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Il segmento testuale militaristi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 148Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 706

Brano: [...]ostenitore delle ambizioni navali della Germania, nella sua attività parlamentare (salvo gli anni 191214, nei quali rimase fuori dal Reichstag) fin dall’inizio Stresemann anticipò queU’atteggiamento di piena adesione alla politica imperiale che avrebbe poi assunto allo scoppio della Prima guerra mondiale e nel corso del conflitto: fervente annessionista, sostenitore degli interessi imperialistici della grande industria e delle richieste dei capi militaristi, in particolare di Ludendorff.

Nel marzo del 1917, alla morte di Bassermann, Stresemann divenne presidente del suo partito; un anno dopo, a parziale rettifica dell 'atteggiamento che aveva tenuto durante tutta la guerra, abbandonò la lega pangermanica. Egli rimase tuttavia sostanzialmente contrario alla riforma interna all’impero e alla cessazione delle ostilità. Fortemente legato alla monarchia, vide nella successiva disfatta militare della Germania (v.) e nella rivoluzione di novembre il crollo di tutti i suoi ideali politici; dopo un breve periodo di riserbo e di distacco, alla fine del[...]

[...]onianza della sua opera nei tre volumi del Vermachtnis (Lascito) usciti postumi nel 1932.

E.Co.

Stroili, Giovanni

N. a Manzano (Udine) il 5.3.1898; laureato in chimica e farmacia.

Di famiglia agiata, studiava all’Università di Padova quando nel 1917 fu chiamato alle armi e mobilitato al fronte nel Trentino. Dopo il congedo si laureò, ma nonostante la sua posizione di ufficiale ex combattente rifiutò ogni contatto con i nazionalisti e militaristi, svolgendo per contro attiva propaganda antifascista e partecipando alle lotte contro gli squadristi.

Assunta la farmacia del padre in

706



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 418

Brano: [...]te dalle mitragliatrici; il ” Muro dei federati ” nel Cimitero di Pére Lachaise dove fu consumato l’ultimo eccidio in massa, rimane ancor oggi come un muto, eloquente documento della furibonda follia di cui è capace la classe dominante appena

il proletariato osa farsi innanzi per far valere i suoi diritti ».

L'impero coloniale

Dopo il 1871, avendo visto sfumare le prospettive di sviluppo territoriale in Europa, l’alta finanza e i gruppi militaristi francesi concentrarono la loro attenzione sui territori d’oltremare, mirando a impadro

nirsi di un ricco impero coloniale. Già da decenni la Francia si era assicurata i possedimenti della Senegambia (Africa Occidentale), le isole Réunion, Miquelon e Guadalupa nonché la Guayana in America, alcuni insediamenti in India. Ma importante era stata soprattutto la conquista dell’Algeria (183047), subito battezzata « Francia d'Oltremare », cui avevano fatto seguito una penetrazione « pacifica » nel Senegai (185465) e la fondazione d> Dakar, base di ulteriori conquiste aH’interno del Continente Nero[...]

[...]arte di ceti medi, miranti a sostituire al sistema rivelatosi tanto putrido un regime « forte » e un governo autoritario.

Qualche anno dopo, i circoli militari revanscisti, sempre bramosi di riprendere le armi contro la Germania, accusarono di spionaggio in favore dei tedeschi un capitano di artiglieria di origine israelita, Alfred Dreyfus. Questi fu condannato per alto tradimento (1894), in un clima di parossistica propaganda nazionalistica, militaristica, clericale e antisemita. Ma la poderosa risposta dellopinione pubblica democratica, guidata dai radicalsocialisti e da intellettuali come Emilio Zola (18401902) che scagliò contro la classe dominante il coraggioso articolo faccuse, impose la revisione del processo e poi la riabilitazione dell’innocente (1906).

Nella battaglia per l’affare Dreyfus, che vide divisa come non mai la Francia, emerse lo storico e filosofo socialista Jean Jaurès (v.). Nella difesa dell’accusato innocente i progressisti si unirono, fermamente decisi a lottare per la tutela del cittadino nella pienezza dei suoi d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 96

Brano: [...] rivoluzionari » (carica che manterrà fino al 1923, quando sarà costretto a rifugiarsi all’estero).

