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Il segmento testuale liberismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 140Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 550

Brano: [...]tato prendendo di fatto il potere che consolidò l’anno successivo, manovrando abilmente in campo economico con l’Unione Sovietica e i passi dell’Europa orientale, e sostenendo al tempo stesso la resistenza palestinese, fino a intervenire militarmente in Giordania in appoggio ai palestinesi nei giorni del “Settembre nero”. Salito al vertice dello stato nel no

vembre del 1970, attraverso una gestione molto personale del potere e per mezzo di un liberismo realista Assad riuscì a guadagnarsi l’adesione di buona parte della borghesia mercadora che si era rapidamente sostituita all’aristocrazia fondiaria, formando un nuovo strato sociale urbano strettamente legato allo Stato e ai militari. Bloccate le nazionalizzazioni e acquistato un certo seguito anche fra i sunniti (nonostante che il Ba’th si identifichi, in Siria, con il partito degli alauiti, cioè di una minoranza numericamente insignificante), e fronteggiando l’opposizione interna dei Fratelli musulmani con i Servizi di sicurezza, il regime di Assad si è posto il compito di realizzare gli o[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 679

Brano: [...]lo in quel paese, fluidità in ogni caso dai confini ben definiti. La democratizzazione della vita politica introdotta da questa dinamica temperie economica sembrò coagularsi nell’ascesa alla presidenza di A. Jackson, appunto un “uomo della frontiera” venuto dal nulla (a differenza dei suoi predecessori), il quale tentò di rinnovare la tradizione jeffersoniana nell'ottica dei mutamenti introdotti dalla rivoluzione industriale, con una politica di liberismo economico e decentralizzazione del sistema bancario, che finì per dividere il partito antifederalistarepubblicano in democratici e whigs (liberali). Jackson fu però anche il presidente che inaugurò la brutale politica di genocidio (v.) degli indiani che, scacciati dalle loro foreste verso le grandi pianure, vennero poi incalzati anche qui dall'esercito federale e dai cacciatori di bisonti al servizio delle grandi compagnie ferroviarie.

L'espansione verso Ovest finì per coagulare i contrasti d'interesse “regionali” sopra delineati: la guerra civile (186165) tra l’Unione degli Stati del Nord[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 682

Brano: [...] a mantenersi in equilibrio tra i diversi gruppi d'interesse: il suo intervento contro i trusts si rivelò del tutto inconsistente, dimostrando la stretta connessione tra il business e il governo; mentre ottenne molto successo tra il pubblico la Pure Food and Drugs Act del 1906, legge contro le sofisticazioni alimentari.

Durante la presidenza Wilson (New Freedom) emerse chiaramente la convivenza delle due anime del capitalismo: una ispirata al liberismo ottocentesco, l’altra ai principi protezionistici del Novecento. La prima influenzò riforme come la Underwood Tariff (1913) per la riduzione delle imposte sull'acciaio e altri beni, o il Clayton Act (1914), legge diretta contro i trusts. Negli anni della Prima guerra mondiale, invece, l'istituzione di uffici come il War Industries Board e il National War Labor Board, che assicuravano la produzione bellica facendo relative concessioni al sindacato, rivelarono un’incisiva forma di interventismo federale a livello economico.

La nuova organizzazione economica capitalista portò alla formazione [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 688

Brano: [...]sività ai valori della “tradizione americana” schierandosi contro l’integrazione razziale, l’immigrazione incontrollata, l’aborto libero, l’omosessualità, gli scioperi, la legislazione sociale e la distensione con l’U.R.S.S..

Non si può tuttavia affermare che la società americana si sia complessivamente spostata a destra. Già durante il primo mandato reaganiano non erano mancate critiche all’indirizzo politico e a quello economico ispirato al liberismo, non solo da parte di un movimento ope

* *

Presidenti degli U.S.A.

1 George Washington 17891797

2 John Adams 17971801

3 Thomas Jefferson 18011809

4 James Madison 18091817

5 James Monroe 18171825

6 John Quincy Adams 18251829

7 Andrew Jackson 18291837

8 Martin van Buren 18371841

9 William Henry Harrison 1841

10 John Tyler 18411845

11 James K. Polk 18451849

12 Zachary Taylor 18491850**

13 Millard Fillmore 18501853

14 Franklin Pierce 18531857

15 James Buchanan 18571861

16 Abraham Lincoln 18611865*

17 Andrew Johnson 18651869

18 Ulysses S.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 177

Brano: [...]o un’ondata di scioperi rivendicativi e riabilitazione dello stesso nel novembre 1981).

Fautore di una prospettiva laicistica, il governo di Burghiba ha ripristinato nel 1981 il pluralismo, garantendo ai vari partiti (tra i quali il Partito comunista, il Movimento dei democratici socialisti e il Movimento di Unità popolare) il diritto di partecipare alla vita politica. Sul piano economico non sono mancate le difficoltà, sia per gli eccessi di liberismo che per la difficile congiuntura internazionale e per i ritardi storici determinati dal dominio coloniale, difficoltà che hanno indotto la popolazione a rinnovare scioperi e proteste nel gennaio 1984, mentre in politica estera la moderazione e il buon senso hanno garantito a Tunisi un posto di prestigio nei paesi dell'Occidente arabo. Oggi inoltre Tunisi ospita la Lega Araba, di cui è segretario il tunisino Chadlj Klibi, in seguito all’abbandono della sede del Cairo per la firma del trattato di Camp David tra Egitto e Israele. E vi ha sede l’O.L.P. (v.) qui trasferita dopo l’attacco israelian[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 256

