca nutrono la musica di Beethoven ed egli vuole comunicare questi ideali agli ascoltatori, ispirandosi alla concezione sostanzialmente ottimistica che, pur attraverso il dolore e la lotta, il bene è destinato a trionfare s[...]

[...]della libertà e della giustizia si affianca quindi a quel* la dell’amore coniugale, visto secondo la rigorosa morale beethoveniana. La prima redazione dell’opera, terminata nel settembre 1805 e rappresentata nel novembre di quell’anno con scarso successo al Theater an der Wien, era in tre atti: il libretto, allestito per Beethoven da Joseph Sonnleithner, ricalcava quello dell’opera Léonore ou Vamour coniugai scritto da JeanNicolas Bouilly per il musicista Pierre Gaveaux; concepito secondo lo schema del Singspiel, cioè con l’alternarsi di parti musicate e di parti parlate, il lavoro indulgeva troppo nel primo atto a un andamento da opera comica. Nella seconda redazione, messa in scena nel 1806, il Fidelio era ridimensionato in due atti e alleggerito dell’elemento comico nel libretto da Stephan Breuning, con la Leonora numero 3 per ouverture (Beethoven scrisse per l’opera quattro ouvertures, che sono chiamate Fidelio, Leonora numero I, Leonora numero 2 e Leonora numero 3); il successo ottenuto fu migliore. Infine nel 1814, quando la fama di Beet[...]



da [Souvenir de Florence / Pëtr Il'ič Čajkovskij], p. 3Copertina (Disco vinile

Brano: [...]dono occasionalmente proprio a Firenze nel corso di avvenimenti musicali e si spiano altresì durante le romantiche passeggiate. A ciò segue sempre una pioggia di lettere, in cui ognuno si dà da fare a spiegare all'altro di averlo ammirato: pazzie di affetti platonici, che per il maestro si traducono tuttavia in moneta pregiata e in stipendi più che ragguardevoli.

Ecco che nasce il « Souvenir de Florence », Sestetto per archi op. 70, in cui il musicista ringrazia l'Italia e soprattutto Firenze « per i mesi più felici della mia vita ». Il maestro — ricordiamolo — frequenta volentieri il Sud per sfuggire alla snervante routine quotidiana del Conservatorio di Mosca e alle tragiche sfortune dell'appena abbozzata vita coniugale con una propria allieva. Così, nel tepore primaverile italiano, dà un colpo di spugna sui drammi personali e raccoglie qua e là dolcissime impressioni con cui temperare il triste pathos della sua vena creativa. Le battute si trasformano in un diario di tenerezze. Ciajkovskij è ben disposto verso tutti, persino verso uno sc[...]

[...] non interessa la traduzione sul pentagramma di un esauriente rapporto turistico. Al limite, gli sfuggono addirittura le strade di Firenze o italiane in genere. Non a caso, nel terzo movimento ascoltiamo qualcosa che profuma di terra russa; mentre non manca nel complesso della partitura una vigorosa concezione contrappuntistica alla tedesca, quasi un occhiolino a Brahms, anche se Ciajkovskij giudicava l'Amburghese un tipo notevolmente freddo. Il musicista mostra più decisamente se stesso nel secondo tempo, sia per gli effetti strumentali, sia per la graziosità dei colori. Sorprende qui l'uso della punta dell'arco per una vibrante sequenza di accordi ripetuti, dal Fortissimo sino al sospiro più sottile. Inoltre, Ciajkovskij ha tanto a cuore il contrappunto da cimentarsi ora in una fuga. Capita raramente nelle sue opere .che egli si assegni un compito così gravoso, assolto in definitiva con splendida pacatezza e senza sforzi. Intanto, le sei voci s'intrecciano in modo naturale, come se si trattasse di un dialogo di altrettante persone attorno al[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine musicista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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