Brano: Aldo Zanardo
IL « MANUALE » DI BUKHARIN VISTO DAI COMUNISTI TEDESCHI E DA GRAMSCI
Analizzare la critica di Gramsci alla Teoria del materialismo storico di Bukharin è compiere un primo passo nel tentativo di inserire l’originale interpretazione gramsciana del marxismo filosofico nel quadro complesso e contrastato delle interpretazioni che si sono avute negli anni che precedono immediatamente e che seguono la costituzione della Terza Internazionale. Le note di Gramsci su Bukharin sono del 3334, ma appartengono idealmente a quel tempo, rappresentano, come vedremo, la maturazione di motivi che fermentavano nel mondo intellettuale di allora.
La fissità, l’unità, la semplicità, che hanno caratterizzato il marxismo filosofico a partire d[...]
[...]urale che la distinzione fra democrazia socialista e dittatura bolscevica mettesse capo alla distinzione fra marxismo filosofico russo e marxismo filosofico europeo. Sarebbe interessante rintracciare attraverso la vastissima letteratura socialdemocratica sull’Unione Sovietica il formarsi di questa distinzione. Sembra che essa appaia nella sua forma matura relativamente tardi, verso il ’25’27. Nel ’27, quando uscirà la prima traduzione tedesca di Materialismo ed empiriocriticismo,340
I documenti del convegno
sarà resa definitiva dalla polemica con cui venne accolta dagli intei' lettuali socialisti o vicini al socialismo di tendenze neocriticiste (Max Adler 1, Siegfried Marck...2).
In un articolo del ’25, Eine materialistische Geschichte des menschlichen Denkens, che è una recensione alla traduzione ' tedesca di un libro di Bogdanov3, Kautsky critica nei marxisti russi il semplicismo,, il non uscire dalla conoscenza dottrinaria di Marx, il muoversi fra principi astratti, l’essere incapaci di vedere il terreno su cui poggiano quei principi[...]
[...]l’essere sostanzialmente gli esponenti rigorosi di una tradizione colta. Una più specifica distinzione fra marxismo filosofico sovietico e marxismo filosofico europeo occidentale {westeuropàisch) si può trovare in un articolo di Alexander Schifrin del 1927 4. I segni caratteristici del marxismo sovietico sono indicati nello sviluppo del lato filosofico implicito nel marxismo,, nello sviluppo del marxismo a sistema totale, neiraffermazione che il materialismo filosofico è la filosofia specifica del marxismo, nell’unità fra posizione politica e posizione filosofica, nell’accento posto sulla filosofia più che su altre parti più concrete della dottrina, nell’ingerenza dell’autorità politica nelle questioni di filosofia. Al marxismo europeo,, più politico, meno dottrinario, legato con fili molteplici alle posizioni ideali più moderne, il materialismo filosofico e l’« indivisibilità » di politica e filosofia appaiono grossolani, semplicistici, infondati. Sempre nel ’27, nella Die materialistiche Geschichtsauffassung, Kautsky giudica il Manuale di Bukharin una delle espressioni più grossolane di materialismo economico5, e osserva che quasi tutti i socialisti russi, sono materialisti6.
1 hehrbuch der materialistischen Geschichtsauffassung, I Band, 1930, capitoli 6, 7, 8.
2 Der Kampf, 1928, pp. 484487, Siegfried Marck, Lenin als Erkenntnistheoretiker.
3 Die Gesellschaft, 1925, I, pp. 564578.
4 Die Gesellschaft, 1927, II, MAX WERNER (A. Schifrin), Der Sowjetmar
xismus, pp. 4262. Un altro articolo dello stesso autore e in parte sullo stesso
argomento, K. Kautsky und die marxistische Soziologie, è in Die Gesellschaft,
1929, pp. 149169.
5 2a ediz., 1929, I, pp. 15, 19, 20.
6 Ib[...]
[...] parte socialdemocratica. È rintracciabile ancora in quella distinzione la continuazione della originalità che ha sempre, anche se non apertamente, caratterizzato il marxismo tedesco rispetto a quello russo. Si pensi alle argomentazioni filosofiche di Plekhanov contro Bernstein e Konrad Schmidt nel ’98’99 e al contenuto essenzialmente politico della polemica della Luxemburg contro il revisionismo. Si pensi alle perplessità di Kautsky rispetto al materialismo filosofico, dalla corrispondenza con Plekhanov e dalla nota, lettera a Friedrich Adler del 1909 fino alla Concezione materialistica della storia. Si pensi a ciò che scrive Bernstein a Victor Adler : « Per me la dottrina non è sufficientemente realistica, è per cosi dire rimasta indietro rispetto allo sviluppo pratico del movimento. Può ancora andar bene forse per la Russia... ma in Germania nella sua vecchia forma è qualcosa di sopravvissuto » 1. Si pensi infine al materialismo storico esclusivo di Mehring. Qui da noi, in Italia, Antonio Labriola, in alcune lettere a Kautsky, critica Plekhano[...]
