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Il segmento testuale monolitismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 161Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 88

Brano: [...]ti i gruppi una identica matrice ispirata a un comune e generico antifascismo; e per molti di essi, eccettuate le organizzazioni cattoliche, sarà difficile, anche negli anni più prossimi alla fine del regime, ravvisare una caratterizzazione più precisa.

L'antifascismo dei cattolici

Le organizzazioni cattoliche, dai grandi organismi di massa (Azione Cattolica, Federazione degli Universitari Cattolici) ai circoli parrocchiali, grazie al loro monolitismo, alla forte centralizzazione, al fatto che la fonte delle decisioni si collocava al di fuori e al di sopra di esse, furono moderatamente fasciste finché le direttive suggerirono di esserlo. Ma poiché i cattolici continuavano nello stesso tempo ad essere qualcosa d’altro, quando la Chiesa (nonostante la sua chiara compromissione con il regime, soprattutto con l’avventura spagnola) cominciò a muovere le prime velate critiche, specie sulla questione razziale, per la loro particolare situazione non ebbero difficoltà a dar vita a forme di attivismo « autonomista ». Per quanto il raggio d’azione di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 443

Brano: [...]i fascisti si posero il problema di dare un supporto politico e ideologico al nuovo regime, nato letteralmente sulla punta delle baionette tedesche e al loro diretto servizio. Si delinearono però tra i fascisti due schieramenti, polemicamente contrapposti: da una parte i fautori di una « democratizzazione » e di un cauto pluralismo partitico, ossia dell'apertura verso le correnti moderate dell’antifascismo; dall'altra, i fautori del tradizionale monolitismo fascista, capeggiati dal gruppo FarinaccirPavolini, la cui intransigenza sarebbe stata il limite più vistoso della R.S.I., la causa del fallimento dei suoi tentativi di darsi una « base di massa ».

Nello schieramento « progressista » vennero a trovarsi ex sindacalisti rivoluzionari e « conservatori illuminati », fascisti « antemarcia » che erano stati emarginati nel corso del ventennio e i direttori dei maggiori quotidiani dell’Italia settentrionale, ma la divisione tra « progressisti » e « conservatori » risentiva di una irrisolta ambiguità: che le testate dei principali giornali padronal[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 454

Brano: [...]lTinsediamento amministrativo.

Questa iniziale distinzione organizzativa fra i due maggiori partiti del movimento operaio italiano venne a cadere già nel corso della Seconda guerra mondiale e fu del tutto abbandonata con il rientro in Italia di Paimiro Togliatti (febbraio 1944) che lanciò la formula del « partito nuovo »: una formazione politica che, senza rinunciare ai vantaggi della « bolscevizzazione » del partito (centralismo democratico, monolitismo ideologico ecc.) sapesse aprire le proprie file a più larghe schiere di militanti, divenire quindi « di massa ».

In generale si può dire che il partito di massa nato dalla Seconda Internazionale ha finito col costituire, con gli aggiustamenti della Terza, un modello comune a tutti i partiti comunisti nel corso del ventesimo secolo. Questo modello ha subito una crisi dopo il 1968, davanti all’esplosione di movimenti sociali e politici che ne hanno spesso contestato la capacità di rappresentare le reali istanze delle masse, specie quelle giovanili. Una crisi che investe Io stesso modello tra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 491

Brano: [...]o neppure la figura del commissario politico incaricato di orientare la formazione ideologica dei militanti e questa restava più semplicemente affidata alla discussione collettiva. Nelle « Matteotti » il commissario politico non sempre esisteva e, almeno in una di queste formazioni, fu sostituito dalla figura meno marcata dell’intendente. Ma nelle stesse « Garibaldi », del resto, dove il commissario politico non mancava mai, non c’era affatto un monolitismo ideologico, al punto che non solo potè militarvi un democristiano come Costantino Muzio, ma dopo la sua morte in combattimento (13.6.

1944) il nome di Muzio fu assunto da una Brigata.

I volontari che affluivano in montagna potevano liberamente scegliere di aderire alle formazioni secondo l’orientamento ideologico più gradito, sicché raramente emergevano casi di incomprensione politica. Inoltre le delegazioni regionali di coordinamento non mancavano di intervenire quando la propaganda politica di una determinata formazione assumeva toni troppo settari.

Ciò avvenne, per esempio, nel ca[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 664

Brano: Stalinismo, Interpretazioni dello

"Monolitismo" e "totalitarismo"

In realtà, dietro al problema dello stato si veniva configurando un nodo complesso in cùi si ritrovavano non solo le questioni relative alla struttura amministrativa del potere, ma anche i suoi rapporti di identificazione con il partito, la presenza di un sindacato trasformato in « cinghia di trasmissione », di un partito divenuto organizzazione militare e ideologica, di un’economia totalmente priva di una propria sfera autonoma. Tutti questi aspetti, che si ritrovavano nella concezione del « monolitismo » (termine che Stalin stesso coniò), finivano poi con l'operare in [...]

[...]iva configurando un nodo complesso in cùi si ritrovavano non solo le questioni relative alla struttura amministrativa del potere, ma anche i suoi rapporti di identificazione con il partito, la presenza di un sindacato trasformato in « cinghia di trasmissione », di un partito divenuto organizzazione militare e ideologica, di un’economia totalmente priva di una propria sfera autonoma. Tutti questi aspetti, che si ritrovavano nella concezione del « monolitismo » (termine che Stalin stesso coniò), finivano poi con l'operare in un contesto storico dominato comunque dall’avvento delle masse nella lotta politica, prodotto anch’esso della Grande guerra e fenomeno riscontrabile in numerosi altri paesi europei, primo fra tutti la Germania.

Simili considerazioni avevano spinto la filosofa tedescoamericana Hannah Arendt a parlare di avvento del « totalitarismo » con l'insorgere delle società di massa e a guardare in particolare all’esperienza tedesca. Questo termine ha poi conosciuto una notevole fortuna, soprattutto in seguito alla Seconda guerra mondia[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine monolitismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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