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Il segmento testuale materialismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 605

Brano: [...]sloveni della XVII Brigata « Simon Gregorcic » e del « Briski Beneski Odred », e partigiani italiani dei battaglioni « Pisacane » e « Mazzini » della Divisione Garibaldi « Natisone ».

Un foglio partigiano, stampato alla macchia nelle due lingue slovena e italiana, fu intitolato al nome della montagna. « Matajur Voce degli sloveni delle vallate del Natisone »

è tuttora la testata di un quindicinale edito in provincia di Udine.

F.Vi.

Materialismo storico

Materialismo storico o concezione materialistica della storia viene comunemente denominato l’insieme di criteri e assunzioni teoriche con cui

il marxismo analizza e interpreta la storia deH’uomo. Marx (v.), dunque, ne va considerato fondatore ed egli stesso, di fatto, propose il termine « materialismo storico » per denominare la sua concezione. Marx ebbe a parlare anche di materialismo critico per sottolineare la differenza tra la sua concezione e quella del materialismo tradizionale. Questa differenza viene sinteticamente messa a fuoco da Marx stesso nella prima delle sue Tesi su Feuerbach, composte nel 1845 (e pubblicate da Engels nel 1888).

Vi si legge: « Il difetto di ogni materialismo fino a oggi — compreso quello di Feuerbach — è che l’oggetto, il reale, il sensibile è concepito solo sotto forma di ” oggetto " o di ” intuizione ”, ma non come ” attività sensibile umana ”, come ” attività pratica ”, non soggettivamente. È accaduto quindi che il lato ” attivo " è stato sviluppato dall’idealismo in contrasto col materialismo, ma solo in modo astratto, poiché naturalmente l’idealismo ignora come tale l’attività reale, sensibile. Feuerbach vuole oggetti sensibili realmente distinti dagli oggetti del pensiero; ma egli non concepisce l’attività umana come attività ” oggettiva Perciò nell 'Essenza del cristianesimo egli considera come schiettamente umano solo II modo di procedere teorico, mentre la pratica è concepita e fissata da lui soltanto nella sua raffigurazione sordidamente giudaica. Pertanto egli non concepisce l’importanza dell’attività ” rivoluzionaria ", dell’attività praticocritica ».

Questa prima « Tes[...]

[...]ncepisce l’attività umana come attività ” oggettiva Perciò nell 'Essenza del cristianesimo egli considera come schiettamente umano solo II modo di procedere teorico, mentre la pratica è concepita e fissata da lui soltanto nella sua raffigurazione sordidamente giudaica. Pertanto egli non concepisce l’importanza dell’attività ” rivoluzionaria ", dell’attività praticocritica ».

Questa prima « Tesi su Feuerbach » segna e definisce il distacco dal materialismo tradizionale o « vecchio materialismo » (Marx, « Tesi su Feuerbach », X) o « materialismo intuitivo », che « non concepisce il mondo sensibile come attività pratica » {ivi, IX).

Ma la genesi teorica del materialismo storico si completa con un altro distacco: il distacco criticoscientifico dall’idealismo speculativo che occupa il primo periodo della formazione intellettuale di Marx e specificatamente la sua critica a Hegel. Con questa critica, infatti, Marx smonta e mette in crisi quella « costruzione speculativa » del mondo in base alla quale il mondo stesso viene « trasceso » nelle sue componenti fenomeniche reali per essere poi « dedotto » come

fenomenica incarnazione dell’idea. Marx aveva concluso che v’era nell’idealismo speculativo un doppio scambio dell’idea con l’empirico e deH’empirico con l’i[...]

[...] come

fenomenica incarnazione dell’idea. Marx aveva concluso che v’era nell’idealismo speculativo un doppio scambio dell’idea con l’empirico e deH’empirico con l’idea. Per il primo aspetto, che caratterizza l’approccio idealistico come eminentemente « spiritualistico », il reale « si volatilizza »; per il secondo aspetto, che caratterizza quello stesso approccio ma in generale ogni approccio « dualistico » al rapporto idearealtà come « crasso materialismo », l’ideale « si incarna » negli oggetti storici come in oggetti inerti, passivi, « meri oggetti ». Nel complesso il mondo dell’uomo si spacca nella serie attiva del mondo ideale, di cui diviene primo mobile la cultura e per essa il sapere come unica apprensione attiva o dominio delloggettività, e nella serie passiva del mondo praticoreale nel quale l’elemento sensibile o è immediatamente un’articolazione dell’elemento ideale oppure è mera natura, passività inerte.