[...]rrispondenza con Plekhanov e dalla nota, lettera a Friedrich Adler del 1909 fino alla Concezione materialistica della storia. Si pensi a ciò che scrive Bernstein a Victor Adler : « Per me la dottrina non è sufficientemente realistica, è per cosi dire rimasta indietro rispetto allo sviluppo pratico del movimento. Può ancora andar bene forse per la Russia... ma in Germania nella sua vecchia forma è qualcosa di sopravvissuto » 1. Si pensi infine al materialismo storico esclusivo di Mehring. Qui da noi, in Italia, Antonio Labriola, in alcune lettere a Kautsky, critica Plekhanov perché concepisce il marxismo come Allweisheit, come scienza che ha risolto in anticipo tutti i problemi. Si tratta del resto di motivi noti. La pubblicistica della Terza Internazionale ha molto lavorato a mettere in luce la diversità del marxismo filosofico russo da quello tedesco.
Ma la distinzione fra marxismo sovietico e marxismo europeo, come viene elaborata dai socialdemocratici, non è semplicemente la riorganizzazione di alcuni motivi teorici, non è il diventare espl[...]
[...]mento di un processo e quella del socialismo che deve in parte creare le sue condizioni, non ci potesse essere, sul piano filosofico, uno scambio utile. La posizione del problema gnoseologico, alcuni elementi di criticismo, l'accentuazione dello storicismo materialistico, sociologico, un certo senso di distinzione fra politica e filosofia, il senso storico che permea anche gli scritti più divulgativi di Engels, potevano ben servire a moderare il materialismo metafisico di alcuni sovietici e lultrasoggettivismo di alcuni tedeschi. Qualcosa dell’eredità filosofica della socialdemocrazia si ritroverà certo negli intellettuali comunisti che noi consideriamo. Ma saranno solo aspetti secondari in uno sviluppo ideologico a cui la rivoluzione, la rottura con la socialdemocrazia, il legame con una nuova fase della cultura europea, imprimono un corso particolare.
Questa, sommariamente, la situazione in campo socialista, l’ambiente in cui il libro di Bukharin parve probabilmente la trascurabile espressione di un mondo del tutto diverso. Comuni in alcuni [...]
[...]mente la trascurabile espressione di un mondo del tutto diverso. Comuni in alcuni punti con quelle socialiste, ma in genere più complicate, sono le posizioni dei grandi intellettuali tedeschi verso il marxismo alla Bukharin. Per Sombart, perAldo Zanardo
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esempio, Bukharin dà una nchtige Darstellung del marxismo 1, cioè si tende in genere a concepire il marxismo come qualcosa di compatto, qualcosa che, da Marx ai bolscevichi, è e rimane materialismo volgare, economicistico 2.
Ma, se si escludono alcuni che esagerarono questa tesi, che parlarono di BebelBolschewikiSocidismus, la distinzione fra marxismo filosofico sovietico e marxismo filosofico europeo, nel senso che si è indicato, diventa da allora un dato permanente della storiografia filosofica non comunista, o per lo meno di quella parte di essa più preparata e libera da preconcetti verso il marxismo nel suo complesso.
II
Le recensioni a Bukharin di alcuni intellettuali comunisti tedeschi (o che vivevano in Germania) non bastano certo a informarci adeguatamente sul fatto se [...]
[...]posizione ideale, quanto il suo essere strumento di quella mobilitazione, il suo esprimere nel modo più semplice la rottura con la Seconda Internazionale e la posizione originale, specifica, esclusiva, del proletariato nella storia. Nell’ambito della stessa impostazione si tende a concepire il proletariato come una società in nuce del tutto separala e diversa dalla borghesia, con un suo esclusivo patrimonio ideologico. Si lavora con le equazioni materialismoproletariato, idealismoborghesia, oppure dialetticaproletariato, evoluzionismoborghesiasocialdemocrazia. Questi sono sostanzialmente i preAldo Zanardo 345
supposti delle recensioni di Hermann Duncker e Fritz Riickert al libro di Bukharin.
