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Il segmento testuale modernista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 88Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 115

Brano: [...]a liquidazione del movimento razionalista, non avvenga solo a seguito di direttive esterne, impartite dal potere politico, ma fondamentalmente da una storica arretratezza culturale e strutturale delle categorie professionali e delle burocrazie da esse gestite, si può rilevare anche dalla cronaca minuta di queste vicende. Il potere di Marcello Piacentini nell’interno dell’Accademia era stato conquistato a seguito di una moderata e vacua polem'rca modernista, valsa a porre relativamente da parte i personaggi del tradizionalismo più scopertamente reazionario, e a lasciare uno spazio libero che Piacentini stesso avrebbe occupato con tutti gli onori, fingendo un atto di sottomissione, restando lui, a buon diritto, regista dell’operazione; cioè padrone della situazione, ma lasciando all’Accademia la sensazione di avere « domato le velleità innovatrici ». Il meccanismo, in base al quale si liquida il movimento razionalista, è analogo: le idee nuove non valgono in quanto promotrici di innovazioni reali, ma solo come strumenti di concorrenza nella cacci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 473

Brano: [...]aggiunsero il comandante di sezione Ceso Tonucci, il commissario Carlo Borroni (Lunette) e i garibaldini Giovanni Stefani, Antonio Santarelli e Giorgio Chersfic. Complessivamente, dal 21 al 28.11.1936, davanti alla Casa Rossa i garibaldini ebbero 120 perdite tra morti e feriti.

A.Ro.

Casati, Alessandro

Conte; storico e uomo politico. N. a Milano il 5.3.1881, m. ad Arcore (Milano) il 4.6.1955. Partecipò attivamente al movimento cattolico modernista e nel gennaio 1907 fu tra i fondatori della rivista « il Rinnovamento ». Dopo la scomunica di Pio X, si accostò all’idealismo crociano e fu collaboratore della « Critica ».

Interventista, combattè nella guerra 19151918 divenendo tenente colonnello nell’arma di fanteria. Fiancheggiò il fascismo ai suoi inizi e fu ministro della Pubblica istruzione nel secondo gabinetto Mussolini, dopo il delitto Matteotti. Nel

1925 si dimise e il 16.6.1925 fu tra



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 175

Brano: [...] una riunione del suo Comando, ordinò ai compagni di mettersi in salvo e stava distruggendo il materiale compromettente quando gli sgherri gli piombarono addosso. Sottoposto a duri interrogatori, si assunse per intero ogni responsabilità e affrontò poi coraggiosamente la fucilazione.

Jacini, Stefano

N. a Milano il 3.11.1886, ivi m. il 31.5.1952; laureato in legge. Esperto in problemi agricoli, partecipò attivamente al movimento cattolico « modernista » (v. Ernesto Buonaiuti] e fu tra i fondatori e direttori del Rinnovamento (19071909). Durante vent’anni si occupò dell’as

sistenza agli emigrati, come vicepresidente dell 'Opera Bonomeili. Dopo aver preso parte alla guerra 191518 (vi raggiunse il grado di colonnello di stato maggiore), nel 1919 fu tra i primi ad aderire al Partito popolare fondato da don Luigi Sturzo. Eletto alla Camera nella 25a Legislatura e rieletto nelle due successive, antifascista, aderì all’Aventino (v.) e, di conseguenza, fu tra i deputati dichiarati decaduti nel novembre 1926. Dopo la promulgazione delle leggi ec[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 355

Brano: [...]ri.

Il distacco dell’ala più avanzata, per meglio dire del gruppo dei giovani marxisti romani (v. Antifascismo giovanile organizzato) che, del resto, avevano dato un’adesione effimera, rimane un momento significativo anche per la successiva caratterizzazione e il successivo sviluppo del movimento che poi, più liberamente, andrà specificandosi come sintesi laicorepubblicana (animata però sempre da una forte vena di religiosità sociale, etica e modernista), come il « primo movimento dell’antifascismo postfascista » (Calogero).

Da notare inoltre che il liberalsocialismo, nel suo nucleo fondamentale, per ragioni cospirative ma in parte anche per motivi ideologici, evitò collegamenti all’estero, con gli ambienti dei partiti con cui non ravvisava, specialmente nei primi anni, particolari elementi di affinità. Leo Valiani ha messo in rilievo taluni nessi con la tradizione salveminianacrociana dell’antifascismo meridionale e anche la confluenza di un notevole manipolo di valdesi. Poste queste diverse componenti, specialmente per talune personalit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 585

Brano: [...]a Casella contro Mascagni nel libro 21 + 26 è indicativa del ruolo rispettivamente svolto dai due compositori durante il ventennio fascista: entrambi convinti assertori e propugnatori degli ideali fascisti, Casella rappresentava l'élite intellettuale del regime di quegli anni, mentre Mascagni era portavoce del più vieto e arretrato provincialismo nazionale. Non era quindi difficile per Casella, nutrito di una fervida e ottimistica fede nell'arte modernista dei tempi nuovi, contestare l'anziano superstite di una concezione musicale ormai superata e soprattutto quando il Mascagni, in un discorso pronunciato al l'inaugurazione del Congresso nazionale delle Arti popolari, lamentava che « l'arte moderna degli ultimi anni sempre più offende gli occhi e offende le orecchie », e che « le giovani generazioni di ogni Paese sono ormai abituate a un sentimento e a una comprensione entrambi contrari alla natura umana ».