Questi presupposti teorici del materialismo storico (la critica del soggettivismo attivistico dell’idealismo e dell'oggettivis[...]

[...]in oggetti inerti, passivi, « meri oggetti ». Nel complesso il mondo dell’uomo si spacca nella serie attiva del mondo ideale, di cui diviene primo mobile la cultura e per essa il sapere come unica apprensione attiva o dominio delloggettività, e nella serie passiva del mondo praticoreale nel quale l’elemento sensibile o è immediatamente un’articolazione dell’elemento ideale oppure è mera natura, passività inerte.

Questi presupposti teorici del materialismo storico (la critica del soggettivismo attivistico dell’idealismo e dell'oggettivismo inerziale del paleomaterialismo) sono ampiamente svolti nelle « Opere giovani

li » di Marx, cioè nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico nonché nei Manoscritti economicofilosofici del 1844, e trovano una esposizione articolata, anche se non compiutamente sistematica, nelle opere polemiche scritte fra il 1845 e il 1847: La Sacra famiglia, L’ideologia tedesca e la Miseria della filosofia. Vi si mettono nuovamente a fuoco, rispettivamente, il « mistero della costruzione speculativa », i « presupposti reali, dai quali si può astrarre solo neH'immaginazione » e « la metafisica deH'economia politica ».

[...]

[...]nte sistematica, nelle opere polemiche scritte fra il 1845 e il 1847: La Sacra famiglia, L’ideologia tedesca e la Miseria della filosofia. Vi si mettono nuovamente a fuoco, rispettivamente, il « mistero della costruzione speculativa », i « presupposti reali, dai quali si può astrarre solo neH'immaginazione » e « la metafisica deH'economia politica ».

Con ciò, alla vigilia del Manifesto del partito comunista (v.) le linee teoriche generali del materialismo storico sono fissate. E, si badi, sono fissate con un procedimento rigorosamente critico, cioè attraverso la critica deH’idealismo speculativo di Hegel (e degli hegeliani) e del sensismo materialistico di Feuerbach: ossia delle due grandi risultanti della storia del pensiero contemporaneo a Marx. Proprio questa rigorosa derivazione critica esenta Marx dal deduttivismo dogmatico di una nuova filosofia della storia e di una nuova teoria generale dell’uomo e della natura: non perché a generalizzazioni di medio e anche di lungo raggio per Marx non si possa pervenire, ma perché egli ritiene che ge



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 606

Brano: Materialismo storico

neralizzazioni di quel tipo non siano possibili (= teoricamente lecite) altro che risalendo « dal particolare al generale », come scriverà per motivare l’esclusione di una introduzione metodologica (l’Introduzione del 1857) dalla sua Critica dell’economia politica.

Quelle generalizzazioni e cioè le categorie della nuova scienza storicosociale, sono infatti — per Marx — esse stesse « storiche » e in ciò, nella loro riducibilità storicosociale, consiste il carattere storicomaterialistico (nonspeculativo e nongenerico) della nuova scienza del materialismo storico. Il quale, dunque,[...]

[...]articolare al generale », come scriverà per motivare l’esclusione di una introduzione metodologica (l’Introduzione del 1857) dalla sua Critica dell’economia politica.

Quelle generalizzazioni e cioè le categorie della nuova scienza storicosociale, sono infatti — per Marx — esse stesse « storiche » e in ciò, nella loro riducibilità storicosociale, consiste il carattere storicomaterialistico (nonspeculativo e nongenerico) della nuova scienza del materialismo storico. Il quale, dunque, non ha affatto bisogno (e perciò la respinge) della intermediazione di una teoria generale delle leggi del movimento o materialismo dialettico (una espressione per Marx inconsueta), di cui esso dovrebbe essere una « applicazione » (come accade sovente in Engels e in altri pensatori marxisti). Una consimile «teoria generale » riporterebbe o al primato logicistico della filosofia di stampo speculativo ovvero alla necessità dei grandi « romanzi filosofici » sulla storia universale cari al positivismo.