Hermann Duncker, che lo recensisce nella Internationale Presse Korre. spondenz1 e in Die Internationale2, ne indica l'aspetto positivo nel radicale antirevisionismo, nell’adesione aperta alla concezione materialistica della realtà (che è anche ricongiungimento alle posizioni genuine di Marx, Plekhanov, Mehring). Il fatto che Bukharin non discuta i prob[...]
[...]a realtà (che è anche ricongiungimento alle posizioni genuine di Marx, Plekhanov, Mehring). Il fatto che Bukharin non discuta i problemi della conoscenza significa semplicemente che il marxismo è estraneo agli scolasticismi neokantiani. Il comuniSmo russo fornisce non solo l’esempio.di una lotta rivoluzionaria, ma anche opere teoriche magistrali. Duncker tuttavia mette in risalto alcuni punti, presenti si nel Manuale, ma non certo sviluppati: il materialismo di Marx non è meccanicistico; l’ideologia non è pura apparenza; c’è reciprocità fra base e soprastruttura; materialismo non significa fatalismo.
In parte diversa, ma solo in parte, è la recensione di Fritz Riickert nella Jugendinternationale*. Riickert fa perno non sul materialismo, ma sulla dialettica, sul secondo dei due temi che servirono alla polemica filosofica contro la socialdemocrazia. È la dialettica, l’ammissione che nella società e nella natura esistono salti, rivoluzioni, a distinguere il comuniSmo dalla socialdemocrazia. « Il marxismo è una dottrina della realtà, della vita vivente, dell’azione » : l’uomo non è cieco strumento della sorte, ma elemento attivo nel processo necessario di sviluppo della società. Ma questi motivi vengono sviluppati in continuità col testo di Bukharin, senza svolgerne l’implicita concezione diversa, l’implicita critica al determi[...]
[...]roletariato tedesco e per quello europeo occidentale ». Purtroppo questo abbozzo di analisi politica non viene sviluppato e si passa, creando un distacco, all’esame dell’opera sotto l’aspetto scientifico. Bukharin rende troppo facile il marxismo, lo appiattisce e mantiene al tempo stesso l’illusione che non ne venga sacrificato cosi il senso profondo. Riesce a dare il contenuto più che il metodo della dottrina. Il suo punto di vista è quello del materialismo
1 Ma si legga anche ciò che scrive Lenin nel Testamento : « Dei giovani membri del comitato centrale vorrei dire alcune parole su Bukharin e Pjatakov. A mio parere questi sono le forze più capaci fra i giovani, ma non si può dimenticare riguardo a loro questo fatto : Bukharin è non solo il più valoroso e più robusto teorico del partito, ma può anche essere considerato apertamente il suo prediletto. Ciononostante le sue concezioni teoriche si possono considerare pienamente marxiste soltanto con le più grandi riserve, perché in lui fa capolino lo scolastico e non ha mai imparato la dialettic[...]
[...]fa a Bukharin nel Grunbergs Arcbiv 1 sottolinea fortemente che si tratta di un manuale, di un tentativo di popolarizzazione e di sistemazione e, dentro questi limiti, fa alcune considerazioni positive. Ma il resto è prevalentemente critico. Anche proprio in quanto popolarizzazione il Manuale rompe la tradizione di Plekhanov e Mehring che avevano mostrato come si può unire popolarizzazione e scientificità. La posizione filosofica di Bukharin è il materialismo volgare, intuitivo. Questo materialismo è una comprensibile reazione all’idealismo dei socialdemocratici da Bernstein a Cunow, ma viene ad escludere dal metodo marxista tutti gli elementi che provengono dalla filosofia classica tedesca e in particolare quella dialettica che sola rende intelligibile il processo storico. Bukharin trasforma la dialettica, un metodo, in una Science oggettivistica, positivistica; ammette una cosalità irrisolta, una oggettività a sé, feticistica. Essenziale al marxismo è invece « ricondurre tutti i fenomeni dell’economia e della sociologia a rapporti sociali degli uomini fra loro ». Tipico deH’impostazio[...]
[...]apporti sociali degli uomini fra loro nel processo produttivo, l’elemento ultimo e decisivo delle trasformazioni tecniche, e solo secondariamente queste influiscono sulla struttura. L’argomentazione si vale del noto capitolo sul feticismo della merce, un testo essenziale allora per Lukàcs (e non solo per lui), e che egli interpreta come negazione delloggettività storica, apparente, del tipo della merce, e delloggettività più generale propria del materialismo filosofico. Altro motivo centrale della posizione di Lukàcs (come di quella di Gramsci) è la critica della dottrina della previsione. Afferma, fondandosi su alcuni testi di Lenin, che esiste una impossibilità metodologica di prevedere un fatto con assoluta certezza: la struttura della realtà non è l’esattezza, la matematica, ma la tendenza, la possibilità, il movimento. Le leggi del marxismo sono tendenziali, non statiche.