Contro la guerra e il fascismo

Eletto nel 1905 nel comitato centrale del partito socialdemocratico sorto dall’ala ortodossa, Dimitrov si batté contro le mire espansionistiche della borghesia bulgara nelle guerre balcaniche e contro l’entrata del paese nella prima guerra mondiale, tanto da essere oggetto di alcuni attentati da parte di gruppi militaristi. Arrestato nel 1918, fu rimesso in libertà nel 1919 insieme ad altri detenuti politici, grazie all’ampiezza assunta dal movimento rivoluzionario che, nello sfacelo dello stato monarchicoborghese, permise la formazione di un governo contadino presieduto da Alessandro Stambolijsky (v. Bulgaria). Nel 1919 il suo partito si trasformò in partito comunista aderente alla Terza Internazionale, e nel 1921 Dimitrov partecipò al III Congresso del Comintern (*v.) che lo elesse membro del comitato esecutivo. Nel dicembre dello stesso anno rientrò in Bulgaria.

Eliminato Stambolijsky dal colpo di stato f[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 550

Brano: [...]popolo cinese. Tale connivenza provocò non soltanto un rovinoso declino econo

^ '

mico, un vero e proprio sfacelo di tutti gli strumenti sui quali sigerà fondata tradizionalmente l’agricoltura intensiva, ma anche lo scacco dei tentativi di « modernizzazione » e « democratizzazione » compiuti sul piano puramente politico (rivoluzione del 1911), e portò, dopo il 1915, alla frattura della stessa* unità nazionale con la formazione di gruppi di militaristi rivali insediati nelle province, strettamente connessi con le consorterie dei proprietari terrieri e delle mafie locali, e controllati dall’una o dall’altra delle potenze internazionali (« signori della guerra »).

Da questa situazione i vari strati della società presero coscienza in modo ed in forma diversa in fasi successive: dopo un primo ed istintivo movimento di rivolta (rivolta dei T'aip’ing), che sollevò alla metà del XIX secolo masse di decine di milioni di contadini, ma che potè essere represso dalla classe dirigente burocratica sostenuta dagli interessi stranieri, l’elemento di pu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 524

Brano: Germania

proprietà terriera e i privilegi degli junker.

Le grandi unità militari che via via rientravano dal fronte venivano sciolte e, con esse, si disperdevano i soldati rivoluzionari. Sotto le armi restavano così gli ufficiali di carriera, i disoccupati, gli spostati, i revanscisti e i militaristi, gli avventurieri che cercavano la violenza. Tutti costoro, in base ad accordi segreti tra il governo e lo stato maggiore, finirono nei « corpi franchi », truppe mercenarie da usarsi contro la repubblica democratica. La situazione degenerò con grande rapidità: non era ancora trascorso un mese dall’insurrezione e dalla vittoria rivoluzionaria, che la reazione fece la sua prima sortita. Il 6 dicembre, reparti dell’esercito arrestarono a Berlino una parte dei componenti del Comitato esecutivo dei Consigli operai. Una pronta risposta dei lavoratori obbligò i soldati a ritirarsi, lasciando sul ter[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 560

Brano: [...] furono condannati all'ergastolo; tutti gli altri a lunghe pene detentive.

I loro interventi, in gran parte trascritti, in seguito vennero pubblicati. Il discorso di Ichikawa, uscito in volume, venne usato più tardi come storia ufficiale del partito.

Contro il fascismo militare

L’invasione della Manciuria (iniziata il 18.9.1931) e la costituzione del

lo Stato « indipendente » del Manchu Kwo (17.2.1932) segnarono il trionfo dei gruppi militaristi giapponesi, capeggiati dalla Corte imperiale e manovrati dai grandi monopoli. In Giappone si affermò in modo aperto il fascismo. Nel gennaio 1932 ebbero inizio anche gli attacchi contro la Cina, alla quale l’imperialismo giapponese guardava con sempre maggiore cupidigia. Le masse popolari subirono passivamente, l’ondata di nazionalismo sciovinista che straripava nel paese, e in buona misura vi parteciparono.

Nel settembre 1931 « Bandiera Rossa » scriveva: « Noi dobbiamo combattere il patriottismo borghese e lo sciovinismo che sono profondamente radicati tra i lavoratori giapponesi, e lotta[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 193

Brano: Jugoslavia

rò non ebbe vita facile: nell’aprile 1926 la base contadina croata obbligò Radic a passare nuovamente all'opposizione.