I pericoli sul piano teorico

La doppia critica, da cui nasce il materialismo storico, all’idealismo speculativo e al materialismo intuitivo apre due pericoli sul piano teorico: di sottovalutare ed emarginare nella costruzione del sapere ora l’elemento soggettivoattivo (l’elemento specificatamente umano e cioè intellettivo) e ora l’elemento oggettivopassivo (l’elemento generalmente naturale proprio anche dell’uomo). Né si tratta di pericoli le cui conseguenze restino limitate al campo teorico; al contrario, esse si estendono inevitabilmente anche al campo pratico.

Quanto al primo pericolo, esso ha spesso condotto gli interpreti di Marx a un appiattimento naturalistico del materialismo storico che vuole essere, invece,[...]

[...]ere ora l’elemento soggettivoattivo (l’elemento specificatamente umano e cioè intellettivo) e ora l’elemento oggettivopassivo (l’elemento generalmente naturale proprio anche dell’uomo). Né si tratta di pericoli le cui conseguenze restino limitate al campo teorico; al contrario, esse si estendono inevitabilmente anche al campo pratico.

Quanto al primo pericolo, esso ha spesso condotto gli interpreti di Marx a un appiattimento naturalistico del materialismo storico che vuole essere, invece, la spiegazione « di storia naturale » della storia umana in tutta la sua complessità.

Già Antonio Labriola (v.) notava che se il materialismo storico « in un certo senso 'naturalizza' la storia », in ciò « si cela per molti una forte seduzione a confondere questo ordine di problemi con un altro ordine di problemi; e, cioè ad estendere alla storia le leggi e i modi del pensiero, che parvero già appropriati e convenienti allo studio e alla spiegazione in genere, e del mondo animale in ispecie ».

La riconduzione della storia ai termini generali della spiegazione « naturalistica » non deve, insomma, far perdere (nella necessaria riunificazione deH’uomo entro la natura e della scienza sociale entro la scienza) il traguardo della spie[...]

[...]somma, far perdere (nella necessaria riunificazione deH’uomo entro la natura e della scienza sociale entro la scienza) il traguardo della spiegazione naturalistica dei tratti specifici (e in questo senso « non naturali ») della storia umana e della società umana, dei quali essenziale è la presenza costante e operante di una mediazione intellettuale della stessa attività pratica.

La stessa « critica dell’ideologia », che è parte integrante del materialismo storico, comporta, dunque, non già la cancellazione della rilevanza della coscienza umanosociale in quanto « falsa » o storicamente condizionata, bensì la ricostruzione genetica (ma organica) dello stesso livello intellettuale e della sua interna dialettica, proprio perché « le circostanze fanno gli uomini non meno di quanto gli uomini facciano le circostanze» (Marx). Da questo punto di vista la distinzione fra struttura e sovrastruttura — così essenziale per il materialismo storico — significa non già ricerca dell’equivalente sociale per ogni fenomeno intellettuale e per l’insieme della cult[...]

[...], dunque, non già la cancellazione della rilevanza della coscienza umanosociale in quanto « falsa » o storicamente condizionata, bensì la ricostruzione genetica (ma organica) dello stesso livello intellettuale e della sua interna dialettica, proprio perché « le circostanze fanno gli uomini non meno di quanto gli uomini facciano le circostanze» (Marx). Da questo punto di vista la distinzione fra struttura e sovrastruttura — così essenziale per il materialismo storico — significa non già ricerca dell’equivalente sociale per ogni fenomeno intellettuale e per l’insieme della cultura, ma fondazione di un criterio logicostorico che permetta una considerazione esplicativa globale del nesso che collega struttura e sovrastruttura, storia e cultura, realtà sociale e ordinamento logico: un nesso che è esso stesso storico, oggettivo, causato. La perdita o la sottovalutazione deH’elemento intellettuale comporta, in particolare, la perdita o la sottovalutazione della dimensione dell’« astratto ». Questo non occupa soltanto il campo della teoria, ma persino il [...]

[...]gettivamente se l’oggetto non fosse sua determinazione sostanziale. Esso crea, pone soltanto oggetti, perché è posto da oggetti, perché è intrinsecamente natura. Nell’atto di porre qualcosa, non esce, dunque, dalla sua ” attività pura " per una creazione dell’oggetto, bensì il suo prodotto oggettivo attesta semplicemente la sua attività oggettiva, la sua attività in quanto attività di un oggettivo ente naturale ».