Bukharin si è posto fuori della grande tradizione del marxismo (Marx, Engels, Mehring, Plekhanov, la Luxemburg): invece di criticare le scienze della natura col metodo d[...]
[...]i su alcuni testi di Lenin, che esiste una impossibilità metodologica di prevedere un fatto con assoluta certezza: la struttura della realtà non è l’esattezza, la matematica, ma la tendenza, la possibilità, il movimento. Le leggi del marxismo sono tendenziali, non statiche.
Bukharin si è posto fuori della grande tradizione del marxismo (Marx, Engels, Mehring, Plekhanov, la Luxemburg): invece di criticare le scienze della natura col metodo del materialismo dialettico, applica il metodo di quelle scienze, il materialismo volgare, allo studio della società.
Alcuni concetti di queste due recensioni hanno un risalto immediato : il proletariato tedesco ed europeo come qualcosa di specifico, l’esclusione di Bukharin dalla tradizione maestra del marxismo, la sottolineatura sociologica, materialisticostorica, non gnoseologica e non economicistica che ha il marxismo (insistenza sul relativismo, sulla correlazione dei fenomeni, sulla « totalità », non sul condizionamento dell’economia), il legame con la grande cultura. Ma ci sono anche altri punti importanti: la struttura di possibilità della realtà e tutto ciò che[...]
[...]
Che esistesse la possibilità di uscire sia pure lentamente da questo intellettualismo è dimostrato dall’attività di Lukàcs degli anni '2224. Nei suoi articoli fin verso il ’20, sia in quelli inclusi in Geschichte und Klassenbewusstsein sia in quelli che ritenne opportuno escludere (usciti in Kommunismus e in altri periodici) sono visibilissimi il semplicismo, l’hegelismo, il settarismo. Meccanicisticamente sono svolti per esempio i rapporti fra materialismo delle scienze della natura e capitalismo, fra materialismo storico e proletariato. Si confronti l’astrattezza deU’articolo « Klassenbewusstsein » 1 dove tenta di stabilire i rapporti fra classi e concezioni ideali, con la sensibilità storica con cui Gramsci analizza lo sviluppo e i nessi reali delle ideologie. Del marxismo si vedono solo gli aspetti fondamentali e si interpretano come assoluti. È attraverso lo sforzo di capire la concreta realtà politica che questo mondo intellettuale si complica, si raffina, assimila veramente la dialettica. Si veda l’articolo del ’22 2 a proposito dell’opuscolo della Luxemburg sulla Rivoluzione russa. Si veda sopra[...]
[...]n Geschichte und Klassenbewusstsein. È del 1920. Su Kommunismus ne usci solo una parte nei numeri 14 e 15 dell’apr. 1920.
2 Ancora in Geschichte und Klassenbewusstsein.
3 Lenin, Studie ùber den Zusammenhang seiner Gedanken, Wien, 1924.Aldo Zanardo
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di Stalin del ’31 alla Rivoluzione proletaria). I filosofi ne trassero le conclusioni e nelle nuove esposizioni sistematiche, anche in Germania, si riservò un capitolo alla critica del materialismo meccanicistico di Mehring e della Luxemburg1. È pur vero che questo marxismo si era liberato di Bukharin, è vero che combatteva contro il materialismo volgare2, che sottolineava ancora gli aspetti dialettici. Ma tutto questo non impedì l’involuzione dogmatica, non sviluppò dei quadri filosofici di alto livello, non significò l’assimilazione, la traduzione, per il proletariato, dei risultati più avanzati della cultura filosofica europea. Quello che era stato, da un certo punto di vista, l’inizio ancora manchevole e incerto di un tentativo in questo senso, parve essenzialmente una deviazione di sinistra a cui l’idealismo aveva fornito gli strumenti ideologici.
Ili
La critica di Gramsci a Bukharin si muove in ultima analisi nello stesso [...]
[...]movimento operaio, sia pure in condi
1 Vedi per la Germania ancora Kurt SAUERLAND, Der dialektische Materialismus, Berlin, 1932. Sembra essere la rappresentazione migliore, ancora densa di problemi, della fase iniziale di questo processo di cristallizzazione.
