Brano: [...]conserviero e dei laterizi. Da qui, grandi tradizioni di lotta operaia e antifascista che, durante la Guerra di liberazione, daranno vita a un combattivo movimento partigiano.

Origini del movimento operaio

Fino al 1860 Voghera appartenne al Piemonte, vivendo nel periodo alberano una stagione di rigoglioso sviluppo economico. Un proprietario agricolo del luogo, l’ingegnère Carlo Galiini che aveva visitato alcuni paesi europei, vi introdusse metodologie innovatrici e l’irrigazione, promuovendo inoltre l'istruzione agricola di massa e lasciando infine la città erede del suo più che cospicuo patrimonio in terreni e attrezzature.

Anche l’industria ebbe in quegli anni significativi successi: già prima delTÙnità d’Italia erano sorti nella zona buon numero di fornaci, opifici tessili e rinomati cappellifici. In questa dinamica realtà sociale nacque a Voghera, fin dal 1851, la Società

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Brano: [...]la pienezza della dimensione pubblica e di quella privata: essa perciò non può non essere storia globale, della paura e insieme della speranza.

Il secondo elemento è stato il peso particolarmente forte e costante dell'intreccio tra i condizionamenti politici e la crescita scientifica della storiografia italiana, la quale nel corso degli ultimi quarantanni ha allargato i propri orizzonti avvalendosi, dopo l’isolamento culturale fascista, delle metodologie e delle problematiche più avanzate proposte dalle grandi scuole francesi e anglosassoni.

A questo intreccio, nei suoi incontri e scontri e nelle sue scansioni cronologiche, è da guardare affinché l’analisi (purtroppo in questa sede fortemente sommaria) si pre

Brano: [...]strategia iniziale dei movimenti di resistenza era la guerra di lunga durata, per cui il solo fatto di esistere e di durare assorbiva forze tedesche e facilitava l’azione degli Alleati senza chiedere ai movimenti stessi un contributo che andasse al di là delle loro capacità. In tale situazione, la cooperazione avveniva tra gruppi di partigiani e ristrette unità specializzate degli Alleati che, dopo una fase di speri

mentazione, misero a punto metodologie efficaci e funzionali, nonché reparti appositamente addestrati per agire con tattiche di guerriglia.

Nel secondo caso, generalmente in collegamento con i grandi sbarchi, i termini del problema mutavano: i piani degli Alleati erano dettati da considerazioni politiche e strategiche più generali e, di fronte all’impegno di enormi risorse umane e materiali costituite dagli eserciti regolari, le forze schierate dai movimenti di resistenza erano poca cosa, quindi potevano essere subordinate all’esigenza di garantire la riuscita delle operazioni alleate. Inoltre, il concorso dei movimenti di resi[...]