Si può ben concludere che il materialismo storico è concepito da Marx come mediazione articolata di umanità e natura, di intelletto ed empiria, di astratto e concreto nella dimensione fondamentalmente naturalesensibile della storia.

Il metodo dell’indagine

Nella stessa possibilità di questa essenziale mediazione si affaccia la singolare configurazione dell’intellettualeastratto, nella storia umana, come dimensione ipotetica, come progetto storicamente proponibile e perciò da verificare sulla chance successoinsuccesso che si articola variamente ai differenti livelli: veritàerrore al livello della logica, congruenzaincongruenza a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 607

Brano: Materialismo storico

ber) possono/debbono verificarsi è la dimensione storicopratica (non intellettualeastratta) e cioè la dimensione sensibilenaturale, che so

lo per via di astrazione intellettuale può essere isolata nel concreto del continuum storico: più precisamente quella dimensione che, per essere necessariamente localizzata nel tempo in quanto nonideale, è una formazione nonintellettuale ovvero una formazione economicosociale: un « complesso di determinati rapporti di produzione » che si dispone in una successione causale di formazioni economicosociali

il cui sviluppo « è un processo stori[...]

[...]conomia premoderna. Si capisce, dunque, perché Marx abbia concentrato la sua indagine sui rapporti economici e sul capitalismo, e tuttavia questa concentrazione è ben altro che una procedura di segregazione dell’indagine.

La necessità di una ricognizione dei rapporti materiali per la ricostruzione dei rapporti ideali dà anche la misura della natura scientifica del metodo storicomaterialistico, nel senso che essa comprova come le categorie del materialismo storico siano da estrarre con

procedimento analogo a quello ipoteticosperimentale delle scienze fisiconaturali. Si tratta infatti di categorie che intanto funzionano come categorie esplicative in quanto si misurano e si verificano come funzioni di rapporti extramentali o organismi sociomateriali fra loro connessi nella storia secondo un sistema accertabile di trapasso e di successione. E si tratta dunque di categorie da modellare sugli stessi organismi che debbono essere spiegati e che ricomprendono nella loro oggettività le categorie stesse come proprie funzioni storiche.

La storia si [...]

[...]te rimanendo che gli uomini lo credano o non lo credano, che essi ne siano o non ne siano coscienti », giacché « Marx considera il movimento sociale come un processo di storia naturale retto da leggi che non solo non dipendono dalla loro volontà, dalla coscienza e dalle intenzioni degli uomini, ma anzi determinano la loro volontà, la loro coscienza e le loro intenzioni » (Kaufman).

Rapporto tra scienza e rivoluzione

Una tesi conclusiva del materialismo storico resta perciò che, se

il succedersi dei tipi sociali risponde a una necessità retta da leggi, nessuno di questi tipi — neppure quello più evoluto e cioè il capitalismo — può considerarsi eterno e immodificabile. Al contrario, diviene una premessa essenziale di ogni indagine sociale del presente l’ipotesi della sua provvisorietà. Si tratta di un’ipotesi che, per Marx, resta provata dall'intimo contrasto fra il carattere eminentemente sociale delle moderne forze produttive (il proletariato e la scienza) e il carattere squisitamente privato dell’appropriazione della ricchezza sociale, [...]

[...]ratori, espropriati della ricchezza prodotta nonché del potere di controllare e dirigere gli imponenti mezzi della modernità, e della scienza stessa (deH’intelligenza socialmente espressa). Il contrasto mette in crisi gradualmente anche i più raffinati apparati dello Stato, della politica, del diritto, nonché, in definitiva, l’intero sistema di valori espressi dalla civiltà borghese.

Mentre nella considerazione del rapporto presentepassato il materialismo storico giunge alla conclusione della necessità di una ricostruzione scientifica dei differenti organismi sociali che si sono succeduti e dei processi che hanno determinato la transizione, nella considerazione del rapporto presentefuturo esso perviene alla conclusione della necessità di una sostituzione del capitalismo con un altro tipo sociale che si modelli come critica reale del capitalismo nello sforzo di costruire una società senza classi e senza gestione coatta della comunità.

Così, nel materialismo storico si congiungono la dimensione della scienza e la dimensione della politica, il[...]