2 Vedi per la Germania ancora Kurt SAUERLAND, Ueber den Kampf an der theoretischen Front, in Die Internationale, febbr. 1931, pp. 7579, marzo, pp. 128133. Vedi in particolare p. 77: «Il materialismo meccanicistico è quanto mai diffuso ed è particolarmente alimentato dalla Teoria del materialismo storico di Bukharin, un libro che è una perfetta contraddizione e caricatura del materialismo dialettico, ma che nello stesso tempo è uno dei libri più diffusi e dei più studiati nei circoli del partito e dei simpatizzanti ed ha causato ormai grande confusione (piattaforma teorica di deviazioni di destra e di tendenze conciliatoristiche) ».352
I documenti del convegno
zioni eccezionali, si è potuto compiere. E si è potuto compiere in modo che nel punto di arrivo si ritrova trasfusa tutta la ricchezza dei due termini del processo, in modo che nessuna campagna contro il materialismo metafisico e contro l’idealismo e tanto meno la riorganizzazione teorica che si inaugurò verso il [...]
[...]è uno dei libri più diffusi e dei più studiati nei circoli del partito e dei simpatizzanti ed ha causato ormai grande confusione (piattaforma teorica di deviazioni di destra e di tendenze conciliatoristiche) ».352
I documenti del convegno
zioni eccezionali, si è potuto compiere. E si è potuto compiere in modo che nel punto di arrivo si ritrova trasfusa tutta la ricchezza dei due termini del processo, in modo che nessuna campagna contro il materialismo metafisico e contro l’idealismo e tanto meno la riorganizzazione teorica che si inaugurò verso il ’31, ne poterono turbare il normale svolgimento. Ciò che gli permise di resistere a queste sollecitazioni (e furono ben pochi a non capitolare, interamente o a metà) fu, oltre, alla situazione straordinaria in cui visse, il legame stretto e immediato col suo movimento^ operaio, il fatto che capi e accettò le direzioni di sviluppo implicite a questo determinato movimento operaio e a questo determinato paese (onde certe concezioni del partito, della propaganda...) e non le impose dal di fuori. Non [...]
[...]anno innalzateAldo Zanardo
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(cioè la nozione di cosa è civiltà, cultura) — Bukharin sembra tener conto solo del primo. Queste masse, spontaneamente, nelle loro concezioni disgregate, sono giudicate vicine al marxismo. È chiaro che non va dimenticata la situazione particolare e generale del paese in cui Bukharin scrive. L’osservazione che egli fa nella prefazione — essere « il bisogno di una rappresentazione sistematica della teoria del materialismo storico» a cui* il suo Manuale viene a soddisfare rispondente alla fase presente della rivoluzione e non ai « momenti acuti » 1 — non significa che le necessità pratiche fossero meno acute. Importava avere, nella teoria, un insieme di idee, di formule, relativamente ordinato, facile, adatto alla diffusione, uno strumento semplificato, capace di penetrare rapidamente in larghe masse, mobilitarle, illuminarle, farne scaturire fuori dei quadri2. In una simile impostazione restano purtroppo allo stato di non elaborazione il problema della formazione dei quadri politici e intellettuali elevati, il[...]
[...]via, che è anche la via di Lenin, del superamento mediatore della Seconda Internazionale. Bukharin, se per certi aspetti è fuori della socialdemocrazia, finisce con il rimanervi dentro per la sua concezione positivistica e in sostanza subalterna del marxismo. Lukàcs, come si è visto, finiva, in. quegli anni, col rimanervi fuori astrattamente.
Il grosso della critica filosofica di Gramsci si intreccia intorno ai problemi della sociologia e del materialismo filosofico con tutte le loro implicazioni (previsione, regolarità degli accadimenti, determinismo, scienze naturali...) e intorno al problema della collocazione storica del materialismo di Bukharin.
Il Manuale parte dalla distinzione rigida fra generale e particolare, fra teoria e storiografia, e vuol essere un’indagine di ciò che è generale prima nella realtà naturale e umana, poi nella vita della società e in particolare della società moderna. Prima vengono trattati i principi universali, i concetti metodologici della sociologia: regolarità, causa, libertà, necessità, caso, trasformazione; poi viene costruita la sociologia vera e propria: la società, gli stati di equilibrio, squilibrio e riequilibrio fra: la società e la natura, fra i vari elementi della società. La soc[...]
[...] Va combattuto l’esperantismo, la concezione del generale come assoluto, astorico, buono per tutti i casi, ma va mantenuta la tecnica del pensiero che « non creerà certo grandi filosofi, ma darà criteri di giudizio e di controllo e correggerà le storture del modo di pensare del senso comune » 5.