Il colpo di stato fascista

Nel dicembre 1926 si spense, più che ottantenne, il leader radicale Pasic. Nel frattempo era sorta e aveva cominciato a rafforzarsi la cosiddetta Mano bianca, setta segreta di militaristi monarchici. In un’atmosfera politica sempre più incandescente, il 20.7.1928 il deputato montenegrino Rade sparò nell’aula del Parlamento, ferendo mortalmente Radic e altri due deputati del Partito contadino croato. La risposta popolare a quel crimine di pretta marca fascista fu pronta e combattiva: a Zagabria furono erette barricate e si combattè alcuni giorni per le strade. Gli operai scesero in sciopero. Re Alessandro riuscì a guadagnare tempo promettendo ordinamenti più democratici, ma subito dopo, alla morte di Radic, sciolse partiti e associazioni democratiche e abrogò la Costituzione.
[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 351

Brano: [...]v.)f con il sostegno dei liberali liberoscambisti manchesteriani, veniva stroncato il movimento cartista.

Anche in Germania (v.), abbandonate le velleità ribellistiche, i liberali si orientarono verso un tipo di unificazione nazionale conseguita attraverso compromessi e concessioni alla monarchia e alla nobiltà terriera. Dopo la rivoluzione essi appoggiarono la politica aggressiva di Bismarck e strinsero una alleanza con gli Junker, feudatari militaristi delle regioni orientali. Perfino negli Stati Uniti, dopo la guerra civile del 186165, la borghesia liberale raggiunse un compromesso con gli schiavisti del Sud che permise a questi di eludere con vari espedienti l’emancipazione dei neri. In Italia i liberali, abbandonate le idee repubblicane, si orientarono verso la monarchia e poi verso il fascismo (v. Liberale, Partito).

Dal liberalismo al fascismo

Nella seconda metà del secolo scorso il liberalismo divenne nemico acerrimo della Prima Internazionale (v.), di cui temeva la forza ideale propulsiva per l’avanzata autonoma del proletariat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 352

Brano: [...]di un sistema economico che, pur basandosi sui principi deH’economia del profitto, ha bisogno, per aumentare il proprio processo di accumulazione, di avere a diretta disposizione la Banca e lo Stato, deve cioè integrarsi direttamente con essi. Da qui si aveva inevitabilmente l’abbandono definitivo di fatto e poi, via via, anche nei princìpi, dei postulati del liberalismo economico.

Il protezionismo, sotto le crescenti spinte imperialistiche e militaristiche, venne eretto a sistema, sacrificando lo sviluppo delle industrie di esportazione, e l’agricoltura specializzata a favore della cerealicoltura.

Il processo di compenetrazione tra

grande capitale, alta Banca e Stato si accentuò nel corso della Prima guerra mondiale. Le esigenze del conflitto imposero l’abbandono delle ultime vestigia del sistema liberistico: sia pure a fini prevalentemente bellici si attuò un primo esperimento di economia « regolata », nel quale tutti i momenti essenziali del processo produttivo vennero disciplinati di autorità, attraverso direttive obbligatorie, che [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 367

Brano: [...]olo; si tratta di una guerra imperialista, di una guerra per il dominio capitalistico del mercato mondiale ».

Dopo la seduta Liebknecht abbandonò l’aula e scese nella piazza per distribuire con le sue mani ai passanti le copie del testo della sua dichiarazione che aveva fatto riprodurre al ciclostile. Il documento circolò così tra la popolazione, nelle fabbriche berlinesi e arrivò fino alle trincee. Il suo autore divenne l’uomo più odiato dai militaristi e fu sconfessato dai suoi stessi compagni di partito, ma quel gesto e quelle parole suscitarono un’eco profonda tra le migliaia di uomini al fronte che si sentivano condannati a un’inutile strage. Il 7.8.1916 così scriverà Karl Kautsky a Friedrich Adler: « Oggi Liebknecht è l’uomo più popolare delle trincee, ciò è confermato da tutti i soldati che tornano dal fronte ».

Chiamato alle armi nel febbraio 1915 e arruolato come soldato semplice, essendosi rifiutato di impugnare il fucile Liebknecht venne destinato a prestare servizio di lavoro sul fronte orientale. Continuando la sua lotta contr[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine militaristi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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