[...]una ricostruzione scientifica dei differenti organismi sociali che si sono succeduti e dei processi che hanno determinato la transizione, nella considerazione del rapporto presentefuturo esso perviene alla conclusione della necessità di una sostituzione del capitalismo con un altro tipo sociale che si modelli come critica reale del capitalismo nello sforzo di costruire una società senza classi e senza gestione coatta della comunità.

Così, nel materialismo storico si congiungono la dimensione della scienza e la dimensione della politica, il recupero generale della storia della cultura e del suo carattere intellettualmente produttivo nonché la rottura radicale con la storia dello sfruttamento e dell’oppressione. Diviene reale la stessa mediazione fra pensiero e realtà, fra logica e storia, prospettandosi come concreta alleanza fra teoria e pratica, fra intelligenza e lavoro



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 530

Brano: [...]assoggettavano, sentendo come propria l'offesa morale che veniva loro fatta. A diciassette anni, nel 1895, era in carcere per aver partecipato ad una manifestazione in favore del conterraneo deputato socialista Giuseppe De Felice Giuffrida.

Ancora nell'adolescenza cominciò a dare ai suoi sentimenti spontanei una elementare consapevolezza dottrinaria, leggendo Proudhon, Mazzini, Marx e De Sanctis, il quale ultimo gli mostrò il collegamento tra materialismo e realismo, a lui del resto consentaneo data la sua predilezione per il mondo classico.

Afferma infatti il De Sanctis che il materialismo è la musa nuova: « è il mondo che si riconcilia con la vita e ne prende possesso ». È la « riabilitazione della materia, vale a dire del lavoro e dell’azione »; è la « serietà della vita terrestre, sì che, in luogo di fantasticare su di essa, l’uomo lavora ad assimilarsi la natura e a farla sua ». E Marchesi aggiunge che il materialismo storico non esclude che tra le forze che hanno mosso e muovono il mondo ci siano anche quelle spirituali e altre ancora, oltre la realtà tangibile, come l’ignoto e l’inconoscibile, la favola e il sogno. Da qui deriveranno i suoi canoni letterari, artistici e politici, che sostanziano potentemente tutta la sua opera, speciali

530



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 389

Brano: [...] propria fede nell’ideale comunista. Condannato a morte in uno dei più tenebrosi e sconcertanti processi montati durante l’epoca staliniana, venne fucilato (v. Stalin).

Giudizi su Bucharin

N.I. Bucharin è l’autore di numerose opere, tra le quali spiccano VA.B.C. del ComuniSmo lin collaborazione con Preobrajenski) „ L’economia del periodo di transizione, L’economia mondiale e imperialismo, I problemi della rivoluzione cinese e La teoria del materialismo storico.

A quest’ultima, Antonio Gramsci dedicò nel 1932 un acuto esame critico (cfr. * Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Crocè», Torino, 1949). Nelle critiche di Gramsci riecheggiano quelle di deformazione del marxismo, già mosse da Lenin nel 1922. Gramsci, come Lenin, rimprovera a Bucharin di non comprendere la dialettica e la sua funzione. « Nel saggio — scrive Gramsci — manca una trattazione qualsiasi

389



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 502

Brano: [...]erale. Per cui la politica del Movimento dei cattolici comunisti non può divergere da quella di principio del Partito comunista italiano, ;se non in quelle eventuali azioni politiche che siano unicamente ripercussioni delle due diverse Weltanschauungen che li governano ». In altri termini il Movimento dei cattolici comunisti accettava il marxismo come « filosofia dell’uomo ». « In una parola

— sì leggeva nel citato opuscolo — accettazione del materialismo storico, rifiuto della Weltanschauung del materialismo dialettico; accettazione della politica comunista, rifiuto della religione comunista ».

