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Il segmento testuale monopolisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 232Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 51

Brano: [...]o ai servizi finanziari dello Stato. Ciò permise al capitale finanziario privato di superare la crisi economica mondiale del 192933, gravando per 16 miliardi (pari all’intera entrata annua statale del tempo) sul bilancio del

lo Stato.

Le guerre fasciste accelerarono il processo di concentrazione mono

polistica, riducendo l’industria leggera ad appendice dei grandi monopoli elettrici, chimici, siderometallurgici e meccanici. La struttura monopolistica della grande industria soffocò le piccole e medie imprese, alle quali il capitale finanziario non lasciò neppure quei lievi margini di cui avevano potuto godere durante la prima guerra mondiale.

Il costo sostenuto dall’insieme del popolo italiano per la guerra d’Etiopia (v.), secondo modeste valutazioni di parte fascista come quelle rese note dal professor Gino Arias, fu di circa 30 miliardi di lire per i 3 esercizi dal 1934 al 1937. I magnati dell’industria pesante realizzarono in quegli anni profitti enormi. A partire dal 1935, tutto il commercio estero venne subordinato alle necessità[...]

[...]nsapevolezza che, a partire dal 1942, fece sorgere in seno a taluni gruppi i primi elementi di frattura: se i siderurgici (più legati al bilancio dello Stato) erano disposti ad accettare le direttive del piano proposto secondo le esigenze dell’economia tedesca, la Fiat e la Montecatini puntavano su soluzioni di compromesso e i gruppi più solidi, i grandi trust idroelettrici, si ribellavano apertamente alla prospettiva di mettersi agli ordini dei monopolisti tedeschi e di lasciarsi rinchiudere nello spazio angusto che l’imperialismo tedesco trionfante avrebbe assegnato a quello italiano.

Il contrasto si acuì col volgere delle sorti militari. Allorché cominciò

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LA SALA FIAT ALLA RASSEGNA “TORINO E L’AUTARCHIA,

La partecipazione della FIAT a una mostra industriale del regime (Torino, 18.11.1938)



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 49

Brano: Nazionalsocialismo

Razzismo

Membri della Gioventù hitleriana

Sotto il regime nazista la struttura monopolistica dell’economia tedesca ricevette nuovo impulso: si intensificò su tutta la linea il processo di concentrazione che già aveva caratterizzato, durante la repubblica di Weimar, lo sviluppo dell’industria e dell'agricoltura, dominata dagli Junker; la concentrazione, con la falcidia della piccola proprietà rurale e delle piccole aziende industriali, fu particolarmente accentuata proprio nei settori maggiormente interessati alle produzioni di guerra (metallurgico, meccanico e chimico). Singole direttive del governo nazista (comprese quelle relative alla arianizzazione, v. Ebrei) poterono anche col[...]

[...]ci, poneva le premesse per una vertiginosa massimizzazione dei profitti: la IG Farbenindustrie (v.) (i cui profitti aumentarono del 411% dal 1932 al 1939!), la Siemens, la AEG, il trust di Gòring, il complesso Krupp (v.) e le Vereinìgte Stahlwerke divennero ‘ non solo i settori portanti dell’economia di guerra, ma anche i settori che maggiormente profittarono della congiuntura bellica.

In questa fase lo sviluppo verso le forme dei capitalismo monopolistico di Stato fu accentuato dalla crescente commistione di interessi privati e interessi pubblici; ma il crescente intervento pubblico nell’economia, con la creazione di

soltanto gli strumenti di dominazione terroristica e di espansione esterna dei quali aveva bisogno l’imperialismo tedesco degli anni Trenta. Demagogia sociale e razzismo furono i due pilastri sulle basi dei quali il Terzo Reich cercò di caratterizzare la propria fisionomia, non solo a livello ideologico ma nelle istituzioni concrete.

Thyssen [quarto da sinistra) e gli altri grandi industriali tedeschi membri del cartello «[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 88

Brano: [...]del neonazismo concorrono anche altri motivi:

1. La sensibilità dell'opinione pubblica mondiale e la crescente opposizione da parte delle forze antifasciste nella R.F.T. rendono difficile una maggiore concentrazione del potenziale neofascista, quale risulterebbe dalla nascita di nuove organizzazioni che abbracciassero l’intero territorio federale.

2. Dati i rapporti di forza esistenti sul piano parlamentare, i gruppi dominanti del capitale monopolistico non hanno per il momento alcun interesse di fare sorgere partiti e organizzazioni fasciste di livello nazionale, perché ciò comporterebbe il pericolo di una ulteriore dispersione di voti nell'elettorato di destra.

3. Le organizzazioni e i gruppi neonazisti hanno un'origine molto eterogenea. Mentre taluni si sono formati sotto l’influenza di ex nazisti direttamente continuatori della N.S.D.A.P. e delle sue ramificazioni, altri sono stati determinati dall’impatto dei vari fenomeni di crisi dell'imperialismo e dai disagi da questa determinati. A esasperare tali disagi ha contribuito la perm[...]

[...] uomini forti ».

4. Le organizzazioni e i gruppi neofascisti convergono in larga misura su un terreno comune di ostilità contro la democrazia, sul loro revanscismo, anticomunismo e antisovietismo, nonché sulla negazione dei crimini commessi dal regime nazista. D'altra parte, fra i vari gruppi esistono opinioni a volte profondamente diverse quanto ai mezzi e ai metodi concreti cui ricorrere per realizzare gli obiettivi politici della borghesia monopolistica. Una parte di questi gruppi e organizzazioni favorisce apertamente il ricorso ai metodi terroristici dell’epoca hitleriana, mentre altri si presentano piuttosto con una maschera pseu^ dodemocratica.

Dato il grande numero di queste

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine monopolisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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