Brano: [...]li del 1936 riconfermarono trionfalmente in carica il presidente, conferendogli una sorta di mandato della nazione. Ma già l’anno seguente tutto il progetto newdealista sembrò messo in discussione da una nuova gravissima crisi economica, in parte conseguenza di un improvviso taglio delle spese statali (deciso dal governo in omaggio alleterno feticcio del pareggio del bilancio), ma in parte dovuta anche alla protesta di un padronato ancorato a un liberismo classico e che, con lo « sciopero degli investimenti », intendeva contrastare le tendenze “totalitarie” e “socialisteggianti” del governo Roosevelt. Tali tendenze erano sembrate confermate dal tentativo del 193536 di “imbavagliare” la Corte Suprema che aveva dichiarato anticostituzionali molte iniziative del New Deal.

La crisi del 1937 aprì quindi una fase nuova della politica di Roosevelt che, dal 1938, adottò una politica keynesiana di espansione fiscale, strumentalizzandola peraltro alla ricerca di un rinnovato accordo tra governo e industriali attraverso un riorientamento delle spese s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 255

Brano: [...]dell’uomo (v.), approvata nel 1948.

Sul piano della vita interna del Partito democratico, d'altra parte, assai significativo fu l’appoggio da lei

assicurato nel 1948 all'elezione del democratico Harry Truman contro Henry Agard Wallace, fondatore del partito progressista che propugnava la fine della guerra fredda con l’U.R.S.S.. In quell'occasione Eleonor si schierò con l’ala maggioritaria del partito che avrebbe sostenuto il progetto di « liberismo centrista » affermatosi in quegli anni.

Nel 1953, in seguito all'avvento del repubblicano Eisenhower alla presidenza degli U.S.A., rassegnò le dimissioni dalle sue cariche alle Nazioni Unite, ma con il successivo presidente democratico J.F. Kennedy tornò a far parte della delegazione americana.

Gi.Fr.

Roosevelt, Franklin Delano

N. a Hyde Park (New York) il 30.1. 1882, m. a Warm Springs il 12.4. 1945; 32° presidente degli U.S.A..

Di ricca e influente famiglia newyorkese, si laureò in Legge all’Università di Harvard e intraprese la carriera di avvocato e uomo d’affari. Nel 1911 f[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 410

Brano: [...]l’attività scientifica e accademica.

Docente di Economia politica dal

1913 all’istituto superiore di commercio di Torino e dal 1918 all’Università di Genova, fondatore e direttore della Rivista Bancaria, per 26 anni fu collaboratore de « La Stampa » di Torino, scrivendo inoltre sul « Secolo » di Milano, sul «Giornale degli economisti » e su altre riviste, occupandosi soprattutto di problemi doganali e monetari. Nel 1939 il suo magistero di liberismo a oltranza e il non velato dissenso dalla politica fascista gli costarono la cattedra universitaria. Un anno dopo, una dolorosa infermità l’obbligava ad abbandonare definitivamente ogni attività scientifica.

B.An.

Tra le sue opere principali: Problemi finanziari della guerra, Torino, 1915; Problemi commerciali e finanziari dell'Italia, Milano, 1920; Principi di politica commerciale. La teoria generale degli scambi internazionali, Genova, 1924; Crisi del liberalismo o errori di uomini, Torino, 1934; Fisiologia e patologia economica negli scambi di ricchezza tra gli Stati, 1937.

Cabrel[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 679

Brano: [...]l tempo stesso in gran parte gerarchicoautoritaria, il corporativismo ha sempre rappresentato un buon supporto teorico e pratico per i diversi regimi fascisti instauratisi nel mondo tra le due guerre mondiali, e Io è tuttora per paesi — come ad esempio il Portogallo che si dichiara « repubblica unitaria corporativa » — dove il fascismo si mantiene al potere. Indubbiamente ha concorso, alle fortune del corporativismo, quella critica oggettiva del liberismo economico costituita dalla crescente affermazione nella società moderna, della necessità di un intervento pianificatore e socializzatore dello Stato neH’economia, tanto nei paesi capitalisti quanto in quelli socialisti dove, com’è noto, il problema ha trovato la sua più radicale soluzione.

Per il fascismo italiano, tanto sprovveduto quanto ansioso di colmare le sue lacune ideologiche, il corporativismo — sia pure in una con

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 345

Brano: [...]per la patria; ma con ciò continuava a sussistere il vecchio equivoco e si scartava per l’idea liberale ogni diretto confronto e cimento d’azione. Nell’isolamento della dittatura il Croce aveva elaborato una sua abbastanza equivoca « religione della libertà », mentre Luigi Einaudi (v.) aveva insistito sulla tematica della critica liberista; fra l’economista e il filosofo si era poi accesa una polemica accademica sui limiti del liberalismo e del liberismo, che aveva condotto ad una distinzione metodologica dell'uno dall’altro. Ma era ancora poca cosa per trarne un fondamento programmatico di rinnovata iniziativa politica.

Il Movimento liberale (194245)

Sorse così, sotto lo stimolo della crisi imminente del fascismo e della sua politica di guerra a fianco della Germania nazista e nel confronto con i risorgenti gruppi e partiti antifascisti (fra cui il liberalsocialismo (v.) e il Partito d’Azione, socialmente contigui anche se di indirizzo radicaleggiante), quel Movimento liberale che — fra il 1942 e il 1943 — attese prevalentemente a omog[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine liberismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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