Se chiara era la scelta politica del movimento, non meno esplicita era però l’affermazione del significato religioso della sua posizione. Premesso che con la sua stessa esistenza il movimento intendeva « combattere per il comuniSmo e insieme per la sua riduzione a fatto meramente politico e che, offrendo « una testimonianza in favore delle tesi antimaterialistiche, si proponeva di contribuire a distruggere quel l'involucro metafisico della teoria comunista che oggi è sempre più d’impaccio e meno d’aiut[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 722

Brano: [...]i. Antonio Labriola, dopo un’attività prevalentemente erudita ebbe gran parte nel movimento « revisionista » diffusosi nqgli ultimi anni del seco

lo scorso in tutta Europa, influenzandone sia l’ala sinistra [Georges Sorel) che l’ala destra (Eduard Bernstein). La sua interpretazione del marxismo, che ne rifiutava i presupposti materialistici e voleva intenderlo come semplice « canone empirico » d’interprétazione storica, è contenuta nell’opera Materialismo storico ed economia marxista. Già in questi primi studi è presente un elemento che avrà un seguito importante negli sviluppi della cultura italiana: il rifiuto della cultura positivistica, tipica della democrazia borghese, si accompagna a un’interpretazione antidemocratica del socialismo marxistico, inteso come mera affermazione della forza dominatrice della storia, cui sì rifiuta un’intrinseca razionalità. La critica marxista della democrazia ha qui la sua prima utilizzazione di destra. E Croce incoraggia, negli anni che vanno dal 1900 al 1914, gran parte delle correnti irrazionalistiche che[...]

[...]onsiderazioni sulla violenza » sono uno dei testi fondamentali dell’ irrazionalismo europeo. E fa sue nella sostanza anche le teorie politiche di Vilfredo Pareto e Gaetano Mosca, altri rilevantissimi esempi di utilizzazione antidemocratica del marxismo. Sul terreno più strettamente politico, Croce proclama nel 1911 la « morte del socialismo » sottolineando insieme l’esigenza della restaurazione dell’« unità sociale » contro l’utilitarismo e il « materialismo » politico. Nel 1914 egli assume la presidenza del Fascio dell’Ordine napoletano, blocco elettorale tra cattolici e conservatori liberali in funzione antisocialista. Di fronte alla guerra mondiale, sulla rivista « Italia nostra » sostiene la polemica contro l’interventismo « democratico », su posizioni oscillanti tra il neutralismo e la simpatia per gli Imperi Centrali. Dopo l’intervento la sua polemica è tutta orientata contro la tendenza della propaganda alleata a dare un contenuto ideologico alla guerra, che viene interpretata come mero scontro di interessi

di potenze, guerra del « mate[...]

[...]ione antisocialista. Di fronte alla guerra mondiale, sulla rivista « Italia nostra » sostiene la polemica contro l’interventismo « democratico », su posizioni oscillanti tra il neutralismo e la simpatia per gli Imperi Centrali. Dopo l’intervento la sua polemica è tutta orientata contro la tendenza della propaganda alleata a dare un contenuto ideologico alla guerra, che viene interpretata come mero scontro di interessi

di potenze, guerra del « materialismo storico », come più tardi la definirà.

Il consenso iniziale al fascismo

È del 1920 l'inizio di un diretto impegno politico del Croce come ministro della Pubblica Istruzione nel gabinetto Giolitti. I provvedimenti a cui si adoprera sono l’introduzione dell’esame di Stato nelle scuole medie e quello dell’istruzione religiosa nelle elementari, entrambi caldeggiati dal movimento cattolico. All’avvento del fascismo al potere, l’atteggiamento del Croce è di consenso aperto e dichiarato. Il 27.10. 1922, in una intervista rilasciata al Giornale d’Italia, dichiara non esservi contraddizione tra [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 83

Brano: [...]r I*Autore, con la perdita di quell'attitudine « universalistica » della borghesia che aveva fatto dire a Siéyès: « Il terzo stato è tutta la nazione « Così — scrive De Ruggiero — [la borghesia] ha subito non soltanto l’iniziativa, ma anche la mentalità degli avversari: essa ha imparato a valutare lo Stato come un terreno di conquista. Il governo come un comitato d'affari della classe al potere, l'ordine giuridico come un mezzo di predominio. Il materialismo storico, sorto come dottrina di uno dei contendenti, è diventato il simbolo di tutti gli altri e ha dato la sua impostazione e il suo indirizzo alla lotta. In questo senso è profondamente vera l’affermazione che il secolo XIX abbia segnato il trionfo del materialismo storico: si è data cioè una degradazione di tutti i valori morali, giuridici, politici, al livello dell'economia; si è dato un pervertimento di ogni criterio di giudizio alla stregua degli Interessi egoistici e materiali ». È qui da osservare, insieme all’acuta percezione del carattere di classe del fascismo e ad alcuni dei suoi tratti specifici, un’interpretazione del marxismo in chiave economicistica che è stata una delle premesse della decadenza del pensiero liberale.

