Brano: Gran Bretagna
fluenza deH’imperialismo americano nel mondo.
Il 26.7.1945 i laburisti si presentarono alle eiezioni politiche con un programma di riforme sociali, compresa la nazionalizzazione di un certo numero di grandi industrie, e con l'obiettivo dichiarato di costruire una « società socialista ». Le profonde aspirazioni al socialismo presenti nelle masse lavoratrici li portarono alla vittoria. Nelle stesse elezioni i comunisti inglesi ottennero 2 seggi (Gallacher e Piretin).
I laburisti poterono così costituire il loro terzo governo, presieduto da Clement fì. Attlee (v.) e con Bevin ministro degli Esteri. Preoccupandosi più che altro di salvaguardare il sistema dalla spinta a sinistra delle masse lavoratrici, giunti al potere i laburisti nazionalizzarono l’industria carbonifera, la produzione di energia elettrica e quella del gas illuminante (tutte e tre deficitarie), le reti dei trasporti interni, l'aviazione civile, le telecomunicazioni, la radiotelevisione nonché l’industria siderurgica (fortemente osteggiata dai capitalisti, quest’ultima nazionalizzazione venne completata solo nel 1951). In realtà questi provvedimenti non compromettevano affatto le basi del capitalismo britannico, ma portavano alla creazione di un forte capitalismo di Stato. Ai vecchi proprietari delle aziende nazionalizzate vennero pagati, con denaro pub[...]
[...]ti. Una effettiva conquista dei lavoratori si rivelò invece la grande riforma varata (sulla base del piano Beveridge del 1942) nel campo delle assicurazioni sociali: il cosiddetto Welfare Scheme (schema di assistenza), comprendente l’assicurazione obbligatoria per il servizio sanitario gratuito, l’assistenza alle famiglie e all’infanzia, un minimo di pensionamento assicurato a tutta la popolazione ecc..
Per risanare il bilancio dello Stato, i laburisti aumentarono le imposte dirette da 359 milioni di sterline (1938) a 1.337 milioni (1949) e quelle indirette (gravanti sulle masse popolari) da 581 milioni (1938) a 1.583 milioni (1950). A questo aggravio fiscale contribuivano in gran parte la politica di riarmo e le spese per contenere i moti di indipendenza dei popoli coloniali. Nonostante il rapido aumento dei prezzi, nel 1948 i laburisti decisero il blocco dei salari. Il numero degli scioperi, che nel 1947 erano stati 1.721, per un complesso di 2.430.000 giornate lavorative perdute, salì ancora. Contro gli scioperanti venne
impiegato l’esercito; non pochi furono i lavoratori processati e condannati per aver preso parte alle manifestazioni.
Nel tempo stesso i dirigenti laburisti cacciarono dai sindacati gli operai più combattivi, i comunisti e in genere tutti coloro che manifestavano un orientamento di sinistra (il segretario del Partito laburista Morgan Phillips diramò, a tal fine, precise direttive ai dirigenti delle organizzazioni sindacali a ogni livel
lo, ma in molti casi gli operai organizzati si ribellarono agli ordini dall’alto e mantennero alla testa dei sindacati i dirigenti di loro fiducia). Sotto il governo laburista ricomparvero, senza incontrare ostacoli da parte delle autorità, le organizzazioni fasciste. Le Tradeunions diedero infine il colpo di gr[...]
[...]gruppo comunista in Parlamento » (Woodford, Essex, 20.10.1951)
litari americane e nel 1949 venne firmato il Patto Atlantico (v.). Il governo laburista si rese infine corresponsabile della violazione degli accordi interalleati della Conferenza di Potsdam (v.) relativi alla smilitarizzazione della Germania.
La impopolare politica economica detta dellai/sfer/fy (il razionamento alimentare continuò in Inghilterra fino al 1950 e oltre) dette ai laburisti il colpo di grazia, portandoli alla sconfitta elettorale del 23.2. 1950. Battuto nel numero dei voti, il partito conservò tuttavia 315 seggi (i conservatori ne ottennero 296 e i liberali 9) e rimase al governo con una esigua maggioranza.
Il Partito comunista inglese, costantemente perseguitato e discriminato nonostante la sua legalità ufficiale, non poteva esercitare che una scarsa influenza sulle masse operaie, per la grande maggioranza organizzate dai laburisti e dai sindacati integrati nel sistema.
Bibliografia: F. W. Deakin, La Gran Bretagna e la Resistenza europea, Milano, 1962; C.[...]
[...] grazia, portandoli alla sconfitta elettorale del 23.2. 1950. Battuto nel numero dei voti, il partito conservò tuttavia 315 seggi (i conservatori ne ottennero 296 e i liberali 9) e rimase al governo con una esigua maggioranza.
Il Partito comunista inglese, costantemente perseguitato e discriminato nonostante la sua legalità ufficiale, non poteva esercitare che una scarsa influenza sulle masse operaie, per la grande maggioranza organizzate dai laburisti e dai sindacati integrati nel sistema.
Bibliografia: F. W. Deakin, La Gran Bretagna e la Resistenza europea, Milano, 1962; C. R. S. Harris, Movimento di liberazione in Italia, n. 14, settembre 1951; P. Secchia e F. Frassati, La Resistenza e gli Alleati, Milano, 1962.
P.Se.C.Gh.
Dal 1951 al 1970
Rimasto al potere fino al 1951, ma con un esiguo margine di maggioranza, in politica estera il governo laburista si legò sempre più all’imperialismo americano, fino a dare (giugno 1950) il suo appoggio al governo U.S.A. nella guerra di Corea (v.). Allineandosi aH'America sulle posizioni del[...]
[...]14, settembre 1951; P. Secchia e F. Frassati, La Resistenza e gli Alleati, Milano, 1962.
P.Se.C.Gh.
Dal 1951 al 1970
Rimasto al potere fino al 1951, ma con un esiguo margine di maggioranza, in politica estera il governo laburista si legò sempre più all’imperialismo americano, fino a dare (giugno 1950) il suo appoggio al governo U.S.A. nella guerra di Corea (v.). Allineandosi aH'America sulle posizioni della « guerra fredda », nel 1951 i laburisti votarono un programma di armamenti di 4,7 miliardi di sterline, sollevando vive proteste aH'interno del loro stesso partito [per l’occasione Aneurin Bevan (v.) diede le dimissioni dal governo]. L’elettorato inglese non mancò di condannare col suo voto questa politica contraddittoria e antipopolare: nelle elezioni dell’ottobre 1951 i conservatori ottennero 323 seggi contro i 294 dei laburisti e tornarono al governo, con Winston Churchill primo ministro. Nonostante la conclamata politica coloniale inglese di « avviare i paesi verso l’indipendenza », nel 1952 fu dichiarato nel Kenia lo stato di emergenza e vennero istituiti campi di concentramento per gli adepti del movimento anticolonialista dei Mau Mau. Nel 1953, profilatasi nella Guyana Britannica una affermazione democratica di sinistra, il governo britannico decise di soppri
fn/Mament
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