Meno compatta e forse meno maturata, ma anche più multiforme e riproducente in parte la polemica contro la sociologia è la critica alla riduzione del materialismo storico a materialismo metafisico e volgare. Questa dottrina appare volta a volta risultato di una elaborazione della filosofia « scissa dalla teoria della storia e della politica » 6, come la
1 M. S., p. 125.
2 M. S., pp. 98100.
3 P., p. 214: «È da esaminare se il principio della correlazione sia utile, esatto e fecondo nella sociologia, oltre la metafora. Pare sia da rispondere nettamente di si. Ma occorre intendersi : per la storia passata, il principio della correlazione (come quello dell’analogia) non può sostituire il documento, cioè non può dare altro che storia ipotetica, verosimile ma ipotetica. M[...]
[...]el mondo esterno nella sua forma più triviale e acritica, senza neanche sospettare che a questa può essere mossa l’obiezione di misticismo » 3, è un « ritorno implicito al sentimento religioso » 4.
La nozione di una oggettività sovrastorica, sopraumana, condizionante ma non condizionata rispetto al variopinto mondo dell’attività pratica e delle ideologie, e, più in generale, tutto il nodo di problemi che il marxismo ereditò, raffinandoli, dal materialismo tradizionale, sembrano estranei al pensiero di Gramsci. Per Gramsci non esiste « una realtà per sé stante, in sé e per sé » ; la realtà esiste solo « in rapporto storico con gli uomini che la modificano » 5. « Quando si afferma che una realtà esisterebbe anche se non esistesse luomo o si fa una metafora o si cade in una forma di misticismo. Noi conosciamo la realtà solo in rapporto all’uomo e siccome l’uomo è divenire storico, anche la conoscenza e la realtà sono un divenire, anche l’oggettività è un divenire » 6. « Oggettivo significa sempre 66 umanamente oggettivo ”, ciò che può corrisponde[...]
[...]e naturali, per il loro proprio sviluppo, è divenuta impossibile la concezione metafisica» (Engels). I risultati sempre superati e mutevoli e i metodi delle scienze naturali non rappresentano un caso generale della filosofia della prassi. Questa anzi è completamente indipendente, è la scienza autonoma del mondo umano, e ha da respingere rigorosamente ogni intromissione delle scienze naturali3, ogni pretesa di sussumerla a una teoria generale del materialismo o deiridealismo 4. Anche in merito a questi problemi tuttavia ci sono serie difficoltà di interpretazione: sia per le esitazioni di Gramsci, sia perché è chiara la tendenza generale del pensiero, ma non la consistenza di ciò che intanto
1 Per esempio in M. S., p. 28.
2 M. S., p. 54.
3 M. S., pp. 54, 56, 162.
4 M. S., pp. 1589. Uno spunto di interpretazione forse diversa della scienza della natura si ha a p. 142 di M. S... : « La scienza sperimentale ha offerto finora il terreno in cui una tale unità culturale ha raggiunto il massimo di estensione: essa è stato l’elemento di conosc[...]
[...]ha raggiunto il massimo di estensione: essa è stato l’elemento di conoscenza che ha più contribuito a unificare lo spirito... ». Cioè la scienza della natura è un elemento della « lotta per l’oggettività », per la conoscenza vera. È da leggere tutto il contesto.Aldo Zanardo
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si è raggiunto. Per di più, qui, queste difficoltà si cumulano con l’altra dovuta alla scarsezza delle ricerche sul modo (e anche il tempo) in cui si è passati dal materialismo storico a quello dialettico e sulle sollecitazioni ideali che hanno mediato questo passaggio.
Quello che prima, a proposito della sociologia, si è detto mancanza di contatto con il leninismo formale, qui è aperta divergenza di tradizioni intellettuali e politiche. Gramsci ha alle spalle la cultura storicistica e idealistica e di fronte, come obiettivo polemico essenziale, le combinazioni di marxismo e kantismo di rilievo filosofico e politico 1. Né dall’Italia forse si avvertiva l’importanza di tendenze di questo tipo nel marxismo tedesco e russo. Gramsci le considera di poco conto e le at[...]
[...]ronte, come obiettivo polemico essenziale, le combinazioni di marxismo e kantismo di rilievo filosofico e politico 1. Né dall’Italia forse si avvertiva l’importanza di tendenze di questo tipo nel marxismo tedesco e russo. Gramsci le considera di poco conto e le attribuisce a gruppi ristretti di intellettuali e di professori2. Fu appunto questo fatto, il rilievo politico e filosofico delle combinazioni di marxismo e idealismo, che dette vigore al materialismo filosofico russo, che mantenne elementi di continuità filosofica fra Plekhanov e Lenin. Fin dal 1909 3 Lenin indicava i termini della differenza filosofica fra marxismo e revisionismo nel materialismo e nella dialettica. Il binomio poi si conservò, con varia accentuazione e giustificandosi con altre lotte intellettuali e politiche, nel marxismo della Terza Internazionale.