Durante la seconda guerra mondiale, dopo la destituzione dalla cattedra universitaria, nel giugno 1943 De Ruggiero fu ar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 244

Brano: [...]pre: ’ Non

lo so e non lo dico ’ " ».

Oggi, sulla stretta cornice di travertino della porticina dello stabile 4023/A di via Giulia, dove aveva sede l'artiglieria partigiana, si legge in rosso una scritta: « Gloria a Giorgio Labò Eroe nazionale ».

A.Tr.

Labriola, Antonio

N. a Cassino il 2.7.1843, m. a Roma il 2.2.1904; filosofo e pubblicista. Professore all’Università di Roma, fu uno dei maggiori teorici italiani del marxismo e del materialismo dialettico, cui apportò un contributo originale. Dapprima hegeliano ortodosso, non si fermò a Feuerbach ma arrivò a Herbart (del quale, pur respingendo le dottrine religiose e metafisiche, fu per lungo tempo fervente simpatizzante), per approdare nel 1890 al marxismo. Con le sue lezioni deH'inverno 189091 a[l’Università di Roma egli si rivelò un geniale sostenitore del materialismo storico.

Grande teorico

La sua attività di uomo politico socialista fu limitata peraltro al quinquennio 189095: in quegli anni partecipò alle lotte dei lavoratori, organizzò comizi e riunioni, tenne conferenze sul socialismo agli operai edili di Roma e ai metallurgici delle acciaierie di Terni, contribuì a dar vita all’organizzazione per il soccorso ai disoccupati, fu nel 1891 tra i promotori della prima celebrazione in Italia del Primo maggio. Ne! 1892 inviò messaggi al Congresso della socialdemocrazia austriaca a Vienna e a quello del partito operaio francese a Marsi

glia. Nel 1893[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 148

Brano: [...]estire un doppio ordine di questioni: il problema della scientificità del marxismo da un lato; il problema delle riforme e del gradualismo dall’altro. Il primo problema aveva trovato nello stesso Engels (v.) una soluzione che consentiva di salvaguardare la dottrina generale e di revisionarla al tempo stesso: nel 1895 Engels aveva infatti dichiarato che il marxismo era quella concezione dello sviluppo della storia, compendiabile nell’espressione “materialismo storico” (v.), che essendo in grado di predire l’avvento del socialismo come risultato scientifico, non era falsificabile. Secondo Engels, la storia non aveva falsificato la dottrina del materialismo storico, e gli stessi mutamenti avvenuti confermavano la dottrina nel senso che essa andava applicata alla conoscenza dei mutamenti. Il problema della modificazione della strategia politica in seguito ai mutamenti avvenuti diventava quindi solo un problema di applicazione pratica adeguata di una dottrina che andava “interpretata”. Ma il dibattito sulla “interpretazione" del marxismo era strettamente connesso al dibattito sulla strategia politica, se doveva essere “rivoluzionaria” o “riformista”, e in ciò appunto consisteva il secondo problema.

Ortodossia e revisione

Il continuo scontro [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine materialismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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<---siciliani <---socialiste <---C.L.N. <---Cultura e fascismo <---Dinamica <---Editori Riuniti <---G.A.P. <---Geografia <---Giovanni Amendola <---Karl J <---Karl J Kautsky <---La lotta di classe <---La storia <---Ma non <---Manifesto del Partito <---Matematica <---Metafisica <---P.C.U.S. <---Regina Coeli <---Riforma sociale <---Scienze naturali <---Sistematica <---Sociologia <---Storia e coscienza di classe <---classista <---conservatorismo <---cristianesimo <---crociana <---d'Italia <---dell'Internazionale <---gramsciane <---hegeliani <---hitleriana <---ideologica <---ideologico <---ideologie <---imperialismo <---irrazionalismo <---marxiana <---materialisti <---metodologica <---militariste <---nazionalista <---prefascista <---prussiana <---realismo <---revisionismo <---riformismo <---sociologia <---soggettivismo <---staliniana <---A.A.V.V. <---A.P. <---Adolf Ei <---Adolfo Serafino <---Al R <---Al R S <---Aladino Bibolotti <---Alessandro Lucarelli <---Alfonso Gatto <---Althusser L 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