L'atteggiamento di Mascagni nei riguardi dei giovani era quello del conservatorismo più ottuso: « La gioventù attuale — continuava nel s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 859

Brano: [...]i equilibrio che fu sempre la maggior caratteristica della nostra razza »; così come alle brume nordiche della nebulosa visione impressionistica egli contrapponeva retoricamente la luce solare del nostro paese e il senso plastico tipicamente italiano.

Le ricerche musicali di Casella si esercitavano nell’ambito di un ritorno neoclassico ai grandi maestri del passato musicale italiano, rivissuto mediante un linguaggio aggiornato nella sua veste modernista e che, nella programmatica serenità, si sottraeva volontariamente a una problematica profonda. Quindi un linguaggio artificiosamente ottimistico e soddisfatto di sé, teso a esaltare e a glorificare un regime che sempre più incontrava

il consenso del musicista. Non mancarono infatti negli scritti di Casella attestazioni di fede fascista e apprezzamenti per « l’opera mirabile e feconda del regime » anche in campo artistico.

Quanto al melodramma, alla visione spiritualisticoreligiosa del dramma musicale pizzettiano Casella op

859



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 529

Brano: [...]u la ricerca di un contatto vivo e costante con i ceti popolari della città e con i locali dirigenti della sinistra classista, oltre che di altre forze minoritarie di opposizione: ricordiamo

il vecchio repubblicano Miliocchi,

il libertario Luigi Catane!li, i comunisti Remo Roganti, Giuseppe Granata, Memo Rasimelli, Tito Comparozzi, Cesare Cardinali; i socialisti Alfredo Cotani, Gino Spagnesi; e don Angelo Migni Ragni, sacerdote con passato modernista.

Nel 1936 si costituì nel capoluogo un Comitato clandestino, di cui entrarono a far parte tutte le forze sopra ricordate e, nel giro di pochi mesi, acquistò una fisionomia sempre più precisa il movimento liberalsocialista che, da Perugia, si estese in tutta Italia.

Dopo il 1938 il gruppo antifascista

perugino acquistò nuovi elementi, alcuni provenienti da altre regioni (Gastone Manacorda, Arturo Massolo), altri invece cresciuti nei quartieri popolari della città e per la maggior parte comunisti Vivano Rasimelli, Primo Ciabatti, Riccardo Tenermi, Pio Baldelli).

Sulla base di quanto[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 540

Brano: [...]o rosso che le collega diacronicamente; per questo, proprio la disobbedienza è stata scelta quale connotato specifico della sinistra cattolica qui presa in esame in maniera molto sintetica.

Sotto il profilo cronologico, si può qui partire dalla fine deH’800 allorché dietro l’irrompere degli eventi sociopolitici, esplodono le molteplici contraddizioni nell’associazionismo ufficiale cattolico. Va precisato che ne sono stati esclusi il movimento modernista (v. Buonaiuti, Ernesto), le varie correnti del pacifismo (v.) cristiano, i cattolici comunisti (v.) e i partigiani della pace (v.) che fanno storia a sé anche se entrano, per certi versi, in uno scenario di sinistra cristiana.

Le prime manifestazioni della sinistra cristiana nel senso indicato (connesse ovviamente con tanti altri elementi che non è qui il caso di ricordare) sembrano legarsi principalmente a una esigenza di libertà di movimento in quanto rivendicano al laicato cattolico una autonomia in materia estranea alla fede e alla morale, che l’autorità ecclesiastica nega. Rivendicazi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 564

Brano: Appendice

aveva condannato nel 1864 il liberalismo come eresia).

A bloccare questa ventata di rinnovamento fu l’enciclica di Pio X « Pascendi » contro il movimento modernista, considerato foriero di gravi errori dogmatici e morali. Nella Fuci si scontrarono così l’anima più culturale e quella più praticapastorale, maggiormente propensa al lavoro nel sociale lasciando perdere le dispute teologiche. Prevalse questa seconda. A decretare il silenzio su questioni filosofiche fu

lo stesso padre Agostino Gemelli, che impose a tutti gli universitari una linea di rigoroso tomismo (cioè la filosofia perennis direttamente dedotta dal pensiero di san Tommaso d’Aquino).

Ma la natura federativa della Fuci non permetteva un rigido controllo su persone e idee. Per questo no[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine modernista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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