Queste posizioni verso la sociologia, il materialismo volgare, le scienze della natura, si trovano riflesse e chiarite nel quadro che Gramsci ha dello sviluppo passato del marxismo filosofico e nella prospettiva che traccia per il futuro.
Il punto da cui dipende, per Gramsci, lo svolgimento generale di questi problemi è la rivoluzione teorica rappresentata dalla filosofia classica tedesca e soprattutto da Hegel, è il momento in cui sono stati immessi nella storia del pensiero i concetti di creatività e di dialettica. « È certo che la concezione soggettivistica è propria della filosofia moderna nella sua forma più compiuta ed avanzata, se da e[...]
[...] punto da cui dipende, per Gramsci, lo svolgimento generale di questi problemi è la rivoluzione teorica rappresentata dalla filosofia classica tedesca e soprattutto da Hegel, è il momento in cui sono stati immessi nella storia del pensiero i concetti di creatività e di dialettica. « È certo che la concezione soggettivistica è propria della filosofia moderna nella sua forma più compiuta ed avanzata, se da essa e come superamento di essa è nato il materialismo storico » 4, ed è certo ancora che di questa
1 M. S., p. 81.
2 M. S., pp. 8284.
3 Marxismo e revisionismo.
4 AL S., p. 139.364
I documenti del convegno
concezione « lo hegelismo... rappresenta la forma più compiuta e più geniale » \
Il pensiero di Marx, storicamente e idealmente legato a Hegel, si è sviluppato, nel movimento socialista, in tutt’altro senso. Momento essenziale, per Gramsci, di questa deviazione è la « quistione del valore delle scienze cosi dette esatte o fisiche » e la « posizione che esse sono venute assumendo nel quadro della filosofia della prassi di [...]
[...] S., p. 23, sulla dialettica M. S., p. 32.
2 M. S., p. 139.
3 Oggi si tende da molte parti (per es. dagli studiosi che fanno capo ai Marxismusstudien di Tubinga) a cercare elementi di continuità fra Kautsky e più in generale il kautskysmo e la dogmatica dell’ultimo periodo della Terza Internazionale. Durante la Terza Internazionale però la polemica con Kautsky teorico fu fino a un certo tempo abbastanza viva e si alimentò della tesi che il materialismo storico non ha nulla a vedere con la trasposizione nella storia delle leggi biologiche (anche Bukharin accenna a questo motivo : « le leggi di Darvin non si possono applicare alla società», op. cit., p. 61). Questo motivo e anche l’altro della conciliabilità per Kautsky del marxismo con varie filosofie, sembrano essere i due punti di partenza per l’analisi della questione.
4 M. S., p. 84.
5 M. S., p. 93.
6 M. S., p. 156.
7 M. S., p. 12.
8 M. S., p. 13.Aldo Zanardo 365
e reale » 1; la sua funzione è paragonabile a « quella della teoria della grazia e della predestinazione pe[...]
[...]rla come un circolo storico ormai chiuso, in cui l’assorbimento della parte vitale dell’hegelismo è già definitivamente compiuta, una volta per tutte; o si può intendere come un processo storico ancora in movimento, per cui si riproduce una necessità nuova di sintesi culturale e filosofica? A me pare giusta questa seconda risposta: in realtà si riproduce ancora la posizione reciprocamente unilaterale, criticata nella prima tesi su Feuerbach, tra materialismo e idealismo e come allora, sebbene in un momento superiore, è necessaria la sintesi in un momento di superiore sviluppo della filosofia della prassi » 2.
È incontestabile, in questa traccia di sviluppo del marxismo filosofico, la presenza della cultura storica e umanistica europea, della contrapposizione fra dialettica, storicità, criticismo da una parte e metafisica, materialismo, positivismo, realismo ingenuo, dall’altra. Estranea all’impostazione di Gramsci è la distinzione di origine gnoseologica, fra idealismo soggettivo e oggettivo, ripresa da Bukharin3; estranee sono le conseguenze che essa ha comportato per il marxismo nella periodizzazione della storia della filosofia. Manca il periodo moderno, di lotta contro l’idealismo soggettivo, elaborato in connessione con lo sviluppo delle scienze fisiche, che ha trovato la sua definizione classica in Materialismo ed empiriocriticismo. Lenin scrive che Marx ed Engels, che si erano formati alla scuola di Feuerbach, « riv[...]
[...]o, dall’altra. Estranea all’impostazione di Gramsci è la distinzione di origine gnoseologica, fra idealismo soggettivo e oggettivo, ripresa da Bukharin3; estranee sono le conseguenze che essa ha comportato per il marxismo nella periodizzazione della storia della filosofia. Manca il periodo moderno, di lotta contro l’idealismo soggettivo, elaborato in connessione con lo sviluppo delle scienze fisiche, che ha trovato la sua definizione classica in Materialismo ed empiriocriticismo. Lenin scrive che Marx ed Engels, che si erano formati alla scuola di Feuerbach, « rivolsero naturalmente la maggiore atten
1 M. S., p. 139.
2 M. S., p. 91.
3 Op. cit., p. 54.Aldo Zanardo
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zione al completamento della filosofia del materialismo in alto, cioè non alla gnoseologia materialistica, ma alla concezione materialistica della storia. È per questo che Marx ed Engels nelle loro opere mettono l’accento sul materialismo dialettico più che sul materialismo dialettico ». Oggi invece, « in un periodo storico del tutto diverso », si tratta di mettere l’accento sul materialismo dialettico \ Gramsci invece scrive : « Si è dimenticato in un’espressione molto comune [«materialismo storico»} che occorreva posare l’accento sul secondo termine 44 storico ” e non sul primo di origine metafisica. La filosofia della prassi è lo 44 storicismo n assoluto, la mondanizzazione e la terrestrità assoluta del pensiero, un umanesimo assoluto della storia. In questa linea è da scavare il filone della nuova concezione del mondo » 2.
Per Gramsci il rapporto MarxLenin, fase primitiva e fase progredita del marxismo, sembra configurarsi essenzialmente come il rapporto scienzaazione 3. Noi viviamo nella stessa amplissima epoca culturale di Marx e in cui, oggi, il marxismo ha da rifare la[...]
[...]ondanizzazione e la terrestrità assoluta del pensiero, un umanesimo assoluto della storia. In questa linea è da scavare il filone della nuova concezione del mondo » 2.
Per Gramsci il rapporto MarxLenin, fase primitiva e fase progredita del marxismo, sembra configurarsi essenzialmente come il rapporto scienzaazione 3. Noi viviamo nella stessa amplissima epoca culturale di Marx e in cui, oggi, il marxismo ha da rifare la sintesi fra idealismo e materialismo, ha da entrare nella lotta contro la metafisica e il positivismo condotta dal pensiero europeo più avanzato, portare il marxismo filosofico alla completezza e all’egemonia culturale.
Se si ripensa ai motivi che abbiamo messo in luce, il concetto del partito educatore, la critica alla sociologia e al materialismo metafisico, la fase infantile del marxismo, la sua incompiutezza, l’importanza di Hegel e del neohegelismo, non pare possano sussistere dubbi sull’ambiente intellettuale che Gramsci respira.
È anche certo che da questa cultura storicistica e umanistica dipendono alcune deficienze, la sottovalutazione della tradizione illuministica, la concezione per lo più negativa delle scienze naturali, la considerazione scarsa, benché contenente spunti di grande rilievo, della logica, della metodologia, della problematica del materialismo. Sembra tuttavia che una ricerca orientata a illuminare queste ma[...]
[...]ortanza di Hegel e del neohegelismo, non pare possano sussistere dubbi sull’ambiente intellettuale che Gramsci respira.
È anche certo che da questa cultura storicistica e umanistica dipendono alcune deficienze, la sottovalutazione della tradizione illuministica, la concezione per lo più negativa delle scienze naturali, la considerazione scarsa, benché contenente spunti di grande rilievo, della logica, della metodologia, della problematica del materialismo. Sembra tuttavia che una ricerca orientata a illuminare queste manchevolezze dovrebbe trovare contrappeso nella ricerca degli atteggiamenti polemici che Gramsci ha anche verso gli esponenti delle forme più razionali e realistiche di storicismo, nella ricerca delle effettive diversità fra il marxismo di Gramsci
1 Materialismo ed empiriocriticismo, Roma, 1953, p. 309
2 M. S., p. 159.
3 M. S., pp. 39, 75.368
I documenti del convegno
e lo storicismo, per es., di un Croce o di un Vierkandt. Noi abbiamo mostrato in alcuni punti come l’enunciazione di posizioni storicistiche si accompagni all’assimilazione dei valori materialistici del marxismo.
Pare difficile che nella Germania' e nell’Italia di allora si potesse formare un marxismo più attuale, più complesso di quello di Gramsci. Il punto di mediazione, di controllo delle posizioni neohegeliane a cui il marxismo di Gramsci è arrivato è incomparabilmente [...]